[SPECIALE] The Hunchback of Notre-Dame (musical)


Un grazie di cuore a Erik Liberman, ospite speciale di questa recensione.

A very special thank you to Erik Liberman, guest star of this review.

"You are the music makers, the dreamers of dreams."




"Loro possono entrare, perché noi no?"

"Loro sono francesi. Voi siete gitani. Stranieri!"

"Stranieri? Voi siete venuti ieri... Noi veniamo oggi."


[The Hunchback of Notre-Dame – 1939]





Madame, messeri.

Un'altra recensione non stronza, ma cazzo assolutamente necessaria. Perché quello di cui mi accingo a parlare – con la collaborazione di Lady Angharad, onoratela con un meritatissimo applauso – è un gioiello che purtroppo non ha mai ottenuto la meritata fama.

Al contrario di Notre Dame de Paris, di Plamondon e Cocciante (qui considereremo solo la versione italiana, non quella francese).


Perché ok, ho usato questo musical come metro di paragone nella recensione della poracciata di cui sopra, ma riflettendoci ho compreso che The Hunchback of Notre-Dame merita una recensione tutta sua, DEUS VULT.


PRIMA DI COMINCIARE VI PREGO DI LEGGERE QUI:


 Qualora voleste vedere il musical prima di leggere la recensione, e abbisognaste di una traduzione completa del libretto e/o delle canzoni, mi premurerò di procurarvene una via mail.


– Qualora foste indecisi se vedere o meno il musical, credetemi, fatelo. Fatelo. Questo musical ha tanto da dire e lo fa con grande onestà. Inserisco in commento a questo paragrafo il link almaking-of della registrazione dello spettacolo, per farvi un'idea del musical; dura solo otto minuti e vale davvero la pena di esser visto.


 Qualora voleste risparmiarvi tutto il pippone, andate in fondo alla Conclusione, e leggete quella come commento generale.


 Io e Angharad siamo due pazzi, quindi abbiamo contattato alcuni degli attori principali del cast per una mini-intervista... E UNO DI LORO CI HA RISPOSTO: Erik Liberman, che nel musical interpreta Clopin, il re dei gitani. Trovate l'intervista dopo la Conclusione. Per questione di praticità metteremo solo la traduzione, ma qualora voleste leggere l'originale in inglese ve la manderò in privato.

*


Il musical nasce al principio in Germania nel 1999, col titolo Der Glöckner von Notre-Dame, prodotto dalla Disney Theatrical Productions, mentre la versione americana non vedrà la luce che nel 2014 con la première alla La Jolla Playhouse; lo spettacolo verrà poi trasferito alla Paper Mill Playhouse e durerà fino all'aprile 2015. Avrebbe dovuto essere portato a Broadway, ma non se n'è fatto nulla mortacciloro, sicché il materiale visivo che abbiamo si limita ai video amatoriali su YouTube (in commento a questo paragrafo vi lascio il link della versione a mio parere migliore). È tuttavia disponibile – su Youtube o acquistabile su Amazon – la registrazione audio in studio, ovviamente di ottima qualità (lascio il link anche di questa in commento). Personalmente consiglio di comprare il cd se avete amato il cartone, perché gli interpreti del musical sono molto più bravi a livello vocale, sono presenti nuovi brani, e il booklet del cd è ben curato, con due introduzioni firmate rispettivamente da Thomas Schumacher, presidente e produttore della Disney Theatrical Productions, e da Alan Menken. Per chi non lo conoscesse – pentitevi – è il compositore di alcune delle più belle colonne sonore Disney: La Sirenetta, La Bella e la Bestia, AladdinPocahontas, Hercules, Rapunzel, e appunto Il Gobbo di Notre-Dame.

Riporto alcune righe della prefazione di Menken, perché è molto interessante.


"Credo di poter parlare per entrambi [NdA: per sé e Stephen Schwartz, suo storico collega e paroliere, autore dei testi per Pocahontas, Come d'incanto, Wicked e Il Principe d'Egitto], quando dico che non c'è mai stato un progetto più ricco e più soddisfacente a livello emozionale de Il Gobbo di Notre-Dame. Fin dai nostri primi incontri creativi alla Disney Animation, il potenziale di questo musical si mostrava già enorme. E questa colonna sonora – da lrintocco delle campane e il canto delle liturgie latine, alle musiche da strada dei gitani e la ricca tradizione della musica classica francese – esplodeva dalle nostre teste, dai nostri cuori, e dalle nostre voci.

Da quel momento sino all'attuale adattamento teatrale, questo progetto ha continuato a portar fuori il meglio di noi... e di tanti altri lungo la via.

[...]

Durante questo percorso ventennale, ci siamo evoluti da un approccio cinematografico orientato alle famiglie, a una pièce dai toni più cupi e ambigui orientata agli adulti. [...] Se da un lato avevamo amato e apprezzato personaggi come i tre gargoyle, dall'altro c'era il bisogno di una visione più radicata. È stato il direttore Scott Schwartz, a capo del progetto, a proporre l'idea di dar voce all'intera Cattedrale di Notre-Dame (invece che ai soli tre gargoyle), e avere più Narratori a ricoprire diversi ruoli, dunque esistendo nella storia e al contempo trascendendola.

[...]

Il Gobbo di Notre-Dame ha raggiunto il suo pieno potenziale nel suo adattamento teatrale. È stato un viaggio meraviglioso, che spero continui per tutta la nostra vita, e oltre."



Scusate ma io amo troppo quest'uomo.

Andiamo al dunque: sarà una recensione lunga. Tanto. Non solo perché ci tengo a dire la mia sull'estetica, la musica, le canzoni, i costumi, il cast, qualsiasi fottuta cosa. Certo, soprattutto per quello, sapete quanto sia prolisso. Il fatto però è che devo tener conto anche di chi non sa l'inglese qui, e di chi lo sa poco. Anche se è disponibile online un libretto NON UFFICIALE (link in commento a questo paragrafo), devo comunque riportare tradotti i dialoghi, perché sono una parte fondamentale dell'opera e necessaria per apprezzarla. Saranno ovviamente presenti SPOILER, la nostra analisi seguirà le vicende passo per passo. Saranno presenti anche spoiler del romanzo. Se non l'avete letto attaccatevi (NO PAZZI LEGGETELO CORRETE).


Il cartone e il musical, pur condividendo alcuni elementi, sono diversi in altri, ergo anche le canzoni sono diverse. Ora, io e Angharad abbiamo iniziato a tradurre il musical seguendo la metrica e modificando anche le traduzioni "ufficiali" del cartone per migliorarle (chiamateci arroganti e avrete ragione), ma non abbiamo ancora finito, ergo la mia decisione: userò in questa recensione sia le traduzioni adattate, sia quelle letterali. Ovviamente non è che riporto le canzoni per intero, non sono scemo, ma alcuni passaggi da commentare sì.

Di ogni canzone citata troverete il link in commento al paragrafo, per comodità.


E ora, mesdames et messieurs... daje giù.




I dettagli: il palco è sviluppato soprattutto in verticale, in una struttura lignea che racchiude non soltanto le enormi campane (a scomparsa), ma anche un coro di circa trenta elementi. Il risultato è da togliere il fiato, per la potenza e la delicata bellezza del loro canto. Visivamente sono presenti ma non invasivi, tenuti sullo sfondo dal vestiario uniforme: un saio grigio. Un'altra cosa che adoro è  ilfatto che le scenografie siano al contempo semplici e creative: dove NDDP non riusciva a riempire quella sua sleppa di palco neanche a morire, qua gli attori stessi costruiscono le scenografie integrando i gesti alle interpretazioni: con solo delle panche, dei parapetti in legno, qualche palo, qualche tavolo e delle tende colorate (più ovviamente le luci, dai colori scelti con cura e distinti per ogni ambiente), ci vengono creati davanti la Festa dei Folli, la balconata della Cattedrale, una taverna, un bordello, e altri ancora. È semplicemente geniale.


Il cast principale è formato da pochi ruoli fissi – Frollo, Quasimodo, Clopin, Esmeralda e Febo – e da soli dodici altri attori che vanno a formare una congregazione di vari ruoli, distinti da piccoli cambi di vestiario che peraltro vengono quasi tutti eseguiti sul palco: ma di nuovo, senza essere invadenti. La bravura sta non solo nel sapientissimo uso delle luci, che esaltano ciò che deve essere esaltato mentre il resto viene tenuto in ombra, ma anche dal talento degli attori stessi: in ognuno dei ruoli ognuno di loro assume movenze diverse, e se un attimo prima abbiamo un nobile lord dal portamento altezzoso, quello dopo abbiamo un popolano dalla camminata rozza e la risata sguaiata; se prima abbiamo davanti a noi un monaco autoritario, dopo abbiamo un gitano che si struscia contro una compagna. Un trucco sta anche nella scelta degli abiti: le parti fisse hanno tinte neutre come marrone, grigio e verdastro; gli elementi intercambiabili come gilet, cappelli e grembiuli hanno colori accesi e tessuti ricchi e cangianti.


Lo spettacolo si apre con la congregazione in grigio, al centro del palco; l'Olim che tutti conosciamo, e: Parigi si sveglia e si sentono già le campane a Notre-Dame [...] e tutti lo sanno il segreto è nel lento pulsar delle campane a Notre-Dame...


[CONGREGAZIONE]

La mattina del 6 gennaio 1482 i bravi cittadini di Parigi si riunirono nella Cattedrale per ascoltare il sermone di Don Claude Frollo, Arcidiacono di Notre-Dame; la congregazione tremò davanti a lui, quando si fermò sotto agli alti archi della chiesa.



Claude Frollo è interpretato da Patrick Page, fenomenale attore che nella sua carriera ha interpretato numerosi ruoli di rilievo: da Ebenezer Scrooge, Scar, Lumière, e il Grinch (a Broadway), a Macbeth, Amleto, Mercuzio, Cyrano, Riccardo III, Malvolio, Oberon, Coriolano, e tanti altri ancora. È anche insegnante privato di recitazione e autore di vari monologhi e pièce.

Il Frollo di questo musical è ben scritto, complesso e tormentato come nel romanzo, ma Page col suo talento lo rende ancor più carismatico e affascinante, capace di reggere da solo il palco intero e di guadagnarsi la nostra rabbia. E soprattutto la nostra pietà.


Congregati, siamo riuniti oggi nella vastità di questa sinfonia di pietra, la mattina della Festa dei Folli. Le nostre strade saranno presto affollate da loschi individui: criminali, stranieri, e gitani che hanno infestato la nostra città e che sono in questo giorno liberi di vagare senza esser soggetti ad arresto. Guardatevi dalle lusinghe di coloro che sono meno devoti di noi. Dobbiamo combattere la tentazione di cedere al vizio, poiché ricordate... ognuno di noi nasce peccatore.


In The Bells of Notre-Dame (Le Campane di Notre-Dame), ci viene narrata la storia di Claude e di suo fratello Jehan (personaggio presente nel romanzo e qua ripreso, seppur con un ruolo e un'età diversa), due orfani accolti dai sacerdoti della Cattedrale: vitto e alloggio in cambio di fede e devozione. Se tuttavia Frollo si dimostra ben disposto alla dottrina, Jehan preferisce dedicarsi al bere e alle donne. È reso chiaro l'affetto che provano l'uno per l'altro, ma questo non basta a salvarli.


Sempre in ginocchio Claude Frollo pregava

Fedele a Notre-Dame

Mentre il vizioso fratello Jehan

rifuggiva Notre-Dame

E per quanto d'amor li stringesse

Frollo più non sapeva che far

Poiché il giovane odiava e di rabbia sporcava

l'onor, l'onor di Notre-Dame


Arriva il compleanno di Claude, e Jehan si fa trovare nella loro cella in compagnia di una bella ragazza gitana, Florika: il suo regalo per Claude. Quest'ultimo tuttavia non reagisce bene e rivela la presenza della gitana a uno dei sacerdoti, che bandisce Jehan. Trascorrono alcuni anni, e Frollo diventa Arcidiacono di Notre-Dame.


Ma poi giunse con l'alba un messaggio

Dalla firma dolente "Jehan"

E nascosto il suo volto Claude Frollo nell'ombra

Fuggì... fuggì da Notre-Dame


Quando Claude finalmente trova Jehan, quest'ultimo sta morendo di vaiolo. Claude, colto dall'impeto, vaneggia e cerca di rassicurare Jehan, dicendogli che lo riporterà a Notre-Dame e che curerà non solo il suo corpo ma anche il suo spirito; Jehan tuttavia lo rifiuta perché è ormai troppo tardi per lui. C'è però qualcuno che Claude può aiutare: un neonato, il figlio di Jehan e Florika (morta poco tempo prima). Claude è quasi commosso a prenderlo in braccio, finché non gli scopre il viso: "Un bambino? Tuo? Oh... un mostro! Questo è il giudizio divino! Egli castigherà i perversi!".

Jehan gli chiede di prendersene cura, "se ne hai il cuore", e muore poco dopo. Segue una sequenza dal ritmo serrato, in cui Frollo cerca una fuga ma viene assediato a ogni passo dai congregati: all'apice della disperazione, Frollo fa per uccidere il bambino.


Ed il suo peccato i santi parvero osservar

E sentì con loro Dio, intento a giudicar...


[FROLLO, parlato]

Oh Signore, mi metti alla prova. Questo bambino è dunque la mia croce.

Non sono riuscito a salvare mio fratello, ma salverò questa... cosa.

[Cantato]

Genti d'inferiore spirto fuggirebbero da te

Ma al mio fianco sempre crescerai perché tu sia

Uguale a me


[CONGREGAZIONE]

E Frollo diede al bambino un nome crudele,

Un nome che significa "formato a metà":

Quasimodo...


Appare allora sullo sfondo un giovane, che si spoglia del saio e si fa avanti, e ci chiede: What makes a monster, and what makes a man?

Cosa rende un mostro tale, e cosa un uomo?

Penso che sia una delle frasi più emblematiche dell'intera opera, e purtroppo nella traduzione italiana ufficiale si perde. Angharad e io abbiamo tradotto come "Tu di' cos'è un mostro, e cosa non è", ma la fedeltà al concetto è limitata dalla metrica. Crediamo tuttavia che sia più vicina all'idea del musical, e più adatta anche al momento: il Frollo che ci è stato mostrato finora non è un mostro, seppure abbia avuto dei comportamenti forse un poco ambigui o comunque non condivisibili. Come tutti noi, è semplicemente umano.


Mentre cerchiamo risposta al quesito, il giovane si rivela: con le mani si sporca la faccia di colore, per poi legarsi alla schiena una gobba, e indossare una casacca verde. Il nostro Quasimodo, a cui Frollo indica le campane e la corda da tirare per suonarle, in una transizione temporale geniale quanto quella del cartone animato, dove invece il trascorrere degli anni era indicato dalle sagome di carta.

Quasimodo è interpretato da Michael Arden, talentuoso attore (The Secret Garden, The Times They Are A-Changing, Pippin) e direttore teatrale (Spring AwakeningMy Fair LadyA Tale of Two Cities). Avendo anche letto Notre-Dame de Paris, Arden non poteva darci un'interpretazione meno che magistrale: il suo Quasimodo è... perfetto. Certo, è più vicino a quello della Disney: quasi tutte le caratterizzazioni di questo musical lo sono, ma non lo ritengo un difetto.

Quasimodo è sordo come nel romanzo, quindi la sua parlata è "stonata" e stentata, e coadiuvata da un linguaggio dei segni da lui inventato. Con questo, e leggendo il labiale, Quasimodo riesce a comunicare con Frollo e gli altri personaggi. Non si muove grazie al cielo trascinando a cazzo una gamba come il Quasimodo di NDDP (interpretato da Giò Di Tonno), ma tiene le gambe storte e contratte, sta curvo, la sua camminata è irregolare e quasi altalenante, il suo viso è sovente contorto a simulare una deformità; riesce ad essere credibile senza essere ridicolo. È inoltre una bella trovata quella di far cantare Quasimodo con la sua voce "normale", che viene fuori pian piano: Michael Arden spiega che quando il suo Quasimodo canta – il che succede quasi sempre quando è solo – riesce a sentirsi libero, senza nulla di diverso: è sordo, ma il canto che noi e lui sentiamo è quello che ha dentro, e per questo è tanto bello. Arden è secondo me l'attore perfetto per questo ruolo: riesce a comunicare l'ingenuità e la giovinezza di un Quasimodo quasi infantile nel primo atto, e la sua presa di coscienza come uomo e umano nel secondo, senza mai risultare forzato o irrealistico.



Andiamo avanti, appaiono per la prima volta i gargoyle: sono distinti dal saio grigio che peraltro aiuta a mimetizzarli con lo sfondo della cattedrale e del coro; a differenza del cartone non sono tuttavia un elemento fantastico bensì una proiezione mentale di Quasimodo. Una scelta molto più adulta e molto meno irritante dei tre gargoyle del cartone, seppure non manchino battute carine e piccoli elementi di comicità che però sono benvenuti e alleggeriscono l'atmosfera senza risultare inopportuni.

Dopo un breve dialogo in cui i gargoyle esortano Quasimodo a chiedere a Frollo di portarlo alla Festa dei Folli, assistiamo al primo di vari momenti d'interazione tra Quasimodo e Frollo, e il loro rapporto mi fa piangere ogni volta perché è scritto troppo bene. A differenza del romanzo, dove Frollo mantiene un vago distacco, qui nutre palese affetto per Quasimodo ed è ricambiato. Va bene, sa essere un maestro severo: dopo aver dato ostia e vino a Quasimodo, Frollo gli mostra un "premio", ovvero una fragola, ma non appena Quasimodo fa per afferrarla con eccessivo entusiasmo Frollo subito lo rimprovera e gli ricorda l'importanza dell'autocontrollo (tranquilli, poi gliela dà la fragola). Sa essere però anche paterno: con allegria propone a Quasimodo di leggergli come d'abitudine una storia, e con altrettanta allegria risponde il ragazzo; è palese che a Frollo piaccia insegnargli la dottrina, è paziente e incoraggiante quando deve cercare di far capire a Quasimodo come pronunciare "saint Aphrodisius". È bello vederli interagire, guardare Frollo rispondere a gesti oltre che a parole, la loro relazione è dipinta con tale naturalezza che inevitabilmente aggiunge un'altra sfumatura d'ambiguità al carattere di Claude.



La Cattedrale è una presenza fissa a livello concettuale anche in questo musical, oltre che nel romanzo: in particolare la ritroviamo nelle parole di Frollo durante tutto il musical, o meglio nella parola sanctuary, asilo, che curiosamente usa solo con le tre persone più importanti della sua vita: Jehan, Quasimodo, ed Esmeralda. Dice ora a Quasimodo che non capisce come il re abbia permesso da principio ai gitani di poter accedere e vivere a Parigi, "come fosse stato loro concesso asilo/ come mi riempie di disgusto camminare tra loro eppure devo,/ detesto lasciare te e il nostro fidato asilo". E qui già sta sul cazzo Frollo, per l'ipocrisia di un sacerdote che sputa su coloro che forse più di tutti avrebbero bisogno dell'asilo della Chiesa. Quasimodo tenta di convincere Frollo a portarlo con lui, "sono forte e posso proteggervi, come santo... Santo..." e s'impappina, al che Frollo ride.

E subito se ne pente, e si scusa.

"Mi dispiace, ragazzo mio: non era mia intenzione ridere di te. La verità è che è quello che farebbero altri... se non peggio."


Come faccio a non amare quest'uomo, come? Sigh.

Andando avanti, la trama qua la conoscete: Frollo fa a Quasimodo il discorso sulla deformità e sul dover restare nascosto, ma dove nel cartone era fatto con sprezzo e una vena di genuina cattiveria e puro intento manipolatorio, qua è chiaro che Frollo lo faccia per proteggere davvero Quasimodo. Forse perché è convinto che chiunque reagirebbe al volto di Quasimodo come vi ha reagito lui, a suo tempo. Quando se ne va, Quasimodo canta Out There (Via di qua), e per la prima volta lo vediamo liberarsi del peso delle sue deformità: la sua voce si fa melodiosa, i suoi gesti più sicuri; si arrampica, si rivolge al pubblico persino, coinvolgendoci ancora di più.

E poi oh, Michael Arden c'ha 'na voce che fa spavento da quanto è bella e potente.


Quasimodo decide alfine di sgarrare e con lui usciamo in piazza e andiamo alla Festa dei Folli: Topsy Turvy part 1 (Sottosopra parte 1):musicalmente ha un ritmo forse più allentato rispetto a quella del cartone animato, ma le coreografie sono carinissime e divertenti, e il re dei gitani Clopin è fantastico. A interpretarlo è Erik Liberman, che dopo aver studiato con Judi Dench ha lavorato sia a teatro – War Paint, The Band's Visit, LoveMusik – che in televisione – VinylUnforgettableAngel – collaborando anche con attori del calibro di Viola Davis e Peter Dinklage. Commento su Clopin: lo adoro. È divertente, a volte severo, ma anche molto premuroso e attento al suo popolo: è commovente il modo in cui interagisce con loro anche fisicamente in certe scene. Se il Clopin del cartone è un po' il comic relief, questo è invece sfaccettato e umano.



Arriva sul palco un bell'uomo in cotta di maglia, che ci si presenta come il Capitano Phoebus de Martin – interpretato da Andrew Samonsky (The Bridges of Madison County, Benny & Joon, Into the Woods) – dai modi galanti e dalla camminata spavalda... e dallo sguardo vagamente spettrale. Appena arrivato a Parigi dal fronte, per prendere il comando della Guardia della Cattedrale, Phoebus ci canta una delle mie canzoni preferite: Rest and Recreation (In licenza), in cui tutto gasato per i tre giorni di vacanza che lo aspettano flirta con tutte le donne che gli capitano davanti, chiede da bere, un amabile cazzone. Poi Clopin prova a rubargli la borsa e Phoebus quasi gli stacca la testa con la spada. Basta quel solo gesto di violenza a riaprire le ferite, e mentre Clopin si allontana Phoebus si ritrova assalito dai ricordi dei quattro anni al fronte:


[CONGREGAZIONE]

Spezzati quei cadaveri nel fosso del castello

E quel dannato assedio quanto ancora durerà?

Nell'aria quell'afror di morte senza onor


[PHOEBUS]

Chi paga più lo chiamo "Mio signor"


[CONGREGAZIONE]

Ma ora qua a Parigi trovo

Pace dall'orrore

Dall'urla e le ferite di chi

Va a morir laggiù


[PHOEBUS, CONGREGAZIONE]

Ma io non ci sto più

Non mi volterò più


[PHOEBUS]

Voglio ancora sentire il sol


Phoebus si riprende e sta quasi per concludere con una delle dame in piazza, quando si ritrova a fermare un ladruncolo gitano. Si presenta poi a Frollo, che esprime il proprio sollievo nel vederlo giungere tanto presto, perché "La pestilenza di questi gitani si fa più pericolosa ogni giorno", e dunque il Capitano dovrà assumere la carica fin da subito. Addio licenza.

La Festa prosegue e si arriva al clou: una figura incappucciata sale sul palco, presentata da Clopin; al segno convenuto, la veste grigia viene strappata in due rivelando la bella Esmeralda – interpretata da Ciara Renée (Legends of Tomorrow, Jesus Christ Superstar, Broadway's Big Fish) – che si esibisce nella stupenda Rhythm of the Tambourine (Il Ritmo del Tamburino).



Lo ammetto, mi arrapa un sacco. La Renée è gnocca e brava e quando balla è da far girare la testa. Senza essere volgare, sottolineo.

All'esibizione assistono anche Quasimodo, Phoebus e Frollo, e mentre i primi due s'incantano davanti a colei che definiscono "un angelo", Frollo è sconvolto e pensa che balli "come il Diavolo stesso". Un trucchetto molto carino è la finzione di uno slow motion mentre i tre fessacchiotti cantano e sullo sfondo stanno Esmeralda e i parigini: i secondi fermi a metà degli applausi, la prima immobile fingendo di far roteare dei veli che in realtà sono rigidi. Detta così sembra una cazzata, lo so, ma visivamente funziona eccome.


Clopin ha più battute rispetto al cartone, infatti ora lo vediamo complimentarsi con Esmeralda per l'esibizione e prendere parte del denaro che lei ha guadagnato; Esmeralda prova a ribellarsi – ha un bel caratterino – ma Clopin le fa ben capire che o magna quella minestra o salta dalla finestra, quindi o gioca secondo le regole o la cacceranno da Parigi. Esmeralda accetta scazzata, e insieme a Clopin inizia a radunare gli uomini per trovare la faccia più brutta di Parigi, il Re dei Folli (Topsy Turvy part 2). Mentre i concorrenti si esibiscono, Esmeralda vede Quasimodo senza cappuccio e dopo un momento di spavento da parte di entrambi lo incoraggia a partecipare, "perché non trarre vantaggio da quel che hai?", frase orribile che mi fa venire un brivido di raccapriccio ogni volta.

Ovviamente va come nel cartone, i parigini sconvolti e Clopin che prova a salvare la situazione presentando Quasimodo come nuovo Re; tutti festeggiano, Quasimodo è felicissimo, spariamo coriandoli.


Un commento a questo passaggio e in generale: questo musical è ricco di gesti. In ogni scena mentre i personaggi principali agiscono quelli secondari non restano fermi ma si muovono, parlano, fanno smorfie. Mentre l'attenzione dello spettatore è portata a focalizzarsi su Quasimodo incoronato, ci sono poco dietro Clopin che gli batte una mano sulla gobba come a congratularsi, salvo poi scrollare la stessa mano disgustato, ed Esmeralda che da sorridente si fa seria quando vede la faccia incazzata di Clopin per il casino che lei ha combinato col gobbo. È anche qui la genialità, è anche questo che rende ancora più reale il mondo oltre la parete. Quasimodo che accoglie con stupore lo scettro da Re e poi lo agita con fare da bambino a cui è stato dato un giocattolo, o Frollo che sgrana il rosario poco prima, o ancora Esmeralda che corre dietro a Clopin e Frollo che allunga una mano come a fermarla ma non viene visto.

*Sigh* Io le amo 'ste cose, va bene?


Tutti sono felici, Phoebus fa per attaccare il limone a una tizia, ma all'improvviso uno stronzo tira un pomodoro in faccia a Quasimodo ed è subito imitato da altri pecoroni (i parigini come i paperopolesi di Guido Martina, basically). La tecnica del finto slow motion viene qui ripetuta quando due dei congregati spiegano che in tanti anni di Festa non era mai successa una cosa del genere, "ma non avevano mai visto una faccia tanto brutta", mentre sullo sfondo i cittadini si avvicinano minacciosi a Quasimodo.

Ora, io sono un cazzone e lo sapete, ma questa scena è veramente brutta. Nel cartone è forte ma qua a me ha fatto venire ancora di più il magone, perché Quasimodo viene picchiato e poi frustato. E a ogni schiocco della frusta ci sembra di sentire lo stesso dolore.

A interrompere la barbarie arriva Esmeralda, che non solo libera Quasimodo ma gli dà anche da bere, come nel romanzo.

Non come in NDDP, dove quella rincoglionita di Esmeralda deve essere pilotata da paparino Clopin perché altrimenti non sa mettere più di due sinapsi in fila.


Scusate. M'è scappato.

Quasimodo ringrazia Esmeralda per avergli dato da bere, lei taglia le corde che lo legano e lo supplica di andare via, i parigini si incazzano – "ci stai rovinando la festa!" – e deve intervenire Clopin che con un trucco scappa insieme a Esmeralda in una nuvola di fumo. I parigini provano ad avventarsi di nuovo sul gobbo, ma vengono fermati dalla voce imperiosa di Frollo. "Dobbiamo mostrare gentilezza a questa creatura, come fece il Salvatore quando guarì i lebbrosi. Tornate alle vostre case, la festa è finita".

È straziante il momento in cui Quasimodo, ancora in ginocchio, prova ad afferrarsi al gambe di Frollo e lui si tira indietro, lasciandolo ricadere faccia a terra (Into Notre-Dame). Frollo non è tanto furioso per la derisione dei parigini – "l'animaletto di Don Frollo!" – quanto deluso da quello che percepisce come un tradimento, come dice a Quasimodo.


[FROLLO]

Non hai creduto

Non hai ascoltato

Così umiliando me

Che sempre ti ho protetto

E mi hai tradito

Così


[QUASIMODO, parlato]

Perdono, Padrone... Non uscirò più...


[FROLLO]

Imparerai

Che non c'è posto là per te

Sei felice se

Torni al tuo sacro asilo


"Senza tornar fuori... Mai."

Frollo ordina a Phoebus di riportare Quasimodo nella Cattedrale; rimasto solo, l'arcidiacono fa per andarsene anch'egli ma lo sguardo gli cade su un pezzo di stoffa rossa a terra. Un velo della gitana, che lui decide di raccogliere. Il primo passo del suo declino.


Mentre quel gobbo

Più triste tornava

Fedele a Notre-Dame

E nell'ombra a seguirlo

la donna gitana

Mai stata a Notre-Dame



Ed a quella bellezza si volse

Come un naufrago a un gesto d'amor

E ogni arco e vetrata

E sospiro sembrava portar


[ESMERALDA]

La luce a Notre-Dame


Adoro questa scena. La cattedrale è viva e palpitante e maestosa, è solida eppure non ostile, anzi diventa un rifugio intimo e caldo (perfetti anche i colori delle luci). NDDP, prendi nota e impara: è così che si costruisce una cattedrale, non proiettando due filtri sputati a forma di rosone sul pavimento. (Sì, lo so, scusate. Sono ancora troppo bitter per quella storia.)

Mentre Esmeralda si guarda intorno commossa, arriva anche Frollo il quale si affretta a nascondere il velo rosso in tasca. È mio obbligo morale riportarvi il loro dialogo per intero, perché goddamn io amo questi due insieme, hanno una chimica pazzesca.


F: "Dunque una gitana osa entrare in questo luogo sacro?"

E: "Perché no?"

F: "Perché la tua razza non ha il permesso di stare qui."

E: "Perché ci odiate così tanto? Che cosa vi abbiamo mai fatto?!"

F: "Più di quanto tu possa sapere... Cosa ci fai qui?"

E: "Sono venuta a cercare quel ragazzo. È colpa mia se è finito su quel palco."

F: "Il ragazzo non ha bisogno del tuo aiuto, è compito mio. Dio ama anche i mostri."

E: "Non è meno umano di noi!"

F: "Alcuni di noi sono meno umani... In senso morale."

E: "Parlate di me?"

F: "Balli in pubblico senza vergogna o pudore-"

E: "Ballo perché mi piace. Anche ad altri piace. E mi pagano."

F: "Come farebbero con una donna della tua reputazione. Neghi anche di praticare la magia nera?

E: "Se avessi il potere della magia, perché non lo userei per aiutare me stessa e gli altri?"

F: "...Sei sveglia. Contorci la verità come contorci il tuo corpo nella danza." [fa per andarsene]

E: "Vostra grazia! Dev'esserci un po' di clemenza in voi. Se avete aiutato quel ragazzo, allora potrete certo dimostrare la stessa bontà anche ad altri sfortunati quasi quanto lui. Come vorreste essere trattato dagli altri, non potreste trattarli voi?"

F: [si ferma, stupito, si volta] "Nostro Signore Gesù... Ha detto qualcosa di simile." [si avvicina e lei si ritrae, le campane suonano] "Lo vedi sulla croce là, da cui ci guarda?" [sente il coro] "La messa di mezzogiorno sta cominciando. Devo andare. Figliola, anche se il tuo popolo è perduto, forse qualcosa in te può essere salvato. Resta. Magari vedrai quale sia la vera bellezza e noi... Noi possiamo continuare più tardi questo discorso."



Boh, io piango. Soprattutto perché ora comincia God Help the Outcasts (Dio fa' qualcosa). Ora, non mi dispiace la versione del cartone, sia in italiano che in inglese, anche se la traduzione mi sta sul cazzo perché è molto meh rispetto all'originale. Ergo io e la santissima Angharad senza cui non saprei dove mettermi le mani l'abbiamo riscritta tutta, e ve la mettiamo qua sotto (affiancata dall'originale inglese e dalla traduzione letterale).

Per quanto riguarda l'interpretazione, Ciara Renée è semplicemente strepitosa.

Non mi sembra che la sua Esmeralda preghi Dio, anzi gli si rivolge quasi da pari a pari e lo fa persino con rabbia e rancore in un certo momento, ma anche commozione e umiltà. Non mi ha mai convinto la delicatezza dell'interprete originale del cartone, l'ho sempre trovata eccessiva: la Renée non è inopportuna né esagerata, non grida, ma riesce a dare una rilettura molto più forte e intensa di questo brano. Riuscendo anche a farmi sentire Dio più vicino, su questa terra amara.


[CONGREGAZIONE]

Salve, Regina

Mater misericordiae

(Madre di pietà)

Vita, dulcedo

(Nostra vita, dolcezza)

Et spes nostra, salve

(E speranza)

Ad te suspiramus gementes et flentes

(A te vanno i nostri sospiri, mentre piangiamo e gemiamo)

In hac lacrimarum valle

(In questa valle di lacrime)


[ESMERALDA]

Io non so se puoi sentirmi / I don't know if you can hear me

E neppure se ci sei / Or if you're even there

Forse non ascolteresti / I don't know if you would listen

I pensieri miei / To a gypsy's prayer

(La preghiera di una gitana)


So che sono una gitana / Yes, I know I'm just an outcast

(Sì, so di essere solo un'emarginata)

Pregarti non dovrei / I shouldn't speak to you

(Non dovrei rivolgerti la parola)

Ma il tuo viso parla e sento / Still I see your face and wonder

(Ma ti guardo in viso e mi chiedo)

Un dolore come in me / Were you once an outcast too?

(Se anche tu sia mai stato emarginato)


Dio non lasciarci / God help the outcasts

(Dio aiuta gli emarginati)

Senza di te / Hungry from birth

(Affamati dalla nascita)

Sazia la fame / Show them the mercy

(Dimostra loro la pietà)

D'amore e pietà / They don't find on Earth

(Che non trovano sulla Terra)

Dio non lasciarci / God help my people

(Dio aiuta la mia gente)

Sei padre per noi / They look to you still

(Che ancora guarda a te)

Solo il tuo amore / God help the outcasts

(Dio aiuta gli emarginati)

Salvarci potrà / Or nobody will...

(O nessuno lo farà)


[CONGREGAZIONE]

Vorrei di più / I ask for wealth

(Io chiedo la ricchezza)

Le gemme e l'or / I ask for fame

(Io chiedo la fama)

Vorrei per sempre la gloria e l'onor / I ask for glory to shine on my name

(Io chiedo che la gloria risplenda sul mio nome)

Vorrei un amor da posseder / I ask for love I can possess

Che Dio mi aiuti ogni giorno per sempre / I ask for God and his angels to bless me

(Io chiedo che Dio e gli angeli mi benedicano)


[ESMERALDA]

Padre lontano / I ask for nothing

(Io non chiedo niente)

Ascolta chi è / I can get by

(Posso cavarmela)

Al freddo e perduto / But I know so many

(Ma ne conosco tanti)

E ancor pensa a te / Less lucky than I

(Più sfortunati di me)

Questa preghiera / Please help my people

(Per favore, aiuta la mia gente)

Raccoglila a te / The poor and downtrod

(I poveri e gli oppressi)

Se ancora sai amare / I thought we all were

(Credevo fossimo tutti)

Chi più ama te / The children of God

(I figli di Dio)


Dio non lasciare / God Help the outcasts

I figli di Dio / Children of God

Children of God



Al canto di Esmeralda assistono nascosti anche Quasimodo e Phoebus; Frederic, uno dei suoi soldati, fa per avvicinarsi e arrestare la gitana, ma il capitano lo trattiene e lo manda via. Segue una breve colluttazione tra Esmeralda e Phoebus, ma entrambi fanno un passo indietro.


P: "Senti, il mio compito è proteggere la Cattedrale."

E: "Dai luridi gitani come me."

P: "Tu lo dici, non io. Ma ho degli ordini da seguire."

E: "E se c'è una cosa che un buon soldato sa fare, è seguire gli ordini."

P: "Chi ha detto che sono un buon soldato?"

E: "Stai dicendo che non lo sei?"

P: "Sto dicendo che ho un lavoro da fare. È molto meglio di quello che avevo prima."

E: "Seppellire i compagni in tombe senza nome? ...Puoi guardarmi, sai. Non tutti lanciamo incantesimi."

P: "Lo so... Da dove vieni?"

E, sorridendo ironica: "Lo chiedi a una gitana?... Tutto quel che so è che vengo dal niente. Come te."


Il loro discorso viene interrotto da Quasimodo, mossosi sulla balconata superiore. Esmeralda corre via e lo segue, Quasimodo disperato cerca di nascondersi fingendosi un gargoyle, ma ovviamente lei lo trova. I due si presentano, lui le spiega di esser quasi del tutto sordo e di aver vissuto tutta la sua vita nella torre, e che parla con i gargoyle, il vento, gli uccelli, le campane. Li presenta come suoi amici, salvo poi rimproverarsi da solo e colpirsi in testa – Frollo lo ammoniva, per questa sua abitudine di parlare agli oggetti – ma Esmeralda lo ferma, gli dice che le piacciono i suoi amici.

Quasimodo decide di mostrarle il panorama dalla torre, Esmeralda si affaccia e quasi cade perché soffre di vertigini ma Quasimodo la tira indietro, inorgogliendosi quando lei si complimenta per la sua forza. Insieme cantano Top of the World (La cima del mondo), durante cui Quasimodo scherza e si esibisce per Esmeralda, e ridono insieme; al termine della canzone (una delle traduzioni più stronze del mucchio, se volete darci uno sguardo ve la passo in privato ma qua taglio) 



Quasimodo entusiasta si mette a suonare le campane – "Cantate per lei! Cantate per Esmeralda!" – e le fa vedere il calderone dove fonde il piombo per riparare le campane, ma il momento di allegria viene interrotto da Frollo, furioso perché Quasimodo ha suonato a caso e non è mai successo prima, ma la sua furia si placa quando vede Esmeralda (madonna la ship, madonna il badwrong). Frollo congeda Quasimodo, e resta solo con la gitana.


F: "Gli stai riempendo la testa di sogni?"

E: "No, solo pensieri. Non c'è nulla di male nel pensare, sbaglio?"

F: "Dipende. Hai visto quanto sia suggestionabile. Poco più che un bambino."

E: "A guardarlo io non vedo un bambino."

F: "Ma tu lo sei in un certo senso, hai mostrato una volontà d'imparare. Un'anima che desidera essere salvata è già a metà strada. Potrei insegnarti i vangeli; condividere con te la grazia di Nostro Signore. Potresti venire qui ogni giorno. O forse, meglio ancora... potresti restare qui."

E: [sorride, ma poi si ritrae] "Restare qui?"

F: "Nella Cattedrale... Con me." [prova a prenderle la mano, ma lei indietreggia]

E: "Non penso sarebbe una buona idea."

F: "No?..."

E: "...Ho visto il modo in cui mi guardate."

F, furioso: "Come osi?! La tua anima è così sporca da non riuscire a vedere la bontà altrui. Avrei dovuto sapere che nessuno zingaro può voler davvero la salvezza."


Frollo richiama il capitano e caccia Esmeralda, ordinando il suo arresto qualora osasse ripresentarsi alla Cattedrale. Ritorna Quasimodo, a cui Frollo chiede se abbia pensieri impuri, domanda che Quasimodo nemmeno comprende, ma l'arcidiacono gli molla uno schiaffo e gli fa promettere di non pensare più a Esmeralda.

Ma nonostante il suo rimprovero a Quasimodo, Frollo stesso non riesce a smettere di pensare a lei. Inizia a vagare per la città, notte dopo notte, cercando di sfuggire al pensiero della propria camera fredda e buia; la sua cerca senza bussola lo porta in una delle zone più losche di Parigi, fino a una taverna da cui giunge l'eco di risa e musica, La Pomme d'Eve. È qui che troviamo i gitani, intenti a bere e ballare, in un gioco di seduzione divertente e intrigante, in un canto straniero e ammaliatore, scritto in parte in lingua romaní: Tavern song (Thai Mol Piyas).


In the dark of the night

(Nel cuore della notte)

In the dead of the winter

(Nel silenzio dell'inverno)

Ándo bírto zhas

(Andiamo alla taverna)

Thai mol piyas

(Beviamo il vino)

Come keep me warm until morning

(Vieni a scaldarmi fino al mattino)



Questa canzone è l'equivalente de Il Val d'Amore di NDDP, ma dove là l'erotismo è "rappresentato" – parola grossa – da ballerine vestite di cinghie metallizzate e sullo sfondo gente che scopa in controluce in quelli che sembrano i cessi di un qualunque locale lercio, qua abbiamo invece una musica travolgente ma che sa anche lasciare spazio alla sola insidia degli archi, e le luci soffuse delineano morbidamente i profili degli avventori: chi beve, chi mormora, chi risale con la mano sotto una gonna...

Arrivano alla taverna anche Phoebus e Frederic; Clopin – che è molto protettivo nei confronti di tutti i suoi "sudditi" – prova a mandarli via, ma Phoebus lo tranquillizza: sta solo cercando una persona. Clopin nicchia ma Esmeralda sente e lo rassicura; Clopin finalmente convinto si allontana lasciando soli il soldato e la gitana.


P: "Perdi gli amici facilmente, vero?"

E: "Sono fatta così."

P: "Il che rende più difficile trovarti."

E: "Ti delude?"

P: "Ti sorprende?"

E: "Sinceramente, sì."

P: "Anche a me."

E: "Beh, ora che mi hai trovato, cosa hai intenzione di fare?"

P: "Te l'ho detto, non sono bravo come tutti pensano."


Parte un sano limone tra i due, mentre Frollo dalla balconata assiste sconvolto alla scena ("non posso sopportarlo, ma non riesco a distogliere lo sguardo"); Esmeralda poi fugge via insieme a Clopin nella notte.

Dalla torre del campanile, affiancato dai gargoyle, Quasimodo scruta la piazza sperando di scorgere la gitana.


G: "Non dovresti pensare a lei."

Q: "Oh, non posso farci niente! Mi manca."

G: "Quasimodo, puoi pensare a tutto ciò che vuoi!"

Q: "No! Il padrone dice che non devo."

G: "Non può dirti cosa pensare e cosa no! E poi, guardi giù quasi tutte le notti."

Q: "Ma stavolta è diverso. È tutto diverso ora..."


Quasimodo canta la delicata Heaven's light (Luci del Paradiso), che tutti conosciamo e amiamo, e che ogni volta mi fa piangere. La versione di Arden è forse meno soft di quella del cartone, ma non risulta mai aggressiva e anzi esprime solo una passione pura e sincera. Mi piace anche che visivamente sia qui ridotta al minimo: solo Quasimodo, illuminato da una luce bianca.

Segue Hellfire (Fiamme dell'Inferno), E VABBE'.

Che posso dire? Penso sia uno dei momenti più alti della cinematografia Disney, un gioiello dell'animazione. La versione del musical è più scarna a livello visivo, la congregazione ha meno spazio fisico ma non se ne sente la mancanza: sono le luci a dare forma alle emozioni, e Patrick Page domina il palco come solo un divo sa fare. Personalmente adoro le scelte cromatiche – si inizia col blu che declina poi in avorio e infine un rosso incandescente – e adoro le movenze di Page, le mani che tremano, i pugni stretti sulla veste, e sul finale le braccia allargate nella parvenza di un Cristo in croce, immerso nel bagliore scarlatto della depravazione.

Il mattino seguente Frollo si presenta al cospetto del re Luigi XI, da cui ottiene di avere più uomini per la Guardia della Cattedrale, e soprattutto un mandato d'arresto per Esmeralda, accusata di stregoneria.

Al ritmo di Esmeralda, Frollo e i suoi soldati mettono a ferro e fuoco Parigi, cercando la zingara.


[CONGREGAZIONE]

Hunt down the gipsy Esmeralda

(Date la caccia alla zingara Esmeralda)

Don't let her flee and vanish in the night

(Non lasciatela fuggire e svanire nella notte)

These are the flames of Esmeralda

(Queste sono le fiamme di Esmeralda)

While she is free our torches must burn bright

(Finché è libera, le nostre torce dovranno brillare)


[FROLLO, a Quasimodo]

The wicked shall not go unpunished,

(I perversi verranno puniti)

The heart of the wicked is of little worth

(Il cuore degli empi ha poco valore)

The wicked shall not go unpunished


[...]


[CONGREGAZIONE]

Till at last, they were told of a brothel

(Finalmente, fu detto loro di un bordello)

Where they sometimes hid gypsies from harm

(Dove talvolta i gitani venivano nascosti e protetti)

But the madam, that whore

(Ma la maîtresse, quella puttana)

Denied it and swore by the saints

(Negò e giurò sui santi)

The saints of Notre-Dame...

(I santi di Notre-Dame)


I soldati perquisiscono la struttura senza risultato, ma Frollo ordina comunque a Phoebus di bruciare il bordello.


[PHOEBUS]

And he held the torch that crackled

(E strinse la torcia che crepitava)

Like the gipsy's voice

(Come la voce della gitana)


[FROLLO, parlato]

State disobbedendo a un ordine diretto?


[PHOEBUS]

And he knew this was the moment he must make a choice...

(Ec apì che era il momento di fare una scelta)


Nell'esitazione, Phoebus sente riecheggiare nella testa le parole di Esmeralda in God Help the Outcasts: è quanto basta per convincerlo a gettare la torcia. Furente, Frollo ordina l'arresto del capitano, ma interviene Esmeralda finora rimasta nascosta: nella colluttazione che segue, Frollo ferisce Phoebus col pugnale di Esmeralda e accusa lei del tentato omicidio davanti al resto dei soldati. Esmeralda riesce però a fuggire, portando via Phoebus.

Il brano sale all'apice (non esiterei a definirlo orgasmo, è un'estasi sonora), e mentre Esmeralda corre a cercare aiuto, Phoebus, Frollo e Quasimodo la invocano insieme al coro di tutta Parigi.


[FROLLO]

Good people of Paris, I've heard the calling of the Lord

(Brava gente di Parigi, ho sentito la chiamata del Signore)

The time has come to take our city back

(È giunto il momento di riprenderci la nostra città)

We'll save our Paris

(Salveremo la nostra Parigi)

Expunge this heathen gipsy horde

(e cancelleremo l'orda d'infedeli gitani)

Before we're overrun, we must attack!

(Prima che ci invadano, dobbiamo attaccare!)


[...]


[CONGREGAZIONE]

Where is the girl called Esmeralda?

(Dov'è la ragazza chiamata Esmeralda?)

The flames go tall and sharp as fleur-de-lis

(Le fiamme s'innalzano affilate come fiordalisi)

All Paris burns for Esmeralda

(Tutta Parigi brucia per Esmeralda)


[QUASIMODO, FROLLO, PHOEBUS]

And still it all comes down to her and me

(E ancora tutto si riduce a me e lei)


[FROLLO]

The Devil dwells in Esmeralda

(Il Diavolo vive in Esmeralda)


[...]


[CONGREGAZIONE]

Wake up the city and sound the alarm!

(Svegliate la città e suonate l'allarme!)

These are the flames of Esmeralda

(Queste sono le fiamme di Esmeralda)

The night is singing of Esmeralda...

(La notte canta di Esmeralda)

Even the bells of Notre-Dame!

(Persino le campane di Notre-Dame)



Così si chiude il primo atto: la cattedrale illuminata dalle fiamme di Parigi, Frollo che domina la città dall'alto, Quasimodo e i soldati a suonare le campane.

Io vado un attimo a stendermi sul letto perché nn c l pss fr.

No, seriamente: adoro questo brano. Non è il mio preferito – a quello dobbiamo ancora arrivarci – ma prende sicuro la medaglia d'argento: a livello visivo e musicale è semplicemente spettacolare.

Il ritmo è serrato, la narrazione accelera mozzandoci il respiro per l'angoscia, vediamo Frollo precipitare sempre più nella sua follia personale mentre cresce la disperazione di Quasimodo e Phoebus, e la città che brucia, brucia, brucia. Notare anche la raffinatezza della citazione ai fleur-de-lis: il fiordaliso, simbolo dell'autorità reale di Francia a capo della caccia, ma anche richiamo a Fleur-de-Lys del romanzo di Hugo – fidanzata di Phoebus – che brama la distruzione di Esmeralda.


Ammetto che ho un debole per Frollo specialmente in questa sequenza, perché è così fottutamente convinto di essere nel giusto che mi fa morire. Un po' dal ridere, un po' dalla pietà, e un po' dalla voglia di prenderlo a schiaffi. Ma è così tragico che alla fine lo bacerei e basta.

E poi sono felicissimo di non dover sopportare quei tre cazzo di gargoyle con la loro Fuoco d'Amour, ovvero Come rovinare un momento tragico perché CI SONO I BAMBINI.


Andiamo avanti: Entr'acte, splendido intermezzo in cui il coro ripercorre i brani del primo atto, per poi lasciar spazio al secondo. Esmeralda va alla Cattedrale a chiedere aiuto a Quasimodo, che riluttante accetta di ospitare Phoebus. Esmeralda lo ringrazia e gli lascia l'amuleto intrecciato – "Se questo amuleto porterai, la città in mano tu avrai" – per poi fuggire via. I gargoyle rimproverano Quasimodo e gli dicono di correrle dietro.


G: "Qual è il problema? Hai paura?!"

G: "Certo che ne ha, e fa bene!"

G: "Ma è questo che fa di te un eroe! Fare qualcosa che ti spaventa!"

G: "Un eroe... O un santo!"

Q: "Volete dire come san... San... Insomma, qual è il tuo nome?"


Appare Sant'Afrodisio, vescovo di Béziers: secondo l'apocrifo Vangelo dell'Infanzia egli protesse la Sacra Famiglia al tempo della loro fuga in Egitto; in seguito, Afrodisio divenne discepolo di Gesù in Palestina, emigrò in Provenza con Lazzaro, e infine morì martire sotto Nerone (per decapitazione). Insieme a Quasimodo canta Flight into Egypt (Fuga in Egitto).


[APHRODISIUS]

I offered shelter to her who is Notre-Dame

(Ho dato asilo a colei che è Nostra Signora)

If that's what I could do

(Se questo è quel che ho potuto io)

Then Quasimodo you can too

(Allora Quasimodo lo puoi anche tu)


Quasimodo capisce cosa sia davvero l'amuleto – la mappa per la città – e decide di andare a cercare Esmeralda per riportarla alla Cattedrale, dove darle asilo.


[CONGREGAZIONE]

Like saints in stone and song

(Come i santi nella pietra e nei canti)


[QUASIMODO]

For her I will be strong!

(Per lei sarò forte!)


[CONGREGAZIONE]

And your flight into Egypt

(E la vostra fuga in Egitto)

May last your whole life long

(durerà tutta la vostra vita)


Phoe bussi risveglia e scambiano qualche parola, ma arriva Frollo: Quasimodo gli richiude la botola in testa e spinge di nuovo Phoebus nel suo nascondiglio.


F: "Stavi parlando con qualcuno?"

Q, indicando i gargoyle: "Solo... I miei amici."

F: "Oh, i tuoi amici. Oggi è stata una giornata piuttosto intensa."

Q: "Ah, sì! Anche quello!"

F: "Sì. I fuochi. Non si poteva evitare, temo. Sono contento che tu sia qua, al sicuro da tutto."

Q: "Storia! Storia! Sant'Afrodisio!"

F: "Oh, che buona memoria... Sembri distratto, ragazzo mio. C'è qualcosa che ti turba?"


Quasimodo nega, ma ovviamente Frollo che scemo non è capisce che sta mentendo e insiste.


[CONGREGAZIONE]

And the hunchback looked his master

(E il gobbo guardò il padrone)

In his piercing eyes

(Nei suoi occhi penetranti)


[FROLLO, parlato]

"Quasimodo?"


[CONGREGAZIONE]

And for the very first time in his life

(E per la prima volta in vita sua)

He told a lie

(Disse una bugia)


Q: "No! Niente Esmeralda."

F: "Bene, allora è questa la risposta. Non avere paura, ragazzo mio. Non sono adirato con te."


[FROLLO]

I know what little choice you had

(Lo so quanta poca scelta tu abbia avuto)

You were seduced

(Sei stato sedotto)

Seduced by Esmeralda

(Sedotto da Esmeralda)

I know you don't mean to be bad

(Lo so che non intendi essere cattivo)

And you feel gratitude for all I've done

(E che sei grato per tutto quel che ho fatto)

Why, there are times I almost think of you

(Certe volte quasi penso a te)

As my son

(Come a un figlio)


Frederic, entrando: "Scusate, Vostra Grazia."

F: "Non interrompetemi quando sono qui!"

Fr: "Chiedo scusa, ma ci sono buone notizie. I miei uomini pensano di aver trovato il nascondiglio dei gitani."

F: "La Corte dei Miracoli!"

Fr: "Sì, così la chiamano."

F: "Ebbene, temo che il loro miracolo sia ormai finito. Attaccheremo all'alba. Vedi figliolo, andrà tutto bene."


[FROLLO]

I will find her

(La troverò)

Never fear

(Non temere)

Then I will rejoin you here

(Poi tornerò qui da te)

To cheer her capture

(Per celebrare la sua cattura)

In our cheery sanctuary

(Nel nostro felice asilo)


Andatosene l'arcidiacono, Quasimodo e Phoebus battibeccano per decidere chi dei due debba andare a salvarla – "La troverò io!" "Tu? Non essere ridicolo. Riesci a malapena a parlare!" "E tu riesci a malapena a camminare!" – ma alla fine cedono ed escono insieme dalla Cattedrale.


[CONGREGAZIONE, parlato]

Strisciando oltre le spettrali fontane vicino cui dormivano i mendicanti. S'immersero nell'ombre per non esser scorti da un paio di donne affacciate alle finestre sorreggendo candele, che crepitavano nella nebbia crescente. Il coprifuoco aveva da molto suonato e le strade si facevano sempre più buie e desolate. Non riuscivano a distinguere nulla della selva dei palazzi, solo tetti neri in strani angoli acuti. E il labirinto di vie e ponti, simile a un gomitolo di filo intrecciato da un gatto.


Come nel cartone, i gitani sorprendono Quasimodo e Phoebus (The Court of Miracles) e li conducono alla forca – "Ma dobbiamo proteggere a tutti i costi il nostro segreto / È la nostra vita o la vostra" – dove Clopin ne decreta la morte. Esmeralda accorre appena in tempo per fermare l'esecuzione e spiegare il malinteso; Phoebus e Quasimodo li avvertono dell'attacco imminente.


Clopin: "Oh, perché dovremmo credervi? Tu sei lo schiavo di Frollo! E lui invece è un soldato, e noi non ci fidiamo dei soldati!"

Esmeralda: "Non è più un soldato!"

Phoebus: "Sono un emarginato tanto quanto voi."

Gitani: "Clopin, se dicono la verità..." "Non abbiamo molto tempo!" "Dobbiamo prepararci a partire!"

C, combattuto: "Credevo che avremmo potuto restare, per qualche anno almeno... Sì, dobbiamo fare in fretta. Sì, ora! Esmeralda! ...Vai a fare i bagagli."

P: "I bagagli? Te ne vai con loro?"

C: "Certo che sì. A prescindere da tutto, non lasceremo indietro una dei nostri."

Esmeralda: "Grazie, Clopin!"

P: "Esmeralda, no!"

E: "Cosa vorresti che facessi?"

P: "Venire con me?"

E: "Dove?!"

P: "Non lo so. Potremmo costruire una vita insieme."

E: "Sei proprio un sognatore, vero?" [va da Quasimodo]

Q: "Esmeralda. Io ti nascondo. Tengo al sicuro."

E: "Quasimodo, no."

Q: "Magari nelle cripte. E tutto il resto..."

E: "Grazie, Quasimodo, ma sarebbe troppo pericoloso. E non solo per me. Anche per te."

P: "Allora se non verrai tu con me, verrò io con te."

Q: "Tu?! Vai con lei?!"

E: "Non puoi, Phoebus."

P: "Perché no? Non c'è più nulla per me qui. Magari non c'è mai stato."

E: "Sì, ma diventare uno di noi..."

Clopin: "Sei pazzo. Non hai idea di cosa dovresti affrontare!"

P: "Me la sono fatta l'idea, in queste settimane. Ma non m'importa."


Segue uno dei pezzi più commoventi, In a Place of Miracles (In un luogo di miracoli), in cui Esmeralda e Phoebus finalmente ammettono la nascita del sentimento tra loro, e decidono di viverlo. Quasimodo assiste sconvolto e ferito, cantando a contrasto una reprise di Heaven's light. Si uniscono anche i gitani, pronti a lasciare Parigi.


[GITANI]

Will we reach a friendlier shore

(Raggiungeremo una sponda più accogliente)

Will we find a haven once more

(Troveremo di nuovo un rifugio)

Where we'll be

(Dove saremo)

In a place of miracles

(In un luogo di miracoli)

Now we leave our home

(Ora lasciamo la nostra casa)

For a place of miracles

(Per un luogo di miracoli)


[CLOPIN]

Romanis again must roam

(I romaní devono ancora vagare)

Could there be a country

(Potrebbe esserci un paese)

Kinder to our race?

(Più gentile con la nostra razza?)


[GITANI]

In a place of miracles


[QUASIMODO]

Where's my place of miracles

(Dov'è il mio luogo di miracoli?)


[PHOEBUS]

In a place


[TUTTI]

Of miracles



Purtroppo come nel cartone Frollo e i suoi soldati irrompono nella Corte dei Miracoli; Frollo rivela a Quasimodo di averlo usato per trovare la Corte, poi fa portare tutti i gitani alla Bastiglia e ordina che il gobbo venga rinchiuso nella Cattedrale; solo Clopin riesce a fuggire, con un trucco di magia. Segue Justice in Paris.


[CONGREGAZIONE]

Justice in Paris

(La giustizia a Parigi)

Was often displayed

(Era spesso mostrata)

In the square at Notre-Dame

(Nella piazza a Notre-Dame)


Now as the wood

(Ora mentre il legno)

For a pyre was laid

(Per una pira veniva disposto)

In the square at Notre-Dame


There came some there

(Giunsero alcuni)

Who sought entertainment

(Che volevano solo divertimento)

And some who wished all gypsies harm

(E altri che auguravano il male a tutti i gitani)

For the rumor was growing:

(Perché si stava spargendo la voce)

A gipsy was going to burn

(Che una gitana sarebbe stata bruciata)

At dawn at Notre-Dame...

(All'alba a Notre-Dame)


Arriviamo dunque alla prigione, e seguiamo Frollo nella cella dov'è tenuta Esmeralda. In NDDP Esmeralda aveva due prigioni: la prima, la gabbia enorme e ubriaca, dallo spazio tra le sbarre così largo da risultare ridicolo. Esmeralda, mettiti di profilo e vedrai che esci. (Comunque nella versione francese è un po' meglio, ci sono alcune travi di metallo più larghe e anche la veste di Esmeralda è da vera prigioniera, non come la sottoveste poraccia di nylon della Ponce).La seconda invece, la gabbia di rete metallica in cui mi immaginere iun cane più che una persona. La Ponce!Esmeralda in prigione ha la capacità espressiva di un rospo spalmato in autostrada.

Angharad: bello spreco di budget, il gabbione. Avrebbero potuto usare quei soldi per pagare delle lezioni di canto a Lola Ponce.


Qua non abbiamo alcuna gabbia fisica: solo due balaustre di legno messe in verticale. Ma quando si richiudono alle spalle di Frollo il loro clangore taglia l'aria e il respiro, e la luce gelida che filtra dall'alto proietta spietata le sbarre della cella. In un angolo sta rannicchiata Esmeralda, in una veste bianco sporco, tessuto grezzo stretto da cinghie che – come diceva Angharad nell'altra recensione – ricordano terribilmente le corde che la legheranno al rogo.

Frollo è giunto per fare un'offerta a Esmeralda: il suo amore, in cambio della vita di Phoebus.


F: "Il suo destino giace nelle tue mani."

E: "Cosa? ...Non capisco. Perché proprio io, di tutte le persone?!

F: "Non lo so perché! Vorrei saperlo! A volte siamo attratti dalle cose che dovrebbero disgustarci."

E: "Siete davvero un mostro..."

F: "No! No! Esmeralda, no. Se ho imparato qualcosa in queste settimane, è che la mia disgrazia è... Che sono davvero umano. Abbi pietà di me! Ho abbandonato me stesso. Non sia quale sia il mio amore per te! È fuoco! È piombo incandescente!"


[FROLLO]

Gipsy witch you rouse in me

(Strega gitana, tu mi provochi)

The foolish wish to set you free

(L'assurdo desiderio di liberarti)

I'll take you somewhere

(Ti porterò da qualche parte)

I can be your sanctuary

(Dove posso essere il tuo asilo)

I will save you, sorceress

(Io ti salverò, incantatrice)

And raise you up to holiness

(Ti innalzerò alla santità)

Together we will share

(Insieme condivideremo)

A blessed sanctuary

(Un benedetto asilo)


Frollo perde ogni controllo e si avventa su Esmeralda, invocando il suo amore; lei lo graffia e lo spinge via, supplicando le guardie di aiutarla. Frollo chiama il soldato Frederic e gli ordina di condurre lì Phoebus, come incentivo. L'arcidiacono se ne va, imponendo a Frederic di non lasciarli insieme troppo a lungo.

Esmeralda spiega a Phoebus del ricatto di Frollo, lui la incoraggia ad accettare se può servire a salvarla, ché di se stesso non gli importa.


Frederic: "Capitano, dovete andarvene."

Phoebus: "Frederic, amico mio, potresti... Se ti dessi un po' di soldi..."

F: "No... Tenete il vostro denaro, Capitano. Tornerò all'alba." [esce]

P: "Così poco tempo, per dirsi addio."

E: "Allora facciamolo, finché ne abbiamo la possibilità."

P: "Ho conosciuto soldati con meno della metà del tuo coraggio."

E: "Non mi sento molto coraggiosa... Ma se davvero c'è questo Paradiso in cui credi... forse potremo ritrovarci lì. Quando tutto questo sarà finito e il mondo sarà un posto migliore."


Esmeralda e Phoebus cantano insieme Someday. Ecco, è questa la mia preferita. È una canzone semplice e forte, dal messaggio onesto, dalla melodia dolce e dolorosa. In realtà è presente anche nei titoli di coda del cartone animato, ma è una versione smielatissima e non vale un minuto di questa.

Abbiate pazienza, ma voglio riportarvela per intero sia come traduzione letterale che come adattamento mio e di Angharad.


[ESMERALDA]

Nell'ingenuità / I used to believe

(Una volta credevo)

Dell'infanzia che fu / In the days I was naïve

(Quando ero ingenua)

Ancor speravo in / That I'd live to see

(Che avrei vissuto per vedere)

Giustizia e onestà / A day of justice dawn

(Albeggiare di un giorno di giustizia)


Ma se devo morir / And though I will die

(E anche se morirò)

Nelle ombre del dolor / Long before that morning comes

(Molto prima che giunga quel mattino)

Andrò ancor sperando che / I'll die while believing still

(Morirò credendo ancora)

Alba nuova poi verrà / It will come when I am gone

(Che verrà quando me ne sarò andata)


So che / Someday

(Un giorno)

Verrà quel giorno / When we are wiser

(Quando saremo più saggi)

Senza più odio / When the world's older

(Quando il mondo sarà cresciuto)

Senza rancor / When we have learned

(Quando avremo imparato)

Alba / I pray

(Prego)

Giustizia per noi avrai / Someday we may yet live

(Che un giorno potremo vivere)

Sapremo amar / To live and let live

(Per vivere e lasciar vivere)


Alba / Someday

(Un giorno)

Sarà più dolce / Life will be fairer

(La vita sarà più giusta)


[PHOEBUS]

Life will be fairer


[ESMERALDA]

Senza più fame / Need will be rarer

(Con meno necessità)


[PHOEBUS]

Need will be rarer


[ESMERALDA]

Avremo pietà / Greed will not pay

(La cupidigia non pagherà)


[PHOEBUS]

Greed will not pay


[ESMERALDA]

Luce / God speed

(Buona fortuna)


[PHOEBUS]

God speed


[ESMERALDA]

Nuovo millennio / This bright millennium

(Questo splendente millennio)


[PHOEBUS]

This bright millennium


[ESMERALDA]

Con l'auror / On its way

(Sta arrivando)


[PHOEBUS]

So che tu verrai / Let it come someday

(Lascia che venga un giorno)


[ESMERALDA]

(So che non...) / (Let it go...)

(Lascialo andare)



È qui che Esmeralda cede: si avvicina a Phoebus e gli accarezza dolcemente il viso; per un momento, sembra quasi che sia lei a consolare lui... poi Esmeralda si spezza e ricade in ginocchio, singhiozzando. La paura, il dolore, la rabbia: tutto le crolla sulle spalle.

Phoebus la guarda, per un momento incerto, e si china a stringerla in un abbraccio disperato. La donna forte e determinata che ha avuto davanti finora lascia spazio a un'innocente in lacrime. Il momento più umano di tutta l'opera.



[PHOEBUS]

Senza più odio / When the world's older

So che cambierà / When things have changed


[INSIEME]

Luna / Someday

Sogni e speranze a te / These dreams will all be real

(Questi sogni saranno realtà)

Prego che / Till then, we'll

(Fino ad allora, noi)

Tu ci ascolterai / Wish upon the moon

(Affideremo alla Luna i desideri)

Cambierà / Change will come

(Verrà il cambiamento)


[PHOEBUS]

Sorge / One day


[ESMERALDA]

L'alba / Someday


[INSIEME]

Già... / Soon...

(Presto)



Esmeralda e Phoebus si stringono nell'ultimo abbraccio, abbandonandosi ai baci e all'amore. Qua la cosa resta ambigua, ma secondo me e Angharad fanno sesso. E GIUSTAMENTE, insomma Esmeralda sta per andare a morire, bravi ciccini che vi godete la vita.

Ma ok, commento serio: Someday mi spezza. Sempre. Non ha bisogno di coreografie o trucchi scenici: la sua potenza sta tutta nella sua semplicità, e nelle sue parole. Non è un discorso elevato e filosofico sulla vita, la giustizia e via dicendo; è la preghiera di due degli ultimi, davanti alla corruzione e alla crudeltà di chi ancora non ha capito, davanti a una notte che non finirà con un "felici e contenti". Vi lascio lo stupendo commento di Angharad a questa canzone, decisamente meglio articolato del mio:


Alzi la mano chi si ricorda di Someday dal cartone del 1996? Nessuno? Come pensavo.

Penalizzata da una brutta traduzione (brutta che aiutami a dire brutta) e relegata ai titoli di coda, questa canzone è un po' una cenerentola rispetto alle più famose Hellfire, The Bells of Notre-Dame e God Help the Outcast. Eppure è nelle note di Someday che, a mio modestissimo parere, batte il vero cuore di THOND. Il messaggio lanciato da Esmeralda e Phoebus (no, non è il Phoebus di Hugo; no, non ce ne può fregar di meno) è il più universale di tutti: speranza. Speranza nel momento peggiore, come spiega Ciara Renée nel video del making-of.

Intendiamoci: poteva essere uno schifo, cuore/sole/amore. E invece è un cazzo di capolavoro.

La scena è monastica, nuda; l'azione è ridotta all'osso, la melodia sommessa, il testo semplicissimo. I personaggi? Una zingara e un disertore. La cella è gelida, l'atmosfera è ancora permeata dallo squallore del ricatto di Frollo, possiamo quasi immaginarci i soldati giocare a dadi e ridere sguaiatamente durante il turno di guardia, magari addirittura lanciare un'occhiata laida alla bella prigioniera. Dai diamanti non nasce niente; dal letame nascono i fior.

L'equilibrio tra universale e personale – tra verità e sublimazione – è delicatissimo.

Esmeralda dichiara (orgogliosamente) che morirà continuando a credere nei suoi valori. Però poi tocca la mano, il petto, il viso di Phoebus... E cade in ginocchio, sconfitta. Il messaggio si frammenta nella paura e nel dolore umanissimo della perdita di un corpo amato, di un letto mai condiviso, di anni insieme che non verranno mai. Phoebus, che prima ripeteva quasi esitante le parole di Esmeralda (Life will be fairer – Need will be rarerGreed will not pay) acquista sempre maggiore sicurezza, fino a guidare lui il canto, con la bella e potente voce di Andrew Samonsky. È lui che sopravviverà tra i due: la legacy di Esmeralda non morirà con lei. Eppure gli abbracci con i quali Phoebus stringe la sua donna sono sempre più intimi e disperati. Non è un caso che il tema altissimo di un futuro migliore sfoci nel sesso, unica risposta possibile davanti alla morte. Facciamo l'amore. Facciamo la vita. Io ho i brividi, non so voi.



Voglio spendere due parole in più su Ciara Renée. Mezzo-soprano con ottime qualità da belter, bellezza multiracial (ha origini europee, latine, afro-americane, Nativo Americane e indiane – un mix che ricorda da vicino l'etnicità poliedrica del popolo Romani) e soprattutto una formazione solidissima a marchio Broadway.

Cosa si può volere di più? Le sue lentiggini. Sulla mia faccia. Pretty please.

Scherzi a parte, qui il paragone con NDDP sorge spontaneo. L'interpretazione di Lola Ponce in Vivere per Amare (più o meno l'equivalente di Someday) è peggio che brutta: è inconsistente. Fa quasi pena vederla sbracciarsi come un vigile che dirige il traffico, sperduta in mezzo a quella mostruosità di palco – disconnessa dal suo diaframma, disconnessa dal suo personaggio, disconnessa dalla sua verità. Del resto, la Ponce l'hanno pescata nei reality show argentini; la Renée è una method actress con i controcoglioni, laureata in teatro musicale. La Renée è un'artista; la Ponce è solo una Belén che non ci ha creduto abbastanza.

Musical italiano, ci sei? Guarda e impara.


Permettetemi ora di finire questo mio intervento su una nota personalissima. Qualche mese fa leggevo le notizie sulla sparatoria in Florida, nella fattispecie sugli insegnanti che si sono buttati davanti ai proiettili per salvare i ragazzi. Leggevo e ascoltavo Someday. Ci ho ritrovato tutta la dignità di individui piccoli, effimeri, spaventati, che reagiscono all'orrore nell'unico modo possibile: con l'amore.

E ora scusatemi, vado a piangere.


Tanto amore per te, Angharad.

Andiamo avanti: come nel cartone, mentre la pira viene approntata nella piazza, Quasimodo se ne sta immobile come una statua sulla balconata della torre campanaria, dove è stato legato dai soldati (While the City Slumbered – Mentre la città dormiva). I gargoyle provano a ridestarlo dal suo torpore, ma riescono solo a provocare la sua rabbia in Made of Stone (Fatto di pietra).


[QUASIMODO]

I've wasted my faith

(Ho sprecato la mia fede)

Believing in saints of plaster

(Credendo in santi di intonaco)

But the only one worth

(Ma l'unico in cui valeva la pena)

Believing in

(Di credere)

Was my master

(Era il mio padrone)

He's the one who never lied

(È quello che non ha mai mentito)

He told me it was cruel outside

(Mi ha detto che là fuori c'è crudeltà)

He told me how I had to hide

(Mi ha detto che dovevo nascondermi)

His words were cold as stone

(Le sue parole erano gelide come pietra)

But they were true

(Ma erano vere)

Not like you

(Non come voi)

Take all the dreams you've sown

(Prendete tutti i sogni che avete seminato)

Take all your lies

(Prendete tutte le vostre bugie)

And leave me alone!

(E lasciatemi solo!)


[GARGOYLE]

All right, Quasimodo

(Va bene, Quasimodo)

We'll leave you alone

(Ti lasceremo solo)

All right, Quasimodo

We'll trouble you no longer

(Non ti disturberemo più)

You're right, Quasimodo

(Hai ragione, Quasimodo)

We're only made of stone

(Siamo solo fatti di pietra)

We just thought that you were made of something

(Ma pensavamo che tu fossi fatto di qualcosa)

Stronger...

(Più forte...)


[I Gargoyle si spogliano delle vesti grigie, tornando Congregati, ed escono]


[QUASIMODO]

And now I'm on my own

(E ora sono da solo)

Never again to wonder what's "out there"

(Senza più chiedermi cosa sia "là fuori")

Let it remain unknown

(Che rimanga ignoto)

And my one human eye

(E il mio occhio umano)

Will evermore be dry

(Sarà per sempre asciutto)

Until the day I die

(Fino a quando morirò)

As if I

(Come se fossi)

Were made of stone!

(Fatto di pietra!)


Questo è un momento fondamentale per Quasimodo: non soltanto esprime autentica rabbia per la prima volta, ma per la prima volta si trova solo e nudo. L'abbandono dei suoi compagni di pietra simboleggia l'abbandono dell'infanzia, di quelle fantasie a cui è rimasto legato fino a quel momento. Ora non si torna più indietro: ora ha affrontato la realtà esterna ed è un uomo, non c'è spazio per i sogni nel mondo crudele che vede sorgere con l'alba davanti a sé.

Esmeralda e Phoebus si scambiano un ultimo abbraccio, prima di essere separati ed Esmeralda portata alla pira, dove viene legata (Finale).


[CORO]

Judex crederis

(Il Nostro Giudice in cui crediamo)

Esse venturus

(Verrà)

In Te Domine speravi

(In Te, Signore, io ho creduto)

Non cunfundar

(Non lasciare che sia dannato)

In Aeternum

(Per l'eternità)

Salvum fac popolum tuum

(Salva il tuo popolo)

Judex crederis

(Nel Nostro Giudice crediamo)


[FROLLO, parlato]

La prigioniera è stata giudicata colpevole di accesso illegale alla città di Parigi, colpevole di tentato omicidio di un soldato della Chiesa, e colpevole del crimine di stregoneria. La sentenza: morte!


Frollo offre di nuovo la libertà a Esmeralda, in cambio del suo favore, ma lei gli sputa in faccia. Frollo stesso allora da fuoco alla pira. Dall'alto, Quasimodo "decise che non poteva più restare pietra", e saltando e scivolando arriva fino a Esmeralda e la libera, invocando il diritto d'asilo.



I soldati attaccano la Cattedrale, mentre Quasimodo cerca di respingerli buttando di sotto travi e pietre; nella confusione, Clopin riappare e libera Phoebus, e insieme richiamano i cittadini.


[PHOEBUS]

Hear me, people of Paris

(Ascoltate, gente di Parigi)

How much oppression will you allow

(Quant'altra tirannia permetterete)


[CLOPIN, CORO]

Olim deus accelere

(Una volta, tempo fa, Dio venne)

Hoc saeculum splendidum

(In quest'epoca di splendore)

Accelere fiat venire olim

(Egli verrà di nuovo)


[PHOEBUS]

Someday your patience will finally break

(Un giorno la vostra pazienza finirà)

Why not make someday come right now

(Perché non far giungere adesso quel giorno)


La gente combatte contro i soldati, ma non riescono a trattenerli; le guardie sfondano la porta della Cattedrale, mentre Quasimodo corre avanti e indietro disperato... Finché non s'imbatte nel calderone di piombo fuso.


[QUASIMODO]

Oh saints and monsters

(Oh santi e mostri)

Show your power

(Mostrate il vostro potere)

Help me to send this raging shower

(Aiutatemi a mandare questa pioggia furente)

Raining fire on the stone below...

(A riversare fuoco sulla pietra sottostante)



Il trucco del piombo fuso è fatto con solo stoffa e luci, ma rende molto bene pur nella sua semplicità. La scena si sposta all'interno della torre, dove Esmeralda giace riversa su una panca, svenuta. Quasimodo apre la botola e accorre da lei.


[QUASIMODO, parlato]

Cel'abbiamo fatta, Esmeralda! Li abbiamo cacciati! ...Esmeralda? [le mette al collo l'amuleto e la sorregge]

Sei a casa.


[ESMERALDA, parlato]

Casa...

[cantato]

Here again at the top of the world

(Di nuovo qui sulla cima del mondo)

Two friends enjoying

(Due amici che si godono)

This beautiful morning

(Questo splendido mattino)

In my eyes, you are beautiful too

(Ai miei occhi, sei bello anche tu)

Sharing the top of the world...

(Condividendo la cima del mondo)


[QUASIMODO, parlato]

Puoi restare qui per sempre.


[ESMERALDA]

Non credo per sempre... Sei un così bravo amico, Quasimodo.


[QUASIMODO]

Sì. Tuo amico...



Ed è così, dopo aver dato a Quasimodo quello di cui più aveva bisogno – l'accettazione, l'affetto – che Esmeralda muore.

Sì. Sì, sto piangendo mentre scrivo. Ogni volta che vedo questo musical spero sempre che le cose vadano diversamente, perché è una morte ingiusta e straziante. Senza discorsi strappalacrime, senza melodramma. Senza addii.

Mentre Quasimodo richiama Esmeralda, supplicandola di svegliarsi, Frollo emerge dalla botola.


F: "È morta?"

Q: "A causa vostra!"

F: "Era il mio dovere."

Q: "Dovere?"

F: "Ora possiamo finalmente tornare alla vita di prima."

Q: "No... Mai prima."

F: "Ci riusciremo. Vedrai."


[FROLLO]

At last we're free of Esmeralda

(Finalmente siamo liberi da Esmeralda)

Now that she's gone,

(Ora che se n'è andata)

Her poison dies with her

(Il suo veleno muore con lei)

Now that we're free of Esmeralda

(Ora che siamo liberi da Esmeralda)

We can go on,

(Possiamo andare avanti)

As close as once we were

(Vicini come un tempo)

Here in our sanctuary

(Qui nel nostro asilo)

Sanctuary...



[QUASIMODO, parlato]

Asilo...? Niente asilo – senza lei...


[FROLLO]

È stata una sua scelta, Quasimodo. Avrei potuto aiutarla. Persino... Amarla...


[QUASIMODO]

Amore... Cosa ne sapete mai dell'amore? Chi avete mai amato?!


[FROLLO fa per sfiorare il viso di Quasimodo, ma poi si ritrae]

Io amavo mio fratello! Ho provato a istruirlo!


[QUASIMODO]

Istruirlo...?


[FROLLO]

Sì, come ho provato a istruire te. Ma era perverso! Debole!


[QUASIMODO]

No. Tu sei il debole... Tu sei il perverso! E i perversi verranno puniti!


Una delle scene più potenti: Quasimodo si erge, bello e terribile come l'Arcangelo Michele, e Frollo si ritrova sovrastato e spaventato. Si è sempre creduto mano di Dio, ma ora la sua illusione di potere viene infranta.


[SPIRITO DI JEHAN]

The wicked shall not go unpunished...


[SPIRITO DI FLORIKA]

The heart of the wicked is of little worth...


[Frollo fa per andarsene, ma Quasimodo richiude la botola. Frollo cerca di fuggire, ma Quasimodo lo afferra e lo trascina al parapetto della torre.]


[FROLLO]

Lasciami andare, Quasimodo.


[CORO, CONGREGAZIONE]

The wicked shall not go unpunished


[FROLLO]

Quasimodo, lasciami...!


[CORO, CONGREGAZIONE]

Solvet saeculum in favilla

([Quel giorno di collera divina, quel giorno] ridurrà il mondo in cenere)

Teste David cum Sybilla

(Saranno testimoni Davide e la Sibilla)

Quantus tremor est futurus

(Vi sarà grande tremore)

Quando judex est venturus...

(Alla venuta del Giudice)


[QUASIMODO]

Vel'ho detto, padrone – Io sono molto forte!


[FROLLO]

Non vuoi farmi del male–


[GARGOYLE, accerchiandoli]

Sì, lo vuoi...


[CONGREGAZIONE]

Quasimodo alzò le sue grandi mani... e con un alto grido lanciò il suo padrone oltre il parapetto, nell'abisso sottostante!


[FROLLO]

Dannazione!


Se la stia augurando a Quasimodo, o se stia riconoscendo terrorizzato la propria, non ci è dato saperlo. (Interessante dettaglio: Frollo cade nella stessa posa che aveva al termine di Hellfire, un Cristo in croce.)

Dovremmo gioire alla morte dell'Arcidiacono, ma forse è uno dei momenti più strazianti: per la morte di colui che è stato a suo modo un'altra vittima – degli eventi e di se stesso – e per il dolore che la sua morte reca a Quasimodo. Lo vediamo in ginocchio a terra, in lacrime. Ha perso un'amica, ha perso un maestro e padre. Ha perso qualsiasi cosa. Come nel romanzo, anche qui singhiozza: "Lì giace tutto quel che ho mai amato".

Al suo dolore si aggiunge quello di Phoebus, che solo ora riesce a raggiungere il campanile: si getta sul corpo di Esmeralda, richiamandola. Ma non ottiene risposta. Quasimodo gli dice "andata", indica il cielo; Phoebus solleva tra le braccia Esmeralda... E poi ricade in ginocchio, singhiozzando sul suo corpo. Spezzato come Quasimodo, che lo guarda stupito, esitante. Si avvicina lentamente, con l'incertezza di chi non ha mai consolato, eppure è dolce il suo tocco quando posa la mano sulla testa di Phoebus.


[GARGOYLE, STATUE]

The world is cruel

(Il mondo è crudele)

The world is ugly

(Il mondo è violento)

But there are times

(Ma ci sono delle volte)

And there are people

(E ci sono delle persone)

When the world is not

(In cui non lo è)

And at its cruelest

(E al suo peggio)

It's still the only world we've got

(È comunque l'unico mondo che abbiamo)

Light and dark

(Chiaro e scuro)

Foul and fair

(Corrotto e giusto)


[QUASIMODO]

Out there...


È Quasimodo a reggere il peso del corpo di Esmeralda, e a portarla nella piazza davanti Notre-Dame, dove il popolo aspetta. C'è un momento di silenzio, in cui la gente ancora si trattiene. Poi, una donna si avvicina, e Quasimodo si copre la testa con le mani, tremante.

La donna si si passa la mano sul viso, sporcandolo di colore, e si piega in una posa innaturale. Poi si avvicina un altro, a imitarla, e un altro, e un altro ancora. Tutti a condividere la deformità e soprattutto la tragedia di Quasimodo, la tragedia che è di tutti: essere umani.


[SPIRITO DI FLORIKA]

Olim deus accelere

Hoc saeculum splendidum

Accelere fiat venire olim


[Esmeralda si alza e s'incammina verso il cielo; si gira a guardare Quasimodo per un'ultima volta, e prosegue oltre.]


[CORO, CONGREGAZIONE]

Someday

Life will be kinder

(La vita sarà più gentile)

Love will be blinder

(L'amore sarà più cieco)

Some new afternoon

(Un nuovo pomeriggio)

God speed

This bright millennium

Hope lives on

(La speranza sopravvive)

Wish upon the Moon

Let it come

One day...


[QUASIMODO]

Someday


[CONGREGAZIONE]

Soon...


E dannazione, io scoppio in singhiozzi ogni volta, perché questa scena da sola si mangia tutto NDDP, e anche un altro paio di musical. E ora ve l'ho raccontata in dettaglio, ma a vederla è un'altra cosa, e davvero spezza il cuore tanta bellezza, tanta potenza.

Quasimodo si alza, e si volge a noi con il viso pulito e puro, la schiena dritta.


[QUASIMODO]

Anni dopo, nelle cripte sotto Notre-Dame, furono ritrovati due scheletri. Uno dei quali era stretto dall'altro in un abbraccio. Il primo era quello di una donna, con un amuleto intrecciato al collo. Il secondo era quello di un uomo, la cui spina dorsale era deforme. Quando provarono a separarlo dallo scheletro che reggeva tra le braccia, cadde in polvere.


Lo stesso epilogo del romanzo, come potete notare.

Mentre la musica riprende il tema principale – The Bells of Notre-Dame – si avvicina Clopin, anch'egli col viso tinto.


[CLOPIN]

Morning in Paris,

(Mattino a Parigi,)

A new day appears

(Appare un nuovo giorno)

Sing the bells of Notre-Dame

(Cantano le campane di Notre-Dame)

Ending the tale of your poor balladeers

(Terminando la storia dei vostri cantanti di ballate)

And the bells of Notre-Dame

(E le campane di Notre-Dame)


Quasimodo si spoglia della veste e della gobba, che porge a Clopin. Un velo che viene tolto, un interrogativo: allora chi è il mostro nella storia?


[CONGREGAZIONE]

And we wish we could leave you a moral

(E vorremmo potervi lasciare una morale)

Like a trinket you hold in your palm

(Come un ciondolo da tenere nel palmo)


[TUTTI]

But here is a riddle to guess if you can

(Ma ecco un quesito per capire se potete)

Sing the bells of Notre Dane

(Cantare le campane di Notre-Dame)

What makes a monster and what makes a man?


[Entrano Esmeralda, Phoebus e Frollo, segnati in viso anche loro]


Sing the bells, bells, bells, bells...

Whatever their pitch

(Qualunque sia il loro tono)

You can hear them bewitch you

(Potete sentirle incantarvi)

The rich and the ritual knells

(I ricchi e rituali rintocchi)

Of the bells of Notre-Dame!



*


CONCLUSIONE


Non dovrei fare paragoni, ma li faccio lo stesso perché sono un rancoroso del cazzo, lo sapete e mi amate per questo. Ergo, se siete sopravvissuti fin qua complimenti a voi e benvenuti al Pippone Time™.

Confrontandomi online con svariati fan di NDDP, una cosa mi ha colpito, un elemento che secondo molti di loro spara NDDP dritto dritto nell'Olimpo dei Musical: la fedeltà al libro.

Permettetemi:


1) Sticazzi della fedeltà

2) Essere fedeli ai fatti non è sinonimo di qualità

3) Essere fedeli ai fatti non equivale al cogliere il messaggio dell'opera, filtrarlo e comunicarlo al pubblico

4) STICAZZI DELLA FEDELTÀ


Che poi parliamone, fedeltà il gran cazzo. Qual era il messaggio di Hugo? Perché ha scritto questo romanzo? Per raccontare del quadrato amoroso tra una gitana e tre arrapati? No. Per dare a Cocciante e Plamondon dell'ottima materia prima da massacrare per farne soldi e musica stantia? NO.

Risposta: per riportare l'attenzione pubblica sull'importanza dell'architettura, in particolare quella gotica. È grazie all'enorme influenza che ha avuto il romanzo se nel 1845 la Cattedrale è stata oggetto di un importante restauro, ad opera di Eugène Viollet-le-Duc.

Hugo, innamoratosi di quel capolavoro che è la Cattedrale di Notre-Dame – all'epoca abbandonata a se stessa, senza alcuna cura o tutela cittadina – voleva far innamorare anche le altre persone, e spingerle ad aprire gli occhi sulla necessità di preservare una forma d'arte che, ne era certo, sarebbe scomparsa con l'avvento del torchio tipografico e dunque della scrittura, un'arte sottoposta sovente a una censura che non tangeva invece l'architettura.


L'arcidiacono contemplò per qualche istante in silenzio il gigantesco edificio, poi,

stendendo con un sospiro la mano destra verso il libro stampato che era aperto sul suo

tavolo, e la mano sinistra verso Notre-Dame, e volgendo uno sguardo triste dal libro alla

chiesa, disse:

«Ahimè! Questo ucciderà quello.»


[...]


Allora, chiunque nasceva poeta si faceva architetto. Il genio diffuso nelle masse,

represso da ogni parte sotto il feudalesimo, come sotto una Testudo di scudi di bronzo, non

trovando via d'uscita che dalla parte dell'architettura, sboccava in quest'arte, e le sue Iliadi

prendevano la forma di cattedrali.


Notre-Dame de Paris nasce per dirci una cosa e una soltanto: non importa se siamo belli, brutti, intelligenti, stupidi, scaltri, ingenui, depravati, puri. Di noi non resterà nulla. Ciò che conta è l'architettura, che forma ed è formata a sua volta dalla vita e dalle idee di coloro che le gravitano intorno. I palazzi restano e vivono, superiori a ogni difetto o imperfezione della vita umana, a ogni sua piccolezza; sono quello che resta del passato, quello che plasma il futuro. Sono la nostra eredità: la riceviamo, e la diamo a chi verrà dopo di noi.

Come scrive Hugo nel pamphlet Guerra ai Demolitori (Guerre aux démolisseurs), nel 1832:


Ci sono due cose in un edificio, il suo uso e la sua bellezza; il suo uso appartiene al proprietario, la sua bellezza a tutti: distruggerlo è dunque oltrepassare i propri diritti.


Quindi ok, sono presenti degli spunti di critica sociale in Notre-Dame de Paris, ma non sono il fulcro dell'opera né devono esserlo. Hugo ha scritto per uno scopo ben preciso e ha ottenuto dei risultati. Chapeau.


Parliamo della versione Disney per un momento: sappiamo tutti che presenta numerose differenze rispetto al romanzo. Frollo è un giudice e non un arcidiacono, Esmeralda è una giovane donna determinata e non una ragazzina ingenua, Phoebus è buono e non uno stronzo che vuole solo ficcare, lieto fine in cui muore molta meno gente. Ma la Disney, sappiatelo, non si è inventata niente. Tutti questi elementi derivano da una trasposizione cinematografica che risale al 1939: The Hunchback of Notre-Dame, di William Dieterle. Vi consiglio di darci un'occhiata perché è veramente bello, certe scene sono di un'intensità pazzesca. C'è anche il bonus di Frollo gattaro. (Link all'unico streaming che sia riuscito a trovare, in lingua originale, in commento al paragrafo.)


Da questo film sono state riprese anche alcune delle scene più note del cartone: Quasimodo che rientra zoppicando nella Cattedrale dopo l'umiliazione della ruota; Phoebus che richiama la folla davanti Notre-Dame (nella versione del '39 è Gringoire); la preghiera di Esmeralda in God Help the Outcasts. Ancheil musical attinge a questo Hunchback: il dialogo di Esmeralda e Frollo nella Cattedrale; Quasimodo che suona le campane per Esmeralda; Quasimodo che dice ai gargoyle "Perché non fui fatto di pietra, come te?".

Il lieto fine del film e del cartone nasce poi ancor prima, dall'opera in quattro atti La Esmeralda composta da Louise Bertin e basata su un libretto di Victor Hugo.

Quindi il primo a pasticciare con Notre-Dame de Paris è stato il suo stesso autore.

Qual è dunque il succo del mio discorso? A costo di ripetermi: STICAZZI DELLA FEDELTÀ.


Intendiamoci: il cartone animato non è esente da difetti. Tipo i gargoyle e ogni scena di comicità forzata che nasce già vecchia e a distanza di vent'anni risulta ormai ammuffita. Ma c'è una cosa che hanno capito Dieterle e la Disney, ed è: quello che funziona in un libro non è detto che funzioni a teatro, e viceversa.

Cosa che invece non hanno capito Plasmon&Scocciante, quando hanno scritto NDDP.

Il libro di Hugo nasce per salvare l'architettura. È un messaggio che risulta efficace solo per l'epoca: la sua problematica non ci tange ed è estremamente difficile da riproporre in forma teatrale. Occorre dunque dare un nuovo messaggio, rinnovando l'opera. Perché sì, non è scandalo e non è vergogna – gasp! – cambiare le cose.

Quindi mi permetto di dire che NDDP sarà fedele quanto vuoi, ma manca del messaggio sociale – accennato da Hugo, tentato da Dieterle e sviluppato appieno dalla Disney – che rende ogni altra trasposizione fruibile a un pubblico moderno. NDDP, onestamente, non ha alcun messaggio. Qual è il suo messaggio? Qual è la sua morale? Che se sei brutto non ficchi perché la ragazzina è stronza e preferisce il bel capitano? Che se uno è buono ma non ti attizza dovresti comunque scopartelo per pietà? Perché se vogliamo parlare del messaggio originario, la Cattedrale in NDDP è inesistente.

NDDP prende tutto quel che può essere preso e attualizzato da Notre-Dame de Paris – ogni tematica, ogni cosa bella e spettacolare – e lo scarica nel cesso.

Ogni personaggio è stato snaturato, Quasimodo è un porco tale e quale a Phoebus, Frollo è la versione sfigata di quello della Disney che già si era imposto come figura antagonista da due anni, quindi Plasmon&Scocciante non sono neanche stati innovativi/originali, good fuckin' job.

Clopin e i gitani sono gli unici a cercare di dare il minimo significato all'opera, ma tutto viene messo in secondo piano rispetto a quella pugnetta regale di Esmeralda.

NDDP è disseminato da vani tentativi di morale, ma tutti fallati. Il background dei personaggi principali non è interessante, manca il fratello di Frollo (che ci mostra il lato umano di Claude), Angharad: manca la scena con la madre di Esmeralda, che è tipo IL pezzo che riassume forse meglio il discorso sugli ultimi di Hugo e sulle prostitute-madri rovinate dalla società e redente dall'amore/da Dio.

Manca persino la capra e- ripensandoci, questo è un pregio. Quella capra è una delle cose più imbarazzanti del romanzo, insieme alla vaga vena zoofila di Gringoire.


Un'altra tentata difesa di NDDP è "ma si tratta di un'opera concettuale, concertistica".

Sì, il concetto di stacippa, il concerto di stocazzo.

Concertistico è lo spettacolo per il 25esimo anniversario di Les Misérables.

Concettuale è l'adattamento di THOND del 2016, dove Quasimodo è interpretato da un attore sordo e si esprime a gesti, mentre uno dei santi di Notre-Dame canta per lui.

NDDP è senza personalità, senza morale alcuna, vuol essere una storia Cupa™ e Seria™ e Drammatica™ ma finisce per essere una bella sbrattata di melma e superficialità.

Angharad: il problema di NDDP è che lo si potrebbe definire la traduzione letterale del romanzo, come quando al liceo si traducono le versioni super alla lettera perché i professori dicono di fare così, non importa quanto assurde possano poi suonare. Va bene, THOND sarà una "traduzione libera" e forse più vicina a Les Misérables, ma almeno è Hugo! In NDDP dov'è Hugo?!

Sotto la gonna di Esmeralda, probabilmente. Parlano solo di quella, avrebbe senso.

Ma perché tutto questo discorso? Perché dove NDDP prova a cazzo e fallisce totalmente, The Hunchback of Notre-Dame riesce.



Religione


Secondo NDDP, basta proiettare a terra un rosone e fare l'elenco delle festività per comunicare la presenza della Cattedrale e della Chiesa.

In THOND, la religione permea tutta la vicenda: dai dialoghi ai testi, dalle personalità alle ambientazioni, persino alla taverna e al bordello troviamo riferimenti al credo. Esmeralda pur non essendo indottrinata ha in sé quei valori insegnati da Cristo, che poi anche Phoebus farà propri; Quasimodo si è nutrito di religione per vent'anni, i suoi modelli di riferimento sono i santi e ogni suo gesto è sempre atto a fare del bene, a dimostrare che anche un "mostro" come lui è buono e degno del Paradiso. Frollo... beh, parla da sé.



Estetica


Se NDDP non sa dove andare a parare, con le sue ambientazioni e i suoi costumi che fanno un misto fritto tra vari stili, THOND invece ha ben chiara in mente la rotta. Ho già parlato prima delle scenografie, ma ricollegando questo punto al precedente mi soffermo per un momento sulla Cattedrale. In NDDP è praticamente uno scherzo, i gargoyle sembrano usciti da una recita nella palestra di una scuola media, stile gotico cos'è si mangia, un disastro. In THOND è una presenza quasi fissa, arricchita da candele, vetrate colorate, il coro, le statue ai lati del palco: tutto la rende vera, imponente e bellissima.



Balladeers


Così Clopin definisce se stesso e tutti gli attori, al termine di THOND, ma a mio parere questo non spezza l'illusione scenica, anzi la rafforza coinvolgendoci in prima persona nell'epilogo della vicenda. Un punto di forza di THOND direi che è la sua vitalità: mentre i personaggi principali mandano avanti la vicenda, intorno a loro i personaggi secondari si muovono e vivono di vita propria senza però attirare troppo l'attenzione. È questo che rende il musical vivo, realistico. Sì, abbiamo la congregazione che si rivolge a noi in qualità di corpo narrante, ma è integrata talmente bene nella vicenda e nelle scenografie che non da disturbo. E poi è tutta una questione di talento: ogni singolo attore diventa il personaggio, e non importa che si cambi d'abito davanti ai nostri stessi occhi.

In NDDP invece è tutto costruito e artificioso, nulla sembra accadere per cause naturali. Quando lo guardo, mi sento come se vedessi Attori che si sforzano di essere Personaggi, ma non ci riescono. È tutto orribilmente didascalico.

Angharad: i personaggi di NDDP recitano guardando il pubblico; i personaggi di THOND recitano guardandosi tra di loro.



Messaggi


Dove NDDP blatera del niente con immane dispendio di parole – un po' come Baricco e D'Avenia – in un tripudio di fuffa che lascia il tempo che trova, THOND riesce con straordinaria violenza e grazia a trattare temi come la deformità, la lussuria, la fede, il sesso, la giustizia.

Frollo è ambiguo, carnefice e vittima al contempo, la fede viene rappresentata come un'ancora di salvezza per chi è disperato, ma nella disperazione di Frollo il credo viene distorto e corrotto.

Patrick Page lo commenta in un'intervista:


"Penso che Frollo sia come ognuno di noi, quando ci lasciamo coinvolgere troppo e poi mentiamo a noi stessi, negandoci la verità. Per tutto il tempo si dice che i suoi atti sono per il bene della città, per il bene dell'anima di Esmeralda, e per il bene della propria.

[...]

Si ritrova schiacciato da poteri molto più grandi di lui e questo lo destabilizza profondamente, spingendolo ad atti violenti. Penso si possa affermare che molta della violenza odierna sia alimentata da questo: l'ideologia religiosa e la repressione sessuale."


È tuttavia possibile provare anche empatia per il Frollo di THOND (così come per quello di Hugo), perché la sua esperienza è terribilmente umana. Page stesso ci spiega come la sua difficoltà personale – nel suo caso la depressione – l'abbia influenzato nel modo di recitare e nel modo di relazionarsi col personaggio.


"La mia malattia a volte presenta gli aspetti di una mania, e può avere degli alti e dei bassi davvero drastici. E quel tipo di tumulto verso qualcosa, cercando di far accadere qualcosa, qualcosa, qualcosa... e la natura irreale di quella convinzione è un aspetto che molti personaggi teatrali condividono. Vogliono terribilmente qualcosa, e nulla può intralciarli. E a un certo punto, se non ottengono quel qualcosa, impazziscono.

Più ti accadono cose nella vita, e più si aggiungono a come agisci e lavori. Che siano malattie, ostacoli affrontati, dipendenze, lutti, tutte queste cose ti segneranno. È difficile per me dire esattamente come ma è così, è una componente di ogni parte della mia vita. È come sono fatto."


Dove Frollo si deforma gradualmente a livello interiore, Quasimodo nasce deforme eppure agisce con rettitudine; ironico come siano entrambi cresciuti sotto Notre-Dame, per poi rappresentare due lati opposti dello stesso credo.



Amore e Sesso


Non solo abbiamo la rappresentazione di due estremi – la volontà di possesso di Frollo (che non ridurrei soltanto a lussuria, perché la vedo più sfumata), e l'idealizzazione di Quasimodo (che rasenta la visione stilnovista della "donna angelo") – ma anche la via di mezzo di Phoebus, accennata nel cartone e qua approfondita. Non è un "ti amo" detto nell'arco di qualche giorno, bensì una volontà di impegno e crescita comune nel tempo che verrà, come canta Phoebus nel brano In a Place of Miracles.


Here we are

(Eccoci qui)

Nearly strangers

(Quasi estranei)

From two worlds that have rarely met

(Di due mondi raramente incontratisi)

But somehow

(Ma in qualche modo)

You have made me someone new

(Mi hai reso una persona nuova)


[...]


Though we set out

(Anche se partiamo)

For lands unknown

(Per terre sconosciute)

They're lands we'll share

(Sono terre che condivideremo)


L'amore di Phoebus è l'amore ideale: non vede Esmeralda come un angelo, o un'incantatrice, o una bella donna e basta. La vede come una persona.

Angharad: è da sottolineare anche come Phoebus ripeta "God help the outcasts or nobody will" quando si ribella a Frollo: da preghiera straziante di Esmeralda nella chiesa, diventa un grido di battaglia sociale. Phoebus dunque non solo cambia e si evolve, ma dimostra anche di aver ascoltato e fatto proprie le parole della donna che ama, delineando così un rapporto di parità e rispetto reciproco che ha pochi eguali nel panorama musical (e sì, direi pure nell'industria dell'intrattenimento in generale).

È un messaggio positivo e c'è ancora un grande bisogno di diffonderlo, considerando il sessismo che permea la società odierna. Anche il sesso tra Esmeralda e Phoebus – perché goddamn lo fanno eccome in quella cella, basta guardarli – è rappresentato nel modo giusto: non un atto puro ed elevato, né un atto perverso. Solo un atto umano.



Eredità


Ho parlato prima di questo ma credo valga la pena tornarci su, perché c'è un insegnamento che spicca su tutti e non si limita al "bruttezza esteriore non equivale a bruttezza interiore". La Disney ha saputo insegnare questo e l'ha fatto nel modo giusto, così come ha toccato il razzismo e il fanatismo con grande coraggio, alla faccia dell'edulcorazione. THOND si spinge però oltre: qualsiasi cosa accada, dobbiamo andare avanti. Per quanto dolore possa esserci, il nostro compito è andare avanti. Questa è la nostra unica vita, il nostro unico mondo, la nostra sola casa. Che esista un Paradiso o meno, un Inferno o meno, noi siamo qui e ora.

Oggi, noi abbiamo due mani e tanto basta per ripulire almeno un po' di fango: sogniamo i nostri sogni, facciamo quel che possiamo con quel che abbiamo, senza risparmiare nemmeno un colpo contro chi cerca di piegarci la testa per la nostra pelle, la nostra religione, il nostro sesso, il nostro amore. Domani, quando verrà un mattino più dolce, sarà anche merito nostro, merito di ogni frammento di noi che non avremo svenduto.


Perché questa è la nostra eredità.

La nostra Notre-Dame.



"Amo la Disney, e questi autori sono un team da sogno... Ma quel che mi ha attirato davvero è il personaggio di Quasimodo. Da omosessuale, crescendo nel Texas occidentale certe volte mi sentivo emarginato. Sentivo che c'era un mondo di cui non avrei mai fatto parte."

[Michael Arden]


"Mi emoziona sempre recitare insieme a tante persone così creative e piene di energia, ed è così importante per me raccontare una storia su come l'amore e la compassione riescano a risplendere, anche nel mondo minaccioso e oscuro in cui viviamo. La questione di come possiamo accettarci per le nostre differenze, invece che malgrado esse, è un'idea incredibile da porsi ogni sera."

[Ciara Renée]


*


INTERVIEW WITH ERIK LIBERMAN (CLOPIN)



You're such a kind person and a wonderful performer.

Thank you, from all of us.



Com'è stata la tua esperienza in questo ruolo? Quali sfide hai dovuto affrontare nell'interpretare un personaggio così sfaccettato – buffone, criminale, capo che soffre per il suo popolo – e nel lavorare in un allestimento così fluido e dinamico?


Clopin porta gioia e festa in un periodo molto buio. Lui e il suo popolo non hanno paura di riflettere l'ipocrisia di un credo che chiedeva salvezza per alcuni – ma non per tutti.

Interpretarlo mi ha dato l'opportunità di parlare per coloro che non hanno voce – gli emarginati, i poveri, e i diversamente abili. Quando prendiamo in considerazione il modo in cui vengono visti oggi questi gruppi, il ruolo di Clopin risulta tanto importante ora quanto lo era nel 1482.

Per fare mia la sua terribile situazione, ho dovuto portare alla luce parti di me stesso (così come parti della mia eredità culturale) per cui sarei disposto a lottare e persino morire, pur di proteggerle. La sfida nell'interpretarlo è stata trovare l'equilibrio tra il Clopin "intrattenitore" – che organizza le attività di raccolta fondi della gente romaní (o "gitana") – e il Clopin profondamente umano che prova sincero affetto per Esmeralda (al punto da morire per lei, nel romanzo) e che comprende di dover proteggere Quasimodo (anch'egli romaní per metà).

Pur presentandosi come una sorta di "volpone", Clopin è in verità un eroe ignorato, che deve guidare i romaní nel loro perpetuo esodo fin quando il mondo non si preoccuperà della loro causa.


Quando mi è stata offerta la parte, ho subito letto il romanzo di Victor Hugo, cosa che chiunque dovrebbe fare. Poi è stato di enorme aiuto andare in Francia – dove ho visitato la Cattedrale di Notre-Dame il giorno della Festa dei Folli (insieme alla nostra Esmeralda, Ciara Renée), le Catacombe (dove immagino si trovasse la Corte dei Miracoli) e il mercatino delle pulci (dove ho potuto farmi un'idea delle fiere e delle sagre storiche francesi). Ciara e io abbiamo persino trovato un circo romaní e abbiamo parlate con gli artisti, il che è stato di grande ispirazione!

Da lì sono sceso a sud fino alla zona della Camargue, dove ho visitato Saintes-Maries-de-la-Mer (sito dell'annuale pellegrinaggio romaní), il borgo antico di L'Isle-sur-la-Sorgue (dove ho potuto farmi un'idea invece dei pagliacci e dei buffoni europei), Saint-Rémy-de-Provence (dove ho trovato rappresentazioni originali di Clopin tratte dal romanzo), e infine Arles (dove, in un piccolo museo, ho trovato un'acquaforte di Picasso che, per me, cattura appieno lo spirito del personaggio).

Per me, il bello della recitazione sta nello sfidare noi stessi a individuare idee e immagini che rinsaldano e accendono la nostra immaginazione per quanto concerne la corporalità di un personaggio, i suoi modi di fare, il mondo in cui vive.



The Hunchback of Notre-Dame ha una colonna sonora incredibile, Alan Menken e Stephen Schwartz al loro meglio. Possiamo chiederti quale verso o canzone ti piaccia di più, e perché?


Penso che Someday sia uno dei brani più commoventi, perché parla dell'eterna speranza che tutti dobbiamo avere, proteggere e trasmettere.



Cosa pensi del musical in generale? Cosa ti piace di più di esso?


Hunchback è una straordinaria opera d'arte e trasmette alcuni dei più importanti messaggi del nostro tempo – messaggi di auto-accettazione, compassione, e amore per coloro che sembrano "altri".

Ad ogni interpretazione, lo spettacolo ha toccato i nostri cuori così come quelli degli spettatori per cui abbiamo avuto la fortuna di recitare. Ogni sera a teatro, il pubblico decide se tornerà a quel luogo di contatto sacro per il resto della vita, o se resterà a casa a guardare la tv o a giocare col computer. Credo che far venire loro voglia di tornare sia un nostro potere ed è una consapevolezza che mi aiuta a ricordare che è sempre la prima e ultima volta di qualcuno a teatro! Certe volte, stiamo dando a uno spettatore abbastanza speranza per poter affrontare un altro giorno. È un privilegio e una responsabilità. Spero che lo spettacolo continui ad aprire i cuoi di chi lo inscena e di chi è abbastanza fortunato da vederlo.



Ultima domanda: qual è il tuo ricordo più divertente o a cui sei più affezionato, della tua esperienza con il cast e la squadra del musical?


Ricordo di aver pianto ogni sera durante il finale, dietro le quinte. Era sempre molto dura guardar morire Esmeralda, e vedere quanto profondamente ferisse Quasimodo – abbastanza da spingerlo a uccidere Frollo, l'uomo che amava di più, per vendicarla.

Quando siamo andati in studio per registrare l'album, sembrava che ci fermassimo cento volte a ogni canzone per fare piccole correzioni qui e là! Quando siamo arrivati al finale, tuttavia, qualcosa ci ha sopraffatti – un'ondata d'emozione, la potenza e il significato dell'intero spettacolo – e l'abbiamo cantata senza fermarci, in un'unica sessione.


*



Mesdames et messieurs, il Cavaliere e Lady Angharad si inchinano a voi, e vi salutano nella speranza che questa recensione vi sia piaciuta, e che magari vi abbia convinto a dare una possibilità a quella che è senza alcun dubbio una delle storie più potenti mai scritte.

Continuate a sperare, sempre.




In naturale chiamo versaron delle stille,

Ma tosto l'asciugarono quel pianto;

Innanzi a loro avean la terra, a scegliersi

Una baia di riposo, e Provvidenza in guida:

Mano nella mano, a incerti passi,

Nell'Eden desolato presero la via.


[John Milton, Paradiso perduto]

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