romanzo 3
Mi chiamo Rita, ho 35 anni sono quella che si dice “una tardona”, ma anch’io sono stata una ragazza ed ho una storia da raccontare, se avrete la pazienza di arrivare fino alla fine forse vi piacerà pure di sicuro per me è meravigliosa e ormai dura da 18 anni ininterrottamente. Tutto è cominciato quando avevo 8 anni quando nell’Agosto del 1977 passai le vacanze in un piccolo paesino della Val Nerina a pochi Km da Foligno in Umbria che aveva dato i natali a mia madre e dove i nonni ci ospitavano, fu quella l’estate in cui lo vidi per la prima volta, Gianpiero ma per tutti solo Piero, era bellissimo con i suoi capelli biondo-castano e quei meravigliosi occhi azzurri, aveva 13 anni poco più ed allora come oggi era il leader del gruppo dei ragazzi del paese; a quel tempo avevo due comitive di amici una di Foligno dove eravamo “quelli di Via Mesastris” e poi c’era il gruppo dei vacanzieri/e, quasi tutti Romani, che si ritrovava per il periodo estivo in quel paesino. Era un gruppetto piuttosto numeroso ed eterogeneo con età variabile dai 12 ai 15/16 anni in tutto una trentina di persone che si alternavano e si sovrapponevano nei tre mesi estivi, anni bellissimi, lui arrivava tutti gli anni puntualissimo il primo di agosto e si fermava fino alla fine di settembre l’inverno non saliva mai…. lo conobbi quell’anno avevo 8 anni, una bambina più che conoscerlo dovrei dire che lo guardavo e non di più, lo vedevo con il suo inseparabile foulard blu al collo, in mezzo a ragazzi anche più grandi e quando parlava tutti ad ascoltare già allora aveva il carisma che ha adesso ed anche il brutto carattere spigoloso e vanitoso ma anche generoso cavalleresco con le donne come un gentleman dell’800 e sensibilissimo proprio come ora, ero una bambina ed un giorno mentre io e le mie coetanee fantasticavamo dissi ad una certa Cristina “Tanto Piero me lo sposo io” Lo ricordo come fosse ora, 8 anni ma avevo già le idee chiare non sapevo ancora che ci sarebbero voluti 9 anni di faticosa rincorsa per battere la numerosissima concorrenza ed altri sei di attesa per portarlo in quel “posto speciale” dove, di solito, si va una sola volta nella vita, per quel motivo almeno. In realtà le cose non sono andate proprio lisce, tutto molto diverso da come ci si potrebbe aspettare, gli anni sono passati come le estati e la perentoria affermazione di quel giorno diventava sempre più sfumata; saltiamo direttamente a piè pari qualche anno in cui non è successo molto siamo nell’estate del 1981 ed ho 12 anni lui 17 le cose sono un pò cambiate il gruppo è sempre lo stesso solo più numeroso, anche io e le mie coetanee adesso ne facciamo parte, ma le estati sono di altro livello ed interesse, i leader del gruppo sempre gli stessi lui ed il suo grande amico Lorenzo, detto Lò, cioè, solo Gianpiero, mio futuro unico infinito Amore della mia vita, poteva permettersi di chiamarlo così gli altri rischiavano una battuta…. già, Lorenzo, mi misi con lui quell’estate durò 5 lunghi anni ma fu un rapporto strano lui e Piero erano legati da tale amicizia che fu questa più di ogni altro l’ostacolo che si frapponeva tra noi; comunque una cosa alla volta, Lorenzo era un tipo particolare si mise con me dicendo che sarei diventata sua moglie, avevo 12 anni! E che proprio per questo mi avrebbe rispettata tuttavia poichè si sentiva libero sarebbe andato con altre ragazze senza mancare mai di avvisarmi della cosa quando fosse accaduta…. incredibile vero? Eppure andò proprio così, ovviamente la cosa valeva anche per me e l’inverno poichè neppure Lorenzo saliva in Umbria io ero libera con il gruppetto di Via Mesastris, a dodici anni le sciocchezze sono ammesse!….. Saltiamo all’estate di due anni dopo adesso ho 14 anni e qualche mese, lui 19, durante l’inverno ho cominciato i primi approcci maschili, Enrico, bellino niente di che però le sue mani volteggiano con grazia sui miei acerbi seni si fermano solo sotto la gonna perchè io serro le gambe e non si passa neanche le mie mani vogliono saperne di prendere iniziative…. troppo sbrigativo per me, dura poco; estate dicevamo è il 1983 l’anno in cui nasce il mito di “Iceman”…. una delle principali attività del gruppo e’ quella di andare a pesca di trote nel fiume del paese per organizzare megacene galattiche al chiaro di luna con barbecue cocomeri e naturalmente secchiate d’acqua principale divertimento dei maschietti del gruppo. Il fiume è poco più che un rivolo specie d’estate ma ricco di trote, era un pomeriggio abbastanza presto, di solito i pescatori erano tre Lorenzo e Maurizio i migliori poi Piero un pò meno bravo loro risalivano il fiume in acqua tastando con le mani sotto i sassi in caso di tasto positivo la stretta diventava mortale, insomma pescavano con le mani io mia sorella ed altri ragazze e ragazzi li seguivamo dalla sponda ad un certo punto mia sorella Katia, di due anni più piccola rispetto a me, esplode in un urlo aveva pestato una vipera che a sua volta l’aveva morsa ad un polpaccio la voce di Maurizio che chiedeva cosa era successo, mentre rispondevamo Piero e Lorenzo erano già sulla riva giovani ma già pratici di certe cose. Lorenzo estrasse il suo coltello da caccia mentre Piero si era tolto il foulard, e gli aveva bloccato il sangue, mia sorella urlava al che Piero si volta verso di lei “Falla finita hai dato già abbastanza guai piantala o t’affogo”. Voce forte e decisa, Katia tace immediatamente, Lorenzo ha già inciso la ferita sta per succhiare il veleno quando lui lo spinge via in malo modo, Lorenzo: “Ma che sei scemo? ” Gli occhi di Piero sembravano di fuoco non dimenticherò mai lo sguardo di quel giorno vivessi mille anni “Lo scemo sei tu hai un eritema sul labbro hai deciso di suicidarti? Lo farò io” Lorenzo diventò bianco come la neve, era vero, lui cominciò a succhiare via sangue e veleno “Tienila ferma” Lorenzo obbedì subito e quando ritenne di aver finito Piero sollevò mia sorella prendendola in braccio poi rivolto a me e Lorenzo “Andate alla macchina ed aspettate lì” Era come se avesse parlato un capo e da sottoposti obbedimmo. Arrivò dopo un paio di minuti, di corsa all’ospedale di Foligno dove il siero anti-vipera fece il suo lavoro tuttavia fu disposto il ricovero. La mattina dopo andammo a trovarla eravamo un mucchio di persone almeno una ventina di ragazzi, ci fecero entrare a scaglioni i primi, i due inseparabili Lorenzo e lui insieme a me entrammo nella camera c’erano altre ragazze giovani come noi appena lo vide Katia esplose “Eccolo, è lui, ragazze vi presento “Iceman” l’uomo di ghiaccio con lui al vostro fianco non si corrono pericoli è il mio salvatore”. E lo abbracciò con trasporto, lui non ha mai sopportato quel soprannome…. non so se fosse gelosia quella stretta al cuore che sentii era troppo presto forse, oggi credo che proprio di quello si trattasse gelosia appunto ma, allora non lo capii. Se qualcuno avesse dei dubbi ora non ce ne erano più ogni gruppo di ragazzi ha una o più personalità che emergono sulle altre nel nostro gruppo pur numeroso non c’è alcun dubbio che fosse lui lo aveva dimostrato erano in due a dovergli qualcosa. Bene torniamo al 1983 fu un’estate molto intensa, a parte l’episodio di Katia, quell’anno nacque anche la “Buco Discoteca” si chiamava proprio così, cioè noi l’avevamo soprannominata così viste le sue dimensioni, in effetti si trattava di una cantina sottostante la casa della madre di un nostro amico del gruppo, Tonino, si trattava di un locale di una cinquantina di metri quadri che i ragazzi avevano adattato a discoteca con impianto stereofonico luci psichedeliche a go-go ed angolo DJ, una favola ed era diventata l’attrazione della montagna, venivano da tutti i paesi circostanti per frequentarla….. e le risse erano frequenti, gelosie assortite non mancavano mai; altrettanto frequenti erano le battaglie a “scorzate” di cocomero che poi degeneravano inevitabilmente in furiosi scontri a secchiate d’acqua con gente buttata di peso nel fiume o semi affogata nella “peschiera”, il lavatoio pubblico del paese cioè, battaglie all’ultimo sangue, anzi all’ultimo secchio d’acqua, che finivano per coinvolgere l’intero paese come quella sera che avevamo preso d’assedio la casa di Lorenzo dove lui Maurizio ed altri si erano barricati, Piero, che era il peggiore di tutti naturalmente, attaccò un tubo ad una delle tante fontanelle del paese e gli allagò completamente la casa facendo entrare l’acqua da sotto lo stipite della porta….. 2 giorni per asciugare tutto! Arruolati ai lavori forzati tutti i partecipanti all’assedio, Piero? Oh lui dirigeva come al solito. Piero quell’anno, il 18 agosto per essere esatti, sarebbe partito per fare il militare, era già iscritto all’Università “La Sapienza” di Roma. Allora, quasi tutte le serate si concludevano in quella specie di discoteca io non ero fissa al paese stavo qualche giorno poi andavo a Foligno e magari tornavo la sera con qualche amico che mi portava insomma dividevo il mio tempo tra i due gruppi di amici: la sera del 17, il giorno prima che se ne andasse ero al paese, Lorenzo aveva “rimorchiato” una ragazza villeggiante, venne solo quell’anno, Patrizia detta la “fiorentina” perchè veniva da Firenze ovviamente, ragazza facile, non mi sentivo affatto gelosa della cosa il nostro rapporto era “strano” più sinceramente credo di poter dire che semplicemente non me ne importasse ripensando a quei giorni sono sempre più convinta che il mio amore per Piero sia nato con me l’uomo della mia vita fin dalla nascita sicuramente fin da quando avevo 8 anni “Tanto Piero me lo sposo io”….. appunto; comunque quella sera eravamo nella buco discoteca chi dentro a ballare chi fuori nel grosso giardino della casa di Tonino solo Lorenzo sembrava sparito…ed anche Patrizia non c’era, dopo un pò di tempo vidi Lorenzo attraversare la strada proveniente dal colle proprio di fronte la casa di Tonino e chiamare Piero che quasi subito si avvia verso il colle a sua volta, avvicino Lorenzo “Dov’e’ che va Piero? E’ l’ultima sera non ci mollerà mica così” Lorenzo “E’ andato a prendersi il regalo d’addio, Patrizia cioè, gliel’ho riscaldata un pò ora tocca a lui visto quella che è, per lei non fa differenza io me la riprenderò domani”. Lorenzo scese di sotto nella buco discoteca io restai lì come una scema e di nuovo quella stretta allo stomaco ed al cuore, allora ancora incomprensibile eppure così chiara. Il rapporto tra Lorenzo e Piero era di un’intimità totale si capivano solo guardandosi ci facevano sentire tranquilli quando c’erano loro ci sentivamo invincibili sapevano sempre dove andare cosa fare come comportarsi erano maestri nelle goliardie ed anche nel mettersi nei guai ma era bello vedere la straordinaria capacità con cui sapevano uscirne più che fratelli, siamesi direi quasi, dividevano tutto e in fondo hanno diviso anche me, ed il mio unico rammarico di cui non potrò mai liberarmi è che io ho diviso loro. Il giorno dopo, la partenza, sembrava stesse partendo il Presidente della Repubblica tutti alla fermata del Postale che lo avrebbe portato a Foligno e di lì con il treno Viterbo….. la mia vacanza continuava ma la mattina del giorno dopo tornai a Foligno sapevo che la compagnia senza Piero avrebbe perso parecchio del suo slancio tornai dai coetanei di città, qualche volta Lorenzo veniva a trovarmi ma vederci era sempre un problema perchè lui a mia madre non piaceva e tutte le volte era un problema, l’unica fortuna era che mi lasciavano ampia libertà sia di uscita che di orari che praticamente non esistevano, solo che siccome c’era sempre qualcuno che non si faceva gli affari suoi quando tornavo a casa mia madre sapeva già tutto e giù botte, non mi ha mai detto perchè non lo sopportasse nemmeno adesso, certo non era bellissimo Piero era decisamente un’altra cosa, di un’altro pianeta senza dubbio, le ragazze gli ronzavano intorno a sciami, però con le ragazze Lorenzo ci sapeva fare molto più di Piero che, per la verità, non aveva nessun bisogno di sforzarsi doveva solo scegliere! Lorenzo riusciva a rendersi interessante e ad affascinarle, oggi come oggi mi chiedo cosa ci trovassi in lui! Comunque non si faceva niente, passeggiate mano nella mano quattro chiacchiere, fugaci e casti baci, insomma lui non spingeva, in fondo me lo aveva detto già due anni prima “Tu diventerai mia moglie per questo ti rispetto” Faceva sul serio lo sapevo allora e lo so adesso Lorenzo ha voluto sempre e solo me e quando non ha potuto avermi perchè avevo scelto il suo migliore amico la sua vita non è stata più la stessa forse solo da 2 o 3 anni comincia a riprendersi, c’è voluta un eternità colpa mia? Non lo so ho smesso di chiedermelo da un pezzo. L’estate è finita ognuno a casa sua si torna a scuola io sono già al secondo anno di “Maestra d’asilo” la scuola a Foligno non c’è mi devo spostare a Santa Maria degli Angeli una bella cittadina vicino ad Assisi ad una ventina di Km da Foligno, tre anni di insegnamento in un istituto di Suore, mah altro non c’era o non mi interessava, quindi vada per le suore. L’Autunno e l’Inverno passano veloci fa freddo dalle nostre parti la neve cade spesso ed anche se non crea problemi di vivibilità non invoglia ad uscire di casa quindi se si vuole stare con gli amici, locali o case private non c’è altra scelta, di questa stagione non ho ricordi particolari a parte un curioso aneddoto che la dice lunga su certe goffaggini….. Una domenica pomeriggio di Marzo ormai vicina ai 15 anni eravamo in casa mia con alcuni amici io ero “fidanzata” con un certo Luca che era considerato tra i più bei ragazzi del posto, ovviamente all’arrivo di Piero la classifica dei “belli” subiva sconvolgimenti sostanziali anche a Foligno ma d’inverno, ci si accontentava degli stanziali! Luca aveva la mia età quindi “esperto” quanto me ci appartiamo nella camera da letto dei miei genitori lo fa anche qualche altra coppia in salone e in camera delle mie sorelle…. sembra tutto molto intrigante mi spoglio sono completamente nuda così come lui e……non succede niente ma proprio niente neanche un bacio insomma NIENTE, gli altri dopo un pò escono ed usciamo anche noi ufficialmente ho perso la mia verginità in realtà… Sono stata promossa al terzo anno siamo in giugno l’inverno è stato piuttosto lungo con Luca è appena finita ho 15 anni sta per arrivare l’estate arriveranno i ragazzi del paese solo 2 o 3 mesi l’anno ma valgono una vita portano gioia ed allegria e poi arriveranno Lorenzo e Piero si è vero che sta facendo il militare ma è partito il 18 Agosto e tra licenze ed altro contiamo di averlo tra noi non oltre la prima settimana di Agosto, lo sperano tutti…. tutte soprattutto! Ora siamo al tre Agosto del 1984 sono le 11.30 del mattino mi trovavo davanti al bar del paese proprio accanto alla fermata del Postale, che arriva proprio in quel momento puntualissimo come sempre, scende un ragazzo in divisa dell’Aeronautica il gelato mi va di traverso “E’ lui” in anticipo su tutte le previsioni gli corro incontro braccia al collo stretta forte “Ciao Piero che bello rivederti, non ti aspettavamo così presto” …”Ciao Rita, mi stai strozzando…” L’autista del Postale se la ride di gusto, scemo, ….. ”Scusa…. ma dov’e’ il foulard? ” Lo tira fuori dalla tasca e se lo mette al collo, ora lo riconosco senza il foulard non era lui; arrivano altri a salutarlo, Lorenzo in particolare arrivato già da un paio di giorni lo invita subito al pranzo organizzato nei giardini del Santuario della Madonna delle Grazie, si avviano portando in due la pesante valigia che Piero aveva con se, riappaiono dopo un pò i 2 inseparabili Piero è in borghese adesso, passa Angelo con la sua “500” blu li carica per andare al Santuario mi aggrego anch’io è solo poca strada un Km al massimo ma il passaggio è gradito. Non vi dico le feste soprattutto di una certa Maria, era del paese ma non ci frequentava preferiva certi amici poco raccomandabili di Foligno quell’anno però aveva deciso di restare con noi e aveva messo immediatamente gli occhi addosso a lui che non disdegnava affatto, Maria era davvero bella poco da dire. Il pranzo fu uno spasso ma il meglio doveva venire con le auto andammo tutti alle colline di San Paterniano dove c’e’ una piccola chiesetta che aprono solo di Agosto o durante particolari festività; bel posto non molto frequentato allora, oggi e’ diverso, e ottimo per le coppiette Maria e Piero io e Lorenzo ci allontanammo in direzione di un fienile salimmo di sopra e Lorenzo tolse la scala Maria e Piero da una parte io e Lorenzo dall’altra, mi sentivo male ma ancora non capivo perchè, Lorenzo cominciò a baciarmi, lo lasciai fare, ma quando provò ad allungare le mani lo fermai “No Lò, non voglio”…. ”Non devi avere paura non ti mancherei mai di rispetto lo sai” …. ”Lo so ma non voglio neppure questo” Non volevo neppure che mi toccasse stavo proprio messa male e non capivo perché! All’improvviso un rumore, Lò si scorge lo faccio anch’io, sono Mavi e Fernando si sono appartati anche loro non sanno che siamo lì, Mavi ci sta provando spudoratamente ma senza successo… Lorenzo fatica a non ridere ”Piero non se la deve perdere questa” Si allontana come un gatto e poco dopo tornano tutti e tre Mavi è ancora lì che ci prova e Fernando si è addormentato! Forse aveva mangiato o bevuto troppo chissà, conciliabolo tra i due conto alla rovescia silenzioso “Sveglia Ferny è ora di tirarlo su” A squarciagola, Mavi urla di paura Fernando fa un salto in aria Maria si cappotta dalle risate io probabilmente rossa come un papavero Fernando “Chi c’è lassù? ”…Lorenzo “Tua sorella in carrozzella” Via di corsa usciamo dalla finestrella del fienile calandoci con la corda io ho un pò di paura ma Piero mi cinge la vita con un braccio e si lascia scivolare sulla corda fino a terra con me, che momento così stretta a lui, con il cuore in gola via nel bosco Fernando e Mavi arrivano dopo un paio di minuti ma ormai siamo spariti, raggiungiamo gli altri …figuriamoci se tacevano sbellicamento generale e Fernando che non ha mai saputo chi ci fosse in quel fienile. Le serate ci vedevano sempre alla buco discoteca salvo quando ci si spostava per sagre di paese, il 15 agosto c’era quella del cinghiale in un piccolo borgo come il nostro paesino, organizzavano mostre d’arte di paese un complessino suonava sopra un palco ed un piccolo ristorante estemporaneo in posizione un pò sopraelevata a causa del forte pendio del paese, preparava la cena agli avventori che volevano cenare; quella sera eravamo lì aspettando che arrivasse l’ordinazione sembrava una serata di ordinaria allegria ma quando ci sono Piero e Lorenzo niente è ordinario: Piero è seduto a capotavola di spalle al passeggio della strada sottostante Lorenzo è accanto a lui io di fronte a Lo’, ovviamente, il passeggio noi lo vediamo benissimo …. Lorenzo “Mamma mia guarda quelle due” Piero si gira “Caspita da dove sono uscite? Blocchiamole” Il tempo a disposizione è poco per raggiungerle si rischia di perderle Piero è rapidissimo afferra un filone di pane dal tavolo e lo getta sulla strada proprio davanti alle due ragazze, urlo di paura “Ma siete impazziti lassù? ”…Piero “Scusate m’è scappato mamma mia non vi siete fatte male vero? Scendiamo subito non muovetevi” Poi rivolto a Lorenzo “Dai muoviti si sono fermate” Via di corsa, Giampaolo, la testa tra le mani “Questa mi mancava, quei due anche le filette di pane usano per rimorchiare, cose da pazzi” Io? Disperata naturalmente come potevo fermare una simile valanga? Là sotto la discussione sembra animata poi si avviano tutti e quattro dopo una decina di minuti ripassano in senso inverso la discussione adesso non è più animata ma amichevole affettuosa quasi, insomma ce l’hanno fatta anche stavolta, tornano dopo una mezz'ora commentando il successo, ottenuto indirizzo e numero di telefono. “Cappannaccio? E’ dov’è sto posto” Chiedo, Lorenzo “Vicino Belfiore lo so io dov’è” Accidenti a loro, con queste due sarebbe durata tutta l’estate…. altra serata memorabile è il 20 dello stesso mese sempre al nostro paese cena organizzata a casa di Silvano cugino di Piero, “Giampieruccettino” lo chiama e lui lo “odia” per questo; la casa di Silvano ha un cucinone enorme sarà almeno 60 mq, dentro c’è un tavolone gigantesco almeno sei metri tutto apparecchiato; a cena siamo almeno una ventina di persone la porta di casa è aperta, dalle nostre parti non si usava chiudere anche quando non c’era nessuno, oggi anche questo è cambiato, peccato, Lorenzo e Piero sono seduti l’uno di fronte all’altro alla fine del tavolo io sono seduta vicino a Piero, Maria vicino a Lorenzo…. strano miscuglio vero? Va beh…. Succede tutto in un attimo, attraverso la tenda a strisce entra un fiume d’acqua, poi avremmo saputo che era stato usato un bidone della spazzatura di plastica di quelli a cono portato da 5 persone, Piero svelto come un gatto si spinge a terra con i piedi e trascina anche me a terra con lui, Lorenzo altrettanto svelto fa lo stesso ma senza afferrare Maria l’acqua come un fiume passa sul tavolo spazzando tutto e bagnando tutti come pulcini compresa Maria, ottimo, siamo salvi solo noi tre, Piero mi fa alzare poi scatta verso il balcone seguito da Lorenzo e senza pensarci saltano di sotto quasi tre metri di salto a momenti mi prende un colpo quando mi affaccio sono già spariti dopo un paio di minuti si scatena una confusiona infernale nel cortile di Silvano, Piero e Lorenzo hanno preso alle spalle gli assalitori e stanno esercitando la loro vendetta il putiferio si trasmette rapidamente a tutto il paese le panchine del bar vengono usate per bloccare le sole due uscite del paese nessuno sfuggirà alla tremenda vendetta dei due inseparabili e dei loro amici….. risultato, alle tre di notte c’era più gente a bagno nel fiume che in giro per il paese, mi meraviglio che nessuno sia mai stato colto da sincope o congestioni varie mah! La sera dopo, cena di riconciliazione, al campo sportivo un mare di ragazzi con salsicce, spuntature, trote e cocomeri, che meravigliosa serata, Fernando che suona la sua chitarra e noi che cantiamo canzoni al chiaro di luna ed io che ormai cominciavo a non capirci più niente di cosa mi stesse succedendo. Arriva il giorno della partita scapoli – ammogliati la giocano tutti gli anni e c’è sempre il solito problema, tutti scapoli, si trasforma in scapoli-fidanzati, Lorenzo gioca con i “fidanzati” la cosa mi suscita profonda irritazione anche perchè il motivo della scelta sono io, la sua fidanzata insomma, mi secca da morire ma quello che mi fa più arrabbiare e che non capisco perchè, dovrebbe essere tutto normale…. invece non lo è: pareggio finale chi l’ha guardata la partita, anche Maria aveva il “suo” Piero tra i fidanzati, gli venisse un colpo, e lei la partita la guarda neanche fosse la finale di “Champions League”, alla fine tutti felici e contenti meno io che continuavo a non capire cosa mi fosse preso Katia invece sembrava averlo capito benissimo “Se non ti dai una mossa qualcuna te lo porterà via” 27 agosto sagra del tartufo a Norcia 50 Km dal nostro paesino, caccia alle macchine per arrivarci, se ne rimediano a sufficienza e si parte arriviamo in una cittadina appena finita di ricostruire dal terremoto del 1979, mi pare non ricordo bene, non l’avevo mai vista, scopriamo che c’e’ un concerto di Little Tony è già out anche per noi ma meglio che niente, il megagruppo si divide, restiamo in otto io sono l’unica ragazza sono le 11 passate e non si è ancora combinato nulla, occorre provvedere, Norcia ha una piccola discoteca non lo sapevamo, entrare o non entrare non è che si navighi nell’oro tiriamo fuori degli spicci e mandiamo Lorenzo in avanscoperta lui dirà agli altri se vale la pena entrare tutto a posto direi; passa una mezz'ora poi un’ora è quasi mezzanotte e non succede niente, Piero “Non sarà mica morto? Io direi di entrare” Ha appena finito di parlare Lorenzo esce con….. sei ragazze una per ognuno contando me, mai visto niente del genere ero esterrefatta… il suo commento “Ho pensato di spostare la montagna, Maometto era troppo squattrinato” Preferisco sorvolare sul resto della serata ero arrabbiatissima e come al solito non capivo perchè!! ….. Sono tornata a Foligno i nonni non possono più ospitarmi hanno altri miei cugini e bisogna fare i turni ogni tanto qualcuno mi porta al paese ma non è la stessa cosa Piero e Lorenzo scendono spesso io esco con Lo’ lui con mia cugina Lorella che me lo descrive come una specie di “polipo dalle cento mani” io, purtroppo, non posso confermare, verso le 5 del pomeriggio ci mollano regolarmente per andare dalle due di Cappannaccio e poi la sera Maria e qualcun’altra, maledetti loro ci vorrebbe un vigile urbano per smistare il traffico; passiamo qualche serata insieme con loro e i ragazzi di Foligno ma si squagliano subito non li sopportano per loro sono quasi degli “zombi” come si fa a fermare due uragani come loro? Ancora non sapevo che quegli uragani li avrei fermati io nell’unico modo possibile: dividendoli. L’estate finisce Piero e’ ripartito prima del previsto il 9 settembre ha salutato tutti e se n'è andato non lo sapevo quando salgo il 10 e non lo trovo è quasi un dramma “Impegni con l’Università non ti ha salutata? ”Dice Lo’, no non mi aveva salutata messa da parte come uno straccetto usato, ma in fondo che diritti avevo? Riparto per Foligno non salirò più fino all’anno successivo, segnali chiarissimi inequivocabili ma ancora non capivo, che testona eh? Arriva il solito inverno, sto crescendo Piero e Lorenzo, come l’estate del resto, sono lontani, e Stefano è un bel ragazzo che non mi lascia indifferente le sue mani trovano strada aperta sotto la gonna e per la prima volta imparo a conoscere le mani di un uomo così come le mie conoscono l’altro sesso, gli imbarazzi iniziali sono presto superati ed il toccarsi mi diventa abituale ma, niente rapporti completi non mi sento pronta credo di volergli bene a Stefano ma c’è sempre qualcosa che mi blocca, insomma niente da fare lui insiste ci prova in tutti i modi, non cedo oltre certi limiti non vado non ci riesco proprio, lui si stanca e mi molla, comprensibile del resto, aveva la fila che lo aspettava perchè perdere tempo con me? Non ne esco benissimo il risultato è una bocciatura dovrò rifare l’anno peccato perchè sarebbe stato l’ultimo, beh non importa le mie migliori amiche venivano tutte un anno dopo almeno ci ritroveremo in classe insieme. E’ arrivata una nuova estate il 1985 ho 16 anni le cose stanno già cambiando molti della compagnia mancano sono militari o si sono fidanzati tra loro o con altri/e, Piero ormai già da qualche anno ha cominciato a viaggiare all’estero soprattutto in Oriente ne è affascinato, la sua famiglia è benestante ha un’avviata attività di Alimentari che rende bene quindi no ha problemi economici, comunque alla fine torna sempre, beh quasi sempre al 10 di agosto non si è ancora visto ed anche Lorenzo è in ritardo, non ho notizie, arrivano il 14 insieme ad un amico di Lorenzo un certo Innocenzo al quale Lo’ mi presenta come “la mia futura moglie” ed il fratello di Lo’, Pierluigi non smette di chiamarmi “la mia dolce cognatina” ……che nervi accidenti! La peggiore estate che io ricordi, una noia mortale… preferisco sorvolare su quell’anno. Quell’estate Lorenzo dedicò più tempo al suo nuovo amico Innocenzo piuttosto che a me, Piero invece passava le mattinate ai “giardinetti” pubblici a studiare per gli esami Universitari, il pomeriggio si stava ancora tutti insieme, i pochi rimasti, ma non c’era più l’armonia di un tempo troppe coppie per far funzionare una compagnia scanzonata come la nostra, gli anni passano per tutti e ormai stavamo tutti crescendo io avevo poco più di 16 anni non mi sentivo affatto adulta ma la nostra compagnia era eterogenea, di età diverse e quindi il mio caso contava poco, insomma un’estate anomala rispetto alle mie abitudini del resto alla fine di Agosto andarono via tutti lasciandomi praticamente da sola; Lorenzo pensava solo al suo amico e non posso dire che la cosa mi dispiacesse più di tanto i miei dubbi aumentavano anche se non avevo avuto tempo di coltivarli erano sempre lì, più forti ed insistenti che mai. Lorenzo riprese le visite a Foligno ed io ripresi a vedermi di nascosto con lui rischiando sempre una battuta da mia madre; stavolta a differenza del fienile qualcosa ottenne, toccarmi nulla più, Stefano aveva aperto la strada. Mi sono spesso chiesta negli anni a venire chi me lo facesse fare non mi piaceva quello che facevo quindi perchè non mi tiravo indietro? L’unica risposta che mi sono data era che mi volevo sentire uguale alle altre, mia sorella Katia aveva 14 anni ed aveva avuto rapporti completi già con due ragazzi diversi io ben oltre i 16 ero ancora al palo ed a quei tempi era una vera vergogna. Lorenzo ripartì per Roma sarebbe partito per fare il militare ad Ottobre toccava anche a lui, rinviare non gli era servito il suo momento era giunto, così rimasi sola ed arrivò Angelo, non quello della 500 blu, una specie di cugino presentatomi da un mio cugino vero, Tony, era bruttino ma io mi sentivo così sola, e nonostante potessi aspirare decisamente a qualcosa di meglio ebbe gioco facile, probabilmente perché era un “adulto” aveva 24 anni ed al suo confronto ero poco più che una bambina, e poi la “campagna pubblicitaria” che mi faceva Tony, richiesta da Angelo evidentemente, era martellante finì per mettermi con lui ancora non sapevo che me ne sarei amaramente pentita. Arrivò l’inverno, una domenica di Dicembre mi lasciai convincere ad andare nella sua casa di vacanze vicino al nostro paesino eravamo soli mi chiese di fare l’amore non l’avevo mai fatto, mai saputo perchè fossi andata lì, mai saputo perchè accettai la sua proposta….. la prima volta di una donna è una cosa speciale il suo ricordo ti rimane dentro per tutta la vita, chi è donna come me sa che è vero: non ci fu alcuna dolcezza né tenerezza mi prese e basta, un’esperienza ignobile e spaventosa e siccome non ci fu alcun versamento mi accusò di non essere vergine, secondo lui gli avevo mentito e lui non voleva ragazze che fossero già state con altri un 'umiliazione terribile ancora oggi se ci ripenso sento salire la rabbia ero un fiore di ragazza, permettetemi questa vanità, lui non valeva niente né come uomo né come persona e mi umiliava così mi riportò a casa che ancora piangevo, oltretutto mi aveva fatto correre anche un grosso rischio. Nelle settimane successive si fece sotto di nuovo, fiori caramelle cioccolatini il tutto finiva regolarmente nella pattumiera, non volevo più saperne di lui, potete darmi torto? Lorenzo stava facendo il militare ogni tanto mi arrivava qualche sua lettera non parlava mai d’amore, ma non faceva che darmi appuntamento per “La Festa Grossa” cioè per la festa triennale del Santuario della Madonna delle Grazie che si sarebbe svolta nella prima settimana di Settembre di quell’anno era chiaro che aveva preso delle decisioni e che io ne facevo parte, insomma voleva dirmi che era pronto a fare sul serio, nel frattempo però la mia vita stava per cambiare definitivamente: eravamo alla metà di giugno del 1986 la scuola stava per finire ero uscita di scuola e con le mie compagne stavamo andando a piedi verso la stazione ferroviaria dove il treno ci avrebbe riportate a Foligno si parlava sempre di ragazzi, proprio come ora, ed il nome che spesso mi usciva dalla bocca non era quello di Lorenzo ma quello di Piero quel giorno la mia amica Sandra non ne poteva più “Senti Rita c’hai proprio stufate Piero qui e Piero là e chi sarà mai……a meno che non si tratti di quello schianto che sta scendendo dalla macchina laggiù” Mi voltai era lui il suo foulard era inconfondibile, lo portava solo lui, occhiali Roy-Ban a specchio comprati probabilmente all’estero, in Italia ancora non si trovavano dappertutto, camicia con taschine beige pantaloni scuri era proprio un figurino, vederlo lì era l’ultima cosa che mi aspettassi, e poi aveva la macchina una “Golf GT” nuova di concessionario “Si Sandra, è proprio lui mi dispiace per te” Che soddisfazione!! Mi salutò alzando il braccio e corsi verso di lui “Ciao Rita come stai? ” Come stavo mi chiedeva come stavo Santo Cielo! “ Mai stata meglio ma tu cosa ci fai qui? ” “Ho anticipato qualche giorno non ho esami in questo periodo a breve salirà anche Lorenzo sono arrivato oggi la mia prima visita è per te posso accompagnarti a casa? ” Figuriamoci avrebbe dovuto uccidermi per impedirmi di andare con lui. Quello fu il giorno in cui cominciai a prendere coscienza dei miei sentimenti, li ricacciavo indietro ma loro ogni giorno si facevano più forti poi……il 25 giugno del 1986: la sera prima eravamo al paese si voleva andare in discoteca che avevano cominciato a riaprire giusto in quel periodo dopo le discussioni di rito si decise per “L’Etoile 54”, scelta quasi obbligata era la migliore di tutte e la più particolare oltre alla pista interna per Dance-Music ne aveva due esterne una per il liscio ed una per i lenti poi c’era una piscina uno spazio adibito a sala cinematografica un giardino molto grande vari bar un ristorante ed una pizzeria, insomma un bel posto per tutti i gusti. Quattro macchine la Golf di Piero a bordo, oltre lui, Lorenzo io e Maria, il 131 Mirafiori di Sandro con a bordo lui la sorella Roberta, Maurizio fidanzato di Roberta e la ragazza di Sandro una romana di cui non ricordo il nome, non era del nostro gruppo, poi ancora il 128 rally di Giampaolo con lui la sua ragazza Cinzia, Franco e Luca infine l’Alfasud di Angelo, quello della 500 blu, con lui la ragazza Manuela, mia cugina, Annarita sorella di Manuela e Patrizio fidanzato di Annarita sedici ragazzi in tutto io la più giovane con i miei 17 anni compiuti il 22 maggio precedente. E’ stata una bella serata siamo stati bene, loro cioè, i miei sentimenti stanno diventando fin troppo chiari e il dolore che sento quando vedo Piero giocare con Maria ha un solo nome: gelosia, quando finalmente troverò il coraggio di dirlo ad alta voce la scelta sarà definitiva ed a quel punto…. Dio mi aiuti. Sono le tre di notte stiamo tornando a casa la Golf di Piero guida la carovana io e Maria siamo dietro Lorenzo accanto a lui le macchine procedono distanziate l’una dall’altra siamo giovani ma non imprudenti, seguono nell’ordine la 131 di Sandro il l’Alfasud di Angelo e per ultimo il 128 di Giampaolo…. la velocità non è sostenuta conosciamo i pericoli di quella strada: e’ la E7 (Europa sette) una delle peggiori d’Italia ma questo ci aiuta poco dopo una curva larga sento Piero imprecare frenare a secco lo vedo dare di sterzo e contro sterzo ripetutamente la macchina si gira di 180° ma si ferma vicino al guard- rail senza danni “Lo’ tutto bene? Ragazze….. ” E’ solo un attimo e comincia a gridare “Tutti a terra Lo’ cerca aiuto voi dietro il guard- rail presto…” Scende velocissimo comincia a correre verso la direzione da cui siamo venuti…. troppo tardi per Sandro che investe in pieno un corpo in mezzo alla strada poi sapremo che era già morto quel disgraziato, Giampaolo e Angelo riescono a fermare senza danni lui corre verso di loro gridando “Uscite dall’auto uscite dall’auto buttatevi sulla ripa presto presto…. ” Giampaolo esce anche gli altri è un incubo, pochi secondi ed un BMW si schianta sulla sua 128 …. i nostri amici tutti illesi, salvi per pochi secondi…. lui torna indietro si sentono altri schianti Mio Dio ma quando finisce, davanti alla Golf c’è una donna riversa sulla strada perde sangue, lui si toglie il foulard e tampona la ferita, il suo incredibile foulard aveva già salvato la vita di mia sorella ed ora eccolo di nuovo all’opera, si china sulla donna non so cosa faccia rumori di schianti, urla, gente che chiede aiuto Sandro inginocchiato in mezzo alla strada che si dispera “L’ho ucciso l’ho ucciso…. ” La sua voce “Rita vieni qui” mi avvicino mi prende la mano la mette sul cuore della signora “Questa è Rita la mia ragazza, la ragazza più dolce del mondo le farà compagnia non è grave stia tranquilla adesso mi occupo di suo marito” Gira dall’altra parte della macchina arriva Lorenzo “Ho chiamato il 113 stanno arrivando…. ti aiuto ad aprire lo sportello” …. ”No tu vai laggiù chiama gli altri e aiutate chi ne ha bisogno, muovetevi” Lorenzo parte a razzo lui va da Sandro che si sta ancora disperando è a pochi metri da me vedo e sento tutto lo prende per il bavero e lo sbatte sul cofano della 131 “Piantala di urlare imbecille non hai ucciso nessuno era già morto, mi senti era già morto, ma in quell’auto c’è una persona viva e tu mi aiuterai, adesso” Lo segue come un automa aprono lo sportello, con infinita cautela tirano fuori il marito della signora lui lo esamina, in fondo è quasi un dottore, si rivolge a me che sono dall’altra parte della macchina “Dì alla signora che non è grave solo le gambe rotte qualche settimana e starà meglio di prima” Poi rivolto a Sandro “Cerca qualcosa e steccagli le gambe sei falegname no? E’ il tuo lavoro” Lui si allontana per controllare la situazione provo a parlare con la signora ma lei mi blocca “Ho sentito tutto….. chi siete? ” …. ”Ragazzi signora tornavamo dalla discoteca stiamo tutti bene non si preoccupi io sono con lei gli altri stanno aiutando…. ah ecco Sandro che torna, presto anche suo marito starà meglio” Inaspettata “Non è il tuo ragazzo vero? ” Non riesco a mentire “No signora” …. ”Ma tu lo ami vero? Te le leggo negli occhi” Non credo potesse vederli con quel buio c’erano solo i fari accesi di alcune auto, in lontananza vedevo gente che si avvicinava a Piero e poi si allontanava come se andassero a prendere ordini e poi ripartire, una pausa un respiro forte, rispondo “Da morire lo amo da morire signora” Ecco l’ho detto a voce alta ed ora Dio mi aiuti “Hai una rivale? ” Sorrido faccio segno di si “Falla fuori, falle fuori tutte, non lasciarlo alle altre nessuna è degna di lui” Si stava agitando “Si calmi signora la ferita si aprirà”…”Prima rispondimi” …”Morirò prima di lasciarlo a qualcun’altra glielo giuro signora” Finalmente si calma mi sembra di vedere un sorriso, ecco le sirene finalmente arrivano è passata almeno mezz'ora finalmente arrivano…. La signora viene assistita da alcuni infermieri così come il marito, lui arriva lo vedo ricomparire in mezzo al fumo ed alla gente qualcuno gli da una pacca sulle spalle ma lui non risponde arriva davanti a me si appoggia al guard- rail la testa tra le mani lo sento piangere sommessamente sorrido ripenso a Katia “Ti sei sbagliata sorellina non è di ghiaccio è di carne ed ossa proprio come noi, ed è capace di amare come nessuno di noi sarà mai in grado ed io lo amo Katia proprio come dicevi tu e adesso….. ” Mi accuccio davanti a lui, mi vede mi alzo ci abbracciamo adesso piango anch’io solo pochi secondi una voce profonda ci riporta alla realtà “Tutto bene ragazzi? ” Si riprende subito è un poliziotto ma sembra una montagna di quasi 2 metri grosso massiccio enorme lui risponde “Si certo agente tutto bene…. i miei documenti” Il poliziotto li rifiuta “C’è tempo, mi dicono che qui ha fatto quasi tutto lei…. ” …. ”Cosa? No abbiamo solo dato una mano tutti abbiamo dato una mano” Arriva Lorenzo “I nostri stanno tutti bene….. grazie a te, che dobbiamo fare? ”…. ”Restate con le ragazze, tenetele tranquille e date tutta la collaborazione possibile a chiunque ve la chieda” Lorenzo si allontana subito, c’è un sorriso sul viso del poliziotto gli afferra la mano destra e la stringe fin quasi a stritolargliela poi lo abbraccia con forza lo afferra per le spalle “Bravo ragazzo, bravo” Lo abbraccia di nuovo e se ne va…. arriva un infermiere che comincia ad urlare “Per favore Gianpiero chi è Gianpiero? ”…”Sono io che succede? ”…”Mi faccia il piacere dobbiamo portare una donna all’ospedale e non vuole partire se prima non parla con lei può venire per favore? ” Lui lo segue ed io pure, è la signora di prima ci sorride “Ah i miei Angeli Custodi tieni riprenditi il tuo foulard scusa se l’ho sporcato un pò” Lui sorride e se lo rimette con tutto il sangue addosso “Buona fortuna signora andrà tutto bene” Si allontana la signora si rivolge a me “Non lasciarlo andare, và da lui corri, corri…. ” Corro, sono con lui lo guardo, è buio ma lo so è tornato il nostro leader, per una notte almeno, torneremo a casa vivi e molti di noi porteranno nell’animo il segno di questa esperienza per tutta la vita, ma siamo vivi. Alcuni dei nostri attorniano un poliziotto che sta prendendo i dati lui si avvia ma Maria lo ferma “No non andare e’ già andato Lorenzo dichiarerà che era lui al volante” La Golf di Piero non e rimasta coinvolta ma comunque è un incidente con morti, quattro risulteranno poi alla fine, …. torna Lorenzo “Perchè l’hai fatto? ” …”Me lo chiedi? Dopo tutto quello che hai fatto stanotte il minimo che si poteva fare era tenerti fuori dai guai; sospenderanno la patente a tutti i guidatori io non ho bisogno della patente, non ho nemmeno la macchina , ma tu devi anche partire fra una quindicina di giorni potevano anche sospenderti il passaporto e poi da quando in qua devo darti spiegazioni? L’ho fatto e basta” Dopo quella notte Lorenzo ripartì per Roma aveva ancora il militare, Piero invece partii per il suo solito viaggio in Oriente io rimasi a Foligno, avevo finalmente terminato la scuola ora ero diplomata, con un anno di ritardo, “Maestra d’Asilo”, non mi è mai servito a niente ma in fondo è stato bello finche è durato. Sono cresciuta ho superato i 17 anni ho avuto esperienze dure che mi hanno maturata in fretta ed ora ho una nuova consapevolezza: il mio amore per lui, i dubbi sono svaniti non ho che certezze in questo senso, con tutto il bene del mondo che voglio a Lorenzo, l’amore è un’altra cosa, l’amore è Piero e nessun altro, rimane una sola cosa da fare….. dirglielo. Il mese di Luglio mi sembrò eterno, trascorse tra una festicciola e l’altra a Foligno dove i corteggiatori cominciarono a farsi insistenti in fondo cominciavo ad avere un aspetto “definitivo”, non sono molto alta 1, 64 ma le curve sono al posto giusto le gambe dritte come spade, evidenziate dalle perenni minigonne che indossavo, la mia passione, e la terza di seno che porto già a 17 anni non lascia indifferente nessuno, insomma una specie di assedio, solo che io non vedo niente sono tutti invisibili tra poco arriverà “lui” devo farcela è il mio futuro ne sono ogni giorno più convinta……Arriva Agosto ma non lui, sono disperata passo le mie giornate davanti al bar del paese aspettando di vedere la sua Golf ma non arriva mai, poi la mattina del 15, il giorno di Ferragosto, mi affaccio dalla mia finestra e la vedo! E’ parcheggiata davanti la casa di sua nonna nel solito spiazzo, 10 secondi per vestirmi altri 5 per arrivare davanti la sua casa, busso mi apre sua nonna “Buon giorno Valentina ho visto che Piero è arrivato posso salutarlo? ” …. ”E’ arrivato stanotte credo che dorma ancora” Lui ha sentito “Rita sei tu? Vieni pure” Appena lo vedo il cuore mi esplode, si è amore non c’è più dubbio ora tocca a me, si parla di mille cose non di quella notte facciamo colazione insieme ed insieme andiamo ai giardinetti ci sediamo sulla panchina di fronte il fiume, è pensieroso lo vedo “Ti dispiace se mi distendo un pò? ” E si distende sulla panchina con la testa sul mio grembo, gli accarezzo i capelli, nei giorni a venire questa situazione diventerà la nostra condizione naturale ed io per tutti diventerò “il cuscino”. Passiamo le giornate a parlare, lui soprattutto, lo scopro molto cambiato è evidente che l’esperienza di quella notte lo ha molto maturato e parla molto è insolito per lui che di solito preferisce ascoltare ma capisco che ha bisogno di sfogarsi, ed ha scelto me per questo, per stare con lui accetterai anche di ascoltarlo mentre recita tutti i canti della “Divina Commedia”. Parla di molte cose viene da un brutta esperienza d’amore con una certa Cinzia che l’ha mollato in malo modo, come ha osato fargli del male se la incontro la strozzo, però meno male che è sparita! I giorni passano e non faccio progressi, provo di tutto ma non mi vede, non ci metto molto a capire qual’è il problema: io sono ufficialmente la ragazza di Lorenzo il suo migliore amico quindi non mi vede proprio, non ho il coraggio di confessargli i miei sentimenti temo che possa reagire male l’unico con cui riesco a sfogarmi è il nostro comune amico Giampaolo che raccoglie i miei sfoghi giornalieri e le mie lacrime per la mancanza di progressi e la frustrazione. Arriva la Festa triennale della Madonna delle Grazie o “Festa Grossa” come la chiamano tutti, si svolge sempre la prima settimana di Settembre anche se il vero giorno della festa e’ l’8 settembre; sono arrivata a questa festa senza risultati, tre settimane di tempo che se anche sono servite a conoscerci meglio, non mi hanno avvicinata a lui neppure di un millimetro, Lorenzo arriverà nel pomeriggio lui sembra essere tornato quello dei bei tempi ha notato una moretta della Banda Musicale di Belfiore che gli piace e poiché tradizionalmente ogni famiglia del paese ospita a pranzo un membro della banda ha deciso che questa moretta pranzerà a casa sua. Piace a tutti questa ragazza e si scatena una specie di bagarre ma lui è Piero, odia perdere, e non perde nemmeno stavolta, sceglie la strada più incredibile, si rivolge a sua madre e gli chiede di intercedere con il parroco della chiesa per avere a pranzo quella ragazza, dopo qualche minuto sua madre ritorna, ottenuto quello che voleva. Ma perchè non si fa gli affari suoi, dico io! Si chiamava Natàlia ed io li a smistare il traffico avrei voluto urlare, soprattutto il pomeriggio quando seduti ai giardinetti suo fratello Paolo cercava di attirare la sua attenzione mentre lei guardava estasiata Piero, le venisse un colpo. Arriva Lorenzo, fingo di non vederlo, come se servisse a qualcosa, lui lo raggiunge subito parlano un paio di minuti, dopo saprò cosa si sono detti, lui porta Lorenzo da me mi saluta con un bacio sulla guancia e mi invita a seguirlo a casa sua, ci avviamo, lungo la strada mi volto un paio di volte e Piero sta già parlando con Natalia per un attimo penso che forse farei meglio a cercare di togliermelo dalla mente, solo per un attimo, poi decido o lui o niente, è tutta la mia vita non riesco a pensare ad una esistenza senza di lui; so cosa vuole Lorenzo i giri di parole non servono e del resto lungo la strada 200 o 300 metri in tutto non si proferisce verbo il mio cuore è in tumulto, vorrei fuggire, ma la ragione me lo impedisce, devo almeno parlare con lui spiegare farglielo capire, il mio dramma è che sono convinta che finirò per distruggere la loro amicizia ma posso rinunciare all’amore per questo? No non lo farò mai, forse non riuscirò ad avere Piero ma non voglio rinunciare a provare fino a quando le forze mi sosterranno, ma prima c’è Lorenzo devo parlare con lui….. finalmente Lorenzo mi parla siamo ormai nel piazzale davanti la sua casa quando si decide “Rita tu sai cosa voglio da te credo sia giunto il momento di fare sul serio….. io vorrei venire dai tuoi” Me lo aspettavo non sono sorpresa, ora tocca a me raccolgo tutto il coraggio un lungo respiro …. ”Lo’ non credo di volerlo davvero, le cose sono diverse da come sembrano, mi dispiace io c’ho messo un pò a capirlo ed ora io vorrei morire piuttosto che farti del male” Siamo arrivati davanti a casa sua ma non entriamo un lungo silenzio sta cercando le parole…. le trova “Piero mi ha detto che siete stati sempre insieme negli ultimi 20 giorni ma che non è stato altro che un rapporto di amicizia voleva solo sfogarsi un pò è comprensibile dopo quello che è successo anch’io non riesco a dimenticare quella notte… . sono certo che mi ha detto la verità ma forse per te non è solo amicizia, vero? ” Aveva capito tutto, naturalmente, prendo un’altro lungo respiro cerco quel poco di coraggio che mi e’ rimasto “Io lo amo Lo’, da morire, e non è da adesso, credimi, lo amo da sempre, lo amo e…. no lui non lo sa, così anticipo anche la tua prossima domanda” Sembra pensieroso, si è seduto sul muretto davanti la fontanella della sua casa è evidente che non riesce a trovare le parole giuste: ci sono io, la ragazza con la quale da sempre sognava di costruire la sua vita mi ama e sa che non è ricambiato mi sta perdendo, anzi mi ha già persa lo ha capito e non riesce a farsene una ragione, poi c’è “lui”, invisibile, ma presente che non ha colpe se non quella di esistere…. poi dopo un tempo che mi sembra eterno parla… “Credo sia giunto il momento che tu gli dica dei tuoi sentimenti, non troverai nessun altro migliore di lui, mi sarebbe inaccettabile se si trattasse di un altro, ma per lui lo posso sopportare ….. non ce l’ho con nessuno sono cose che succedono di amori ne finiscono a migliaia ogni giorno ed altri ne cominciano, non sarà facile per me Rita non voglio mentirti, ma credimi sono sincero: mi sento morire dentro ma ti auguro di essere felice con lui Rita…. addio” Entrò in casa e si chiuse all’interno lasciandomi lì. Da quel giorno sono passati 18 anni, sono tanti ma Lorenzo non mi ha mai più rivolto la parola da allora, non credo per risentimento solo per tristezza e delusione presumo, almeno io voglio credere che sia così, ma che tragedia crescere e che brutto dover fare delle scelte. Tornai ai giardinetti, ci arrivai correndo con gli occhi gonfi di lacrime e la consapevolezza della scelta fatta, avevo rinunciato ad un sicuro approdo in cambio di una incerta e pericolosa navigazione mi sedetti accanto a lui sulla panchina ci guardammo….. uno sguardo indagatore dai suoi occhi ma non mi chiese nulla, io invece mi resi conto che altro non avrei potuto fare, come avrei potuto rinunciare al desiderio di annegare in quegli incredibili occhi blu? Lorenzo ripartii quella stessa sera senza salutare nessuno tranne lui, ma non gli disse nulla trovo una scusa, credo, e da allora al paese l’abbiamo rivisto molto raramente, praticamente scomparso. Quella sera Giampaolo raccolse ancora una volta il mio sfogo disperato ma nulla accadde la festa finì e lui tornò a Roma ed io bagnavo il cuscino tutte le notti. Si può impazzire d’amore? Si può morire d’amore? Si che si può, io ne ero la prova, io che non ragionavo più, non vivevo più, persa del tutto nella mia disperazione di ragazza pazza d’amore per un ragazzo che neanche mi guardava ero quella che si dice “una bella ragazza”, ne avevo di corteggiatori dovevo solo scegliere, se avessi voluto….. ma chi li vuole, ad un centesimo il Kg sono tutti li, io voglio lui nessun altro, levatevi di torno tutti quanti…. ma perché ci si innamora sempre dell’unico che non ti fila per niente?...... Sarebbe tornato il 21 Maurizio e Roberta si sarebbero sposati il 23, e lui era invitato come me del resto. Arrivò il 21 finalmente le due settimane più lunghe della mia vita io ero a Foligno lui al paese, Giampaolo, che ormai era diventato il mio più fidato alleato, con una scusa lo portò giù in città andammo alle giostre poi in pizzeria, serata normale, non aveva molta voglia di divertirsi, ed ancora niente, tornarono al paese io rimasi a Foligno……quello che segue mi fu riferito da Giampaolo, qualche tempo dopo e confermatomi da Piero, fu tutta una sua iniziativa e non ho ancora smesso di ringraziarlo per il regalo che mi fece caro inimitabile Giampaolo detto “Palone”……Arrivarono al paese lui voleva andare a dormire ma Giampaolo gielo impedì lo affrontò davanti ai giardinetti “Di un pò Latin Lover da strapazzo, non sei neanche capace di riconoscere una ragazza innamorata di te, che razza di deficiente sei? Possibile che tu non ti sia accorto che Rita ti muore dietro? Sei forse cieco? O sei talmente pieno di te da non accorgerti che esistono anche gli altri? Ma che razza di uomo sei? ” E via con insulti di ogni ordine e grado secondo Giampaolo lui era diventato bianco come il latte e non rispondeva, si prese su tutto senza fiatare poi si sedette sulla “nostra” panchina…”Hai intenzione di passare lì tutta la vita? Vuoi deciderti a fare qualcosa o devo costringerti io? ” Giampaolo mi ha detto che se non si fosse mosso lo avrebbe trascinato lui, ma non ce ne fu bisogno prese la sua Golf e venne di corsa a Foligno, la mezzanotte era passata siamo al 22 settembre; io ero a letto a piangere, naturalmente, sentii bussare alla persiana una voce mi chiamava sommessamente, aprii era lui in piedi su una pila di mattoni che aveva silenziosamente accatastato, rubati ai vicini, si sedette sul davanzale e con un gesto mi invitò a sedermi, mi resi immediatamente conto che il mio segreto non era più tale, era imbarazzato, ci mise un pò a parlare ma lo fece chiaramente come suo solito “Palone è un vero amico dovremmo esserne fieri…senti Rita io non lo so se ti amo ma quando ti vidi allontanarti con Lorenzo durante la Festa mi prese un forte dolore qui e poi si è spostato qui, cosa credi che significhi? ” Mi aveva presa la mano se l’era messa sullo stomaco e poi l’aveva spostata sul suo cuore, lottavo disperatamente con tutte le mie forze contro il desiderio di baciarlo all’infinito, gli risposi “Qualcosa deve significare per forza, comunque, io ti amo talmente tanto che almeno per ora può bastare per tutti e due, che ne dici? ” Finalmente potevo smettere di lottare con me stessa, finalmente potevo lasciarmi andare, finalmente mi stava baciando, lui, aveva cominciato lui! Erano le tre passate e non avevamo mai smesso di baciarci nelle due o tre ore precedenti e forse saremmo ancora lì se non fosse passato uno scocciatore con la sua macchina e dire che la via dove abitavo era privata! Mi salutò con il solito braccio alzato e non indossava più il suo foulard me lo aveva regalato. Dio che emozione e che gioia! Sapevo quanto ci tenesse a quell’indumento e non poteva farmi un regalo più bello e darmi un pegno d’amore più grande e più vero. Il resto è la mia vita e lo amo come allora scusate per la prolissità ma non volevo che perdeste nulla.
Autrice spero vi piaccia anche questo mio racconto
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