La stazione
La stazione era ormai deserta. L'ultimo treno della giornata doveva ancora arrivare ma, a quell'ora, erano ben pochi i passeggeri che decidevano di mettersi in viaggio.
Sara aveva raggiunto quel luogo di partenze e arrivi carica di speranze, consapevole che di lì a poco si sarebbe finalmente allontanata per sempre da quella città maledetta. Ma, quando un vecchio altoparlante aveva gracchiato, annunciando un ritardo di quaranta minuti, il cuore le era arrivato in gola.
Sentiva ancora i lividi sul costato e sul fianco destro duolere, quasi volessero ricordarle di fuggire il prima possibile. Eppure il destino beffardo sembrava essersi preso gioco di lei, facendo ritardare proprio la sua unica speranza di libertà.
La giovane donna provò a rilassarsi, compiendo respiri profondi che riuscirono malamente a calmare il suo cuore spaventato. Tentò di risvegliare la sua razionalità, riflettendo sul tempo che la separava dalla sua nuova vita. In fondo, quaranta minuti non erano poi molti e, di certo, non sarebbero stati sufficienti a setacciare l'intera città. Aprì gli occhi, osservò il cielo, sperando di vedere, fra il buio della notte, qualche rondine solitaria.
Sfortunatamente per lei, Giulio non aveva alcun bisogno di passare in rassegna ogni singolo lungo del centro abitato. Sapeva esattamente che avrebbe dovuto cercarla nei luoghi che avrebbero potuto rappresentare, per la donna, una via di fuga.
Il capolinea degli autobus era risultato privo di qualsivoglia forma di vita, perciò la tappa successiva dell'uomo fu la stazione dei treni. Guidò, furente, per diverso tempo, riversando odio verso ogni angolo di ogni strada. Riuscì persino a prendersela con la sua stessa auto, battendo violentemente sullo sterzo e stringendo il cambio fra le dita talmente forte da farsi sbiancare le nocche.
Prima di scendere dal veicolo e precipitarsi a controllare i dintorni dei binari, Giulio gettò un'ultima, rabbiosa occhiata alla luccicante fede che gli decorava l'anulare sinistro.
Raggiunse Sara quando ormai mancavano poco meno di dieci minuti all'arrivo del convoglio. La donna si accorse di lui solo quando fu a pochi metri da lei. Per un istante sperò che l'altoparlante si fosse sbagliato, o che, magari, il treno fosse riuscito a diminuire parte del ritardo. Lo sguardo iniettato di sangue di Giulio fu l'ultima cosa che vide.
I suoi occhi non furono mai in grado di posarsi sugli eleganti interni in velluto del vagone, né furono più capaci di scrutare nuovamente il cielo, alla ricerca di quelle rondini che Sara aveva sempre invidiato tanto.
Il giorno dopo alcuni pendolari ritrovarono, sulla banchina della stazione, il cadavere di una giovane donna bionda, con le ossa rotte e martoriato dai lividi. Sull'anulare sinistro brillava una luccicante fede, sulla quale spiccavano alcune gocce di sangue.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top