Le ultime lettere
Il cielo è nero. Il mio freddo è grigio, azzurrino e penetrante.
Il mio mezzo di trasporto sarà coperto di neve, adesso. Si era guastato, e io sapevo che dovevo continuare a marciare, o restare lì, e rischiare la morte. Devo camminare.
Mi stringo nel pesante cappotto. Non basterà.
Strofino i guanti. Soffio dentro la sciarpa. La mia pesante borsa con dentro le lettere da consegnare mi appesantisce. Come se mi volesse trascinare nella neve.
Sono un portalettere.
Mi hanno detto cosa fare in questi casi.
Cosa fare se sei perso in mezzo alla neve, il tuo automezzo è guasto e hai un borsone da portalettere pieno.
Prendere le lettere e bruciarle, farmi un fuoco. Mi scalderò le ossa e i soccorritori che stanno di vedetta sulle torri delle basi vedranno il lume ed accorreranno a salvarmi.
Questo mondo è freddo e ostile. Le basi sparse nei deserti innevati sono salvezza.
Io non vedo basi adesso. Vedo solo il pacchetto di fiammiferi che ho trovato nella mia tasca. Vedo solo un vecchio giornale che tenevo nella borsa.
La borsa delle lettere.
Mi riparo in mezzo a due grandi rocce, al riparo dal vento affilato.
Accendo un fiammifero. Brucio il giornale.
Accendo la mia torcia elettrica. Un regalo del mio collega e amico. È stato lui a insegnarmi a bruciare le lettere per sopravvivere.
Strappo la busta. È di materiale ininfiammabile, quindi non brucia.
La lettera mi cade in mano, nuda.
È scritta nella traballante calligrafia di un bambino.
Caro papà, qundo torni? Ti aspetiamo tutti: la mamma la nonna Maccchia francesca e io. Torna qersto. Baci da MICHELE
Esito. Non posso bruciare questa lettera.
Sistemo la torcia sulla neve e strappò frettolosamente una seconda lettera.
Il fuoco non deve spegnersi.
Carissima Giulietta,
Aspetto con impazienza tue notizie. Questa separazione è una tortura, non riesco a pensarti lontana. Caadilate è una bella città, piena di gente accogliente, e dentro una base sicura e moderna, ma senza di te, mi sembra tutto insensato e triste.
So che Caadilate piacerebbe anche a te. Vorrei che tu mi raggiungessi presto.
Io non riesco a spiegare a parole quanto mi manchi, quanto tempo passo a pensare a te. Mi sento completamente vuoto.
Sento che il mio unico scopo al mondo sia renderti felice. Ma come posso, quando ti sei lontana?
Ti abbraccio forte
Amedeo
Il giornale è soltanto un mucchio di braci nere. Accendo un secondo fiammifero.
Accendo la lettera ma il mio cuore grida e così lo spengo subito. Si è bruciato l'angolo in alto a destra. Per fortuna, il senso della lettera è ancora leggibile. Giulietta riuscirà a leggere il messaggio di Amedeo comunque.
Strappo un'altra busta. La lettera la avvicino alla torcia.
Egregio signor Selzato,
Con profondo dolore le comunichiamo che suo fratello Gianni è venuto a mancare. Il suo corpo è stato recuperato in mezzo alla neve, il dodici di questo mese.
Le nostre condoglianze
La Comunità della base AB9-15
No. Non posso bruciare nemmeno questa.
Gianni deve avere qualcuno che lo onori con le cerimonie dovute.
Straccio un'altra busta e apro un'altra lettera.
Caro papà,
Ho fatto una scemenza. Ho bisogno di soldi. Ti prego non rifiutarmeli. Sono nei guai e ho bisogno di 125 aref. Ti prometto che smetterò di importunarti dopo di questa volta. So che ti devo ancora 33 aref, ma ora sono davvero disperato. Mandameli subito. Occupo il cubicolo 1414bis della base AB9-15.
Non deludermi ti prego. So che io ti ho deluso ma posso prometterti che sarà l'ultima volta.
France.
Sto tremando di freddo. Stringo i denti a sangue. Potrei bruciare questa. Il padre non vorrà leggere una lettera in cui il figlio lo supplica di fargli l'ennesimo prestito. Ma se "France" è davvero nei guai?
Grido dalla frustrazione.
Ci dev'essere una lettera inutile, che nessuno vorrà leggere, qui, nel mio borsone.
Straccio e straccio buste.
Leggo le lettere e poi le rimetto nella busta con un magone in gola.
Lettere di chi chiede notizie, chi invece notizie le porta, chi esprime un affetto e chi dà consigli.
Morirò piuttosto che bruciare queste bellissime lettere, questi uccelli messaggeri di carta che portano pezzi di cuore che viaggeranno lontano.
Dicono che le parole uccidono. Nel mio caso, è così.
Ho mille aghi di ghiaccio al posto del corpo.
Sono rigido come un morto.
Sono disteso nella neve in mezzo alle ultime lettere che non ho il coraggio di bruciare.
Fu così che lo trovarono, morto nella neve, con un giornale ormai cenere, una torcia dalle pile scariche e buste aperte che custodivano le ultime lettere che aveva trasportato.
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