Erano dei mostri assurdi.
Le loro madri succhiavano sangue e anche loro lo facevano.
Parassiti maledetti.

Nel nostro mondo non esistevano veramente i vampiri ma questi mostri erano le belve che più assomigliavano a queste leggendarie creature.

Erano le belve più infami del nostro mondo.

Si aggiravano di nascosto per le stanze, e di notte calavano su di te e succhiavano il tuo sangue, rilasciando veleno.
Era inutile tappare le finestre, sbarrare la porta. Le fameliche creature sciamavano dentro in un modo o nell'altro.

Mi svegliai.
Nella stanza faceva caldo. Mi aveva svegliato in sospetto sussurro. Mi ritrovai con la pelle gonfia. Quelle bestiacce mi avevano morso e il loro veleno era rimasto nella ferita.
Maledizione.
Apersi velocemente la finestra.
Il soffitto grigio diventò bianco. Ora potevo individuare le creature vampiresche sul soffitto.

Ora potevo dedicarmi ad annullare la loro specie parassita.

Raccolsi dal pavimento la mia arma e lasciai a terra l'altra.
Rimasi con quella stretta nella mano. Era sporca e difficile da impugnare. In compenso era leggera e elastica, e uccideva quelle creature facilmente. Rimasi col corpo teso, ogni singolo muscolo pronto.
Forse dormivano. A testa in giù. Comunque non si mossero quando io mi avvicinai silenziosamente, pronta a compiere il mio dovere di cacciatrice.

Sarebbe stato difficile colpire anche uno solo di loro. Ma io lo facevo praticamente ogni giorno.
Un lavoro duro ma che andava fatto.

Dovevo ucciderle tutte.
Non una sarebbe uscita viva di lì.

Uno schiocco. La testa di una di quelle si spappolò.
L'arma cadde lontano. Agitai la mano nell'aria per pulirla dallo sporco che mi aveva lasciato in mano.
Sul soffitto c'era una striscia di sangue.
Vendetta. Ma era appena cominciata. E doveva ancora finire. L'avrei fatta finita con queste succhiasangue.
Raccolsi l'altra ciabatta e ammazzai un'altra zanzara.