La Stella del Giudizio [capitoli 10 - 15/25]
[Come sempre, le parti di testo sottolineate sono quelle in corsivo nell'originale]
Madame, messeri.
FINALMENTE HALLOWEEN.
Ok, manca ancora qualche giorno MA STICA. Immaginate il vostro Cavaliere che scrive questa recensione nascosto sotto le coperte, ascoltando in loop la Oogie Boogie's Song.
Poiché siamo dunque in tema horror, mi sembra logico proseguire con la recensione del noto Orrore. Joseph Conrad proteggici tu.
Ma prima d'iniziare, siccome 'sta seconda parte sarà veramente lunga, vi ho preparato una piccola e allegra playlist per accompagnarvi in questo tortuoso viaggio. Vi lascio il link in commento a 'sta riga.
Ci siamo? Siete comodi? Cibo e alcol ne avete?
Daje giù.
Eravamo rimasti a Julia che cade dalla mongolfiera. Ne sarà rimasta marmellata? Sfortunatamente no. Il capitolo dieci, SEGRETI, inizia con lei che si risveglia e riconosce "le pareti bianche del New Mexico Hospital". Certo, perché con tutti gli ospedali che ci sono ad Albuquerque tu riconosci le pareti. Dell'unico inesistente, peraltro. Sure.
Con lei c'è Charlie, che quasi piange; lei fa per mettersi a sedere e consolarlo ma sente una fitta alla schiena.
<< Ahiiiii! >>
So che vi era mancato questo stil novo.
Julia chiede a Charlie cosa sia accaduto, lui glielo spiega, lei ovviamente deve farci il riassunto della puntata precedente.
"Traliccio"era la parola che qualcuno aveva gridato con terrore mentre il pallone aerostatico sbandava a causa delle forti correnti.
[Charlie:] << Non avrebbero dovuto permettere che la festa iniziasse ... Ho saputo dell'allerta meteo ... le condizioni non erano favorevoli! >>
"Sorbole, che mascalzoni! La situazione meteorologica era invero sfavorevole!"
Tanto la naturalezza è quella.
Appena sciolse l'abbraccio, prontamente gli posi nuovamente la domanda che mi stava bruciando l'anima.
<< Che fine ha fatto Ariele? >>
[...]
<< Ah, ho capito a chi ti riferisci! Al ragazzo che è rimasto miracolosamente illeso! Illeso ... come te."
No, le virgolette alte non sono un errore mio. Sono così nel testo. Tanto quando uno è incapace è incapace.
Arriva la madre dei due fessi, omgosh è un miracolo, omgosh sei caduta da un'altezza di dodici metri, omgosh non riesco a credere che tu sia viva.
Come disse quelle parole, mi ricordai di ciò che era accaduto. Ero precipitata e avevo visto il suolo avvicinarsi sempre più. Il sibilo urlante del vento mi era penetrato nelle orecchie, annunciando quella che credevo sarebbe stata la mia fine.
Poi, durante il volo, avevo udito un ruggito e chiuso gli occhi, abbandonandomi al mio destino.
L'impatto era stato tremendo, tuttavia non letale: perché qualcosa di morbido, simile ad una folta criniera, l'aveva attutito.
Grazie per il riassunto della puntata precedente.
E devo capire come cazzo un sibilo possa essere urlante. Provate a urlare un sibilo, fagottini. Fate video e mandatemeli, voglio ridere.
<< Voglio parlare con Ariele! Dov'è? >> Scostai le lenzuola per alzarmi dal letto, impaziente di vederlo.
<< Sorella, sei impazzita? >>
"Yo, sorella, t'ha schioppato il planetario? Dai statti giù, che poi coi fratelli andiamo a sbocciare col lattepiù al Korova!"
Capitemi, non posso accettare che un ragazzo del ventunesimo secolo parli così, se non è di qualche ghetto. Mi fa ridere.
<< Siediti! >> Mamma mi corse incontro e mi spinse verso il letto, costringendomi ad appoggiarmici.
<< Perché? Devo fare qualche esame? >>
<< Per fortuna no. Sono già stati eseguiti tutti. Anche alla testa ... non c'è neanche un ematoma interno. >>
Cazzata. Ma ti pare che questi non ti facciano degli esami a maggior ragione ora che ti sei svegliata?
Comunque un paio de poracci so' rimasti feriti, sono gravi. Speriamo muoiano, almeno potranno fuggire da questo libercolo.
<< Si ... una coppia di mezza età. Ho sentito il dott. Balmain parlare con i familiari. [...] >>
1) Quel "si" senza accento non è errore mio.
2) Sì, quell'abbreviazione c'è. Proprio così.
Gli amici deficienti di Julia stanno tutti bene.
Peccato.
<< Loro sono scesi prima dalla mongolfiera, Julia. Quando è iniziata quella strana tempesta di vento, ti stavano cercando ... ma a terra. Michael ha detto che non si sarebbe mai aspettato di scoprire che eri salita. >>Spiegò Charlie.
No, non l'ho cappellata io la spaziatura lì, a "spiegò". Perché questo succede a lavorare con superficialità, eccetera eccetera. Tanto lo sapete già.
<< Quel ragazzo ti adora. Pensa che è rimasto qua fuori fino a poco fa ... >>
Mamma sapeva che per lui non provavo il medesimo sentimento; infatti lo disse con un tono che tradiva la sua dispiaciuta rassegnazione.
Adoro, adoro! Tua figlia ha volato per dodici metri e giustamente il suo migliore amico si preoccupa per lei, ma a te sembra opportuno cagare il cazzo a tua figlia – che in questo momento è in un letto d'ospedale – cercando di farla sentire in colpa. Certo. Delicata.
Viene fuori che Michael ha gridato addosso a Deodorante accusandolo dell'incidente di Julia, Julia che "non è vero!", Charlie che "sì sì anzi sicuro ha attutito il colpo, sono stato tra i primi ad arrivare e vi ho visto abbracciati a terra, tu svenuta con la schiena appoggiata al suo petto, lui con gli occhi sgranati, eccetera, che spavento".
In quel momento il dottor Balmain fece il suo ingresso nella stanza con aria rilassata ed al contempo professionale.
<< Vedo che l'infermiera non si era sbagliata ... la signorina si è davvero svegliata! >> Esclamò.
Sessismo o stupidità? Come potrebbe mai un'infermiera (guarda il caso femmina, il dottore maschio, il solito stereotipo) "sbagliarsi" nel controllare lo stato di coscienza di un paziente?
Lentamente mi misi in piedi. Non ero ancora in formissima, mi sentivo intontita; ma volevo dimostrare che potevano dimettermi senza problemi.
Julia talmente rincoglionita, paranoica e insicura, da farsi mille pare su cosa potrebbero pensare i medici e finge di stare perfettamente bene. Cazzo hai volato da dodici metri io mi preoccuperei un pochino al posto tuo!
La cretina vuole andare a parlare con Ariele, per raccontargli "del possente ruggito" e per ringraziarlo "per avermi stretta fra le sue braccia mentre insieme trafiggevamo la forza del vento, o essa trafiggeva noi".
Vabbe', io smetto di cercare un senso a 'ste frasette oscene.
Julia la Torda chiede di poter andare da sola al bar dell'ospedale, la madre si oppone ma poi la lascia andare, persuasa da Charlie perché "non c'era pericolo che mi sentissi male".
Ma guarda, io spero che ti prenda un colpo così, dal nulla, tanto per dare una lezione a tuo fratello che non è un medico, a tua madre che è più rincoglionita di te e tanto per dare pace a me.
Al bancone ordinai una bevanda calda, che assaporai lentamente, buttandola giù a piccoli sorsi. Nessuno sembrava badare a me; eppure, dentro la mia testa, io avevo l'inferno.
...mavvaffanculo, Torda. Egocentrica del cazzo. Il mondo non gira intorno a te.
Vicino all'ingresso del bar stanno Rebecca e Deodorante, presi a litigare; Torda esce dal bar e si mette dietro al muro a origliare.
<< Ti rendi conto di ciò che hai fatto? Sei un'impulsiva! Lo sei sempre stata! Non so quali conseguenze avrà il tuo gesto sconsiderato! >> Diceva lui, agitato.
Grazie per averci spiegato che è agitato, non ci saremmo arrivati da soli.No, davvero, geniale, prima ci mostri una cosa e subito dopo ce la racconti. Ci vuole impegno, lo ammetto.
Rebecca è ultra scazzata, gli rinfaccia di aver preso a comportarsi come un ragazzino ultimamente, lo rimprovera di averla umiliata andando in mongolfiera con Torda.
Ci fu qualche istante di silenzio, durante il quale riuscii a sentire il rumore dei battiti del mio cuore. Andava a mille.
<< È per questo che l'hai fatto? Per gelosia? >>
<< No. Per darvi una lezione. Lo sai, Ariele? Non hai ancora capito nulla di me, se pensi che nella mia testa possa insinuarsi il tarlo della gelosia! >>
<< E se Julia fosse morta? Ci avrebbero richiamati all'ordine e forse costretti a pagare con la nostra stessa anima! Ma a te non importa, vero? L'importante è che tu ti sia sfogata! >>
<< Sapevo che non l'avresti mai lasciata morire. >>
<< Ora basta, Rebecca. Ti prego. Se ci richiameranno all'ordine, spiegherai di essere stata la sola responsabile dell'incidente! >>
SBEM. COLPO DI SCENA.
Rebecca ha causato l'incidente.
Alzi la mano chi già l'aveva capito. Al come ci arriveremo più tardi.
Comunque non capisco, Autrice, i due cretini potrebbero essere richiamati all'ordine, o all'Ordine? Sono due cose un po' diverse, e sospetto qua si stia parlando della seconda.
Queste ultime parole si amplificarono nelle mie orecchie fino a diventare una eco infinita nel mio petto.
Mi aspetto quasi un *drama button*, in mezzo a tutto questa tragedia. Ah, e magari abbreviare in "un'eco"?
Deodorante esce dal bar e si scontra con Julia, nonostante la sorpresa reagisce lesto tappandole la bocca e portandola via dal bar. Le chiede cosa stesse facendo, perché è un mostro di perspicacia.
<< Io ... non è come sembra ... non vi stavo spiando. >>
<< Julia. Se Rebecca ti avesse vista, io ... beh, lasciamo perdere. Non hai idea di cosa ti ho risparmiato! >>
Mi morsi le labbra così nervosamente da farmele sanguinare.
<< Non riesco più a seguirti, Ariele ... però ti chiedo solo una cosa ... una per il momento almeno, perché molte non mi sono chiare ... riaccompagnami nella mia stanza. Sono sconvolta. >>
No, quello veramente sconvolto qua sono io.
Deodorante sbrocca, "dimmi cosa hai sentito!", i suoi occhi da verdi diventano neri e lei si spaventa.
Prima ancora che potessi rendermene conto, una lacrima di terrore scese veloce e mi rigò il volto. [...] Con gli occhi [Ariele] seguì il lento cammino della lacrima sulla mia guancia.
Oh, che dramma, che pathos! Una singola lacrima con grazia le solca il dolce colle della gota! Qual struggimento mi coglie! Qual mirabile descrizione da anime di serie Z.
Torda Oz scappa via, "con la paura nel cuore".
Poi abbiamo una pagina bianca totalmente a caso, il perché lo sapete.
Capitolo undici, RIPRESA.
I telegiornali parlavano di noi, riproponendo di continuo le immagini della mongolfiera che, soggiogata dalle dita crudeli ed invisibili del vento, andava a sbattere contro il traliccio. [...] Sdraiata sul letto, sentivo il "rumore" del televisore provenire dal salotto. Mia madre non voleva chiudere la porta ed in fondo anche mi andava bene così.
Madonna santa, una scolopendra nelle mutande è più piacevole di quella frase.
Torda Oz vive chiusa in camera ma con la porta aperta, non si alza e non mangia, non fa un cazzo. Bella Swan de noartri. Però sia mai una terapia con uno psicologo, eh no! Troppo realismo.
Torda scende in cucina e si prepara pane e marmellata, breve e inutile dialogo con la madre che va poi a preparare la lavatrice, righe inutili su un articolo di giornale sulla tragedia, una riga vuota a caso, il telefono suona, Julia ripensa a Rebecca, al caro vecchio grido "TRALICCIOOO!!!", riapre gli occhi e decide di bucarsi il palmo della mano contro lo spigolo del tavolo.
Andai a sciacquarmi sotto l'acqua fredda del lavello della cucina. Un brivido mi percorse la schiena: dopo quello che era successo, iniziavo a non sopportare più il freddo; pensavo al vento di pochi giorni prima, a quel gelido assassino dalle dita crudeli.
Te le cionco quelle dita.
Mamma uscì dal bagno tenendo sottobraccio qualche vestito sporco e mal piegato, sicuramente ancora da lavare; la guardai con aria interrogativa.
Anche Torda prodigio d'intelligenza, mi dicono. I vestiti sono sporchi, quindi deduce che siano sicuramente da lavare. Non era scontato, no.
Ad aver chiamato è stata "nonna Clere". Esatto. Non Claire, Clair, Clare. No. Clere.
La madre di Torda non ha detto nulla a "nonna Clere", che ha scoperto dell'incidente tramite il giornale. Torda prova a confortare la madre, dicendole che ha fatto bene a non dire nulla alla nonna per proteggerla.
Nonna Clere era sua madre e a volte la trattava come una bambina. Con me era sempre stata dolcissima, quasi un'amica, ma alla mamma incuteva soggezione. Il suo timore reverenziale non aveva accennato a diminuire nel corso degli anni. Si era creata una sorta di equilibrio difficile da spezzare, un equilibrio di cui mia madre un po' soffriva. Nonna Clere era dolce con me e con Charlie, ma si comportava in maniera decisamente severa ed autoritaria con lei.
...a me questa sembra una relazione abusiva, sinceramente. COMUNQUE. Torda decide di richiamare la nonna, specificando che conosce il suo numero a memoria. Tutto molto interessante.
Segue dialogo inutile.
<< Ho ancora il giornale davanti. E, la sai una cosa? Non riesco proprio a credere che sia menzionato il nome di mia nipote ... >>
Ah, la naturalezza! Torda si offre di andare a trovare la nonna.
<< Sì. Voglio provare ad uscire di casa. Tu fai fatica a muoverti. Io no. >>
<< Non mi sembra giusto. >>
<< Sto bene. Verrò oggi pomeriggio se vuoi. >>
<< D'accordo. Se te la senti. >>
<< Sì. A dopo. >>
Quante emozioni. E grazie a R'hllor anche 'sto capitolo finisce. Daje col dodicesimo: TUTTO COMINCIA OGGI.
Verso le tre decisi di prendere la Toyota Prius di Charlie per recarmi da nonna Clere. Per fortuna quel giorno si era fatto accompagnare a scuola dal suo amico Benjamin e quindi l'auto era ancora nel garage.
Molto bene. E sticazzi?
La partenza di Torda viene trattata con l'importanza del lancio d'uno Shuttle, tra il cancello che viene aperto, specchietti che vengono aggiustati e ghiaia che crepita. Uno struggente scambio di "ti voglio bene" tra madre e figlia, e possiamo passare alla scena seguente.
Nonna Clere abitava in una casa modesta ma accogliente in Romero street, nel fascinoso quartiere della Old Town.
1) Si scrive "Street", Autrice. Con la maiuscola. Non è come la nostra "via" italiana.
2) Che belle quelle descrizioni da guida turistica da dieci euro della Giunti, con quel raccontato-e-non-mostrato.
Segue altra pippa raccontata-e-non-mostrata sul padre di Torda, che sta sempre in giro per lavoro. Quattordici righe di gran sega.
Era davvero una splendida giornata ed il sole m'infastidiva.
Ho cambiato idea, preferisco la sega.
La madre di Torda le ha raccomandato di essere prudente, quindi la deficiente che fa? Siccome non c'è nessuno in coda, la deficiente si ferma in mezzo alla strada. No, non è che accosta, proprio si piazza in mezzo, per cercare gli occhiali da sole di Charlie nel cruscotto. Perché è pure così tonta da non aver preso i suoi prima di uscire, pur vedendo ch'era una giornata di cielo terso.
Mi sentivo nervosa: come si permetteva il sole di splendere così intensamente dopo quello che era successo solo pochi giorni prima, in quello che doveva essere un giorno di festa e gioia?
...un bel respiro.
E comunque "che avrebbe dovuto essere".
Torda ripensa a Rebecca perché viene sorpassata da un'auto con alla guida "un'anonima ragazza dai capelli neri". Detto da Miss Insignificanza è esilarante.
C'era qualcosa di tremendamente inquietante ed inafferrabile in lei. [...] E per quale motivo l'avevo sentito [Ariele] accusarla di essere la sola responsabile dell'incidente? Che intendeva dire? Tutte quelle domande mi turbavano moltissimo.
Sembrano le domande dei narratori di Dragon Ball, schiatto.
Parcheggiai la macchina in una stradina vicino alla Old Town Plaza; non ero vicinissima a casa di nonna Clere, ma avevo voglia di camminare un po'. Superai la Chiesa di San Felipe, l'edificio più antico della città, al cui interno riuscii ad intravedere alcuni turisti. Alla mia destra, diverse mamme coi passeggini si riparavano sotto le fronde degli alberi dell'antica piazza mentre gli anziani seduti sulle panchine di pietra guardavano con tenerezza e rinnovata curiosità quella che per loro doveva essere una scena vista mille volte.
1) Fuffa.
2) Abbiamo un bel P.O.V. ballerino che saltella da Torda ai vecchietti, leggendo loro nella mente.
3) Certo, lei supera la Chiesa con la maiuscola. Mica "la chiesa", no, lei proprio la Chiesa. Perché Torda è speciale, lei non supera gli edifici, lei supera le istituzioni!
4) Certo, effettivamente ha senso perdersi in queste descrizioni cretine da cicerone incapace che si diletta a scrivere romanzetti tra una visita guidata e l'altra. Visto che la trama è inesistente, in qualche modo 'ste quattrocento pagine vanno riempite.
Elenco le cazzate delle due pagine seguenti:
– ci viene ripetuto che nonna Clere abita in Romero street.
– quando Torda era bambina, era solita camminare accarezzando un certo muretto di pietra bianca. Viene definito "rituale", addirittura. Scema fin da monella.
– da piccola aveva battezzato l'albero più grande della strada "Willy the tree", in onore del cane morto dei nonni.
– a sei anni si era arrampicata sull'albero e il nonno l'aveva rimproverata, facendola piangere. Poi nonna "Clere" l'aveva consolata.
Finalmente arriviamo a casa de 'sta nonna.
Scossi il capo e suonai il campanello, il cui suono dolce accarezzò per un momento i miei pensieri tristi.
Pietà.
Si abbracciano, tanti cari saluti, ok.
[riga vuota a caso]
Fu allora che vidi una cosa che riconobbi come nuova.
Dipinto sul muro di pietra bianca del salottino c'era un albero, robusto ma quasi completamente senza foglie, illuminato da una luce fortissima, splendente nella notte. La luce proveniva da destra e pareva essere quella di una stella molto, troppo vicina. In secondo piano s'intravedeva scorrere un fiume. Lo sfondo era costituito da un paesaggio montagnoso e deserto.
Che trashata. Adoro poi il "fortissima", perché a noi ci piace scrivere come i bambini delle elementari.
La nonna spiega che il dipinto è opera di Kimi, una ragazza indiana sua amica. Torda ci rimane male perché "credevo di conoscerla abbastanza bene da sapere come si chiamasse ognuna delle sue conoscenze. Inoltre, il fatto che la ragazza fosse indiana mi riportava alla mente Ariele ... mentre io stavo facendo di tutto per non pensarci".
Riassumendo: gran seghe.
Persino il soggetto del disegno, un albero illuminato da quella che sembrava essere una strana stella, mi ricordava il nostro precedente incontro e la confessione che mi aveva fatto:
<< Sai, c'è un albero ... un piccolo albero vicino al Rio Grande River ... mi piace starmene un po' da solo, al di sotto di quelle fronde che raccolgono la luce delle stelle ... >>
Grazie per il riassunto di cose lette un momento fa. Grazie. Siamo scemi. Grazie.
E in quel disegno c'era tutto: l'albero, il fiume, la luce delle stelle. Anzi, di UNA stella, se quella lo era.
Writing Tip: qualora voleste enfatizzare una parola, non usate il maiuscolo. Perché sembra che stiate urlando (a meno che non sia quella l'intenzione, certo).
Forse mi stavo facendo condizionare dagli ultimi eventi e vedevo connessioni dove in realtà non ve n'erano. Forse era tutto uno straordinario frutto del caso.
Che goffaggine narrativa.
<< Kimi è una mia cara amica. >> Spiegò la nonna.
L'ha già detto una pagina prima e nessuno gliel'ha chiesto una seconda volta. La nonna le offre della spremuta, poi si mettono a parlare e Torda le spiega che quel dipinto le ricorda Ariele, poi ripensa alla "realtà da sogno" che ha vissuto con Deodorante prima dell'incidente.
In quel momento miss Meow, la gattina siamese di nonna Clere, fece il suo ingresso nella stanza. Lei la prese in braccio e la piccola iniziò a fare le fusa. La micia era diventata molto più affettuosa in seguito alla morte del cane di casa, con cui conviveva pacificamente da anni.
1) È "Miss", con la maiuscola.
2) Semmai "con cui aveva convissuto pacificamente per anni". Il cane è morto, non ci convive più.
3) E stigrancazzi? Non ce li mettemo?
<< Kimi ha venticinque anni ed è una ragazza dolcissima. Il motivo per cui siamo amiche è che lei ... >> s'interruppe, come se volesse cercare le giuste parole,, << ... si sente molto legata alla nostra famiglia. >>
<< In che senso? >> Domandai, dopo aver deglutito un altro sorso di gustosissimo succo.
La nonna sospirò, evidentemente rassegnata alla mia incontenibile curiosità. Si sedette nuovamente sul divano, carezzando amorevolmente miss Meow.
<< Kimi fa parte del pueblo indiano dei Koots – cha ... >>
1) Cazzo sospiri, dici una frase contorta e vaga, qualunque persona ti chiederebbe di più. Non è questione di "incontenibile"curiosità.
2) Se scrive Koots-cha. Eddaje, co' ste lineette e sti trattini.
<< Dei Koots – cha. Il loro pueblo è insediato sulla riva occidentale del Rio Grande dal 1700. Si trovano a circa una trentina di chilometri a nord di Albuquerque ... sono un villaggio molto operoso. >>
<< Capisco ... ma cosa c'entrano con noi? >>
E mo' so cazzi.
Io so' na persona buona e ve riassumo il pippone seguente, ma è comunque lungo. Se dovete andare in bagno fatelo ora, miei cari raviolini toffolini.
Pronti? State comodi coi vostri soffici culetti?
Daje giù.
Siamo circa un secolo indietro rispetto agli eventi narrati.
Rosalie e Laurent, due antenati di Torda, sono due fidanzatini innamoratini a cui piace viaggiare; comprano casa ad Albuquerque, con l'intento di trasferirvisi dopo le nozze, e intanto vi si recano spesso per conoscere la cultura locale. Ivi conoscono Aylen e Hastiin, una coppia di indiani Koots-cha, e nasce una profonda amicizia. Aylen e Hastiin hanno già tre figli, ma Aylen resta di nuovo incinta nonostante l'età avanzata; la coppia è felice di avere un bambino, ma c'è la preoccupazione di doversi prendere cura di un neonato alla loro età e con una situazione economica già gravata dalla presenza di altri tre figli. Rosalie e Laurent allora, senza figli, decidono di adottare il bambino.
Nonna Clere fa una pausa per andare a prendere un bauletto di legno finemente intarsiato.
Vi ricorda qualcosa?
Esatto. Il "prologo" del prologo.
Andiamo avanti, il bambino viene cresciuto con amore da Rosalie e Laurent, che lo portano regolarmente al Pueblo Indiano "per permettere ai veri papà e mamma di vederlo" (perché la parola "genitori" era troppo poco imbarazzante), senza tuttavia dirgli la verità sulla loro identità. Ma ovviamente devono vuotare il sacco quando il figlio adottivo si fa adolescente. Il ragazzo cerca allora di recuperare il rapporto coi genitori biologici, ma Aylen muore e Hastiin non riesce a "sopperire alla sua mancanza". Il ragazzo si deprime, pur con altri tre genitori che lo amano, poiché "una profonda voragine si era aperta nel suo cuore".
Posso ridere? Posso. E non cagatemi il cazzo, perché io son cresciuto solo con mia madre quindi non sono indifferente al dolore di una perdita. Ma sinceramente leggendo queste righe non me ne può fregare la minima cippadiminchia di questo ragazzo.
<< Proprio in quel periodo, purtroppo, il giovane s'innamorò perdutamente di una ragazza. Non so chi lei fosse ... questo non mi è stato tramandato. >>
Mi chiedo da chi e in che modo le sia stato tramandato il resto del magnifico infodump. Comunque.
La ragazza si trasferisce e i genitori le nascondono le lettere del ragazzo; quest'ultimo considera quello della ragazza l'ennesimo abbandono, quindi si ammazza buttandosi da qualche parte. Rosalie e Laurent, disperati, sfornano una figlia per ripiego, una certa Jessica.
<< È terribile. >> Esclamai.
Esclama, lei, senza il punto esclamativo. Sono estasiato.
Nonna Clere si alza e va a sciacquare il bicchiere vuoto di Torda, Torda osserva il bauletto.
Perché la nonna l'aveva portato lì? Che intendeva mostrarmi? E cosa c'entrava con quella storia e con il dipinto di Kimi?
[...]
<< Kimi discende da Aylen ed Hastiin? >> Domandai.
<< Sì. Come tu discendi da Rosalie e Laurent. >>
<< Capisco ... ma cosa c'entra tutto questo con il disegno che Kimi ha fatto? E perché questo avvenimento così doloroso è stato tramandato nella nostra famiglia ... a distanza di quasi un secolo? >> Non mi capacitavo della scelta di ricordare fatti così laceranti.
La Naturalezza™.
<< Sai, Julia ... gli antichi dicevano che i problemi vanno affrontati. Perché, se cerchiamo di non vederli e passiamo oltre senza averli risolti, questi si riproporranno in forme nuove. >>
1) Quali cazzo di antichi?!
2) Quest'ovvietà te la può dire qualsiasi persona dotata di un minimo di buonsenso. Non è nulla di arcano o di rivoluzionario. È un concetto ben chiaro e ben contemporaneo. Gli antichi, sì. De stocazzo.
Ripensai ad Ariele. La voce di lui riecheggiò nella mia testa, nel ricordo delle parole che mi aveva detto prima del volo in mongolfiera:
<< Io so ogni cosa del mio passato. >>
Molto interessante. Andiamo avanti ché sto tirando un all-nighter dopo l'altro per 'sta recensione e se proseguo così non arrivo a fine mese.
Due giorni dopo la morte di Ragazzo si presenta alla porta di Rosalie e Laurent la primogenita di Aylen e Hastiin, Nuttah. I genitori adottivi non hanno ancora dato la notizia della morte al Pueblo, ma Nuttah l'ha saputo lo stesso. L'ha visto nelle stelle.
Contenete le risate, miei tortellini in brodo.
Torda chiede "ma sanno davvero leggere nelle stelle?", e Papà Castor- pardon, Nonna Clere risponde "non esattamente, ma molti sono abbastanza sensibili da poter parlare col cielo e con la voce delle stelle, hanno dei nomi che indicano i loro superpote- le loro capacità, bla bla bla". Nuttah va ad avvisare Rosalie e Laurent di un grave, gravissimo pericolo.
<< Nonna ... ma ... di che parli? >> Domandai, preoccupata, mentre sentivo di affondare nelle tempestose acque di quella storia.
In pratica Ragazzo, ammazzandosi, ha sconvolto "l'equilibrio familiare".
<< La ragazza spiegò a Laurent e Rosalie che il fratello, suicidandosi, aveva reso immortale la sua sofferenza d'amore, poiché non l'aveva risolta. >>
Il trionfo della cultura emo, cosciottini miei. Penso di non aver mai sentito una frase tanto brutta e cretina come questa, in tema d'amore. Detto da uno che s'è sciroppato Love Never Dies.
<< Essa era quindi diventata una dolorosa eco infinita nel mondo e soprattutto nel loro "sistema famiglia", fino ad imprimersi nel cielo e nelle stelle. >>
Un rigurgito, praticamente. Tipo Hexxus in Ferngully.
https://youtu.be/pVzYS3Ga_j8
(Non potete mettermi Tim Curry a doppiare un ammasso di schifo e pensare che io non mi ecciti. Nessuno resiste a Tim. Nessuno.)
Riassumendo la cazzata: ogni persona ha una sua stella, quindi ogni famiglia ha una costellazione detta appunto "costellazione familiare". E Nuttah prega Rosalie e Laurent di tramandare "quest'antica sapienza indiana" ai propri discendenti. Perché? Perché altrimenti le stelle sceglieranno tra i loro discendenti uno o più individui, per affidar loro il compito di riequilibrare il sistema famiglia.
Nonna Clere ripete l'ovvietà del "i problemi vanno risolti", peraltro facendo il copia-incolla dalla pagina precedente. Che magnifica prosa.
Quindi dove va a parare tutto il discorso di Nuttah? "Sì guarda mio fratello ha fatto lo scemo perché non ha potuto avere il lieto fine con l'amore della sua vita [certo, due adolescenti, sicuro] quindi alcuni dei vostri discendenti verranno scelti per rivivere gli stessi sentimenti del ragazzo, quindi il destino cercherà di dissuaderli dallo stare con l'amore della loro vita. Con la loro anima gemella".
Giustamente Torda fa notare la mancanza di un vero legame di sangue tra il ragazzo e Rosalie&Laurent. La nonna spiega che non importa, era comunque un membro della famiglia.
Che fregatura.
<< Il destino ... il destino che si ripete avrebbe quindi impedito ad alcuni membri della nostra famiglia di stare con l'amore della loro vita? E non hanno avuto scelta? >>
Nonna Clere scosse il capo.
<< Nuttah disse che una scelta c'è sempre. >>
Rimasi ammutolita qualche secondo. Poi, mi raschiai la gola e dissi:
<< Sì, una scelta c'è sempre ... ma come si fa a prenderla, quando il destino è avverso? >>
Mi sorprende che riesca a parlare dopo un raschiamento. Comunque bel branco di molluschi anche i discendenti, non ce n'è mezzo che abbia saputo mette 'na pezza al casino?
Torda chiede a nonna Clere se creda davvero alla storia, lei abbassa lo sguardo e arrossisce.
Il mio sguardo si fece più dolce, quasi materno. Per qualche strano motivo, riuscii ad intuire ciò che lei non osava dire.
Ehi, Torda, breaking news: siamo dentro di te, tu non riesci a vedere il tuo stesso sguardo, pirla. Puoi dire "le rivolsi un sorriso dolce" o altre cagate, ma non sparare cazzate. Ecco quello che succede quando gli incapaci si cimentano nella prima persona.
E quel "per qualche strano motivo" cancellalo, è uno sbratto e la frase funziona benissimo senza.
Comunque nonna Clere prima di sposare il nonno di Torda aveva avuto una love story con un certo Robert, ma non ci dà altri dettagli. Preferisce continuare con 'sta Storia Infinita (Michael Ende perdonami) e allattarci ulteriormente le ginocchia.
<< Nuttah disse anche un'altra cosa a Rosalie e Laurent: il processo che regola le costellazioni familiari segue una legge ben precisa, secondo cui, se nessuno dei discendenti scelti riesce a cambiare il destino della famiglia ed a ristabilirne l'equilibrio, arriva un momento in cui non viene data più alcuna possibilità di farlo. >>
<< In che senso? >>
<< Nel senso che quel destino diviene immutabile ... e non rimane più nulla da fare ... >>
Alle parole "più nulla da fare" mi sentii invadere da un'onda di gelo.
1) Bello ripetere la stessa frase due volte nel giro di due righe.
2) Queste emozioni sempre ben descritte.
3) Mi sembra tutta una grandissima cazzata. Non è che tutti abbiamo una sola anima gemella, a volte amiamo più persone nell'arco della vita, e le amiamo in modi diversi perché è così che va, le persone cambiano e maturano, quel che si cerca cambia di fase in fase, da persona a persona. L'amore che diamo a vent'anni è diverso da quello che diamo a trenta, a sessanta, e così via. Si può amare con la stessa sincerità più di una persona nell'arco della vita. Non tutti lo fanno, ma è così normalmente.
Quindi fanculo stelle, fateve li cazzi vostra.
Nonna Clere spiega che i discendenti scelti di solito dalle stelle sono donne, e dunque l'ultima possibilità per rimediare al bordello viene data alla più giovane e coraggiosa donna della famiglia.
Secondo il pueblo indiano, la scelta del discendente spetta alla stella "più importante".
Avrei qualche domanda: anzitutto con quale criterio si misura tale importanza? Le stelle hanno una gerarchia? Come funziona? Cos'abbiamo, oligarchia, democrazia? Ci sono delle elezioni? Siamo sette miliardi di persone, se vi sono altrettante stelle ci deve pur essere un sistema per determinare quale stella sia la più importante.
A meno che non si stia parlando della stella più importante di ogni singola costellazione familiare, ma allora come si fa comunque a decidere l'importanza della stella? E se in una costellazione familiare ognuno ha una sua stella, e quella stella si prende cura dell'umano a cui è "gemellata", allora non ha senso il discorso dell'importanza, perché con quale logica la stella di uno sarebbe più adatta a scegliere per un discendente diverso?
Bah. Bel worldbuilding del cazzo.
Torda ricorda a nonna Clere che stanno parlando di mere leggende, ma la nonna apre il bauletto e tira fuori un foglio ingiallito dal tempo, spiegandole che Nuttah lo diede a Rosalie e Laurent, ai tempi, "e, da almento un secolo, per alcune generazioni è stato tramandato alle donne della nostra famiglia".
Torda ripete due righe dopo "alle donne della famiglia", mentre si fa le pare perché aprire un cazzo di foglio piegato la intimidisce. Comunque si tratta di un disegno "fatto con l'antica tecnica del carboncino". Perché se non dà sfoggio di immensa cultura anche nei momenti meno opportuni la nostra Autrice non è contenta.
Il disegno reca la didascalia "La Stella del Giudizio – 1850" e rappresenta un gruppo di sette nativi americani in piedi, disposti in cerchio a tenersi per mano. Sullo sfondo un albero dalle fronde rigogliose. Gli indiani guardano verso l'alto, dove brilla un'enorme stella.
Sembrava splendere da sola nel firmamento. O forse era la sua bellezza amettere in ombra quella di tutte le altre?
Deficiente, è la luce. Non è la bellezza, è la luce. Come quando c'è la Luna piena e le stelle sembrano meno splendenti.
Ah no scusate, questa è alta poesia. Non posso certo criticare l'erede della "famiglia di grandi letterati", giusto?
Poi due domande: primo, possibile che nessun altro abbia avvistato 'sta luminescenza anomala? Secondo, a guardare fisso una stella – ok, non lo è (credo) ma ne possiede comunque la luminosità – tanto da vicino, uno non dovrebbe restare cieco? È come se mi sparassi il Sole in faccia.
Segue descrizione dei nativi, con particolare attenzione a uno di loro:
[...] aveva la chioma raccolta in due lunghe trecce ed il suo copricapo "vantava" meno piume rispetto a quello degli altri uomini; indossava una casacca decorata da aculei.
Questo personaggio sarà importante ai fini della trama? No. Non verrà più menzionato.
Torda si concentra sull'albero sullo sfondo, convinta che sia quello sotto cui Ariele va a cazzeggiare.
Nonostante fosse in terzo piano, le sue fronde gli conferivano una bellezza tale da renderlo vistoso ed affascinante.
...questa descrizione mi inquieta vagamente. Andiamo avanti! Nonna Clere spiega che il disegno rappresenta il momento in cui la più giovane di una delle famiglie Koots-cha ha ripristinato l'equilibrio della loro costellazione.
<< [...] aveva il poteredi combattere il destino e, secondo le leggende indiane, ci riuscì. Per questo, quando il bene vinse, la Stella del Giudizio si mostrò a lei ed alla sua famiglia, brillando vividamente nel cielo. Questo disegno, prodotto da un indiano del popolo Koots – cha, rappresenta quel momento solenne. >>
Le parole di nonna Clere erano per me preziose come gli antichi tesori scovati negli oceani più profondi.
Vi prego. VI PREGO.
Non scrivete di storie Bene VS. Male. Basta con questo manicheismo da fiabetta. Un conto sono gli archetipi, un contro gli stereotipi. Che cazzo, prendete Martin da esempio, il mondo è sfaccettato e le motivazioni di ognuno possono essere valide o meno in base alla prospettiva.
"Quando il bene vinse, gne gne gne". Dei, sto per sbrattare.
Torda chiede alla nonna quale fosse il "destino" assegnato alla ragazza indiana, la nonna risponde che "non ci è dato saperlo", e che si parla di queste costellazioni familiari da ben prima dei tempi di Nuttah, quindi dubita che si tratti solo di una leggenda.
La mia domanda è dunque: chi cazzo ne parla? Dove? Come? Non bastano un disegno a carboncino e due sfighe d'amore a provare una tale cazzata.
Ok, tutta la faccenda delle stelle è vera. Lo so io perché ho letto il libro e lo sapete voi perché questa storia è telefonata da pagina uno. Ma porco il cazzo, nonna Clere non ha uno straccio di prova concreta, preso singolarmente 'sto capitolo me farebbe ride e basta perché dai, qualcuno mi sta trollando.
Ma ficcato nell'insieme mi fa solo incazzare ulteriormente. Che schifo.
E poi na domanda, ma mo' co tutti i dolori che ce possono sta in una famiglia nel corso de cento anni, solo la pena d'amore de sti due sfigati le Stelle hanno cagato? Cos'è, ci sono dolori di serie A e dolori di serie B? Che so, un aborto, un figlio morto in guerra, un incidente, una separazione dolorosa, niente?
Ma infatti tutta sta roba delle pene che "echeggiano" nelle profondità del vuoto cosmico della mia minchia è una cazzata. E se ce stanno più dolori che famo, gli altri vengono abbuonati o sono cumulabili? E se il desiderio più grande di una persona, quello che la sua stella "gemellata" porterebbe poi all'esame della Regina delle Stelle, fosse quello di annullare lo squilibrio della costellazione familiare? Allora le Stelle direbbero "no guarda scusa, ce semo sbagliati, la promozione è terminata, niente desiderio e anzi te tocca fatte il mazzo te o i discendenti tua, perché noi semo stronze e ce permettemo de decide per intere generazioni cosa dovete fa' e per quanto a lungo potete provare"?
Oh, santissimo Galgano. Dammi la forza.
Comunque anche Torda ha il (raro) pensiero intelligente, e dice alla nonna che tutto questo non prova niente. La nonna sospira e le dice che le mostrerà un'altra cosa più tardi, e intanto ripone il disegno.
In quel momento, guardai nuovamente il dipinto della parete e mi venne un'intuizione.
LA STELLA. L'ALBERO.
E IL FIUME.
IL RIO. GRANDE. RIVER.
Chiedo scusa a tutti i colleghi fedeli al Signore della Luce: PORCO R'HLLOR.
SMETTETELA DI ANDARE A CAPO A CASO E SCRIVERE IN MAIUSCOLO ALLA CAZZO. IMPARATE A SCRIVERE PORCO SCHIFO. IO STO URLANDO MA VOI NON POTETE URLARE NEL VOSTRO LIBERCOLO. IO POSSO. VOI NO.
CHE SCHIFO, CAZZO.
La svegliona si accorge che il disegno a carboncino e il dipinto di Kimi ritraggono lo stesso posto. Buongiorno, eh.
<< Vedi, Julia ... anche Kimi, come molti del suo popolo, ha imparato l'antica arte del dialogo con le stelle ... >> indicò il cielo dipinto, << ... quindi ha potuto leggere la NOSTRA costellazione familiare. L'ha fatto con amore, perché noi discendiamo da Laurent e Rosalie ... e il pueblo Koots – cha sarà sempre legato da un affetto profondo alla nostra famiglia. >>
Certo. Un affetto tanto profondo che né Torda, né Charlie né i loro genitori sanno di sta roba. Bella cazzata nonni', ma la storiella della comune hippie è scaduta con gli anni Settanta. Per carità, anche a me piace Pocahontas, ma quella visione stereotipata degli indiani non è certo un pregio. Suvvia.
Torda e nonna Clere parlano della loro costellazione, e viene fuori che secondo Kimi è nello stato dell'albero del dipinto. Per dirlo con parole di Torda, "quell'albero misterioso, quasi spoglio e sicuramente non più rigoglioso". Quindi stanno nella merda.
Pensai alla Stella cadente che avevo visto la notte prima della manifestazione, a quanto mi fosse sembrato strano vederne una così brillante.
No.
Non era solo STRANO.
Era INCREDIBILE poterne vedere una di quella lucentezza e dimensione.
Ah, le bestemmie.
Seguono altri dialoghi inutili sull'incidente di Torda, poi nonna Clere tira fuori un altro disegno e glielo passa.
Per un lungo momento pensai di avere le allucinazioni.
Non ci potevo credere.
NO.
QUEL DISEGNO NON POTEVA ESSERE VERO.
Segue un'altra pagina di seghe, tra cui:
[...] le mie mani iniziavano a tremare, come se la morsa di gelo che aveva avvolto il mio cuore si fosse diradata fino ad esse, [...]
Certo. Diradata. Mica estesa. Ah, i Grandi Letterati!
Non mi voltai nemmeno a guardarla; allentai solo la presa, ed il foglio, cadendo, iniziò a danzare nell'aria, fino a quando, sotto il mio sguardo ancora esterrefatto, non toccò terra.
<< Non ci posso credere ... >> , riuscii a sussurrare, con un filo di voce.
Eppure, il bellissimo ragazzo del ritratto mi fissava con i suoi occhi profondi, e la scritta in basso a destra diceva:
"Ariele Breeze – 1913"
!!! DRAMA BUTTON !!!
Ok, seriamente.
1) L'ultimo passaggio (ma come tanti altri del libro) è scritto con un'ottica cinematografica. Fa spisciare da quanto è coreografato.
2) Prevedibilissimo. Porco il cazzo se era prevedibile.
3) ...ma il cognome Breeze, esattamente, da chi l'ha preso?
Segue pagina vuota con una citazione:
Daje cor capitolo tredici: SENSAZIONI.
La brezza, portando con sé l'odore acre dell'autunno, mi accarezzò dolcemente i capelli. Chiusi gli occhi per qualche istante, abbandonandomi alla gentilezza della natura.
Poi li riaprii e, d'istinto, guardai il firmamento; la sua solitudine mi fece paura.
"Acre", minchia, c'è un incendio? Comunque abbiamo la conferma definitiva: all'Autrice fa schifo la parola "cielo". Puzza di plebaglia, è un termine troppo comune per una figlia di Grandi Letterati™. Viene fuori che l'International Balloon Fiesta è stata annullata per via dell'incidente, "con buona pace delle due fanatiche di feste per eccellenza, Sandy e Giselle".
...
...
...Ma porcoschifo, abiti ad Albuquerque, non a Catozzi di Genga; che cazzo ne sai che non ci siano persone più festaiole di loro? Ma poi perché devi cagare il cazzo, Torda? Ci va tutta la città a 'sto cazzo di festival, ci sei andata pure tu, perché invece di tacere e fare più bella figura ti ostini ad aprire bocca e darle fiato? Eh? Ti fa sentire un personaggio migliore? Ti fa sentire più profonda di un mio sputo sul marciapiede? EH? EH TORDA? LA VUOI LA TORTA AI SETTE CAZZOTTI TORDA?
(Un pasticcino e una sculacciata a chi coglie la citazione.)
Segue una pagina intera di infodump inutile e totalmente inopportuno su Charlie che la sta accompagnando a scuola a piedi: che si veste firmato perché non vuole essere da meno dei suoi amici, ma non è superficiale perché ha ottimi voti (il che non vuol dire un cazzo, un sacco di gente superficiale e gretta è laureata), è diligente e un po' introverso, bla bla bla.
Torda ripensa poi a una conversazione tra la madre e la nonna che lei ha origliato, la nonna convinta che Torda stia ancora male, ma non sa il motivo, poiché Torda "NON LE AVEVO PARLATO DI ARIELE". Tutto maiuscolo, sì.
Non sapevo ancora se confidarmi con qualcuno, anche se quel segreto bussava prepotentemente alle porte del mio cuore e della mia mente, spingendo per uscire.
Magico. Ci viene anche fornito un comodo riassunto dell'ultimo capitolo, qualora fosse trascorso un mese dalla puntata precedente.
Quindi, nella mia epoca, ARIELE NON POTEVA ESISTERE.
Oh, cazzo ti urli, cretina.
Eppure era lì, ad Albuquerque, a trasmettermi le emozioni più intense che avessi mai provato, a farmi sentire tanto viva da darmi l'illusione di volare sopra mondi misteriosi e sconosciuti. Com'era possibile?
Miei dolci tortelli ripieni. Fagottini amabili. Caramelline.
Fatemi un favore: sono senza bussola. Di quali emozioni stiamo parlando? Quali interazioni ci sono state tra Torda e Deodorante, quali reazioni chimiche mi sono sfuggite? Illuminatemi.
E perché, quando avevo visto il suo ritratto, non avevo provato il desiderio di urlare o di chiamare un acchiappa fantasmi?
Che cazzo c'entra adesso?! Ah no, spe'. La so questa. "Perché è vero ammmòre!!1!11!".
Per quale motivo, inoltre, Rebecca sembrava odiarmi tanto?
...guarda, non conosco Rebecca ma scommetto che se compilassi una lista dei miei motivi sarebbe sorprendentemente simile alla sua.
I due cretini arrivano a scuola, dopo righe di pare di Torda che già prevede d'essere assalita da tutta la scuola per avere notizie, perché lei è il centro del mondo e a tutti frega di lei.
Sì, a qualcuno frega di lei, ma è solo un gruppetto di persone, capitanato da "Judy Wise, una delle persone più curiose e pettegole della scuola".
Eviterò i commenti su questa frase perché sono un signore.
Poi, il mio sguardo s'illuminò nel notare che il mio professore d'inglese stava entrando nel parcheggio con la sua auto, un'inconfondibile Suzuki Sport Sedan rosso fuoco, che ben s'intonava con la sua personalità stravagante e dinamica.
Writing Tip: evitate d'inserire nomi specifici di modelli d'auto, telefono e affini, quando scrivete un romanzo, a meno che non sia un elemento voluto o caratterizzante. Aiuta a mantenere la storia contemporeanea al Lettore.
Ecomunque fregacazzi della personalità del professore, se non me la mostri me ne sbatto. Dei, come si fa a scrivere così tanto male? Mi sembra di rileggere la roba che scrivevo a quindici anni. Ad ogni modo Torda decide di chiedere al professore di entrare insieme in aula, sperando che nessuno l'avvicini per farle domande vedendola accompagnata da un docente.
Stacco scena con simbolo del cazzo, Torda ci spiega che segue il corso di inglese da sola perché Samantha, Jason e Michael vanno alla classe delle dieci.
Dicevano di non riuscire a concentrarsi su di una materia così impegnativa poco dopo essersi svegliati.
A me, invece, piaceva molto, e non la trovavo per nulla difficile.
Vedi Torda, è per questo che Rebecca ti vuole morta.
Ovviamente Torda è tanto speciale che riesce a prendere un fottio di appunti nonostante dica di distrarsi continuamente. Finisce la lezione, a classe vuota lei si alza e mentre raccoglie le proprie cose nota Deodorante davanti alla finestra, ma lui non sembra averla vista.
<< Ma tu chi sei, che, avanzando nel buio della notte, inciampi nei miei più segreti pensieri? >>
Mi voltai, incredula per ciò che avevo sentito. A parlare era stata Milly Amiel, una ragazza magrissima, coi capelli biondi a caschetto ed il volto cinereo; non mi ero accorta che fosse rimasta in classe. Non guardava me, bensì il muro alla mia destra.
<< Scusa ... ? >> Domandai.
<< È scritto qui. >> Indicò, sorridendo, un foglio appeso al muro:
<< Ma tu chi sei, che, avanzando nel buio della notte,
inciampi nei miei più segreti pensieri? >>
William Shakespeare
Shakespeare. Il professor Baer aveva appeso quel foglio durante una delle sue lezioni.
Al che mi chiedo: perché cazzo questa Milly Amiel l'ha notato soltanto adesso? E soprattutto perché cazzo mai l'ha letto ad alta voce GUARDA TU IL CASO. EH.
Tutta 'sta cagata solo per farla ripensare di nuovo ad Ariele, che non è più davanti alla finestra.
Doveva essersene andato.
No.
Non potevo permetterlo.
Dovevo trovarlo e parlargli.
Torda esce di corsa e becca Deodorante insieme a Rebecca, ed è talmente deficiente da ringraziare Deodorante per "quello che hai fatto per me". Davanti a Rebecca. Un prodigio di intelligenza.
<< Lui ... io ... >> balbettai, sentendo che la coltre nera dello sguardo di lei avrebbe potuto soffocare qualunque mia parola. Decisi di voltarmi verso Ariele e di aggrapparmi alla luce che vedevo brillare al fondo dei suoi occhi, cosicché ebbi il coraggio di esclamare:
Ora, se Torda fosse intelligente, starebbe zitta e inventerebbe qualcosa per svicolare, e dunque per poter parlare con Ariele da soli.
Ma Torda è una cretina.
<< Tu mi hai salvato la vita. >>
La "luce al fondo dei suoi occhi" scompare e nega di nuovo, Torda insiste, "Charlie dice che ci hanno trovati abbracciati, e che hai attutito la caduta col tuo corpo", "quello che dice tuo fratello è impossibile", "come fai a sapere che è mio fratello?", "ehmmmmme l'hai detto quel giorno al festival", "no non è vero, ne sono sicura".
Rebecca grazie al cielo interviene a interrompere il ridicolo siparietto, perculando Torda per l'assurdità delle sue affermazioni; Deodorante ripete che hanno solo avuto una botta di culo, e che lui non l'ha salvata.
<< Peccato ... a me era sembrato di sì. >> Mi stupii di avergli confessato la mia delusione e, di conseguenza, l'importanza che lui aveva per me.
Oh, come mi commuovo. Quale dramma.
Torda comunque non cede e prende il cellulare per mostrare loro la foto che ha scattato al ritratto di Deodorante, ma sia lui che Rebecca negano la somiglianza.
<< Rebecca ... mi dispiace contrariarti, ma ... sotto questo disegno, l'artista aveva scritto il nome del ragazzo rappresentato e ... >> mi voltai verso di lui, << ... quel nome era "Ariele Breeze ... millenovecentotredici "... >>
Deodorante corruga la fronte a tale notizia, e per un momento Torda si sente come se avesse due cuori. Sì, ehm, anzitutto la descrizione è vaga, poi vola basso tesoro ché non sei il Dottore.
<< Sei pazza! Se fosse così, mio fratello sarebbe centenario! Te ne rendi conto, vero? >>
<< Sì ... certo. Ma, anche se sarebbe più comodo per me credere che non è vero, non posso ignorare la verità! >> Ribattei. Cercai lo sguardo di Ariele.
<< Non posso proprio ... >> Ripetei, con una dolcezza di cui mi stupii io stessa.
Rebecca continua a perculare Torda e fa per andarsene a lezione con Deodorante, ma Torda insiste e lei sbrocca, rifilandole uno spintone.
Caddi a terra, sbattendo proprio la mano ferita. Un dolore acuto e penetrante si diramò per tutto il palmo, facendomi urlare.
<< Ahia! >>
Dovrei essere oltraggiato dal comportamento di Rebecca? No, perché sto ridendo.
<< Non devi più interessarti ad Ariele ... lascialo in pace ... sono stata chiara? >> Sibilò piano; le sue parole, tuttavia, ebbero un impatto tremendo su di me, amplificandosi nella mia mente e nel cuore, come un urlo. Improvvisamente, però, sentii che la strana energia positiva che avevo sentito accendersi in me poco prima, stava tornando a diramarsi nel mio corpo, fornendomi il coraggio necessario a fronteggiare Rebecca. La sensazione che provavo era così piacevole, e strana ...
Dopo questa bella fuffa arriva il professor Baer preoccupato, Torda dice di aver inciampato, lui si offre di dire alla "signorina Frankch" (non ho capito se sia una bidella o un'infermiera) di telefonare alla madre di Torda per farla venire a prendere, ma lei rifiuta.
Notare che Frankch è un cognome usato nei paesi di lingua germanica. Nell'Ottocento. Forse s'intendeva "Frank", non so, fatto sta che questo cognome qui ci sta bene come una bella scatarrata al microfono in mezzo al Pas de deux de Lo Schiaccianoci.
Torda cerca con lo sguardo Deodorante e Rebecca, "ma loro non c'erano più. Erano spariti".
Rebecca mi ODIAVA. E non voleva avermi fra i piedi. Era evidente. Me l'aveva appena detto.
"Non devi più interessarti ad Ariele ... lascialo in pace ... sono stata chiara?"
1) Lo stile non è coerente. A volte quando Torda ricorda dialoghi precedenti questi sono inseriti tra virgolette alte doppie, altre volte tra le caporali. Quando si scrive bisogna scegliere un metodo e attenersi a quello, cazzo.
2) E magari evitare di ripere sempre le cose dette una pagina prima, GRAZIE.
Andiamo col quattordicesimo capitolo: RIVELAZIONI INCONFESSABILI.
Tordava a lezione di arte, chiacchiera con Michael, specifica ripetutamente il nome e cognome di una studentessa "appassionata di arte" che non riapparirà più, giusto per riempire spazio. Poi finalmente combina qualcosa di utile e mostra a Mike la foto che ha scattato al ritratto. Mike riconosce Deodorante e chiede a Torda dove abbia trovato quel disegno, ma lei rimanda le spiegazioni a più tardi. Mike ci tiene a far sapere a Torda che ha marchiato il territorio:
<< Comunque non mi piace quel ragazzo ... e al New Mexico Hospital gliel'ho anche detto! >> Aggiunse con orgoglio.
Sono in sincero imbarazzo per lui.
Mentre si dirigono a lezione di ginnastica, parlano di Jason. A volte ritornano.
<< Chissà come stanno andando gli allenamenti di baseball. Jason sarà stanchissimo. >> Dissi.
<< Già ... aver perso contro l'Atrisco Heritage Academy l'altra volta non gli è proprio andata giù. Ma stavolta ci sono le cheerleaders a sostenerlo ... e c'è anche Sam! >> Sorrise maliziosamente.
Primo, l'Atrisco Heritage Academy è già stata nominata più volte nel corso del romanzo. Per intero basta la prima volta, le seguenti sarebbe molto più realistico "l'Atrisco". Sono degli adolescenti a parlare, Autrice.
Secondo, in italiano le parole inglesi d'uso comune non vogliono la s al plurale.
Sospirai, infastidita per ciò che aveva detto. Benché il mio pensiero fosse principalmente rivolto ad Ariele, continuavo a soffrire del rapporto speciale che si era instaurato fra Jason e Samantha.
1) Questo "rapporto speciale" non si è mai visto.
2) Questa tua sofferenza non si è mai vista, non rivolgi mai un pensiero a Jason.
3) Spero cordialmente che quei due stiano scopando come animali, mentre tu caghi la minchia a tutti con le tue pare mentali.
Mike consola Torda, lei gli chiede di accompagnarla l'indomani pomeriggio in biblioteca.
Stacco con simbolo del cazzo, e a seguire due delle pagine che più ho odiato in tutto il romanzo.
L'Autrice sputa senza vergogna su cose di cui non sa evidentemente un cazzo, perché se gli allenamenti di Jason vengono presi seriamente, le coreografie delle cheerleader vengono definite "semplicissime", e non in senso "semplici per le cheerleader", ma nel senso di "poracce".
Allora. Il cheerleading non è agitare due cosi pelosi e sorridere. Il cheerleading è uno sport cazzo, esistono pure i campionati! E le cheerleader sono ginnaste e ballerine a tutti gli effetti porcamiseria, basta vedere un video qualunque. Poi ok, durante le partite sono a lato campo a incoraggiare le squadre, ma prima della partita si esibiscono loro dannazione, e lo faranno molto bene soprattutto in questo caso di competizione con una squadra esterna alla scuola.
https://youtu.be/cXRWQa9tQLw
Autrice, ma voi le avete mai viste le coreografie che tirano fuori lecheerleader? Avete la minima idea del mazzo tanto che si fanno 'ste ragazze? No, certo che no, siete troppo impegnata a non saper scrivere. Comprendo.
Segue paragrafo raccontato-e-non-mostrato su Jason e Samantha piccioncini carini, poi un altro paragrafo riassuntivo delle puntate precedenti. Ve lo riporto tutto perché è un gioiellino, amatemi:
Ariele Breeze.
Il ragazzo indiano adottato dai miei antenati Laurent e Rosalie almeno un secolo prima.
Colui che, a causa della sua sofferenza e della sua decisione di togliersi la vita gettandosi nel vuoto, aveva condannato molte donne della nostra famiglia a vivere senza Amore.
E una di noi avrebbe dovuto trovare il coraggio di combattere quel destino così ingiusto.
Una delle donne della nostra famiglia sarebbe stata la prescelta dalla Stella del Giudizio, l'entità benevola che regola le leggi del Cosmo, la regina di tutte le stelle.
Ma chi di noi poteva essere talmente speciale, pura e coraggiosa da essere scelta per un simile, importantissimo incarico?
1) "Amore" con la maiuscola, perché fa più drammatico.
2) La prescelta "della Stella" semmai.
3) Entità benevola un cazzo di minchia, e poi non c'entra un cazzo con le leggi del cosmo.
4) Eh. Chissà chi.
Jason e Samantha passano il pomeriggio ridendo, "mentre un crescente mal di testa si impadroniva, impietoso," di Torda. Oh, pora chicca. Quanto me dispiace.
Poi, tenni le palpebre chiuse qualche secondo in più; e fu proprio allora che, nella mia mente, vidi una stella guizzare, velocissima, nel firmamento dei miei pensieri.
Riaprii subito gli occhi; gli altri non si erano accorti di nulla.
"Forse è solo un ricordo", pensai.
Il ricordo di quella stella cadente che avevo visto volare in chissà quale altro luogo a me sconosciuto, qualche sera prima.
E se ... se avessi dovuto dare un pochino più di importanza a quell'avvenimento insolito?
Se fossi stata IO la prescelta dalla Stella del Giudizio?
Scossi il capo.
No. Come avrebbe potuto quell'entità meravigliosa scegliere proprio me?
Come potevo pensare che una ragazza semplice come me potesse essere degna di ricevere l'incarico di combattere il destino e di restituire l'Amore ad un'intera famiglia?
E se anche fosse stato, io non sapevo niente di destino.
Che armi avrei potuto usare contro la parte più tenebrosa del fato?
<< Se la prescelta fallisce, quel destino diviene immutabile ... e non rimane più nulla da fare ... >>
Così aveva detto nonna Clere.
Ed io mi sentivo così confusa.
1) Destino = "parte tenebrosa del fato"? WTF?
2) Autrice carissima, v'impegnate tanto per scrivere 'ste stronzate o vi vengono naturali?
3) CERTO CHE È TORDA LA PRESCELTA. Grazie graziella e graziarcazzo che è lei. Guarda non s'era capito. Guarda non era telefonatissimo.
4) A proposito di semplicità: Torda non è semplice. Torda è piatta, è ben diverso. Non ha personalità, non ha carattere, non ha alcun obiettivo o interesse, è una sagoma di cartone. Non è così che si scrivono i personaggi.
Samantha mi distolse dai miei pensieri, chiamandomi più volte fino a quando Jason non si decise a darmi una leggera scrollata.
Se sei tanto concentrata sulla questione Deodorante, Torda, da riscuoterti solo quando Jason te sgrulla, non dovresti nemmeno esserti accorta dei richiami di Samantha. Dei, non usate la prima persona se non riuscite a capire i limiti sensoriali che impone alla narrazione.
Torda riflette sull'incontro con Deodorante e Rebecca, e decide di non dire ancora nulla a Michael.
Era il momento, piuttosto, di ascoltare il mio intuito ed il mio cuore, in mancanza di informazioni precise e ben definite. Dovevo fidarmi di me stessa, anche se iniziavo ad essere spaventata dai sentimenti che prendevano forma nel mio cuore.
1) Precise = ben definite. La finimo con 'sti pleonasmi?
2) Ma quali sentimenti? Ma dove, cosa? Sto leggendo una storia diversa dalla tua?
Non sapevo perché, ma, mista alla paura, nei confronti di Ariele stavo iniziando a provare pietà e tenerezza; forse la stessa che lui sentiva per me, visto il modo in cui mi guardava quando la misteriosa luce dei suoi occhi andava a rischiarare il verde cangiante delle sue iridi misteriose.
Ci siamo scordati per strada la concordanza? O scrivete in un altro modo, oppure mettere "forse le stesse". E l'accoppiata misteriosa/misteriose mi uccide dentro.
Lui mi aveva abbracciata e protetta sulla mongolfiera ed iniziavo a sentire il desiderio, sempre più acceso, ogni momento più vivido, di stringerlo fra le mie braccia e restituirgli quella tenerezza con cui mi aveva avvolta fino a salvarmi la vita.
Avevo sempre creduto di provare un sentimento forte per Jason, nonostante tutte le sue attenzioni fossero rivolte a Samantha; tuttavia, la presenza di Ariele nella mia vita aveva infranto ogni certezza, facendo sorgere in me nuovi dubbi.
FUFFA COSMICA.
In ogni caso, non avrei potuto amarlo.
Tranquilla Torda, sei solo una diciassettenne con l'ormone sballato per un figone che hai visto tre volte, punto.
Non ero neanche sicura che lui fosse umano; non potevo permettere a me stessa di lasciarmi risucchiare in quelle tenebre oscure senza che ci fosse qualcuno disposto ad aiutarmi nel caso mi fossi trovata in difficoltà.
Guarda, percepisco proprio il tuo sconvolgimento. Sicuro.
Segue una pagina in cui Mike e Torda si salutano, tra dialoghi artificiosi e raccontato-e-non-mostrato, poi Torda entra in casa.
Posai lo zaino a terra e aprii il frigo. Mangiai l'ultimo pezzo di formaggio rimasto, ben sapendo che a Charlie non avrebbe dato fastidio, dal momento che odiava letteralmente i latticimi.
Qualcuno a quanto pare non sa la differenza tra caratterizzazione e FUFFA INUTILE E INOPPORTUNA CHE ALLUNGA LA BRODAGLIA.
Seguono dialoghi inutili, madre di Torda che litiga al telefono col marito perché ancora è fuori per lavoro, poi lo passa a Torda che gli dice "mi manchi".
<< Cara, mi dispiace. Ma sapete che potete telefonarmi, o chiedere a Charlie, l'omettino di casa. >>
Ve prego. Risparmiatemi queste risposte da filmetto di serie Z con la tipica famiglia americana anni Novanta. Pure sessiste oltretutto, visto che mi pare proprio che la casa la stia mandando avanti la madre di Torda e non certo Charlie, perché avere il cazzo non corrisponde ad avere autorità e capacità gestionale.
Dopo cena Torda se ne va in camera, apre la finestra, ammira la "luminosissima" Luna, spreca una riga per le foglie che "sembravano non voler cedere ai colori autunnali tipici di quel periodo", pleonasmo + cazzata in una sola frase, perché immagino quanto si vedano bene i colori delle foglie di notte.
Accesi il computer e, dopo essermi connessa al web, cercai sul motore di ricerca di Google la parola "costellazioni familiari".
Sono due parole. Non una.
Deficiente.
Ora. Tortini ciccini miei... siamo giunti al momento della verità. "L'incredibile recente scoperta" cui l'Autrice aveva accennato nella nota a inizio libro. La mistica teoria.
Ricordate, tutta questa è roba vera.
Un nome comparve immediatamente sullo schermo: quello di Berth Hellinger, uno psicologo e scrittore tedesco, studioso di teologia e pedagogia.
"... per affermazione di Bert Hellinger, spesso la vita di ognuno è condizionata da destini e sentimenti che non sono veramente propri e personali, ma che possono essere dovuti a "grovigli" del sistema-famiglia e portati alla luce attraverso il processo delle Costellazioni Familiari ... "
[Tutta roba che trovate online, ho controllato. Se avete voglia di leggere cazzate.]
Bingo.
Destini.
Sentimenti.
La legge cosmica di cui parlava Nonna Clere.
Ma soprattutto, LE COSTELLAZIONI FAMIGLIARI.
Torda apre un altro sito, chiedendosi se il signor Hellinger sappia qualcosa della Stella del Giudizio e quelle cazzate là.
"Ciò che accade, accade per Amore.
E ciò che grazie all'Amore viene mantenuto, può essere annullato e sciolto per Amore.
C'è un futuro solo per chi è in sintonia con il passato."
Bert Hellinger
Cosa stavano ad indicare esattamente quelle parole? Mio Dio, ero così confusa. Le mie ricerche dovevano servire a chiarirmi le idee, non a farmi sentire ancora più spaesata.
Ma ero sicura di voler davvero andare a fondo? Di scoprire se ero io la prescelta dalla Stella del Giudizio per cambiare quel destino che mi chiedeva, anzi, mi IMPONEVA di rinunciare al mio vero amore?
Già.
Sarà che sono ateo ma 'sta roba me fa sganasciare. Comunque se vede che Hellinger è stato sacerdote, avoja. Davvero, mi fa spisciare. Come rimpiango His Dark Materials e la battaglia contro Dio, almeno quella era credibile.
Segue mezza pagina di fuffa su nonna Clere e la madre di Torda, e sui loro amori perduti o lontani, poi una pagina e passa viene riempita con roba dal web.
"... Hellinger ha scoperto che all'interno di ogni sistema (una famiglia, ma anche un'azienda, una scuola, una classe scolastica, una squadra sportiva, un gruppo artistico ecc.) esistono delle "leggi" naturali, da lui chiamate ʻordini dell'amoreʼ, che regolano le dinamiche relazionali tra i vari membri che vi appartengono. Ogni persona, da una generazione all'altra, è legata da uno speciale vincolo biologico a tutti i propri familiari: secondo questa legge fondamentale di "appartenenza" nessuno può essere escluso o allontanato, ognuno ha il proprio particolare posto all'interno del sistema, in uno specifico rapporto di gerarchia e di equilibrio nel "dare e ricevere.
Se si rispettano queste regole, nelle famiglie regnano l'armonia e la stabilità, tutti sono in pace con sé stessi e con gli altri. Se invece questi ordini non vengono rispettati possono nascere (come in effetti si registra con estrema frequenza in tanti ambiti di attività) conflitti, tensioni, irretimenti, malattie o dipendenze che impediscono il fluire dell'amore e non permettono di vivere in armonia. Se, per esempio, qualcuno viene escluso, rifiutato, allontanato dalla propria famiglia, o se una morte violenta o prematura, un suicidio, un trauma familiare, la perdita di un bambino vengono a turbarne l'armonia, questo trauma (anche se avvenuto in una o più generazioni precedenti) lascerà una traccia profonda nella memoria familiare e provocherà uno scompenso nel sistema.
Questa memoria familiare traumatica - che potremmo intendere come rottura di un equilibrio - si trasmette inconsciamente attraverso le generazioni e potrà allora capitare che, in una generazione successiva, qualcuno "assuma" su di sé un'esperienza di vita o un destino simile, come per un'inconscia forma di "riparazione". Si tratta del cosiddetto irretimento, per cui, per esempio, una persona si trova a ripetere lo stesso destino di un genitore, uno zio, un nonno, o un bisnonno (anche senza averli mai conosciuti), a riviverne certe esperienze di vita ..."
Siete ancora vivi? Bene. Bacini a tutti.
Mi astengo dal commentare, perché prima voglio vedere i vostri di commenti. Procediamo.
Segue ennesimo riassunto del racconto di nonna Clere, qualora l'avessimo dimenticato, poi Torda si accorge che per "costellazioni familiari" Hellinger non intende il segreto dei Koot-scha, bensì un processo terapeutico di gruppo (è una gran cagata, aggiungerei, quando ho linkato 'sta roba ad Amica che studia psicologia ha bestemmiato).
Un po' ne fui sollevata: erano pronti, gli uomini, così materialisti e legati alla scienza, a conoscere i poteri delle stelle e soprattutto ... della Stella del Giudizio?
Disse quella che faceva pagare quindici euri per un libro del cazzo scritto con un pc sicuramente non datole dalla fede nella Stella De Staminchia. Ipocrisia, ne abbiamo?
Mi alzai e chiusi la finestra; forse non sarei mai più riuscita a guardare il cielo nello stesso modo. Ogni stella sembrava volermi offrire un incessante dono silenzioso: quello della speranza che illumina la tenebra. Il manto oscuro del firmamento era affascinante quanto la folta chioma di Ariele, dentro la quale i miei biondi capelli si erano intrecciati mentre precipitavamo dalla mongolfiera.
Chiusi la finestra, sospirando al ricordo della bellezza dei suoi occhi verde smeraldo.
Torda Oz: non mangia, non parla, non esce per giorni, dopo l'incidente.
Sempre Torda Oz: ripensa a un dettaglio del momento dell'incidente e va in brodo di giuggiole.
No, ma davvero, credibile.
Charlie passa a dare la buonanotte alla sorella, stacco con simbolo del cazzo, e poi... oh, mie mozzarelline ripiene. Sedici pagine didelirio.
È tutto in corsivo perché è un sogno/visione, ma sottolineare il malloppo rovinerebbe gli occhi a me e a voi. Quindi famo finta che è corsivo alla seconda.
Il vento spalanca le finestre e una luce accecante illumina la stanza, svegliando Torda.
<< Puoi guardarmi ... >>
Con un coraggio nuovo, mi sforzai di fissare quell'accecante bagliore, dal quale proveniva la voce; i suoi contorni si sfumarono appena, diventando di colore arancione/rosato
What.
ed assopendosi nel delineare un'alta ed esile figura di donna.
Sono abbastanza certo che "assopire" non si usi così.
Non potevo vederne il volto, né i particolari del corpo. Ma intuivo che l'evidenza della sua bellezza, per qualche oscuro motivo, mi era negata e che solo con la mia immaginazione avrei potuto afferrarla.
Torda chiede "sto sognando?", la tizia risponde "sì, perché solo il sonno può proteggerti dalla creatura della notte", ovvero Rebecca.La tizia va avanti a dire "la mia luce è accecante ma puoi guardarla, non ti farà del male se non sarai tu a volerlo, ciò che è buono non può farti del male, la mia luce è buona, bla bla bla, niente è più pericoloso per te che portarti da una Creatura della Notte, soprattutto se ti teme ed odia così tanto ... ma DEVO farlo, ed io ti proteggerò, bla bla bla", tende la mano a Torda, che chiude gli occhi. Quando li riapre sta volando insieme a Tizia, "come cigni ribelli".
Volammo sopra il Rio Grande River, sedotto dai colori di quel tramonto incredibile che tentava di afferrare la profondità dell'imminente notte. Mentre avanzavamo volteggiando verso la riva, scorgendo le fronde degli alberi imperiosi, il color rubino del sole riflesso nel Rio Grande River danzava con le mille sfaccettature del blu più intenso, avvolgendolo in un seducente e caldo abbraccio.
Pura Fuffa™.
Al fiume stanno prendendo l'acqua delle native americane, perciò quando atterrano "sul terreno, la cui apparente aridità veniva smentita dalla presenza di alcuni rigogliosi alberi", Torda chiede in che anno siano. Ovviamente è il 1913.
MI TROVAVO NEL PASSATO.
Bravissima. Applausi e coccarde.
Torda chiede a tizia chi sia, tizia risponde "hai mai domandato al cielo ed alle stelle cosa siano realmente?", poi le prende la mano e si alzano nuovamente in volo, per andare ad Albuquerque che dista quaranta "chilometri". Certo, siamo negli USA, tizia sta parlando a Torda che è statunitense, quindi parla di chilometri e non di miglia. Certo.
Comunque volano, Torda commenta "non soffro a causa dell'altezza", tizia che "qui sei libera dalle tue paure terrene". Io me toccherei al posto tuo, Torda.
Prendemmo sempre più velocità su di una distesa infinita di alberi e terra. Essi parevano rimirare la bellezza del cielo e della donna fatta di luce che, per motivi a me ignoti, mi stava accompagnando da San Felipe Pueblo ad Albuquerque.
Mentre anche noi voliamo alto sulle ali della fuffa, tizia parla delle "Lilim".
<< Le Lilim ... ? >>
<< ... nel nostro mondo, vengono chiamate anche Creature della Notte, o delle Tenebre. Purtroppo non hanno buone intenzioni nei confronti di voi umani. Sono ancora più pericolose e spietate dei loro fratelli. Hanno molta più iniziativa di loro, ed una seduttività incontrollata nei confronti degli uomini ... e delle anime. >>
Qua l'Autrice ha pescato dall'ebraismo e da altri riferimenti mitologici, ma ci ha aggiunto una bella spruzzata di sessismo: per lei Lilim sono solo le donne, e solo loro sono davvero stronze, mentre nella mitologia generale non c'è distinzione alcuna. In pratica le ha chiamate zoccole.
Posammo i piedi al suolo e riconobbi la Old Town Plaza. Era gremita di gente ed era ... così diversa. Un connubio di silenzio, mitezza e semplicità.
Belle descrizioni.
Torda e tizia si avvicinano alla chiesa, ovviamente non possono esser viste dagli abitanti di questo tempo. Vedono arrivare quattro figure femminili in groppa a quattro animali diversi; sono le Lilim, sotto forma di spirito. Non possono esser viste, e non possono vedere tiziae Torda.
Arriva pure Deodorante.
<< Loro avvertono le sue emozioni negative, la sua disperazione. Sono attratte da lui e dalla sua immensa bellezza. Non vogliono lasciarlo andare. Non vogliono permettere che l'anima di un giovane tanto affascinante abbia possibilità di redimersi. Potrebbe guadagnarsi l'Eden diventando l'angelo di qualcuno. Ma. Julia ... non appena lui si butterà giù dalla torre, lo sedurranno. E lui sceglierà spontaneamente di seguirle. >>
Bravo coglione.
Ci vengono descritte le Lilim: quella al centro è Rebecca, ovviamente è il capo. 'Na gnocca. Le altre non ve le riporto neanche, tanto sono del tutto dimenticabili. Notare solo che una indossa una "attillata tuta marrone", e mi chiedo sinceramente come faccia, visto che la tuta fu inventata nel 1919 e non era certo come le tute di adesso. Un'altra ha i capelli "castano chiaro cortissimi tagliati alla maschio", un'altra ancora porta l'eye-liner, e anche questo mi sembra strano, visto che l'eye-liner fu sì inventato nell'Antico Egitto, ma il suo utilizzo si perse durante l'epoca romana imperiale, e fu limitato al mercato asiatico fino al 1922, anno in cui fu scoperta la tomba di Tutankhamon, e con essa le ricchezze e persino i cosmetici del faraone, tra cui l'eyeliner, che dunque tornò di moda.
Ok, le Lilim sembra siano immortali a quanto ho capito, ma da nessuna parte si accenna alla possibilità di viaggiare nel tempo, perciò questi anacronismi sono piacevoli come i LEGO sotto i piedi.
Torda si accorge che stanno guardando "OLTRE" lei, e stanno puntando Deodorante.
Tizia spiega a Torda che Rebecca ha cercato di ucciderla, e che dev'essere sfuggita al controllo dei non si sa chi, non glielo dice perché a quanto pare quando provano ad accopparti è meglio non darti info su altra gente che potrebbe altrettanto accopparti.
<< Perché? QUANDO ha cercato di uccidermi? >>
Torda è una mente brillante, mi dicono dalla regia.
Come avrei voluto insidiarmi nella sua mente, infondergli coraggio. Impedirgli di compiere un gesto tanto sbagliato e terribile. Come avrei voluto SALVARLO, facendogli capire che lui aveva TUTTO: l'affetto prezioso dei genitori adottivi e del pueblo, gli amici, l'intelligenza, la bellezza.
Intelligenza mica tanta, visto che fa scazzare Rebecca al festival pur di farsi un giro in mongolfiera.
Comunque posso dirlo? Deodorante non mi fa alcuna pena. La scena dovrebbe essere tragica, ma non riesco a provare empatia nei confronti di un personaggio che ho conosciuto poco e che soprattutto non ha fatto nulla per rimanermi impresso. Anzi, sinceramente mi sta un po' sul cazzo.
Torda chiede a tizia spiegazioni su Rebecca e le altre gnocche.
<< Le Lilim sono le figlie di Lilith. Sono perfide e pericolose. Rebecca è una di loro. >>
<< Chi è Lilith? >>
<< Fu la prima moglie di Adamo. Venne creata ancora prima di Eva e poi cacciata dal paradiso terrestre, il suo nome deriva dagli antichinomi assiri" Lil", vento, e "Lilitu", ovvero spirito di vento. Ha un grande potere su di esso, così come molte delle sue figlie. Ecco perché Rebecca, in quanto tale, è riuscita facilmente a provocare la tempesta che ti ha fatta precipitare. >>
Segue altro pippozzo, "le Lilim hanno il potere di incarnarsi in umane, bla bla bla, seducono gli uomini e li portano via all'amore dei lorocari, bla bla bla, voi umani arrivate sulla Terra con lo scopo di elevarvi ed entrare nel paradiso terrestre, loro non possono farlo, bla bla bla, sono costrette a vagare sulla Terra e nel Regno di Maind sotto forma di carne e spirito, bla bla bla, comunque appena Rebecca smetterà di essere un pericolo per te ti farò dimenticare tutto, è la prima volta che una Lilim teme un'umana, a dire il vero anche le Lilim possono redimersi e accedere all'Eden ma non lo sanno e dunque nessuna di loro ha mai rinunciato alla lussuria ed alla crudeltà, nessuna di loro sa cosa sia un coraggioso gesto d'amore".
Ah, volete sapere perché Lilith è stata cacciata dall'Eden?
Perché rifiutò di sottomersi e farsi stuprare da Adamo. Io sto con Lilith a 'sto punto, scusate.
Stavo per parlare, quando udii un tonfo incredibile alle mie spalle.
Prima che potessi voltarmi, la donna di luce mi afferrò un braccio e spiegò:
<< Ti ho distratta mentre lui saliva la torre. Non volevo che vedessi il volo. >>
<< Ariele!!! >> Gridai, con tutta la forza che avevo in corpo.
Che pathos.
Torda guarda la gente portar via il cadavere di Deodorante, e poi ha un'epifania à la Joyce.
Solo allora capii, ed una strana sensazione mi avviluppò il cuore.
Il figlio adottivo di Rosalie e Laurent aveva reso immortale la sua sofferenza d'amore, suicidandosi.
Ed ormai sapevo che quel figlio era Ariele.
Io non ho afferrato cosa lei abbia capito, qualcuno mi illumini.
Vede lo spirito di Deodorante sollevarsi dal suo corpo, e voltarsi verso le gnocche, le "affascinanti e perfide guerriere del male", giusto per non farci mancare un'altra stilettata di trash.
<< Lui è ... è morto? >> Domandai alla donna di luce in un sussurro, benché sapessi che la risposta era sì.
Perché l'evento che stavo "vivendo" risaliva al 1913. E perché nessuno, se non per miracolo, sarebbe sopravvissuto ad un simile volo. Quel miracolo non c'era stato, forse perché le persone coinvolte non si erano sentite degne, o preparate, a riceverne uno.
Odio quando scrivete e viene fuori la vostra ideologia. Lo odio tanto.
Deodorante chiede alle gnocche chi siano, loro ridono "e sembrava che la sua paura nutrisse la malvagità dei loro cuori dipietra", Rebecca gli indica il suo cadavere, e lui:
<< Mio Dio, che ho fatto! >> Esclamò, mentre le lacrime gli imperlavano gli occhi.
Mi permetto di dire che se uno si suicida è perché vuole farlo, non ha più alcuna motivazione per vivere. Quindi è stupido che Ariele reagisca come se la cosa sia stata una specie di raptus e non un gesto premeditato. Cazzo, si è persino messo seduto in piazzetta ad aspettare che calasse la sera, prima di salire sul campanile!
Rebecca propone a Deodorante di andare con lei.
<< Seguimi, e vivrai per sempre. Seguimi, e avrai il potere. Io sarò il tuo miracolo. >>
<< Vorrei essere io il suo miracolo! >> Esclamai, rivolta alla donna di luce, << ... ma non so come. Io sono solo io ... io sono solo Julia. >> La mia voce tremava.
Oh, pora chicca. Certo che per essere una che ha tanta poca stima di se stessa ci tieni parecchio a riflettere sempre su di te le sofferenze e i drammi altrui, eh Torda! "Gne gne gne lui sta avendo un trauma allucinante post mortem e un demone sta cercando di corromperlo ma io piagnucolo perché vorrei salvarlo, perché ho la sindrome da crocerossina e non ho uno straccio di personalità".
E intendiamoci: io adoro i personaggi comuni. Mi piace che un protagonista sia "il vicino della porta accanto". Mi piace che sia una persona normale e realistica in cui io possa immedesimarmi. Ma Torda non è comune, è solo una palla al piede, senza carattere, senza niente. È un foglio bianco. E nonostante questo riesce comunque a mettersi sul piedistallo. Che faccia da cazzo.
E comunque è una cazzata che Deodorante accetti la proposta di Rebecca: se si è ammazzato perché non vuole più vivere, per quale motivo dovrebbe allora voler vivere per sempre?
Lei scosse il capo ed avvicinò il volto al mio.
<< Tu non sei solo Julia. Tu sei la prescelta. >>
<< Cosa ... ? No ... non è vero ... >>
<< Sì. Io lo so. >>
<< E come? >>
<< Perché io sono LA STELLA DEL GIUDIZIO. >>
Me cojoni.
Finalmente è finito 'sto capitolo, me stavo per taja le vene.
Comunque notare che Torda è più sconvolta dalla morte di Deodorante che dalla rivelazione dell'esistenza del Paradiso Terrestre. Manco un commento su quello.
Come se l'Autrice appartenesse a una certa religione e stesse dando per scontato che tutti siano uguali a lei, e che dunque tutti credano ciecamente in certe cose.
Ma forse è solo una mia impressione.
Capitolo quindici, col titolo scritto normale e non tutto caps-lock, perché la coerenza non è gradita qui: La confessione di Michael.
Torda se sveja, con due occhiaie da paura e i capelli che pare che je c'hanno sgarufato dentro i cinghiali. Pippa di mezza pagina sulla porta della camera aperta quando lei la lascia sempre chiusa, quindi il fatto è sospetto.
<< Non posso essermela dimenticata aperta ... >> sussurrai, << ... o forse sì? >>
Dove le persone normali pensano, Torda si esprime ad alta voce. Andiamo avanti, righe inutili sulla tazza di Charlie con dentro resti di "Corn Flakes" (sic), il bigliettino di buongiorno che la madre le lascia sempre sul tavolo, di nuovo le occhiaie di Torda, due palle così.
L'occhio mi cadde senza un perché sulla mano destra.
Tastai delicatamente la la benda che copriva la ferita, [...] il dolore per l'aggressione dello strano uccellino si ridestava come una scintilla di fuoco in un camino non ancora del tutto spento.
<< Ma quanto ci mette a guarire ... >> Bofonchiai sottovoce, alzando un lembo della garza per spiare la situazione, benché mi avessero consigliato di toglierla solo quando fossi stata sicura che la mano era completamente guarita.
Come una bambina che sta facendo una cosa proibita, spiai timorosa la crosta riparata dall'ombra della garza e capii che avrei dovuto aspettare ancora un po' perché si rimarginasse.
Poi se la strappa per cambiarsela, parrebbe per la prima volta.
Ma avrei dei commenti:
1) Chi se ne fotte?
2) Cos'è, vuoi dirmi che i medici ti hanno consigliato di tenere la garza sporca per tutti 'sti giorni?
3) A s'sto punto invoco una sepsi fulminante.
4) CHI SE NE FOTTE DOVRESTI PENSARE AI DEMONI E ALL'EDEN E ALLA VERITÀ CHE TI È STATA SVELATA SIAMO A QUINDICI CAPITOLI NON DUE CAZZODIDEFICIENTE
Arriva l'ora di pranzo.
Guardai in freezer; mamma aveva comprato delle piccole cotolette di pollo. Charlie, quando le aveva viste, si era lamentato dicendo che erano per bambini.
<< Sì, ma sono così carine! >> Avevo replicato io.
<< Sono sempre cotolette, Charlie. Non fare lo schizzinoso! >> Lo aveva redarguito mamma.
Sorridendo a quel pensiero, le feci friggere e le mangiai a piccoli bocconi.
A proposito di friggere: avete mai visto/letto Watchmen? No? No problem, c'è YouTube.
Immaginate il Cavaliere come il nanetto ginger, e Torda come il tipo grosso che cerca di affettarlo.
https://youtu.be/6xmzXG1GmkI
Ah, godo.
Samantha manda un messaggio a Torda con una foto della nuova divisa delle ragazze "pon pon", che in realtà si scrive pompon perché pon-pon (col trattino, sì) è solo un adattamento gergale del vero termine.
[...] secondo il preside dovevano presentarsi al meglio in vista dell'importante partita di baseball della Rio Grande High School contro l'Atrisco Heritage Academy. La nuova divisa era solo di un rosso più vivido e con qualche scritta in più, ma Sam ne eraentusiasta.
"Bella", composi ed inviai, tanto per farla contenta.
1) Oh, non sono così adorabili quelle amiche a cui in realtà non frega un cazzo di te e hanno un atteggiamento condiscendente nei tuoi confronti? Torda Oz, l'amica che vorrei.
2) Inizio a pensare che la cosa più importante della trama sia 'sta benedetta partita.
3) E ricordate, Torda Oz può passare pagine intere a ripetere cose già dette tre volte e a descrivere i gesti più inutili della sua insulsa vita, pure descriverci il colore del dentifricio se le gira (ovviamente con giri di parole che manco io quando sono fatto), ma sia mai che un personaggio secondario richieda la sua attenzione! Eh no, se non avete gli occhi cangianti e i capelli fluttuanti non siete un cazzo e non meritate che risposte a monosillabi.
Si scambiano un altro paio di messaggi, ovviamente Torda non spreca più di tre parole, poi sparecchia e si prepara per uscire, stacco con simbolo del cazzo, Michael arriva in ritardo di dieci minuti e quando Torda sale in macchina si accorge che il suo volto è "contrito in una smorfia di disappunto e nervosismo". Ripeto quello che avevo detto nella prima parte di recensione: un volto può essere contrito – dunque esprimere dolore e pentimento – ma non può essere contrito in una smorfia. Al massimo contratto, o corrugato.
Torda chiede a Mike cosa lo stia rodendo, lui dice che ha litigato col padre, commenta le occhiaie di lei e le chiede se abbia passato la notte in bianco pensando a Deodorante, lei dice "non preoccuparti, e comunque sua sorella mi odia, è gelosa", lui "ma mica è la ragazza" e Torda pensa che "fra Ariele e Rebecca non c'era un rapporto di parentela come volevano far credere a tutti, ma effettivamente STAVANO INSIEME". Rimanda le spiegazioni a dopo, ma Mike insiste.
<< Perché non inizi a parlarmene ora? Sai che la Ernie Pyle Library non è vicinissima. >> Insisté.
Certo. Come se io dicessi a mia madre, con cui sovente mi reco a teatro, "Sai che il teatro Gentile da Fabriano non è vicinissimo".
Seguono altri dialoghi inutili, sei righe intere per dire che Mike lascia sempre delle caramelle gommose per lei nel cruscotto e finge di non vedere mentre lei le prende.
<< Senti ... se vuoi, quando abbiamo finito le nostre ricerche in biblioteca, ci possiamo fermare in Hyder Park. Preferisco raccontarti il motivo della discussione con mio padre all'aria aperta. L'aria fresca mi aiuterà a non innervosirmi di nuovo. >>
...Oh R'hllor, perché mi fai questo? Non ti ho forse sacrificato tre vergini questo mese? Dov'è la tua gratitudine?
Passarono alcuni secondi di silenzio, durante i quali mi concentrai sul paesaggio che fuggiva veloce fuori dal finestrino della macchina ... guardai gli alberi, che a quella velocità sembravano correre, con i rami protesi verso il cielo splendidamente illuminato dal sole ... le persone, immerse nelle loro abitudini e pensieri.
PENSIERI.
I miei erano stati completamente sconvolti dalle rivelazioni che il destino aveva voluto farmi.
Quei passaggi per nulla forzati.
I due pirla riprendono a parlare di Deodorante, lei insiste con la storia "mi ha salvato", scopriamo che ha affibbiato a Michael il soprannome "Miki", proprio Made in USA (sarebbe corretto Mickey, al massimo), lui insiste con la storia del "tu gli piaci e secondo me lui piace a te", Michael definisce Deodorante uno "sciupa femmine", che come la parola "dongiovanni" andrebbe scritta tutta attaccata.
Incrociammo l'Università del New Mexico e svoltammo in Girard Beaulevard.
1) "Università del New Mexico" è decisamente artificiosa come espressione. Sono abitanti locali e per di più studenti e adolescenti, sarebbe più naturale se dicessero semplicemente "l'università", o meglio ancora (essendoci vari istituti) "l'UNM". Basti pensare al Massachusetts Institute of Technology, che tutti chiamano MIT.
2) Incrociare non si usa in quel modo, san Galgano.
3) Si scrive BOULEVARD, 'GNURANTE.
Mike chiede di nuovo a Torda di cosa voglia parlargli, lei prende il cellulare e riguarda la foto del ritratto.
Era il suo volto da umano, un po' più dolce rispetto a quello che avevo conosciuto, ma pur sempre affascinante ed incredibilmente espressivo, con gli occhi velati di malinconica tristezza.
Aveva l'espressione buona, ma lievemente ombrosa; chissà quali tristi pensieri gli attraversavano la mente e con quale intensità. Dentro di lui, anche da umano, in qualche modo c'era la notte, ma puntellata della speranza delle stelle. Quelle stelle che ora, nei suoi occhi, non riuscivo a vedere più.
1) Fuffa. Ma tanta.
2) All'inizio pensavo "vorrà dire puntellata dalla", poi mi sono reso conto con orrore che l'Eccelsa Autrice intendeva"punteggiata".
3) Che due cojoni. Sì, l'emo capito che è un figo astrale, l'emo capito che è misterioso e tormentato ma in fondo buonobbuono, l'emo capito che c'ha la notte dentro e i buchi neri e tutti i cazziemazzi del caso. Basta. Fattela finita, Torda.
Andiamo avanti, Torda spiega a Mike della faccenda di Deodorante, l'adozione e il suicidio. Mike ovviamente è scettico, come biasimarlo. Finalmente arrivano a sta cazzo de biblioteca, dialoghi inutili e super banali con la madre di Torda, mi ha sorpreso che non si siano messi a parlare del tempo, anche se si sono avvicinati al "rosso di sera bel tempo si spera/non ci sono più le mezze stagioni/chi di naso abbonda di cazzo sfonda" eccetera. Poi Mike si allontana a cercare i libri per arte e Torda parla un poco con la sua altrettanto inutile madre, che le chiede di Samantha.
<< A proposito, come sta? È un po' che non ne sento parlare. >>
<< Bene, credo. >>
<< Credi? >>
<< Beh ... ultimamente è molto presa dalla sua nuova attività di ragazza pon pon. Ma so che mi è vicina, a modo suo. >>
<< Ah, queste amiche ... che rimangono vicine "a modo loro" ... >> sospirò mamma, con un sorriso malizioso.
<< Per favore, non giudicarla sempre! >>
<<Ma io non ho detto niente. >>
No, sentite, numero uno: vaffanculo. Numero due: abbiamo capito da quale albero è cascata la mela bacata nota come Torda Oz. Notare come poi l'amica di merda assenteista e scostante sia Torda, ma mica lo dice! No, col cazzo: meglio spacciarsi come buon'anima che perdona le amiche che "le sono vicine a modo loro", come dire "sta stronza non mi tiene su un palmo de mano al centro del mondo, IO che sono un'eroina tragica e romantica e ovviamente la mia vita è più intensa e degna di attenzione di quella di tutti gli altri, MA sono un'anima pura e candida e nobile ergo le concederò il mio sommo perdono e una giustificazione scrausa agli occhi di una gallina altrettanto giudicona quale è mia madre".
Santissimo R'hllor, ceffoni a due a due finché non diventano dispari.
Torda s'impanica due minuti perché non trova il cellulare e si chiede se l'abbia preso, nonostante l'abbia ficcato in borsa neanche cinque minuti prima. Aggiungiamo rincoglionita alla breve lista dei suoi tratti caratteriali.
Arriva Deodorante.
Il mio cuore ebbe un fremito.
Magari è un infarto.
Alcuni dei presenti si voltarono a guardarlo, forse a causa della sua bellezza, decisamente destinata a saltare all'occhio.
Scusa Torda, ma a giudicare dalla copertina dubito che la gente sia generalmente attratta da un anemico con la permanente anni Cinquanta.
Io ed Ariele ci guardammo per qualche istante, come se volessimo dirci qualcosa ma non avessimo la voce per farlo. I miei sensi si acuirono, a causa dell'adrenalina che aveva iniziato a scorrermi nel corpo; lui chiuse lentamente la porta dietro di sé, senza staccarmi gli occhi di dosso.
Torda è appena diventata Spiderman: sensi di ragno all'appello!
Ferma immobile,
Una cosa include l'altra, testina.
lasciai che il suo sguardo perlustrasse il mio corpo,
...mi sento a disagio come Yotobi durante la visione di Albakiara.
e, quando decise di abbassare gli occhi, io feci altrettanto. Non era la prima volta che mi sentivo tanto in sincronia con lui, che mi sentivo essere ... la sua immagine riflessa. Mi era capitato anche all'International Ballon Fiesta Park e la sensazione non era di certo stata meno intensa.
Che cazzo significa, "la sua immagine riflessa"? Mi stai supercazzolando?
Mike sta di spalle e non si accorge di nulla, anche Torda si gira ma tiene d'occhio Deodorante tramite il riflesso in una finestra.
Dio mio.
LUI CONTINUAVA A FISSARMI.
Ed io ne ero così felice.
Perché sei scema.
Si avvicinò di qualche passo.
<< Ciao. >> Disse piano.
Mi sentii avvampare.
Voltandomi, accennai un sorriso.
<< Ciao. >>
...ok, ho finito l'acqua tonica, ma potrei bere lo stesso il gin. Liscio. Voglio morire? Lo voglio.
Dialoghi inutili, Torda sembra una dodicenne rimbecillita, Deodorante come al solito senza spina dorsale, lei insiste col "mi hai salvato la vita, ne sono sicura, e ho pure sentito un ruggito", Deodorante fa per risponderle ma Mike arriva e affianca Torda, interrompendoli. Torda lo considera "davvero inappropriato". Parte ovviamente il dibattito per decidere chi avrà l'onore di pisciarle sulla gamba, Deodorante che "stavamo parlando", Mike che "lo vedo, non sono cieco, ma Torda ha una ricerca da fare e dovrebbe cominciare", Deodorante si avvicina e "Altrimenti cosa fai?".
La sua voce piena lasciò intuire un'aggressività latente e malcelata, di cui mi stupii. Che ne era della dolcezza che avevo visto poco prima nei suoi occhi?
Torda. Primo, lo sai da un pezzo che 'sti due fanno a chi ce l'ha più cazzoduro per conquistarti. Secondo, non so, cosa ti aspetti da un pirla che da un secolo se la fa con una compagnia di demoni? Fiori e Christmas cracker?
Battibeccano ancora per un po', finché Torda non si risveglia dal "tordore" (battuta obbligatoria) e acchiappa Mike per un braccio.
<< Ma insomma, che ti prende? Lascialo in pace! >> Gli sussurrai all'orecchio, stizzita.
Capito? Quello che provoca e fa il minaccioso violento è Deodorante, ma il rimprovero se lo becca Mike. Torda, tu ti meriti le botte.
Deodorante va a tesserarsi alla reception della biblioteca, Torda si mette a cercare libri sull'argomento "Lilith", breve e sempre inutile dialogo con la madre, poi torna alla ricerca. Il titolo che più le interessa si trova sullo scaffale più alto. Ovviamente. Il cliché da fyccina High School!AU non potevamo farcelo mancare. Torda prende la scaletta, ma ha una vertigine e l'affianca lesto Deodorante.
<< Ma tu vuoi proprio far stare in ansia la gente ... >> disse a voce bassa non appena mi fu accanto, con un sorriso sornione e gli occhi verdi fissi nei miei, << ... nessuno ti ha detto che non è prudente salire sulle scale quando si soffre di vertigini e si è caduti da un'altezza di dodici metri? >>
...ma io che parlo a fare? Tanto lo sapete già: La Naturalezza™.
Afferrò il dorso del volume, imprigionando la mia mano sotto la sua e regalandomi un brivido che mi s'insinuò sottopelle e mi raggiunse ilcuore.
"Mio Dio, che vuol fare?" Pensai agitata, mentre la sua mano, stretta sulla mia, m'infondeva un piacevolissimo calore.
<< Io ... io ... no, è che ... >> Balbettai, incapace di ribellarmi al potere del suo sguardo.
<< Lascia. Faccio io. >> Esclamò serio, quasi paterno.
A parte la prosa elevatissima, notare che l'Autrice si è scordata di togliere il corsivo, che doveva limitarsi solo al "mio dio che vuol fare". Meraviglioso, meraviglioso!
Segue breve colluttazione perché Torda vuole evitare che lui legga il titolo del libro, ma alla fine Deodorante la sgama.
Ormai mi aveva scoperta, proprio come al New Mexico Hospital, quando mi aveva "beccata" spiare lui e Rebecca. Sembrava proprio destino che mi cogliesse sempre con le mani nel sacco.
Ovviamente le fa il terzo grado, lei inventa balle spaventata perché "in Ariele non c'era più il ragazzo che mi aveva protetta, bensì IL GUERRIERO", lui insiste ancora ma Mike mette bocca e grazie al cielo Deodorante si sciacqua dal cazzo.
Stacco con simbolo del cazzo, citazioni varie su Lilith che Torda pesca dal libro.
"Io sono Lilith, la dea delle due notti che ritorna dall'esilio. Irresistibile * il mio fascino perch* i miei capelli sono corvini e lunghi, e di miele sono i miei occhi. La leggenda narra che fui creata dalla terra per essere la prima donna di Adamo..."
Mancano un paio di "è" (dove ho messo gli asterischi), l'Autrice non è bona manco a copiare 'na citazione. Questa è tratta da una poesia di Joumana Haddad, che potete trovare comodamente online.
Torda descrive un'immagine di Lilith, che in parte corrisponde a questa qua sotto, anche se quella di cui parla lei ha anche una mela in mano. Quindi a vedere le varie fanart che ho beccato in giro penso sia un mix delle varie.
Ah, Autrice, quella cosa sulla fronte si chiama "diadema", non "coroncina".
"... Chi era Lilith? Lilith era un uccello predatore, la Dea Avvoltoio della Morte e Rigenerazione, ed era estremamente potente. Era colei che fu trasformata in una figura demoniaca per essersi ribellata a Dio. Ed * volata via. Adamo non la poteva controllare. Così, gli * stata data una seconda moglie, Eva, che fu creata da una sua costola per assicurare, naturalmente, l'ubbidienza al proprio uomo."
Oh, chiamala scema a Lilith.
#IoStoConLilith
Sospirai. Non riuscivo proprio a credere che stesse succedendo a me.
Per questo sei così poco sconvolta.
Torda va a riporre i libri, mentre aspetta che Mike finisca la sua ricerca, e intanto parla con la madre che da copione le chiede: "non è che tra te e quel ragazzo che è venuto prima c'è qualcosa?".
Mi sentii avvampare. Non mi aspettavo una domanda del genere, così a bruciapelo. Certo, sarebbe stato bello se fra noi ci fosse stato qualcosa.
Ma non potevo certo dirlo a mia madre. Era un discorso così imbarazzante. Qualcosa di cui parlare con un'amica insomma, non certo con uno dei propri genitori.
Anzi.
La mia famiglia doveva essere tutelata, visto che era mio compito salvarla.
Primo, perché cazzo mai dovresti volere una storia con uno così.
Secondo, ma che cazzo di seghe ti fai quando intanto là fuori c'è un demone che vuole farti fuori, a' scema.
Comunque Deodorante ha lasciato alla madre di Torda un bigliettino da darle; la madre ovviamente dice "secondo me invece avete un inciucio", Torda dribbla sparando cazzate del tipo "no no sono gli appunti di matematica che gli ho chiesto, facciamo lezione insieme".
Forse anche mamma, proprio come Michael, aveva iniziato a percepire il legame invisibile che univa me ed Ariele. Le orecchie delle persone spesso preferiscono rimanere sorde a ciò che esce dalla bocca come un sussurro, ma i sentimenti sinceri del cuore riescono, seppur taciuti e silenziosi, a fare un gran rumore.
Seguono dieci righe di seghe mentali riassumibili in "omgosh cosa mi avrà scritto mai".
Michael si mette a chiacchierare con la madre di Torda, quest'ultima intanto quasi fa per aprire il biglietto ma dopo tutta la sega decide di aspettare.
No.
Quel momento era troppo ... speciale per sprecarlo così.
[...] Non potevo, non dovevo sminuire l'importanza di quel biglietto e del suo gesto a causa della mia incontenibile curiosità. Lo dovevo a lui, alla mia famiglia, ma anche a me stessa. Mi era stato affidato un importante incarico dalla Stella del Giudizio e non potevo più permettermi di comportarmi con impulsività.
[...] Aprire il misterioso bigliettino lì, in quel momento, in quel luogo, sarebbe stato rischioso oltre che stupido. Ed io non potevo più permettermi di commettere sciocchezze.
Il solo toccare quel messaggio di carta mi fece salire un brivido lungo la schiena. Un brivido piacevole, come se fosse stata la mano di Ariele, come se lui fosse stato ancora lì, a infondermi dolcezza, invisibile agli occhi di tutti ma non ai miei sensi. Sorrisi a quel pensiero. La severità del suo sguardo era ancora impressa nei miei occhi e nella mia anima e forse mi aveva fatto ancora più male delle occhiatacce di Rebecca. Sapevo quanto pazzesco potesse sembrare, ma per quietare il mio cuore mi sarebbe bastata la pura consapevolezza della sua stretta vicinanza, o la possibilità di annullare qualsiasi crudele distanza : che essa fosse rappresentata dalle Lilim in generale, o da Rebezza in particolare, dalla estenuante gelosia di Michael o dal destino da cui dovevo liberare la mia famiglia, la speranza di conoscerlo meglio ed il desiderio di stargli vicino non accennava a diminuire.
Siete ancora vivi? Un cordiale?
Stacco, passiamo a Torda e Mike ai giardini.
Lui si stravaccò sulla panchina come se fosse stato il divano di casa sua.
Ovviamente l'erede della famiglia di Grandi Letterati™ non conosce le regole della concordanza. Autrice, ve lo spiego, è semplice: come se la panchina (femminile) → fosse stata (femminile) → il divano.
Comunque Mike sputa il rospo: il padre ha deciso che si trasferiranno a Barcellona, anche se non si sa ancora quando.
D'un tratto capii. Da un paio d'anni il padre di Michael aveva una relazione con un'avvocatessa di Barcellona, Leticia, conosciuta durante un meeting internazionale. Uomo d'affari veramente in gamba e dedito alla carriera, si era convinto di non impegnarsi più in relazioni serie, fino a quando non aveva incontrato la seducente donna. Sembrava che lei l'avesse completamente irretito, quasi gli avesse fatto un incantesimo. Per lui si era trattato di un autentico colpo di fulmine. Avrebbe fatto qualunque cosa per lei, anche affrontare periodicamente ore di aereo per raggiungerla.
1) Se ami una persona anche sedici ore di aereo sono niente, se il premio è stare con lei.
2) Secondo me siete già arrivati tutti all'ovvia conclusione, quindi droppo direttamente qui lo spoiler: Leticia è una Lilim.
Mike butta una frecciatina contro Deodorante, Torda piccata gli dice di lasciarlo stare perché "tu non lo conosci". Nemmeno tu se è per questo, carina.
<< Quindi è per questo motivo che avete litigato. >>
<< Già. E mi rendo conto che ultimamente sto avendo troppi scontri. Prima con quell'odioso bel tenebroso, ora con mio padre. Che periodaccio! >>
<< Sarà meglio che ti dia una calmata, che ne dici? >>
Mi guardò con l'espressione dolce, come se io fossi stata un fiore delicato da trattare con la massima gentilezza. Una rosa da maneggiare con cautela.
Anche Ariele ultimamente mi aveva guardata in quel modo. Almeno, così mi era parso.
La differenza era che nello sguardo di Ariele erano celati infiniti mondi, affascinanti e misteriosi quanto la sua personalità ... per questo, pericolosi da esplorare.
A me lo Sbigozzatore.
<< Tu e Samantha avrete un altro gustoso argomento di cui spettegolare. >> Sottolineò Michael, con una punta di sarcasmo.
Mi risentii un po' della sua affermazione.
<< Sai bene che non spettegolo. O meglio ... >>
<< O meglio ... non come lei. >> Terminò la frase per me.
Minchia, siete proprio belle persone.
Michael confessa che Jason e Samantha sanno già della questione trasloco da due settimane, cioè da quando ha iniziato a litigare col padre. Julia ovviamente duemila seghe mentali perché "non ero forse io la persona che più contava per lui?", e via dicendo.
In quel periodo sembrava che le persone intorno a me avessero parecchie cose da nascondermi. La sensazione che tutto sfuggisse al mio controllo mi pervase completamente ed uno sgradevole senso di impotenza si fece largo dentro di me. Il mio innato ottimismo stava lentamente tramontando sotto il peso degli ultimi eventi, come il sole all'imbrunire.
No, Torda. Non è che la gente ti nasconde le cose. È che tu sei un'amica di merda e cerchi la gente solo quando ti fa comodo. E tutto perché il tuo frullato cerebrale orbita solo intorno a Deodorante e se ne strafrega il cazzo dei tuoi "migliori amici".
Niente più tempeste di vento, tranne quelle riservate al mio cuore. Era lui la mongolfiera sospinta dalle correnti delle ultime rivelazioni.
[...] Non ero arrabbiata, ma ferita. Perché non sapevo più di chi fidarmi, né a cosa credere. Sembrava che tutto il mondo mi stesse crollando addosso. Mi sentivo come se potessi contare solo su me stessa. La mia realtà stava subendo una profonda metamorfosi.
In ogni caso, avrei chiesto a Samantha spiegazioni per non avermene parlato. Di sicuro, quello era un argomento più importante della sua nuova divisa da ragazza pon pon.
1) Vaffanculo Torda.
2) Michael ti ha appena spiegato che non te l'ha detto per farti stare serena il più possibile, non è stata nemmeno una bugia bianca, è stata un'omissione a fin di bene ed è comprensibile, non dovresti biasimare nessuno.
3) Samantha non te l'avrà detto perché Michael le avrà imposto il segreto, no? Sveglia.
4) VAFFANCULO.
Mike e Torda parlano ancora della faccenda trasloco, Mike prova a buttare pastura ma Torda fa la gnorri – non posso neanche darle torto, per quanto delicato lui sta diventando troppo insistente, nonostante sia palese che Torda non lo ricambi – poi chiama il padre di Mike, e decidono di rientrare.
Mentre guardavo il pomeriggio mutare definitivamente in sera, ancora non sapevo che la lettura di quel piccolo foglietto avrebbe scatenato una serie di eventi che sarebbero stati in grado di cambiare profondamente e radicalmente tutta la mia esistenza.
Già fremo tutto, guarda.
E così si conclude il quindicesimo capitolo. La trama non è andata molto avanti, ma mi fermo qui perché sono a quarantatre pagine Word di recensione e ho sincero bisogno di ubriacarmi e poi dormire sedici ore filate.
Ma almeno ce la semo levata dar cazzo pure 'sta seconda parte. E mo' pausa fino a dopo Halloween, scheletrini gommosi miei!
!!! ATTENZIONE !!!
Sapete che non faccio 'ste cose e non pubblicizzo mai un cazzo, ma è 'na questione personale. Una mia amica, Eleonora, studentessa di ingegneria e talento del make up, partecipa ad un concorso di trucco a tema "Perfidious Mermaid". Ora come ora è seconda in classifica, ma la prima non vale un fico secco in confronto (Eleonora ha tirato fuori un trucco spettacolare, quest'altra s'è fatta du righe de eye-liner e s'è attaccata du brillantini -.- potete giudicare voi stessi sfogliando la galleria).
Si può votare una volta al giorno, fino al 1 novembre, senza bisogno di registrazione. Basta cliccare "vota" ed è fatta. Per favore, per favore, votatela!
È una ragazza intelligente, bella e in gamba, la stimo veramente tanto e ci terrei se mi aiutaste a farla vincere, insieme possiamo farcela. Condividete anche sui vostri profili, sui social network, ovunque, fate questo favore al vostro Cavaliere <3
Lascio il link alla foto in commento a questa riga:
Noi se ribeccamo, sbocciate duro ad Halloween, me raccomando <3
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