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Il mio corpo scivola sul suo delicatamente. Siamo sudati. Felici. Ci amiamo. I capelli un po’ arruffati. Gli occhi socchiusi. Calda la sua lacrima scivola sulla guancia fino a combinarsi col sudore. Il nostro amore riempie la stanza, la sento scoppiare. Vedo i vetri delle finestre incrinarsi, per far uscire un po’ d’amore, per donarlo al mondo. Il mio respiro è affannoso. Il suo sempre delicato. Il mio corpo sudato e goffo. Il suo sempre morbido e vellutato. Continuiamo a fissarci senza fiatar parola. Ci pensano i nostri occhi a parlare. Mi si stringe un nodo in gola. Anche volendo non mi uscirebbe una parola. E poi devono ancora metterla nei vocabolari una parola che possa esprimere quello che le vorrei dire. Dovrebbero inventarla. Non so, per esempio scrivono così: “Achermo”: parola da usare dopo aver fatto l’amore. Questa parola serve a far capire quanto questa persona sia per te indispensabile alla tua sopravvivenza. Da usare solo se ne siete pienamente convinti. I trasgressori saranno puniti a norma di legge. I nostri cuori battono assieme. Ci fondiamo. Diveniamo tutt’uno. Io e lei. Un ‘unica essenza. Solo l’amore fa per due. Persino il bambinello Cupido uscirebbe inebriato di amore da quella stanza. Le mie mani si muovono il più dolcemente possibile su di lei, ma sempre goffe. Sorridiamo. Ci abbracciamo. Stringendoci dolcemente e con forza ci trasmettiamo tutte le sensazioni ed emozioni che proviamo al momento. E’ un momento fantastico. Sento le tue mani sempre così delicate ma decise prendermi la pelle, stringerla e farla tua. E continui a stringermi finché non arrivo a un centimetro dal tuo cuore. Come un bambino che odora il dolce appena tolto dal forno dalla madre io così odoro la tua pelle, i tuoi capelli. Il tuo odore. Il tuo sapore. Cerco da prendermi tutto ciò che posso. Tutto ciò che mi dai. Lo prendo e lo faccio mio. Me ne riempio il cuore e i polmoni. Non respiro più ossigeno. Respiro te. Senza che tu te ne accorga. Ti faccio mia. Ispiro forte il tuo profumo fino a far scoppiare i polmoni, trattengo il respiro sperando che qualcosa di tuo resti impigliato dentro di me e poi, quasi ubriaco di te, espiro fuori tutto. Quando ti vedo, ti guardo, ti fisso negli occhi, farei di tutto. Vorrei baciarti e abbracciarti e accarezzarti e cantarti una canzone d’amore con un menestrello e passare la mano fra i tuoi capelli e carezzarti il collo e giocare con le tue mani e farti i complimenti per come sei bella. Dio mio ho bisogno di te! Non sto vaneggiando. Non dico tanto per dire. Lo dico perché di te ne ho bisogno davvero. Mi hai fatto schiavo. Diamine sono schiavo e sono felice. Sono uno schiavo felice, forse il primo della storia! Merito tuo. Se questo vuol dire essere schiavi di una persona…beh che gli altri si tengano la loro superflua libertà. Ti prego solo di non andartene. Non scappare. Ho bisogno di te. Ho bisogno del tuo odore. Del tuo sapore. Della tua aria. Ho bisogno di te per ogni cosa. Un’altra lacrima scende timida dall’altro occhio. Anche questa, pigra, scivola sulla guancia ormai asciutta. Pare una goccia d’acqua che porta sollievo al deserto. La mia mano le accarezza il viso. Porto il mio dito a bagnarsi della lacrima. Le impedisco di infrangersi sul cuscino. Mi avvicino lento alle sue labbra. Le carezzo delicato con le mie. La guardo un’ultima volta. Socchiudo gli occhi. E la bacio.

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Tags: #amore