La porta del negozio si apre e entra una signora. Scruta verso di me. Poi mi passa accanto, facendo scorrere gli occhi sullo scaffale. Non mi guarda più.
Tengo il braccio alzato in segno di saluto. Ho le scarpe piene di neve.
Dietro di me c'è un monumento storico ma io non l'ho mai visto perché non mi sono mai girato a guardarlo.
Sto tutto il giorno qui, nel negozio, immobile.
Guardo i clienti andare e venire, passarmi accanto, io che sono immobile.
Guardo le cartoline e i souvenir di fronte a me, immobile.
Leggo e rileggo il nome della città sulle cartine appoggiate sul bancone.
Resto in piedi, immobile.
Ascolto il silenzio, immobile.
Respiro l'acqua densa, immobile.
Guardo la gente che si muove, e resto così, immobile da quando sono nato.
Mantengo la stessa faccia, postura da anni, sotto il vetro, immobile.
Quando afferrano la mia palla di vetro e mi capovolgono per vedere la neve, io resto fermo, capovolto, immobile.