prima storia: LA VESPA CHE URLA

Un bel giorno, Giorgetto stava passeggiando in un bosco, tutto felice : era stato incaricato dalla prozia di andare a raccogliere delle fragole, per una squisita torta che avrebbe preparato quel pomeriggio.
Percorrendo la via di ritorno Giorgietto udì un rumore come di vespa dietro di lui; Si girò, e non vide nulla.
Poi , dopo pochi minuti , il rumore cambiò : era sempre una specie di ronzio, ma cominciava a diventare un urlo .
Ogni minuto che passava , l'urlo si intensificava sempre di più , e diveniva sempre più vicino .
Giorgietto cominciava ad preoccuparsi , e così decise di accelerare il passo .
poi iniziò a correre, finché finalmente non arrivo a casa sua, dove sua prozia lo accolse con gioia.
Ma Giorgietto continuava a pensare a quell'urlo , proveniente da chissà dove , e aveva la netta sensazione   che l'avrebbe sentito di nuovo.
E aveva ragione.
Infatti, quella stessa sera , dopo cena , stesosi a letto, una ventina di minuti dopo che sua mamma lo ebbe salutato , sentì di nuovo l'urlo, e non solo: sentì anche picchiettare alla finestra .
Aveva troppa paura per voltarsi e controllare , quindi cercò di ignorare l'urlo, ma era impossibile.
Aspettava  che se ne andasse, ma non succedeva .
Poi improvvisamente sentì il vetro rompersi violentemente ; alcune scheggie gli caddero addosso , ferendolo .
Poi sentì un peso sulla schiena , come se un grosso cane gli fosse salito sopra ; ma l'essere che aveva sulla schiena non era un cane  : intravedeva dalla sua angolazione delle zampe di vespa , enormi, che stavano perforando il letto , e poi , voltandosi , la vide : era una gigantesca vespa , con un'enorme mandibola spalancata  , da cui usciva quel misterioso e insopportabile urlo , una mandibola che normalmente una vespa non dovrebbe avere , una mandibola con file e file di denti aguzzi.
Giorgietto stava per svenire dalla paura , ma non ne ebbe il tempo , perché l'abnorme essere gli afferrò la testa , e con un morso gliela staccò , per poi bere il sangue che c'era all'interno del busto decapitato.
E quella fu la fine di Giorgietto Moncherinis.

E in tutto questo la prozia e la mamma non s'erano accorte di nulla, che bravi parenti.

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