Qualcosa sulla fronte
Giorno 1
La testa gli faceva male. Come se qualcuno avesse scavato un buco sulla sua fronte. Un buco profondo che gli feriva il teschio. Tutte le vene della sua testa pulsavano e per un momento ebbe la bizzarra idea che ce ne fossero troppe.
La sveglia suonò.
Fu costretto ad alzarsi, vestirsi, mangiare e andare al lavoro.
Si guardò nello specchio prima di uscire. Sulla fronte si vedevano vene blu che sembravano convergere verso il bernoccolo che aveva al centro della fronte.
Aveva un mal di testa assordante. Uscì.
Tornato a casa, scoprì che le vene avevano raggiunto il bernoccolo, che scoprì morbido al tatto. Gli bastava sfiorarlo per provare fitte dolorose alla testa, e in particolare ai bulbi oculari. Non ci riprovò più.
Guardandosi la fronte nello specchio, studiava preoccupato la ragnatela sottilissima e violacea.
Cosa gli stava succedendo? Continuò a domamndarselo.
Eventualmente decise di andare a dormire. Gli avrebbe sicuramente fatto bene.
Provò a dormire, ma il mal di testa lo infastidì a lungo.
Giorno 2
Il mal di testa persisteva. Le vene adesso erano meno visibili. Ma si notavano. Fili sottilissimi blu che si collegavano al bubbone grigiastro che aveva in fronte.
Pensò di chiamare un dottore. Per una qualche ragione, non lo fece.
Per fortuna oggi non doveva andare al lavoro.
Quello era il primo giorno di una settimana di vacanza. Aveva una settimana per studiare il fenomeno in piena libertà.
Mentre consumava la cena, si sentì più affamato del solito e gli girava la testa.
Mentre si lavava i denti e andava a dormire, si accorse che il rigonfiamento di era accresciuto. Il mal di testa peggiorava.
Giorno 3
La fronte gli pizzicava. Si alzò subito e si mise davanti al suo stesso riflesso.
Gli stava crescendo una riga orizzontale di capelli, proprio sopra il rigonfiamento, il quale non era più grigio o violaceo. La pelle era rosa, e piena di piccolissime rughe. Il dolore al cranio si stava facendo intenso.
Tornò a letto e per tutta la mattina provò dolori alla materia grigia. Si pentì di non aver chiamato un dottore.
Il dolore scomparve verso il tardo pomeriggio, ma rimaneva un insistente fastidioso formicolio. Quando cercò di rialzarsi sentì ancora dolore. Rimase a letto per tutto il resto del giorno. Si alzò solo due volte, per bere e andare al bagno, ogni volta con fitte dolorose. Una volta si specchiò di sfuggita. Le vene si stavano ingrossando, pulsando a ritmo cardiaco.
Giorno 4
Il mal di testa finalmente accennava a diminuire. Le vene nuove sulla fronte erano tornate normali.
L'unico sintomo ancora percepibile erano i bulbi oculari che dolevano, in particolare dietro, dove c'era il nervo ottico.
Gli pareva di sentire lo stesso dolore ripetersi identico nella fronte, nel "bernoccolo".
Come se avessi un terzo occhio, pensò. Subito dopo si convinse ancora di più, studiano il ciuffo di capelli nuovo. Non erano capelli che gli crescevano sulla fronte. Erano soppraciglia.
Tutto ebbe un senso.
Tranne una cosa.
Perché proprio a lui? Perché e quando era stato deciso che lui dovesse avere un terzo occhio?
Giorno 5
Aprì gli occhi. Prima uno. Poi l'altro. Poi l'altro.
Quando scoprì di vedere con tre occhi quasi cadde per terra dalla sorpresa.
Tre occhi!
Ora la testa gli girava. Da quanto tempo non mangiava in modo decente?
Barcollò in cucina. Aprì il frigo e prese la prima cosa che trovò di commestibile.
Divorò un cibo dopo l'altro.
Poi cercò il cellulare e chiamò il dottore.
Chiese se poteva venire subito da lui.
Il dottore rispose che sarebbe venuto subito.
Poco dopo il dottore studiava l'occhio con aria perplessa.
Alzò tre dita. Chiese quante dita teneva alzate.
Tastò la fronte. Scattò una fotografia all'occhio. La ingrandì e cominciò a osservare i dettagli.
Gli chiese di venire da lui, l'indomani.
Lui accettò. Solo dopo che il dottore uscì, si rese conto che era un po' un problema.
Aprì l'armadio e cercò un berretto di lana, lungo se possibile.
Era buio. Stava per accendere la luce quando, con la coda dell'occhio notò un berretto, adatto a lui.
In fondo, non era così buio.
Giorno 6
Prese coraggio e uscì. Il berretto pizzicava la pelle delicata del suo nuovo occhio.
Il sole batteva forte, e lui si sentì in imbarazzo. Era tarda primavera, e uscire con un berretto sarebbe stato troppo strano. Per gli altri. Per lui era necessario. Come avrebbe reagito la gente di fronte a tre occhi?
Per fortuna il dottore non era lontano.
Suonò il campanello e fu ammesso nell'ospedale.
Il dottore lo prese per un braccio e lo guidò tra i corridoi.
Lo portò a fare una radiografia. Poi fece rilevare l'impronta retinica del terzo occhio.
Mentre il dottore trafficava, lui gli descrisse la varie fasi del fenomeno.
Il dottore gli mostrò la radiografia pronta.
《Vede? Nella fronte, si è creata una cavità oculare. Per questo era doloroso. E non solo: le è spuntato un terzo nervo ottico! E queste vene servono per pompare il sangue all'occhio.》
Poi il dottore ascoltò la storia dell'armadio.
Poi offrì la sua ipotesi:
《La pupilla si dilata per catturare più luce possibile negli spazi bui. Lei ha tre pupille, quindi più capacità di riflettere la luce.》
Tacque. Poi parlò ancora:
《Tre occhi! Chissà cosa sarà capace di fare con tre occhi!》
Non disse più niente. Allora lui osò fare la domanda che lo assillava da tempo.
《Cosa ne sarà di me?》
Il dottore non sapeva rispondere.
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