Il Rito
In uno dei tanti pianeti dell'universo, in uno dei suoi tanti abitanti, c'era una giovane forma di vita intelligente con la mente rivolta a questi pensieri.
"È sempre più vicino."
Stava pensando all'antico Rito, che ogni anno si poneva ai giovani della sua età.
Gli anziani ne parlavano in continuazione.
Non facevano che ripetere quanto importante fosse superare il Rito, senza fallire, impegnandosi ogni giorno, faticando, sacrificando, rinunciando, sudando, tutto per affrontare il Rito.
"Pare che dopo il Rito, cambiano. Diventano adulti.
Diventano schiavi del tempo.
Non come noi giovani."
Il Rito era importante, importantissimo.
Poteva avere molti effetti sulla tua vita.
Era quasi una gara di sopravvivenza.
Vincere.
O perdere.
Se perdevi, rischiavi di rimanere indietro rispetto agli altri. Perdevi l'autostima. Il rispetto. Forse anche gli amici.
Se vincevi, era bello. Soddisfazione. Autostima. Gioia. Ma poi cosa ti rimaneva? Nulla. Tranne un futuro in cui un altro possibile Rito si sarebbe avvicinato.
"Allora... che senso ha?"
Che triste esistenza su quel pianeta. Il Rito ti rubava quasi la libertà.
"Perché dicono che sarà tra poco e invece ci fanno angosciare per giorni? Ricordandoci ogni giorno che è più vicino? Non si può affrettare?"
Quasi rimaneva con la respirazione bloccata dall'ansia.
E mentre il Rito incombeva sinistro, la sua materia grigia cercò di pensare ad altro.
"Altro. Devo pensare ad altro. Qualunque cosa che non sia quel maledetto esame di terza media."
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