La Stella del Giudizio ["Al fin della licenza, io tocco"]




[Come sempre, le parti sottolineate del testo sono quelle corsive in originale.]








Madame, messeri.


Porcamiseria quanto me so ubriacato. Halloween è andata liscia, ho fatto la mia porca figura vestito da Fantasma dell'Opera – memorabile Coinquilino che vedendomi ancora senza maschera fa "ma perché sei vestito da cameriere?" – ho bevuto almeno dieci shot de tequila, poi ho perso il conto ma so che ce ne sono state altre, e non ho pagato manco un cazzo perché ha offerto un sacco di gente che non conoscevo, may R'hllor bless 'em.

Il giorno dopo l'ho passato con un mal di testa fotonico e i piacevoli ricordi del tipo rimorchiato a fine serata – tralascio i dettagli, tanto so che lavorate di fantasia – con mia nonna che mi fissava con disapprovazione mentre mangiavo i tagliolini in brodo, mio zio che mi dava suggerimenti per il post sbornia e mia cuginetta che strillava come un'aquila. Che gaudio.

Poi 'sto sabato ho fatto il piercing al sopracciglio senza dire nulla a Madre (a proposito, se dovete bucarvi fatelo dai tatuatori, perché l'ago non fa un cazzo male e le pistole dei negozi non possono essere sterilizzate), e per festeggiare so uscito con Amica e Coinquilini a bere. Alle dieci e un quarto m'ero scolato già sei shot de tequila. Aggiungetecene altre quattro offerte dal proprietario (amico di Coinquilina), più mezzo mojito e due birre medie, e immaginate dov'è andata a finire la carbonara amorevolemente preparata da Coinquilino per cena.

Coinquilino che ha poi messo nella chat di gruppo un video di me che sbratto l'anima nel parcheggio di un locale super posh, dove alla fine non ci hanno fatto nemmeno entrare perché eravamo troppo pezzenti per i loro gusti.


Insomma i miei giorni sono stati ricchi di giubilo.

Ma ora si deve tornare alla dura realtà fatta di lezioni, piatti sporchi e recensioni.


La terza e ultima parte di questa recensione, signori miei.

Un viaggio iniziato il lontano 12 novembre 2016, grazie alla gentile Lady Blue che ringraziamo e omaggiamo per aver segnalato l'Orrore al vostro Cavaliere.





Eravamo ancora ignari dell'effettivo cumulo di schifo che avremmo trovato.

Ero ancora uno Scalogno pieno di speranze per il futuro.

Sigh.


Avete cibo, cuscini e copertine? Avete peluche e popcorn? Sigarette e alcol? Sì?

Siete pronti ad affrontare gli ultimi capitoli di delirio totale, di conturbanti vicende, di sublimi fuffate? Sì?


E allora...








Per sopportare stammerda: Declaration of Dependence, un album diun duo poco conosciuto ma ricco di talento, i Kings of Convenience.


[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]










Piccolo appunto: ho selezionato dei brani da svariate opere letterarie, per fare un confronto con alcuni passaggi o alcuni modi di scrivere fatti o persone. Ci ho messo tutto il mio cuoricino quindi sopportate queste divagazioni pls.

E ora iniziamo sul serio.














"In questo libro ci sono più perle che in una gioielleria."

[Lady Angharad]


"Ariele Breeze: a me fa venire in mente un angelo con problemi di flatulenza."

[Lady Blue]


"Quella semiluna atterrerà sul Tropico del Capricorno turgido e virile di qualcuno, vero?"

[Il Saggio L., commento all'estratto originale]


"Bella, comincio la mia carriera di scrittore. Farò una recensione di patatine Lay's al barbecue ispirandomi allo stile lovecraftiano perché quelle patatine hanno 666 kcal e quindi orrori occulti.Comprate il mio libro."

[Il Bro, dopo aver saputo dell'esistenza di questo libro]





Se non ricordate le precedenti puntate cazzivostra, io i riassuntini non li faccio. Dopo 'sta storia so' diventato allergico.

Eravamo rimasti a Torda che ha ricevuto il bigliettino di Deodorante. Cosa vi sarà mai scritto?

Non ci viene detto subito. Il capitolo sedici, LA STATUA DEL DRAGO, si apre con la nostra sfaccettata protagonista che rientra a casa e sente una voce maschile dire "Ti stavo aspettando". Lei si caga in mano, ma è soltanto la televisione. Perché sia accesa mentre non c'è nessuno a casa resta un mistero.


<< Oh, che sciocca ... >> Sussurrai, portandomi una mano sulla fronte sudata e dirigendomi prima verso la cucina e poi in direzione del televisore, << ... come ho fatto a non capire subito che si trattava della tivù? >> Sospirai e sorrisi sollevata, spegnendola.


I grandi inizi di capitolo. La scema prende dalla tasca il bigliettino di Deodorante, tutta emozionata.


Mi guardai intorno e mi ritrovai sola, al centro della stanza. Nessun rumore proveniva dalla strada; quel delizioso silenzio, che sembrava essere la cornice perfetta all'emozionante momento che stavo per vivere, mi avvolgeva completamente, spronandomi ad usufruire di quegli istanti per scoprire il contenuto del misterioso bigliettino.

Me lo poggiai al cuore , percependone così i battiti veloci, e mi diressi in camera mia. Aprii la finestra per aerare la stanza e mi sedetti a gambe incrociate sul letto.

Inspirai a pieni polmoni.

<< Ed ora ... a noi due. >>

Spiegai il foglietto e rimasi sbalordita.

C'era un'unica frase, che sembrava essere un chiaro ordine ma che il mio cuore percepì come richiesta urgente.





Perché non sia stato tradotto "trailhead" (inizio di sentiero) è oltre la mia comprensione, visto che si parla di uno specifico sentiero denominato Paseo del Bosque, in una zona chiamata Pueblo Montaño. E negli USA c'è il sistema orario a dodici ore, Autrice. Quindi Deodorante direbbe "alle 11". Checcazzo.

Torda legge e subito le pare di vedere Deodorante al proprio fianco, quindi va in tachicardia. Tutto molto emozionante. No, non muore, ma ci ho sperato.


Ormai sapevo che Ariele non era umano e che, molto probabilmente, stava dalla parte del male e dell'oscurità ... e la prova di tutto ciò era il suo legame con Rebecca, una perfida Lilim. Una delle più pericolose, per giunta: la Stella del Giudizio mi aveva rivelato che lei era una capoclan. E che voleva uccidermi!


Grazie per il riassuntino, Torda. E quel siparietto sull'oscurità e la perfidia fa davvero spaccare dal ridere. Segue spiegazione infinita sulla Statua del Drago e tutti i cazziemazzi relativi, dura na pagina e mezzo ma ve la risparmio perché mi sento stranamente generoso.

Nel 2003 un incendio se magna cento ettari de bosco, e 'sto pompiere de nome Mark Chavez decide de usa' un po' de tronchi per fare delle sculture commemorative: animali e creature leggendarie, tra cui un drago simbolo dell'incendio, sovrastato da un uomo simbolo dell'intervento salvifico dei pompieri.

C'è anche la statua di una figura popolare detta "Piangente" (La Llorona), una donna che si dice vaghi come fantasma per le strade, chiamando i figli morti tragicamente (annegati da lei per vendicarsi del marito che la lascia per un'altra. Una sorta di Medea).

Vi lascio in commento a questa riga un sito dove potete osservare alcune delle statue e leggere un articolo a riguardo, se avete la curiosità.


Una folata di vento freddo entrò in camera, facendomi accapponare la pelle. Non sopportavo più i cambiamenti climatici improvvisi. Chiusi velocemente le finestre ricordandomi per un istante dello sguardo crudele di Rebecca. Ormai lo associavo al gelo, alla tempesta. Strinsi forte il foglietto nel palmo della mano, con la stessa intensità con cui avrei voluto stringere Ariele e spiegargli quanta tenerezza e pietà provassi per lui, nonostante avesse deciso di diventare il ragazzo di una perfida Lilim.


Eccerto. Il povero maschietto vittima delle insidie di una perfida Lilim. Poco importa che nei cento anni da demone 'sto cretino abbia probabilmente ucciso/manipolato/fatto soffrire gente, chissene. Povero, tranquillo, Santa Vergine Casta Et Pura Torda Oz ti salverà.

Sessismo a parte, l'Autrice spreca veramente un fottio di parole per definire il rapporto tra Deodorante e Torda, ma considerando solo e soltanto i fatti il loro rapporto si basa sul nulla più totale. Perché si piacciono? Perché lei è attratta da lui? E no, "il suo fisico scultoreo" non è una risposta.

Stacco con simbolo del cazzo, Torda nasconde il bigliettino e si butta sul letto a riflettere. Pardon, volevo dire """"riflettere"""". Il suo lato razionale le suggerisce di stare lontana da Deodorante, "ma il mio cuore, al contrario, mi suggeriva, anzi, MI ORDINAVA di correre da lui".

Torda capisce che deve dire a qualcuno dove andrà, qualora le succedesse qualcosa. Stappiamo lo champagne per questo sprazzo d'intelligenza.

Michael viene subito escluso perché – giustamente – non ha creduto alla storia di Deodorante centenario. Come biasimarlo.


Non faceva altro che seguire la voce dei suoi pregiudizi ... non mi piaceva il modo in cui si comportava.


Vuoi dire "non mi piace che non mi abbia assecondato e fatto da zerbino come fa sempre", giusto?

Torda non può nemmeno rivolgersi a Jason, perché lui lo direbbe a Mike che poi avvertirebbe Charlie, il quale non le "permetterebbe" di uscire a quell'ora.

Resta una sola poraccia.


La persona giusta era Samantha.

E poi dovevamo parlare, io e lei. Perché non mi aveva informata del trasloco di Michael? Ci eravamo sempre dette che fra noi non dovevano esserci segreti. Per quale motivo infrangere improvvisamente quel patto? A torto o a ragione, mi sentivo tradita. Lei era la mia migliore amica. Mi doveva delle spiegazioni.


Un patto piuttosto cretino, se permetti. Roba da prima elementare, al massimo. Ognuno di noi ha i suoi segreti, ed è giusto che rimangano tali. Ognuno di noi ha diritto a una propria zona d'ombra, e questo non è necessariamente un male.

E comunque non ti deve un cazzo, se non ci arrivi tu all'ovvia ragione allora la colpa è del tuo mononeurone lessato, non certo di Samantha.

Torda le manda un sms per chiederle di parlare. Sam la richiama subito, Torda le rinfaccia la storia di Mike, molto passivo-aggressiva, e Sam sospira.


<< Dannazione! È proprio un pasticcione! >> Sbottò.

<< Che intendi dire? >>

<< Gli accordi erano che te ne avremmo parlato insieme. Io, lui e Jason. Ma in fondo sapevo che non dovevo fidarmi di lui. >>


Pasticcione. Dialoghi sempre realistici, vedo.


<< Calmati ... >> Mamma stava iniziando le manovre per parcheggiare nel box auto. Charlie non sarebbe stato contento, perché la sua amata Toyota sarebbe rimasta fuori.


Ah. E sticazzi?

La madre di Torda entra in camera, Sam strilla al cellulare per salutarla, la madre di Torda sente e se ne va alzando gli occhi al cielo.


Samantha era completamente ignara di non esserle simpatica. Mia madre la reputava una ragazza sciocca, anche se avrebbe desiderato che io prendessi i suoi stessi voti in matematica ed in qualche altra materia in cui lei primeggiava. Nonostante la sua apparente frivolezza, però, Samantha era una persona intelligente.

"Sarà anche intelligente come dici tu Julia, ma spesso fa la sciocca." Ripeteva mia madre.


1) Definisci "sciocca", prego, emerita testa di cazzo d'una madre.

2) A te Samantha sembrerà "sciocca", ma è intelligente. Tua figlia intanto si atteggia ma è una gran cogliona. Io starei zitto al posto tuo.

3) Apparente frivolezza dove? Perché io non ricordo di aver letto nulla che potesse farmi pensare questo di Sam.

Ah no, spe. La divisa da cheerleader. È quello, vero? Eh già, che sciocca questa ragazza che osa avere un hobby interessante e impegnativo. Meglio Torda che non ha il minimo interesse o passatempo.


<< In effetti è la prima volta che fra me e te ci sono segreti. Ci sono rimasta male. >> Le confessai.

<< Sì, lo capisco. Ma, non so come, Jason mi ha convinta a fare come ci chiedeva Michael, e ... >>

<< Jason? >>

<< Sì ... sai che sono molto amici. >>

<< Quindi me l'hai tenuto nascosto per ... Jason? >>

<< Sì ... cioè, non è proprio così ... ma perché è tanto importante? >>


Ma sei deficiente, Torda?! Te l'ha tenuto nascosto perché MICHAEL ha voluto così, COGLIONA. E poi deciditi cazzo, vuoi Jason o Deodorante? Smettila di fare l'amica di merda e DECIDITI.

'Sta stronza dice a Sam che un modo per farsi perdonare c'è: coprirla fingendo che Torda resti a dormire a casa sua, quando in realtà va all'appuntamento con Ariele.


<< Ma che hai fatto? Gli hai chiesto di uscire? >> Dal tono percepii un filo di invidia e forte emozione. Alla sua domanda, mi scappò un risolino nervoso e probabilmente divenni un po' rossa.

<< Ma no, Sam. Queste sono cose che riesci a fare tu. Io non ho la tua ... sfrontatezza, diciamo. >>


Se chiedete a qualcuno di uscire siete sfrontate meretrici, sappiatelo.


Mentre dicevo ciò, aprii la porta della camera e spiai fuori, per verificare che mamma non fosse nei paraggi e ascoltasse la nostra conversazione. Avrei dovuto accertarmene prima, ma mi ero distratta per l'entusiasmo di Samantha; immancabile, soprattutto quando si trattava di ragazzi.


San Galgano dammi la tua grazia.


Mi scappò un'altra risata. Ci conoscevamo da anni, eppure non mi ero ancora abituata al suo modo di fare, a metà fra l'irruento e l'infantile. A volte mi dava un po' fastidio, altre mi faceva ridere, o sorridere e basta. Quei momenti di ilarità, o spensieratezza e basta, erano una ragione sufficiente per apprezzare la capacità di Samantha di sdrammatizzare ogni momento della vita.


Avete letto bene? Ecco, perché fra mezz'ora l'avrete dimenticato. E basta. La magia del raccontato-e-non-mostrato. E basta. Capito? E basta.

Torda spiega a Sam i dettagli dell'appuntamento, promettendo di scriverle a mezzanotte per dirle come procede. Samantha ovviamente è preoccupata e contraria alla cosa, ma cede davanti all'ostinazione di Torda e accetta di coprirla, lasciandole la finestra della propria camera aperta per farla entrare una volta tornata dalla scappatella a fratte con Deodorante.


L'idea di avventurarmi da sola di notte in quella zona un po' mi incuteva timore, ma sapere che Ariele sarebbe stato lì, ad aspettarmi, mi conferiva coraggio. Ero assolutamente certa che non mi avrebbe fatto del male. Una forza sconosciuta mi diceva che potevo fidarmi di lui. Che DOVEVO farlo.


A' Torda, ma va a fa' i pompini ai casuari.

La deficiente va in cucina, racconta la cazzata alla madre che ovviamente le dice vai pure, Torda le comunica che prenderà il pick-up del padre.


<< Charlie sarà certamente contento! >> Esclamai.

<< Perché? >>

<< Potrà mettere la sua amata Toyota nel garage! >>

Mamma sorrise, ed io feci altrettanto.


...sei imbarazzante.

Stacco del cazzo, passiamo a Torda che si prepara per uscire e prende pure uno spray al peperoncino, "da spruzzare negli occhi degli eventuali malintenzionati". Apprezzabile, ma dovresti usarlo su Deodorante.


Sulla strada, mentre guidavo, mille pensieri si impossessarono della mia mente, complice l'infinita fantasia che mi caratterizzava sin da bambina: e se Rebecca avesse scoperto che Ariele mi aveva dato appuntamento e gli avesse impedito di uscire? Non avrei trovato nessuno sotto la Statua del Drago, e per di più avevo paura di incontrare il fantasma della Piangente!


Torda ha ben chiare le sue priorità.


Di Rebecca avevo paura.

Anzi, ne ero terrorizzata.


Non mi pare. Al massimo pensi che sia una sporca meretrice. Per il resto dedichi il tuo tempo a fare l'ipocrita con i tuoi amici e a sbavare sulle chiome di Deodorante. Rebecca è l'ultimo dei tuoi pensieri.

Torda giunge finalmente a destinazione, manda un sms alla madre per dirle di essere arrivata da Sam, poi scende dall'auto e si avvia per il sentiero. Invoco un branco di coyote affamati.


L'oscurità, ferita solo dalla luce che irradiava il mio telefono, mi circondava. Deglutii e guardai per un momento il cielo; le stelle mi sembrarono piccolissime, eppure coraggiosamente splendenti.

Forse anch'io dovevo essere così.

Forse, in quel momento, dovevo imparare da loro: armarmi di coraggio e riuscire a splendere, nonostante l'oscurità.

Dopotutto, lo sapevo qual era il mio incarico.

E l'avrei portato a termine, restituendo l'amore alla mia famiglia.


Le stesse stelle che possono decidere di togliervelo, quell'amore, se non vado errando. Non capisco come tu possa considerare benevole delle entità che mettono bocca sul tuo destino. Comunque un plauso per questo paragrafo di pura fuffa, mi sembra di star leggendo di nuovo le avventure di Sfigara in Last Goodbay. Ci manca solo la vecchia che spunta a caso tra i cespugli con "parola di Nonna Clere".

Proseguiamo, Torda ci legge per intero il cartello all'inizio del sentiero, con tanto di dediche, date e citazioni varie. Il momento opportuno per soffermarsi su queste facezie, dico bene?

Torda arriva finalmente alla statua, Deodorante spunta a tradimento dietro di lei facendole prendere un colpo. Solo figurato, purtroppo.


Presi il cellulare e gli puntai la luce all'altezza del petto. Nonostante i lineamenti del suo volto fossero appena accarezzati dalla luce della torcia, il verde degli occhi e lo sguardo sicuro riuscirono ancora una volta a trafiggere il mio cuore.





Inizio a pensare che tu soffra di qualche seria turba, cara Torda.


Non mi staccava gli occhi di dosso, come se fossi stata un quadro dai colori e dalle forme in perenne trasformazione.


Sei come il cesso del pub qua vicino il sabato sera, insomma.

Deodorante si avvicina a un albero e le spiega che è lì che gli piace mettersi a osservare le stelle.


Mi avvicinai a lui e spensi la torcia.

<< È assurdo preferire la luce artificiale a quella delle stelle. >> Riposi il cellulare nella tasca dei jeans.


Primo, hai usato una torcia per orientarti, altrimenti ti saresti persa per quanto è buio, come hai specificato all'inizio del paragrafo. Secondo, vaffanculo hippie del cazzo.

Torda racconta a Deodorante quel che sa di Rebecca, e gli spiega di aver parlato con la Stella del Giudizio. Segue una pagina di delirio puro.


<< Allora mi confermi che sono io ... la ... la prescelta? >>

<< Sì ... >>, si avvicinò tanto da fermarsi a pochi millimetri da me, << ... sembra che il tuo cuore sia puro e coraggioso. E, anche se ormai hai poco tempo per impedire che il tuo destino si stabilizzi definitivamente, tu hai la possibilità di restituire l'amore vero a te stessa ed alla tua famiglia. >>

<< E quindi anche alla TUA famiglia. >> Precisai.

Una strana luce tornò a splendere nei suoi occhi, prendendosi gioco dell'oscurità. Poi, parve rattristarsi. Si voltò e chinò il capo.

<< Tu sei ... mio parente? Voglio dire ... mio lontano parente? >> Il cuore mi batteva all'impazzata, in preda ad emozioni indescrivibili.


...cos'è, speri che sia un vago incesto il vostro?


Ariele sembrava non voler rispondere.

Fissava la terra coi pugni serrati, come se stesse combattendo contro pensieri a cui non avevo accesso.

La luna, vicinissima alla terra e più luminosa che mai, gli baciava delicatamente il volto con il suo bagliore argentato.


Ma non avevi detto che era una notte buia buia super buia?


Per un momento, fui invidiosa di lei, che aveva la possibilità e l'ardire di farlo. Prima che potessi rendermene conto, gli avevo già posato la mano sulla guancia.

Ariele si voltò.

Fu allora che i suoi occhi si tuffarono nei miei come una saetta delicata,


"Saetta delicata" strikes again.


e fu come se il suo mare si fosse unito al ruscello impetuoso dei miei sentimenti più profondi.

La mia mano aveva appena iniziato a tremare, improvvisamente conscia di ciò che aveva fatto, quando lui me la afferrò prontamente.

Mi sentivo intimidita, perché Ariele, così avvolto dall'oscurità, sembrava un guerriero, un guerriero terribilmente affascinante.Riuscire a sostenere il suo sguardo era la cosa più difficile e bella che mi fosse mai capitato di fare.

Ed ora ero incatenata a lui, con gli occhi e con la mente, in quei secondi meravigliosamente interminabili.


La mano dotata di coscienza propria è un tocco di classe. Quella roba sul mare e il ruscello fa tanto Harmony da un euro.


<< Io non sono tuo parente. Nelle nostre vene non scorre lo stesso sangue. >> Nei suoi occhi smeraldo si accese una scintilla blu che ricordava l'Oceano più profondo e che svanì quando, rattristatosi, scandì le seguenti parole:

<< Io sono il figlio adottivo dei tuoi antenati Rosalie e Laurent. >>


Deodorante, io 'na visitina dall'oculista la farei al posto tuo.


<< [Nonna Clere] Mi ha detto che, un secolo fa, ti sei tolto la vita per amore di una ragazza. Gli indiani successori di Aylen ed Hastiin ... e quelli di Rosalie e Laurent ... non si sono mai dimenticati di te ... di generazione in generazione, la tua triste storia si è tramandata nelle nostre famiglie ... ti volevano bene. >>

Sospirò.

<< Sento di non appartenere più a nessuna famiglia da molto. Da quando ho deciso di stare con Rebecca. O forse ... da ancora prima ... forse tutto risale al tempo in cui, a causa loro, ho perso Tami. >>

<< Tami? >>

<< Sì ... >>

<< Di chi parli? >>


Ma allora sei scema forte. T'hanno piantato una sega infinita con 'sta storia del suo Grande Ammòre, come cazzo fai a non arrivarci? Sei così rincoglionita?

Tami è, ovviamente, la ragazza amata da Deodorante ai tempi.

Deodorante poi dice che Torda non conosce tutta la storia, né la vera ragione del suo suicidio.


<< E la Stella del Giudizio? Non ti ha detto nulla della mia storia d'amore? >>

Feci segno di no con la testa.

<< Credo che lo scopo della sua apparizione nei miei sogni fosse un altro: mettermi in guardia da Rebecca. >>

Ariele scoppiò a ridere, e nella sua risata percepii grande amarezza.

<< Che c'è di divertente? >> Domandai, delusa dalla sua reazione.

Si alzò, ed io, per non perdere il contatto col suo sguardo, assai più eloquente delle sue parole, feci altrettanto.

<< Ma certo. La Stella del Giudizio la teme. Anzi, CI teme! E fa bene! >>


Guarda, sei terrificante. Mamma mia come tremo.

Il capitolo si chiude qui, e col racconto del pirla si apre il diciassettesimo: Tami, sempre per la coerenza nello stile. Forse l'autrice fa ambarabaciccicoccò per decidere ogni volta se scrivere il titolo tutto maiuscolo oppure normale.


<< Conobbi Tami nel maggio del 1913. Era figlia di padre italiano e di madre tedesca. Devi sapere, Julia, che fra il 1901 ed il 1913 emigrarono in America più di quattromila italiani. Tami e la sua famiglia si trasferirono qua ad Albuquerque perché al padre venne offerto un posto di lavoro da un amico, nel settore dell'informazione e della stampa. Il padre di Tami era una persona colta. >> Mentre raccontava, Ariele non smetteva di guardare la luna e le stelle.


Grazie mille, Enciclopedia. Proprio le informazioni importanti. Mica ci racconta come si siano incontrati, come si sia sviluppato il loro rapporto, no.

Tutto quel che ci viene detto di Tami è che:

– è    meravigliosa

– è    stupenda (x2)

– ha    i capelli biondo cenere

– ha    gli occhi di un blu profondo quasi nero (un colore improbabile, ma    ammetto che è figo)

– che    aveva un carattere brioso, ovviamente raccontato-e-non-mostrato



Insomma è gnocca. Basta. Il resto della sua persona non ci interessa, pare.


<< Anche se è il cielo a ricordarmela più di tutto, alcuni colori autunnali mi riportano alla mente i suoi capelli biondo cenere, ad esempio. La spuma del mare mosso mi parla del suo carattere brioso, quello calmo mi racconta del colore della sua pelle. >> Strappò un ciuffo d'erba e lo gettò via con un gesto di stizza: come se ricordare qualcuno che non poteva più avere fosse troppo doloroso.


Grazie Torda per sottolineare sempre l'ovvio. Comunque la roba sulla spuma del mare è esilarante.

Andiamo avanti col pippone, il padre di Tami è contrario alla loro unione perché Deodorante è un pezzente, quindi proibisce alla figlia di vederlo perché vuole combinarle un matrimonio con un ragazzo nobile. Tami continua a fare il cazzo che le pare, incontrando Deo di nascosto, finché Rosalie non fa la spia.


<< Ma ... perché? >>

Ero talmente vicina al suo volto che vidi chiaramente i suoi occhi inumidirsi. Forse credeva che l'oscurità avrebbe celato il suo pianto, o forse no. Mi venne in mente che nonna Clere diceva spesso che, quando qualcuno esterna la propria sofferenza a qualcun altro, è come se gli si mostrasse metaforicamente nudo.

Senza più difese.

Se era davvero così, perché Ariele si stava "spogliando" di fronte a me? Sembrava sempre così orgoglioso, e fiero ...


A me veramente sembra uno stupidotto edgy che si atteggia un sacco ma alla fine è solo un mollaccione profondo come un mio sputo.

Per il resto adoro tutto, sembra che Torda sia assolutamente incapace di capire concetti tanto semplici e ovvi, a meno che non ci sia a spiegarli l'Oracolo delle Banalità altresì detto Nonna Clere. Comunque Rosalie ha fatto la spia per proteggerlo dalla rabbia del padre di Tami, come ognuno avrebbe fatto. Non la biasimo.


La luna sembrava quasi essere consapevole del fatto che io, in quel momento, la stavo invidiando. Non avrei mai potuto avvicinarmi e baciare quei lineamenti indiani e quel volto così particolare, quella pelle diafana. O forse sì, avrei potuto farlo ... ma il coraggio mi mancava. La Stella del Giudizio aveva scelto me perché il mio cuore era puro e coraggioso ... tuttavia, benché la curiosità mi avesse spinta ad avventurarmi in quel luogo di notte, io mi sentivo tutto, meno che impavida.

Se qualcuno mi avesse detto che c'era stato un errore e che non ero io la persona destinata a restituire l'amore alla mia famiglia, di sicuro non mi sarei stupita.


Scusate, i riflettori non erano puntati su Torda da ben sei pagine, comprenderete l'oltraggio.

E comunque la pelle diafana è chiara, Autrice. Come può Deodorante avere la pelle diafana, se a inizio libro viene detto che ha la pelle olivastra? Ma non ve l'hanno insegnato da piccola che non si usano le parole di cui non si conosce il significato?

Andiamo avanti col Passato Tragico™.


<< Dopo la rivelazione di Rosalie, Tami fu rinchiusa in un luogo segreto, affinché non potesse più vedermi. Il padre sperava che mi dimenticasse. Questo, tuttavia, era impossibile: io e lei pensavamo continuamente l'uno all'altra. Il nostro amore era davvero forte. Infatti, trascorse circa due settimane, accadde l'impensabile ... >> Scosse il capo, sconvolto dai suoi stessi ricordi.


Quella demente di Tami prova a fuggire calandosi dalla finestra, perché "la tirannia del padre l'aveva esasperata al punto da condurla a questo atto di pura incoscienza", ma la corda che usa per calarsi si spezza e lei se spiaccica sul selciato.

Talmente drammatico che ho pianto. Dal ridere.

Altri dialoghi ai limiti dell'assurdo.


<< È per questo che ti sei suicidato, Ariele? Per la morte di Tami? >>

Annuì.

<< Il mio cuore non resse il peso del dolore. >>

<< O meglio ... >>, lo corressi dolcemente, << ... quando ti sei sentito sprofondare, hai scelto di non opporre resistenza al peso del tuo dolore. >>

Posò lo sguardo su di me. Aveva l'aria sconvolta.

<< Come puoi dire questo? >>

<< Cosa ... ? >> Indietreggiai.

<< Sì. Come puoi affermare che sono sprofondato perché non ho opposto resistenza? Io avevo un cuore forte. Ce l'ho tuttora. E lo dimostra il fatto che, diventando il compagno di Rebecca ed affiancandola nelle sue missioni, io sia diventato un Principe Nero. >> Un sorriso triste si dipinse sulle sue labbra carnose.


Il cringe, il cringe!

E poi scusa, se sei tanto fiero del tuo cuore forte e del tuo ruolo di... Principe Nero... dei, fa male soltanto scriverlo, insomma, se sei tanto fiero, perché sorridi tristemente?


Il suo ragionamento mi turbò.

<< Temo di non potere più essere certa di cosa tu abbia realmente nel cuore ... >> Sospirai, aggrottando le sopracciglia.

Una nuvola coprì lentamente la luna e la luce che irradiava, mentre lui domandava:

<< Per quale motivo dici questo? >>

<< Perché ti senti tanto orgoglioso di essere diventato il fidanzato di una perfida Lilim. >>

<< Non dovrei andarne fiero, secondo te? >>

<< Beh ... ehm ... no. >> A me sembrava evidente che non dovesse essere motivo di vanto.

<< Ma tu non sai quasi nulla delle Lilim ... ed eri completamente ignara dell'esistenza dei Principi Neri, prima di incontrare me. Non conosci realmente il bene ed il male, come puoi giudicarli? >>

<< So benissimo la differenza fra bene e male ... >>, risposi, indispettita, << ... e la crudeltà non fa per me. Di questo sono certa. >>

<< Mi dispiace contrariarti, Julia, ma gli umani non cercano quasi mai di conoscere qualcosa per davvero. Per questo fanno tanta fatica a decidere da quale parte stare. Scegliere significa prendersi delle responsabilità. Il desiderio, così banalmente umano, di rimanere sospesi fra due opposti, deriva quasi sempre dalla codardia. E ancora non sai il vero motivo del mio gesto. >> Proseguì.


San Galgano la marea di cazzate.

1) Non parlare di responsabilità, tu che non te le prendi manco per sbaglio. Vedrete dopo perché dico questo.

2) Non è un desiderio, pezzo di cretino, è un fatto. Nessun essere umano è completamente buono o cattivo, brutto deficiente. Nessuno.

3) MA CAZZO PARLI CHE PURE TE ERI UMANO, PEZZO DI SCEMO. NON HAI UN MINIMO DEL VISSUTO DEL DOTTOR MANHATTAN E CERCHI PURE DI IMITARLO? MAVVAFFANCULO SPOCCHIOSO DEMMERDA.


Ah, mi sono sfogato.

Il padre di Tami fa passare l'incidente della figlia per un suicidio e per questo "il senso di colpa s'impadronì della mia anima come un'ombra nera". Quindi Deodorante si ammazza buttandosi dalla chiesa. Ah, ricordate il fiore del prologo? Quello che gli si posava sul palmo? Ecco, era una cazzata messa per estetica. Qua non viene neanche nominato.


Ero sempre più sconvolta dalle sue rivelazioni.

<< Mio Dio ... >>, biascicai, << ... non pensavo che Tami fosse morta così tragicamente, Ariele ... né che ti avessero così crudelmente mentito sul come! >>


Come sei naturale, Torda.

Andiamo avanti, il pirla si riallaccia alla scena che noi abbiamo già visto tramite Stella della Fuffa: Rebecca e compari che si avvicinano a lui dopo che si è marmellizzato a terra.


<< [...] Furono attratte dai sentimenti negativi che albergavano nel mio cuore. Rebecca rimase colpita dal mio aspetto e mi volle con sé. Mi convinse a seguirla. Perché io potessi farlo, tuttavia, dovevano assegnare anche a me una bestia che mi conducesse laddove le Lilim erano dirette. Ai confini della Terra, verso il Regno di Maind. >>


Uhm, di quali confini stiamo parlando? Perché la Terra è un globo, non un disco, Autrice. Parliamo allora di un regno oltre l'atmosfera? O un regno su un piano dimensionale parallelo? Dove cazzo si trova 'sto posto?!

Rebecca dice a Deodorante di aspettarlo lì, mentre lei e le altre se ne vanno al Vecchio Albero del Regno per cogliere uno dei suoi frutti: mele nere. Ovviamente nere, è il colore dei cattivi. Viva i cliché. Se Deodorante mangia la mela verrà assegnata una belva pure a lui.

Mentre aspetta che le gnocche tornino, il pirla va nel luogo dove si trova nel presente insieme a Torda, ovvero l'albero sulla riva del fiume. Perché è lì che lui e Tami erano soliti incontrarsi. O "andare a camporella", come si dice dalle mie parti.

Andare a fratte.

Fare porcate all'aperto.


Mi guardò, aspettando la mia reazione. Appoggiai il cellulare al tronco con la torcia accesa, in maniera che l'ambiente venisse un po' illuminato.

<< Vorrei vederti in volto mentre parli. >> Spiegai, sentendo che la timidezza mi stava lentamente abbandonando.

Annuì.


1) Com'è che dicevi? "È assurdo preferire la luce artificiale a quella delle stelle"? A' CAZZARA.

2) Che cazzo c'entra? Niente. Ma proprio niente. Lui annuisce e va avanti col racconto, come se lei non avesse detto niente. Grazie per altre sette righe di totale inutilità, Autrice.


Sotto l'albero Deodorante incontra lo spirito di Tami, baci e abbracci, le dice di aspettarlo lì mentre lui va a spiegare a Rebecca che ha cambiato idea. Rebecca insiste ma alla fine cede e decide di riaccompagnarlo all'albero, per vedere come sia 'sta Tami. Arrivano e scoprono che Tami è entrata nel "portale" per l'Eden, una sorta di specchio luminoso che varichiudendosi proprio in quel momento. Deodorante prova ad attraversarlo ma viene respinto.


<< Perché? >>

<< Come mi spiegarono le Lilim, io mi ero suicidato. Avevo rinunciato spontaneamente al dono più prezioso: la vita. Non ero ammesso nell'Eden. >>

<< Cosa? Quindi hai perso Tami per sempre? >>

Annuì.

<< PER SEMPRE. >>

Scandì bene quelle parole, con la voce intrisa di furiosa, malinconica tristezza.


Un'altra cosa che non capirò mai, questa condanna del suicidio.

D'altronde le religioni non sono certo fondate sull'empatia e la compassione.

Rebecca prova a consolare Deodorante, e gli offre di nuovo il frutto. Non capisco perché dovrei considerarla un personaggio così negativo.


<< E tu ... cos'hai fatto? Hai morso la mela nera? >>

Avevo appena finito di chiederlo, che un fragoroso ruggito riecheggiò nell'aria.


Torda Oz, campionessa mondiale di domanda cretina. Il capitolo si chiude qui, con una bella pagina bianca a caso. Spero ci sia una spiegazione alternativa alla scappata di Tami. In questo primo volume nada, ripongo la mia fiducia nell'ipotetico secondo e ultimo volume, a cui l'Autrice ha accennato in un'intervista. Perché se viene fuori che no, ha davvero voltato le spalle al suo Grande Ammòre e ha preferito a lui uno specchio magico mi incazzerò. TANTO.

E comunque fanculo, vado a muovere guerra a Dio insieme a Lord Asriel.


Appunto serio: si è parlato di un dramma, ma io non ho sentito nulla. Il vuoto astrale.

Tutta la storia di Tami è narrata in un modo artificioso, senza emozione. Sembra che Deodorante stia recitando una pièce scritta da un incapace, e non che stia raccontando una tragedia vissuta in prima persona.


Facciamo un confronto con due opere: The Road, romanzo di Cormac McCarthy, e The Zygon Inversion, un episodio di Doctor Who. Nel brano che propongo del primo si parla di perdita personale. Nel video che propongo del secondo si parla di traumi e tragedia. Non è tanto questione di contenuti, comunque, ma di forma e del modo in cui vengono mostrati (e non raccontati).

Ovviamente se non volete spoiler di queste opere (in particolare della prima, che consiglio caldamente: un romanzo di rarissima bellezza) saltate tutto il pezzo, che separerò dal resto della recensione con una riga.


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*SPOILERTHE ROAD*


Sinossi: in un'America post apocalittica, un padre e il suo bambino spingono i loro pochi averi in un carrello e viaggiano attraverso paesaggi desolati verso Sud, verso il mare.

È un romanzo all'apparenza semplice e piuttosto lineare, ma lo stile di McCarthy mi fa impazzire e questo libro mi ha distrutto moralmente.


[SPOILER: alla fine del romanzo, tragedia annunciata, il padre muore, stremato dalla tosse e dalla fatica.]

Riporto il brano interessato, e con esso uno dei pezzi dell'OST del film che ne è stato tratto (stupendo anch'esso). Consiglio l'ascolto durante la lettura, perché penso che a livello musicale racchiuda perfettamente l'essenza di tutta l'opera; è breve e ricco di significato, seppur privo di parole:


[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]







L'uomo gli prese la mano, ansimando. Devi andare avanti, disse. Io non ce la faccio a venire con te. Ma tu devi continuare. Chissà cosa incontrerai lungo la strada. Siamo sempre stati fortunati. Vedrai che lo sarai ancora. Adesso vai. Non ti preoccupare.

Non posso.

Non ti preoccupare. Questo momento doveva arrivare da tempo. E adesso è arrivato. Continua ad andare verso sud. Fa' tutto come lo facevamo insieme.

Fra poco ti passa, papà. Ti deve passare.

No, non passerà. Tieni sempre la pistola con te. Devi trovare gli altri buoni, ma non puoi permetterti di correre rischi. Niente rischi. Capito?

Voglio restare con te.

Non puoi.

Ti prego.

Non puoi. Devi portare il fuoco.

Non so come si fa.

Sì che lo sai.

È vero? Il fuoco, intendo.

Sì che è vero.

E dove sta? Io non lo so dove sta.

Sì che lo sai. È dentro di te. Da sempre. Io lo vedo.

Portami con te. Ti prego.

Non posso.

Ti prego, papà.

Non ce la faccio. Non ce la faccio a tenere fra le braccia mio figlio morto. Credevo che ne sarei stato capace, e invece no.

Hai detto che non mi avresti mai lasciato.

Lo so. Mi dispiace. Hai tutto il mio cuore. Da sempre. Tu sei il migliore fra i buoni. Lo sei sempre stato. Quando non ci sarò più potrai comunque parlarmi. Potrai parlare con me e io ti risponderò. Vedrai.

E riuscirò a sentirti?

Sì. Mi sentirai. Fa' come se ci parlassimo con la mente. E allora vedrai che mi senti. Ci vorrà un po' di allenamento. Ma non ti arrendere. Ok?

Ok.

Ok.

Ho tanta paura, papà.

Lo so. Ma vedrai che andrà tutto bene. Sarai fortunato. So che lo sarai. Adesso è meglio che smetto di parlare, altrimenti ricomincio a tossire.

Va bene, papà. Non c'è bisogno che parli. Non ti preoccupare.


[...]


E il mio papà?

Non c'è nient'altro che possiamo fare per lui.

Mi sa che voglio andare a salutarlo.

Ce la fai da solo?

Sì.

Allora vai. Ti aspetto.

Tornò nel bosco e si inginocchiò accanto al padre. Era avvolto in una coperta, come l'uomo aveva promesso, e il bambino non lo scoprì ma gli si sedette vicino e si mise a piangere senza riuscire a fermarsi. Pianse per un bel pezzo. Ti parlerò tutti i giorni, sussurrò. E non mi dimenticherò. Per niente al mondo. Poi si alzò, si voltò e tornò verso la strada.


Quando la donna lo vide lo abbracciò e lo tenne stretto. Oh, gli disse, come sono contenta di vederti. Ogni tanto la donna gli parlava di Dio. Lui ci provava a parlare con Dio, ma la cosa migliore era parlare con il padre, e infatti ci parlava e non lo dimenticava mai. La donna diceva che andava bene così. Diceva che il respiro di Dio è sempre il respiro di Dio, anche se passa da un uomo all'altro in eterno.








Ora, io non pretendo che Marika Lopa diventi un'autrice magistrale come McCarthy da un giorno all'altro. Ma potrebbe fare uno sforzino. Perché non mostrarci l'amore di Ariele e Tami? Perché non mostrarci la tragedia, il dolore?

Non ci viene dato nulla in queste pagine, nessuna emozione! Ogni gesto, ogni parola, è tutto coreografato. Malamente.

Un autore è bravo, a mio parere, quando sa costruire una storia alla perfezione senza che il Lettore si accorga dei punti di giunzione, delle cuciture e delle impalcature.

Lo stile di McCarthy è spezzato e breve, è incisivo, è spoglio come una distesa di cenere. Eppure possiede una grazia rara, una grazia che nasce dalla naturalezza dei rapporti che descrive, e che a sua volta dona loro quella stessa naturalezza.

E riesce a dare al Lettore le emozioni, senza giri di parole, senza frasi a effetto, senza banalità.


...ok, non so se mi sono espresso bene, sto scrivendo questo pezzo di recensione alle tre di notte post compleanno di Coinquilina, e ho ancora alcol in corpo. Comprendetemi.

Quindi chiedo, rivolgendomi a quelli di voi che non avevano mai letto nulla di questo romanzo: cosa avete provato, leggendo queste righe? Cosa avete pensato del brano? Come lettori, e come giudici. Sinceramente.


E passiamo poi alla seconda parte.


*SPOILER DOCTOR WHO*


Qua mi mantengo sul vago. Ai profani basti sapere che il Dottore è un alieno millenario, ha due cuori, la sua unica arma è un cacciavite sonico, ed è di un'umanità meravigliosa e straziante.

Comunque. Non sto a riassumervi la sinossi della puntata e della stagione, faremmo notte. Abbiamo due schieramenti (non starò a dire quale sia giusto e quale sbagliato, sarebbe stupido: in Doctor Who il bene e il male non esistono), e sull'orlo della guerra il Dottore pone le rappresentanti dei suddetti schieramenti davanti a due scatole: premendo i bottoni, si scatenerà la guerra.

Il video dura quattro minuti circa e ha i sottotitoli in inglese, ma per chi non lo mastica ho preparato una traduzione (un po' prendendo da quella ufficiale e un po' facendo per cazzi miei, perché sono un arrogantello dimmerda). Consiglio comunque di vedere a prescindere il video, per l'interpretazione di Peter Capaldi che è da brividi come sempre.


[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]







Dottore: Lascia che ti faccia una domanda, a proposito di questo tuo nuovo mondo: quando avrai ucciso tutti i cattivi, e tutto sarà perfetto e giusto ed equo, quando alla fine avrete esattamente quello che volevate... che cosa farete alle persone come voi? Ai sovversivi? Come proteggerete questa vostra rivoluzione... dalla successiva?


Bonnie: Vinceremo.


Dottore: Oh, davvero? Beh, forse! Forse vincerete... ma nessuno vince per sempre. La ruota continua a girare. Su, coraggio... spezza questo circolo vizioso!


Bonnie: Perché stai parlando?


Dottore: Perché voglio che tu veda, e ci sono quasi!


Bonnie: Sai che cosa vedo, Dottore? Una scatola. Una scatola con quello di cui ho bisogno, il cinquanta percento di opportunità.


Kate: Anche noi.


Dottore: Ecco qua, Mani sul Bottone! Vi sentite fortunati, siete pronti a iniziare il gioco? Chi sarà il più veloce, il più fortunato?


Kate: Questo non è un gioco!


Dottore: No, non è un gioco, tesoro, e lo dico in tutta sincerità!


Bonnie: Perché fai tutto questo?


Kate: Sì, anche a me piacerebbe saperlo! Tu hai organizzato tutto questo, perché?


Dottore: Perché questo non è un gioco, Kate! È un modello in scala della guerra! Ogni guerra combattuta, proprio qui, di fronte a voi! Perché è sempre la stessa cosa! Quando sparate il primo colpo, non importa quanto giusto sembri, non avete alcuna idea di chi morirà! Non sapete i figli di chi urleranno e bruceranno, o quanti cuori verranno infranti! Quante vite saranno spezzate! Quanto sangue verrà versato fin quando tutti non faranno quello che avrebbero dovuto fare fin dall'inizio, cioè sedersi e parlare! ...Oh, ascoltami, ascolta! Io vorrei soltanto che tu riflettessi! Sai che significa? È solo un buffo sinonimo di "cambiare idea".


Bonnie: Io non cambierò mai idea.


Dottore: E allora morirai da stupida... a meno che tu non decida di allontanarti da quella scatola. Puoi uscire da quella porta e puoi fermare la tua rivoluzione adesso!


Bonnie: No! Non fermerò tutto questo. Io l'ho iniziato e non lo fermerò, pensi che mi lascerebbero andare dopo tutto quello che ho fatto?!


Dottore: Siete tutti uguali voi ragazzini, lo sapevi questo? Guarda me: io sono imperdonabile, beh ecco l'imprevedibile: io perdono te! Dopo tutto quello che hai fatto... io ti perdono.


Bonnie: Tu non puoi capire... tu non potrai mai capire.


Dottore: Io non posso capire?! Stai scherzando? Io capisco perfettamente. E tu la chiami guerra, questa robetta? Questa non è una guerra! Io ho combattuto nella guerra più atroce che tu possa mai vedere! Io ho fatto cose che tu non puoi neanche immaginare e quando chiudo gli occhi-... sento più urla di quante se ne possano contare! E sai che ci fai con questo dolore? Devo proprio spiegartelo? Te lo tieni stretto! Fino a farti bruciare le mani... E dici a te stesso, "Nessun altro dovrà mai vivere così, nessun altro dovrà sentire questo dolore! Non finché ci sarò io!"








Questo mi fa incazzare tanto di Ariele. Cova rabbia e desiderio di vendetta per un secolo – tra poche pagine capirete il perché del mio dire – ma nonostante questo è solo fumo, solo parole. Nei suoi gesti colgo solo una visione cinematografica dell'Autrice che ha visto troppo drammini di serie Z e pensando a quelli ha provato a scrivere questo personaggio, ma non ha saputo dargli nulla: nessuna vera emozione. Ariele è vuoto: il suo dolore sembra solo un ricordo spento che condivide perché lo fa sembrare tanto Bello e Speciale e Malinconico e Infelice, ma a conti fatti non comunica nulla. Il suo amore per Tami è inconsistente, il dolore per la sua morte è sfocato e senza mordente, la sua rabbia nei confronti della famiglia è un sentimento vago e vano.


Non tutti i personaggi reagiscono ai traumi allo stesso modo del Dottore. Ma tutti i buoni personaggi reagiscono. Vivono sulla carta, sono persone reali fatte di inchiostro, sta lì la bravura e sta lì tutto il senso della scrittura! Rendere reale agli occhi di chi legge.

Ariele non è nemmeno apatico: è semplicemente senza senso. Quello che dice, quello che fa è solo per esigenze di trama: è un burattino senza coerenza, senza realismo, senz'anima.





*FINE SPOILER*

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Andiamo avanti, capitolo diciotto: Maxence.


Un gigantesco leone si fece largo fra le tenebre profonde; i suoi contorni, così come quelli miei e di Ariele, parevano illuminati dalla luce soffusa di una candela invisibile.

La belva ruggì ancora. Nei suoi occhi brillò la felicità per aver ritrovato il padrone.

<< Questo è il leone del mio sogno ... >> Sussurrai, estasiata ed impaurita al tempo stesso. Perché quello non era più un sogno. Non avevo mai vissuto niente di più reale.


Minchia, neanche dieci righe e già abbiamo: fuffa, P.O.V. ballerino – perché che cazzo ne sai tu di cosa stia pensando il leone, Torda – e anche un'ovvietà palese agli occhi dei lettori tutti da almeno dieci capitoli.


<< Ariele, tu non sei solo spirito, ma uomo a tutti gli effetti. >>

Afferrò la mia mano con dolcezza, premendola prima contro la guancia, poi sugli occhi, infine posandola sul petto. Sentii i suoi battiti velocissimi.


...stiamo parlando del cazzo di Deodorante? Perché la sensazione è quella.


<< Non basta avere un cuore per essere un uomo ... >>, sussurrò.


Giustissimo. Infatti il Dottore è un alieno ed è molto più umano di te.

Parlano ancora, Deodorante spiega che il loro primo incontro non è stato un sogno ma realtà, perché Torda non si sa come è riuscita a entrare nel regno di Maind (dei, che nome cretino. Ma che cazzo è, 'na storpiatura di mind? Oppure va pronunciato all'inglese?). Torda è incredula, giustamente, perché ricorda che ci fossero tre mongolifere e il Rio Grande, ma una lesta spiegazione ci è recata:


<< Nel nostro Regno tutto è uguale al vostro, ma in forma diversa. >>

<< Cosa ... ? >>

<< Sì ... >> si avvicinò lentamente, fissandomi negli occhi, << ... il nostro Regno è come uno specchio che assorbe le emozioni terrene. In esso ogni vostro pensiero, ricordo e sentimento prende forma. >>


...non credo sia una cosa molto sensata. E dubito che sia positiva per questo fantomatico regno. E poi come cacchio funziona 'sta cosa? In che senso prendono forma? Ah, che bello il worldbuilding sciatto e poraccio.


Avevo appena finito di parlare, che il leone ruggì più forte; mi guardò con dolcezza, poi si accovacciò a terra e posò il muso contro la fronte di Ariele.

<< Sembra che cerchi di dirti qualcosa. >> Gli feci notare.

<< E cosa? >> Domandò Ariele, poco convinto.

<< Non so ... forse vuole rincuorarti. Sembra quasi volerti bene. >>

Lui parve stupito ed afferrò un ciuffo della sua criniera, affondando il volto in esso ed inspirandone il dolce e selvatico odore.


Certo. Deodorante sta con la bestia da un secolo, ma non ne conosce il linguaggio del corpo e ci vuole quella lumaca salata di Torda per fargli capire l'ovvio. Certo. Come no.


Parlano di Torda, lui che "perché non temi niente? Io per primo dovrei incuterti timore", lei che "oh, no, ti sbagli, io ho paura di qualunque cosa, tutto il mondo sa che sono una fifona", lui che "tutto il mondo si sbaglia" e accarezza il leone "come se fosse stato un puledro che si prepara ad affrontare un lungo viaggio". Che cazzo significhi, io proprio non lo so.

Viene di nuovo tirato fuori il discorso dell'altezza, lui le spiega che lei soffre di vertigini perché lui ammazzandosi ha segnato "l'inconscio famigliare".


<< Esatto ... >>, mi interruppe,<< ... quando mi sono gettato dalla torre avevo la tua età. La tua parte razionale non lo sa, ma quella più profonda, quella irrazionale, custodisce segretamente questo ricordo ... e ti avvisa che l'altezza è un pericolo. >>


...uhm, sì, che le altezze potessero avere un potenziale di pericolo si sapeva già, grazie mille Capitan Ovvio.


<< L'inconscio è potentissimo. Gli umani non hanno ancora imparato a non farsi soggiogare da lui. >>


Mi sto scassando dal ridere. E comunque sarebbe meglio "da esso".


<< Per quanto riguarda me e Rebecca ... sì, come avrai intuito, morsi la mela nera ... ed apparve dal nulla questo meraviglioso quanto spaventoso leone. Come puoi vedere, è gigantesco. Aveva un medaglione attaccato al collo, da cui appresi che il suo nome era Maxence, Proveniva dal Regno di Maind. Mi era stato assegnato. >>


La versione poraccia dei daimon di Philip Pullman. L'animaletto da compagnia per il Principino Nero. Ci viene gentilmente fornita anche la prova illustrata del collarino, degna delle più raffinate miniature.








È comunque un nome migliore di Ariele.

Torda ci elargisce considerazioni intelligenti riguardo Maxence:


<< Strano che sia una creatura destinata a un Principe Nero ... sembra quasi ... buono. >> Gli feci notare, pensando all'inquietante puma di Rebecca; quell'animale aveva un aspetto davvero feroce. E le belve che le Lilim del suo clan cavalcavano non erano certo da meno.

Ariele sorrise, orgoglioso. Non smetteva di accarezzargli la criniera.

<< Buono? No ... le creature del Regno di Maind non lo sono affatto. Ma di sicuro mi è sempre stato fedele. Gli devo molto. >>


OH SANTISSIMO PAN SIETE DUE DEFICIENTI.

Stiamo parlando di animali, ANIMALI, razza di bustine di tè usate che non siete altro. Per loro non esistono i concetti di bene e male, sono esclusivamente umani! E se giudicate la loro indole o i loro istinti in base al loro aspetto fisico siete più stupidi dei tumblrini 'muricani.

I delfini sembrano dolcini puccipucci? Peccato che adorino sballarsi con le tossine dei pesci palla, che uccidano per divertimento le focene, e che pratichino stupri di gruppo.

Le tarantole sono schifose e spaventose? Peccato che siano timide e paurose ed estremamente docili, e che mordano solo per difesa o per catturare le prede.


L'apparenza non significa UN CAZZO.


<< Maxence mi portò via di qui. Via da questo luogo così importante per me, così denso di ricordi. Il luogo che si è fatto custode dei miei incontri segreti con Tami. Promisi a Rebecca che non vi sarei più tornato. Mai più. >> Mi raccontò, in maniera solenne.


Avete sbagliato a scrivere "in maniera ridicola", Autrice. Il pirla fa "una smorfia di dolore", Torda chiede perché.


<< Se avessi mantenuto la mia promessa, questo posto per me così importante non sarebbe stato devastato dalla furia delle fiamme ... non hai idea, Julia, del dolore che ho provato quando è stato distrutto ... >>

<< Non capisco ... cosa c'entri tu con l'incendio? >>

<< C'entro indirettamente. Perché è stata Rebecca, per punire me, a scatenare il rogo. >>


Oh. Sono sconvolto. Wow. Emozionante.

Segue stacco bianco, perché l'Autrice – copywriter che sul suo sito offre anche servizio di correzione bozze (deficiente io che sto studiando per diventare editor, dovrei solopubblicare un fantasy brutto) – si è scordata il simbolo. Nel suo stesso romanzo.

Andiamo avanti con una bella pagina di fuffate.


Ariele illuminò con la torcia la Statua del Drago, e poi il coyote che ululava alla luna.

<< Una volta erano bellissimi alberi. Tami era innamorata di questo posto. >>

<< Sono ancora bellissimi alberi. Hanno solo una forma diversa. >>

<< Sono semplicemente sculture. >>

<< Più vive che mai, Ariele. Sembra che da un momento all'altro possano iniziare a muoversi. Vedi? ... >> gli presi la mano per guidare il fascio di luce nella direzione della coda del drago, << ... hanno donato nuova bellezza a questo posto. Noi le amiamo. >>

<< Se ne avesse mai vista una, Chavez avrebbe sicuramente scolpito anche una Fenice. Oh, Julia, dovresti vederle ... >>, gli occhi gli si illuminarono di quella luce che vededo miracolosamente sopravvissuta in lui, << ... sono degli esseri meravigliosi, capaci di affascinare, al loro passaggio, qualsiasi creatura fatta di tenebra o di luce. >>


1) Torda non fare l'hippie del cazzo. Dai, è come dire a uno in lutto "è più vivo che mai" e indicargli la lapide del compianto. Fatta con i suoi resti.

2) Che è come dire "se Michelangelo avesse mai visto Gesù, l'avrebbe dipinto". No, 'spe. L'ha fatto. E Chavez ha pure scolpito un drago, l'ha forse visto? Di che cazzo stiamo parlando?

3) E comunque perché "Fenice" con la maiuscola?

4) Manicheista del cazzo.


<< Le Fenici ... esistono veramente? >>

<< Sì ... risorgono una volta ogni cento anni ai confini del Regno di Maind. In quei luoghi è negato l'accesso alle Creature delle Tenebre come me ... io ne ho vista una da molto, molto lontano. Ogni cent'anni si libra nei cieli del Regno. Lei è il simbolo della rinascita per eccellenza. >>

<< Ariele, cosa c'è ai confini del Regno? >>

<< Le creature di Luce, delle quali la Fenice fa parte. >>


Fammi capire... 'ste fenici ci mettono novantanove anni a risorgere, o per novantanove anni restano semplicemente cenere perché gli pesa il culo? Che uccelli inutili. Rimpiango la fenice di Silente.

Torda trova tre messaggi di Sam, preoccupata perché lei non le ha mandato l'sms a mezzanotte come concordato.

Ariele le chiede se abbia detto a Samantha dove si trovi.


<< Sì ... io ... volevo che qualcuno sapesse dove stavo andando ... >> confessai.

Stava per rispondere, quando la profonda voce di Rebecca richiamò la nostra attenzione.


YES. FINALMENTE. VAI REBECCA, BRUCIA LA TORDA.

Segue mezza pagina bianca, e il capit- ...ah, no. Non è un nuovo capitolo. Semplicemente il simbolo del cazzo è slittato alla pagina dopo. Un lavoro da professionisti, non c'è dubbio.


<< Bene, bene! Ma guarda chi c'è qui! >>

Mi voltai e dall'oscurità uscì Rebecca. Accanto a lei, il gigantesco puma ringhiava.

Il suo sguardo crudele era come un fuoco pronto ad avvolgermi ed incenerirmi nelle sue fiamme infernali.


Cliché ne abbiamo?


<< Julia ... è pericolosa! Devi andartene! >> Mi ordinò Ariele.

Tuttavia rimasi dov'ero.

<< Lo so ... lo è sempre stata. Ormai non è più un mistero. E fin dall'inizio non ha fatto altro che farmi capire quanto astio provasse per me. >>


...ma a voi sembra normale una ragazzina che davanti alla tizia che ha provato ad ucciderla – uno spirito demoniaco – se ne sta ferma e declama cazzate nella maniera più affettata possibile? Coraggio non significa non avere paura, questo non è coraggio, questa è incoscienza e stupidità.


La potente risata di Rebecca vibrò nel vento.

<< Per Lilith ... che arroganza, ragazzina! Credi davvero di essere tanto importante da provocare il mio astio? Non ti rendi conto di quanto sia ridicolo ciò che dici? >>

Si avvicinò lentamente, ed ogni foglia si sbriciolò sotto il peso dei suoi anfibi, neri e pesanti come il suo cuore.


1) "Per Lilith". Come se io dicessi "Per mia madre".

2) GLI ANFIBI GOTH MALVAGI SATANA 666 NAMBER OF DE BIST


<< Gli esseri umani sono così vanitosi. Sono disposti a farsi scudo di un'armatura che non ha nulla a vedere col loro vero io. La verità è che sono superficiali e codardi Julia, e tu ne sei la prova lampante. Tu, mia cara, non sei altro che una codarda che si maschera di bontà ... IO, invece, posso dire d'essere così vera da mostrarmi per quella che sono. Sì ... perché io sono una Lilim ... >> mi spintonò via, << ... e lo ripeterei altre mille volte. >>


Mi sto scassando dal ridere, ti amo Rebecca. Sei scema ma ti amo.

Altro scambio di battute alquanto sterili, poi Deodorante si degna di aprire bocca.


<< Lei è la prescelta dalla Stella del Giudizio. E tu sai bene che solo le persone coraggiose sono ritenute degne dei suoi incarichi. >>


Taci, per favore.


<< Noi due stiamo insieme, Ariele. E vorrei ricordarti che tu e questa ... come posso definirla ... forse "mocciosa" ... bene, tu e questa mocciosa non avete niente in comune. Siete il giorno e la notte ... >> si avvicinò a lui, << ... una notte priva di stelle. Perché tu ormai sei una Creatura delle Tenebre, amore mio. Sei un Principe Nero. Il tuo cuore è assopito nel niente. Come il mio. Ricordatelo. >>

<< La tua gelosia è sempre stata portatrice di guai. >> Ringhiò Ariele.


Le cose si fanno incandescenti, Deodorante ripete a Torda di andarsene, Torda resta, Rebecca dice "ti lascerà l'incombenza di combattere per proteggerla da me", Deodorante replica "smettila, tu sei una Lilim! Non sai che cosa sia l'amore!". Delicatissimo.

Rebecca gli chiede perché allora sia rimasto con lei per tutti quegli anni. Lammerda risponde:


<< Perché mi hai affascinato ... tu mi hai sedotto, e lo sai bene ... mi hai consegnato la chiave del potere! Tuttavia ora ... ti devo chiedere di fermarti. Di non usare i tuoi poteri. >>


Molto comodo sputare nel piatto dove hai mangiato per letteralmente un secolo, Deodorante. Ovviamente tu non hai alcuna responsabilità, ovviamente la colpa è tutta di Rebecca, luciferina meretrice.

Giustamente Reb se scazza e tira una "saetta di fuoco" contro un albero, facendolo cadere su Torda, la quale resta ferma come l'ameba che è.


<< Julia! >> L'urlo disperato di Ariele trafisse l'aria e quei terribili, interminabili istanti in cui tutta la mia vita mi passò davanti.

Un'abbagliante cornice di fuoco illuminò completamente il suo corpo ed in un balzo fu sopra di me, spingendomi via.


Oh, dei, persino Bella Swan era più reattiva di te, Torda. Peccato solo che la scampi anche stavolta.

Rebecca si avvicina ai due piccioncini ancora abbracciati.


<< Questa è già la seconda volta che le salvi la vita ... >> avvicinò le scarlatte labbra carnose all'orecchio di lui, e le frasi seguenti uscirono in un sussurro, << ... ma è colpa mia. Ti ho insegnato io a riprendere in un secondo la tua forma di spirito. E ti ho istruito io a correre così veloce. Perciò io ti perdono, Ariele. E come potrei non farlo? Sei talmente bello. Io TI AMO. >> Pronunciò la sua dichiarazione d'amore nella maniera più sensuale che avessi mai sentito, arrivando a lambire appena, senza tuttavia oltrepassare, la soglia che separa il suono dal silenzio.


Ho bisogno di un'iniezione. Di morfina. Nel ventricolo sinistro, possibilmente.

Deodorante risponde "ami solo te stessa", lei "Tieni più a lei che a me? Allora svelale il tuo piccolo segreto". Da Rebecca a Scar è un attimo.


Il segreto è che è stato Deodorante a bucare la mano a Torda. Sì, era lui l'uccellino. Sì, può mutare forma. Rebecca spiega che la donna del padre di Mike, Leticia, è una Lilim del loro clan (come vi avevo già anticipato nella scorsa recensione), e che vogliono allontanare Mike da lei per evitare che Torda spezzi la maledizione innamorandosi di lui. Guarda, non c'è pericolo.

Torda chiede perché cazzo a Reb freghi tanto di impedirle di ripristinare l'equilibrio della costellazione familiare. Rebecca in soldoni le risponde "a me cordialmente fregacazzi, sto solo aiutando Ariele, è lui che vuole impedirtelo".

Ho una domanda: perché? Perché si trasforma in uccello e le trafora la mano? Cosa sperava di ottenere? COSA?


Ariele deglutì.

<< Mi dispiace, Julia ... ti ho salvato la vita ... non volevo che tu morissi ... ma non posso permetterti di essere la Salvatrice ... non dopo quello che mi ha fatto la mia famiglia. Non dopo che, a causa loro, ho perso per sempre Tami. >>


Avete capito stammerda?!

Ecco perché Ariele non mi fa pena: è perfettamente consapevole delle proprie scelte, i suoi gesti sono voluti. Non è manipolato da Rebecca, non mostra alcun segno di manipolazione sto stronzo fotonico!

Risposta che gli avrei dato io:

«BRUTTO STRONZO, MI DISPIACE UN PAR DI CAZZI, TU E TAMI ERAVATE DUE DEFICIENTI E LEI È MORTA PER INCIDENTE E LO SAI BENISSIMO PEZZO DI CRETINO, MA COS'È CREDI D'AVER SOFFERTO SOLO TU? MA CI PENSI AI TUOI GENITORI ADOTTIVI E A TUO PADRE BIOLOGICO, TI AMAVANO TANTISSIMO E TU PASSI CENTO ANNI A FRIGNARE E CAGARE IL CAZZO CON STA VENDETTA COME L'EMO DIMMERDA EDGY NIHAL DELLA TERRA DEL VENTO WANNABE CHE SEI, INVECE Di MATURARE E RIFLETTERE ED ELABORARE, VAI A FARE IN CULO, CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE PER DECIDERE DEL DESTINO DI UNA FAMIGLIA EH STRONZO?! MO' TE GONFIO COME NA ZAMPOGNA FINO A CIONCAMME LA MANO CHE M'HAI BUCATO, MERDACCIA!»


Risposta che gli dà Torda:


<< Ariele ... no ... ti prego ... tu devi perdonarli! >>


Minchia l'emozione.


Rebecca s'insinuò fra noi:

<< Lui non deve fare proprio niente, se non adempiere alla SUA missione: FERMARTI prima che tu possa spezzare la maledizione. Non so per quale motivo si sia avvicinato tanto a te, ma ... >> mi afferrò la giacca e, sporgendosi, mi costrinse ad avvicinare il mio volto al suo, fino a quando non ci trovammo a pochi millimetri di distanza, << ... di sicuro da questo momento farò in modo che lui ricordi sempre quanto ODIO debba provare nei tuoi confronti. Tu non sei altro che la degna erede di quella famiglia che l'ha tradito! E non credere che avrà ancora questi insensati atteggiamenti di tenerezza verso di te, perché ci sarò io a ricondurlo sulla "retta" via ... a ricordargli quale sciocca umana tu sia realmente ... >>, fece un sorriso sarcastico, << ... perché noi siamo le immortali Creature delle Tenebre ... e tu sei la nostra NEMICA ... anzi, sei solo un topolino ... che ora non può più scappare! >>


Rebecca pls, risparmiami questi discorsi da Kattivona e procedi con lo sbudellamento selvaggio à la Jack the Ripper. Ridipingi il circondario col sangue di Torda. Usa il suo intestino come festone natalizio. Fatti un bel paio di orecchini coi suoi bulbi oculari. Scuoiala e fatti una mantellina Bolton style. Diventa xilofonista audodidatta con l'ausilio delle sue costole. Datti al teatro e usa il suo teschio per l'Amleto.


Con un gesto violento del braccio mi scagliò a terra.

Il dolore che provai all'impatto col suolo fu indicibile e si ramificò in ogni parte del mio corpo.

Appoggiai i palmi aperti sull'erba bagnata e sentii contemporaneamente una fitta al cuore. Ciò che avevo appena scoperto su Ariele mi aveva distrutta, prosciugandomi gran parte delle energie come un vampiro si nutre del sangue della sua vittima. Sicuramente Rebecca credeva di avermi fatto del male scagliandomi al suolo, ma ciò che avevo provato nello scoprire che Ariele mi odiava dal giorno della mia nascita era stato molto più intenso; le parole di Rebecca erano state per me dolorose come la lama di un coltello nella carne viva.

Dio, ma perché ero stata così stupida? Per quale motivo mi ero fidata di lui? Possibile che il mio sesto senso ed il mio cuore mi avessero tratta in inganno?


Direi di sì, visto che finora non ti sei dimostrata certo un prodigio di perspicacia e intelligenza.

E poi quali energie? Ma se finora sei stata il ritratto perfetto della medusa morta a riva.

Rebecca continua a dileggiare Torda, quest'ultima si accorge che Deodorante sta combinando qualcosa alle spalle della meretrice.


Ariele, in sella a Maxence, avanzava verso di noi. Gli occhi del leone erano ora di un rosso vivido, un rosso fuoco. Il suo nome sul medaglione stava iniziando a brillare in maniera davvero strana. I riflessi dorati della scritta percorrevano sinuosamente le lettere del suo nome. Ma non era l'unico particolare strano. Negli occhi di Ariele, così come in quelli della belva, ardevano le fiamme. E non sapevo se sarebbero state di distruzione, come quelle dell'incendio che aveva arso completamente l'area boschiva del Pueblo Montano, o di rinascita, come quelle da cui ogni cento anni sorgeva, nel regno di Maind, la Fenice di cui mi aveva parlato Ariele.

Checosa aveva in mente? Che ne sarebbe stato di me?

Mi fidavo ancora di lui ... non riuscivo a dimenticare il fatto che mi avesse salvato la vita il giorno dell'International Baloon Fiesta ... non potevo scordare il modo in cui mi aveva stretta a sé.

Non riuscivo a smettere di fidarmi di lui, di sperare in lui.

Il mio cuore mi implorava di aggrapparmi a quella speranza che Rebecca aveva tentato con ferocia di strapparmi via ... e le stelle, sopra di me, mi testimoniavano silenziose che l'oscurità della notte non dovrebbe mai impedire a nessuno di brillare della luce che ancora porta nel cuore.


1) GRAN FUFFATE™

2) Frena. Nell'immagine del medaglione la scritta si trova all'interno. E il medaglione non si vede nemmeno,sotto la criniera: Deodorante l'ha dovuto sfilare a Maxence prima per mostrarlo a Torda. Quindi come cazzo fa lei a vedere la scritta?

3) Lasciare che sia il lettore a farsi le domande? No? Troppa fatica?

4) Senti cazzona, è con l'oscurità che si vedono le stelle. Di giorno non vedi una cippa di minchia. Pirla.


Tempo per un altro confronto: The Crossing, sempre del buon McCarthy. Un altro di quei libri che ti spezza dentro. Grazie, Cormac. Grazie.

Niente spoiler, tranquilli. Ma mi interessala questione fiamme + occhi. Perché non serve sprecare righe su righe per cercare di comunicare "LEONE MAGICO MISTICO FORZA INTERIORE FUOCO FUOCO WOOSH", se poi il risultato è che a me Lettore viene voglia di spararmi nel ginocchio.

Forse la signorina Lopa dovrebbe leggere i lavori di gente che ne sa più di lei: non per emulare, ma per imparare.


Quando le fiamme si ravvivavano, gli occhi della lupa si incendiavano come i lampioni di una porta su un altro mondo. Un mondo che bruciava sull'orlo di un vuoto inconoscibile. Un mondo fatto di sangue, sangue alchemico e sangue nel nocciolo e nel tegumento, perché solo il sangue aveva il potere di risuonare contro quel vuoto che minacciava a ogni ora di divorarlo. Si avvolse nella coperta e la osservò.Quando quegli occhi e la nazione di cui erano i testimoni fossero finalmente ritornati alla dignità delle origini, forse vi sarebbero stati altri fuochi e altri testimoni e altri mondi da contemplare. Manon questi.


E parliamo di una lupa normalissima, eh. O ancora di stelle e luna, che tanto piacciono all'Autrice:


Osservava il cielo di notte dalla finestra del soggiorno. Le prime stelle spuntarono a sud, come appese all'intreccio di rami morti degli alberi lungo il fiume. La luce della luna che ancora non si era levata vibrava sulfurea a est della vale. Osservò la luce espandersi lungo i contorni della prateria deserta e la cupola bianca e grassa e membranosa della luna sollevarsi da terra. Allora scese dalla sedia su cui era inginocchiato e andò a chiamare il fratello.


O qualcosa di più semplice:


Le montagne verso sud erano nere contro il cielo viola. La neve sulle cime a nord così pallida. Come spazi lasciati per scrivere un messaggio.


Autrice, si possono scrivere descrizioni più ricche, ma bisogna saperlo fare. Bisogna saper riconoscere il confine tra barocco e ridicolo.

Prendiamo un altro romanzo da esempio: Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.


Da ogni zolla emanava la sensazione di un desiderio di bellezza presto fiaccato dalla pigrizia.

Ma il giardino, costretto e macerato fra quelle barriere, esalava profumi untuosi, carnali e lievemente putridi, come i liquami aromatici distillati dalle reliquie di certe sante. [...] Era un giardino per ciechi: la vista costantemente era offesa: ma l'odorato poteva trarre da esso un piacere forte, benché non delicato. Le rose [...] si erano mutate in una sorta di cavoli color carne, osceni, ma che distillavano un aroma denso quasi turpe, che nessun allevatore francese avrebbe osato sperare. Il Principe se ne pose una sotto il naso e gli sembrò di odorare la coscia di una ballerina dell'Opera.


E anche qui ritroviamo le stelle:


La verità era che voleva attingere un po' di conforto guardando le stelle. [...] erano lontane,onnipotenti e nello stesso tempo tanto docili ai suoi calcoli; proprio il contrario degli uomini, troppo vicini sempre, deboli e pur tanto riottosi.

[...] Venere stava lì, avvolta nel suo turbante di vapori autunnali. [...] Don Fabrizio sospirò. Quando si sarebbe decisa a dargli un appuntamento meno effimero, lontano dai torsoli e dal sangue, nella propria regione di perenne certezza?


E di nuovo descrizioni anche più brevi, ma sempre ottime:


Intorno ondeggiava la campagna funerea, gialla di stoppie, nera di restucce bruciate; il lamento delle cicale riempiva il cielo; era come il rantolo della Sicilia arsa che alla fine di agosto aspetta invano la pioggia.


O vogliamo parlare della morte? La morte, che dovrebbe essere importante in La Stella del Giudizio, poiché tutta la vicenda si sviluppa dalla morte di una persona, e che invece non viene mai presa in considerazione, o analizzata: le sue conseguenze sulla psicologia di Deodorante sono nulle.


Giunta faccia a faccia con lui sollevò il velo, e così, pudica, ma pronta ad esser posseduta, gli apparve più bella di come mai l'avesse intravista negli spazi stellari.

Il fragore del mare si placò del tutto.


[...]


Un sincero amico di Tancredi, che parlava di lui con affetto, che recava a lei, ombra, un messaggio del morto trasmesso attraverso quegli acquitrini del tempo che gli scomparsi possono tanto di rado guadare.





Ah, ne avevo bisogno.

E ora torniamo a stammerda senza alcuna introspezione.

Il puma di Rebecca salta addosso a Torda, schiacciandola a terra.


Ormai ero praticamente certa che fosse giunta la mia fine. Rebecca aveva ragione: fino ad allora, non mi ero mai messa realmente alla prova nella vita. Come potevo essere la Salvatrice?  Com'era possibile che io fossi in grado di restituire l'amore alla mia famiglia? Non potevo sperare di avere la meglio su di lei, esperta conoscitrice delle arti oscure!


...sinceramente l'unica cosa tragica in questa scena è che il puma non ti abbia fracassato la gabbia toracica fino a uccideri, Torda. Ed è anche abbastanza inverosimile, oltretutto. Quale essere umano resterebbe illeso dopo che un puma gigante gli è saltato addosso?

Comunque la bestia prende a strozzarla con le zampe, lei da brava mollusca non reagisce, non scalcia, non lotta. No, lei fuffeggia.


Sentivo le forze abbandonarmi, gli occhi chiudersi, inermi di fronte ad un volere più potente del mio.


No, 'spe, non ho capito. Sono le forze quelle inermi, o sono gli occhi? Non ha senso in nessuno dei due casi, but still.


Il volere di chi non sa se farti a pezzi subito o continuare a giocare con te ... che aspettava a finirmi? Non era forse quello che voleva dal giorno in cui Ariele mi aveva salvato la vita durante il Ballon International Fiesta?


Frena.

Miei fagottini, un plauso alla somma Autrice Marika Lopa! Una donna dalla fantasia talmente sviluppata che nell'arco di un solo romanzo ha pensato di recarci diletto con ben quattro varianti dello stesso nome, azzeccandolo una sola volta in quattrocento pagine e cappellandolo tutte le altre:

    – International Ballon Fiesta (schifo)

    – International Baloon Fiesta (schifo)

    – Ballon International Fiesta (doppio schifo)

    – International Balloon Fiesta (oh che    sollievo)


Qualche volontario disposto ad andare in quel di Torino per consegnare il Mongolino d'Oro all'erede della famiglia di grandi letterati? O magari la prossima volta andiamo tutti insieme al Salone del Libro a farci fare l'autografo: quest'anno abbiamo mancato l'occasione di essere illuminati dalla saggezza dell'Autrice, ma forse il 2018 saremo fortunati e la ritroveremo di nuovo lì!


Sentivo di non avere nemmeno la forza per piangere e, più i miei pensieri si facevano cupi, più le forze mi abbandonavano. Persino il cielo, in quel momento, mi sembrò privo di stelle; eppure sapevo che ne era ricoperto.

Chiusi gli occhi, pronta ad accettare la mia fine.

Poi, una voce risuonò nella mia mente e fu come se una luce abbagliante attraversasse i miei pensieri più cupi:


" Tu non sei solo Julia ... tu sei la Prescelta ... ed io lo so ... perché io sono la Stella del Giudizio ... "


Riaprii gli occhi, forte di un coraggio nuovo. Non dovevo dimenticarmi chi ero! Non dovevo scordarmi del sogno!


1) Sei scema? Lo sai benissimo che non era un sogno, deficiente.

2) Oh dei, guarda, visto il milione di volte che hai ripetuto 'sta cagata della prescelta dubito che tu possa dimenticarlo prima del duemilamai.


La Stella del Giudizio era stata molto chiara con me e l'aveva fatto perché io non cadessi vittima di Rebecca.

Chiusi gli occhi e cercai di spingere le zampe del puma lontano da me. E di nuovo una stella guizzò, veloce, nel firmamento dei miei pensieri, strappandomi definitivamente ed all'istante alla mia cupa rassegnazione.


*inhales*

Guglielmo da Baskerville dammi la pazienza perché se mi dai la forza l'ammazzo.





Fu in quel momento che sentii un bruciante dolore sul petto, quasi all'altezza del cuore.

<< Ma cosa ... ? >> Fece Rebecca, ed il puma ruggì, alzandosi su due zampe. Rebecca venne disarcionata e cadde al suolo, rotolando sull'erba.

Non potevo crederci.


Ohibò, e che succede? Torda combina finalmente qualcosa di utile per la prima volta nei suoi insulsi diciassette anni di vita?

Ma manco per il cazzo.


Maxence aveva morso il puma ed ora, come se lei ed il suo destriero fossero una cosa sola, anche il collo di lei sanguinava.





"Con tono scherzoso o ironico".

E io dovrei pure prendere sul serio questa ciofeca di libro?

Torda spreca tre righe per dire che il sangue delle Lilim ha un color vinaccia, poi Rebecca dice "Ariele, amore mio, come hai potuto attaccarmi?".

Io consiglierei anche di portarti una mano alla fronte con fare svenevole, già che ci sei.


Ma lui non rispose. Aveva gli occhi fissi su di me, all'altezza della fiamma che sentivo ardere sul petto. Anche Rebecca posò lo sguardo sul punto in cui Ariele, con stupore, stava guardando. Portai una mano all'altezza del petto, confusa e stordita. Le mie dita tastarono qualcosa simile ad un pendaglio, una collana. Per qualche motivo, capii che era rovente ma che non potevo scottarmi. E prima che potessi volgere lo sguardo sopra di esso e rendermi conto di cosa si trattasse, un enorme, immenso volatile era già apparso nel cielo, per raggiungere, a grandi falcate, il mio cuore come una freccia nera.


1) Scusa tanto ma mezza pagina fa ci hai parlato di "bruciante dolore", Torda, quindi ti puoi scottare eccome.

2) Perché cazzo non abbassi subito lo sguardo a vedere cosa c'hai al collo? Ci vogliono due petosecondi, qualsiasi essere umano normale lo farebbe subito, pezzo di cretina.

3) Se scrivete in una qualsiasi delle vostre opere "per qualche motivo" sappiate che verrò a uccidervi entro sette giorni a colpi di ciauscolo.

4) Falcata indica il salto di un cavallo, o il movimento della gamba dell'ostacolista nella corsa a ostacoli, o – per estensione – la camminata del podista.

CAMMINATA, RINCOGLIONITA D'UNA TORDA.


Meno male che siamo quasi alla fine. Capitolo diciannove, Il Pendaglio di Fuoco.


<< Apri gli occhi. >>

Lentamente alzai le palpebre e mi resi conto che l'oscurità mi avvolgeva quasi completamente.

Un barlume di coscienza era rimasto vivo in me e mi avvertiva, come una voce flebile che grida da un tunnel profondo, che dovevo stare in guardia. Non riuscii a mettere subito a fuoco l'immagine che avevo davanti, benché mi sforzassi. Era stata una voce maschile a parlare, molto più profonda del normale. Una voce che aveva prodotto una impercettibile eco intorno a sé.


Non dire cazzate, Torda. Che schifo significa "più profonda del normale"? Hai degli standard cretini tu, o è una voce inumana? Descrivi.


L'ultima cosa che ricordavo era quell'enorme uccello che, dopo essere apparso improvvisamente nel cielo, stagliandosi contro la figura della luna piena, si fiondava verso di me e mi colpiva senza lasciarmi il tempo di correre ai ripari.


Viva i riassuntini.

Torda si guarda intorno e scopre di essere in una stanza buia, rischiarata solo dalla candela appoggiata su un "piattino" (portacandela è troppo mainstream) retto da un uomo che la fiamma illumina "in maniera davvero inquietante". Boh.


L'uomo aveva le unghie lunghe quanto quelle di un drago nelle sue rappresentazioni classiche, e blu scuro, proprio come una notte priva di stelle. L'oscurità che ci avvolgeva era talmente profonda da dare l'illusione che la candela stesse fluttuando nell'aria, sorretta da una mano invisibile. Eppure lui era lì, io lo vedevo ... riuscivo a percepirne le fattezze del viso e le linee del corpo alto e robusto.


1) Come fai ad avere l'illusione che la candela fluttui, se due righe prima dici chiaramente che l'uomo tiene la candela in mano e descrivi quest'ultima in dettaglio?

2) Perché fare una cosa giusta e limitarsi a "fattezze", quando si può scegliere la via del pleonasmo?

3) Non commenterò la cosa del drago perché sono un signore.


Lui, ovviamente, non era Ariele, pensai deglutendo.


Genia. C'era proprio bisogno di specificarlo.


Aveva l'espressione tremendamente seria, sicura di sé. Le ciglia spesse e nere sovrastavano grandi occhi, affilati e grigi come le fitte e pesanti nubi che ricoprono il cielo invernale. Le labbra sottili sembravano violacee, arricciate in un sorriso forzato, ed il naso era vagamente aquilino, ma in armonia con il resto del viso. Il tutto incorniciato da una chioma scura, lunga e liscia come un manto di seta nera.


A parte la fuffata sul cielo invernale (strano che non abbiate scritto firmamento, Autrice), questa è la miglior descrizione di tutto il libro. E il tizio sembra molto più affascinante di Deodorante, peraltro.

Anche se mi chiedo come possa avere un'espressione "tremendamente seria", se poi sta sorridendo. Forzatamente, ma è pur sempre un sorriso. Mah.


Fu allora che intuii in quale luogo mi trovassi. Mi voltai e ne ebbi la certezza: sul letto, accanto a me, c'era ...

<< Sam! >> Gridai, stupendomi che la voce fosse improvvisamente tornata.

Portai una mano alla bocca, come per soffocare il mio grido. Samantha era distesa a pancia in su, sopra le coperte, con le braccia lungo i fianchi. Una posizione decisamente innaturale per lei: dormiva sempre in posizione fetale.

Quella era camera sua ... la sua stanza da letto!


Quello era il mio cesso... la mia stanza da bagno!


<< Che le hai fatto? >> Esclamai, presagendo il peggio.

Mi gettai su di lei e la scrollai affinché riprendesse conoscenza, ma invano.

<< Oddio ... dimmi che respira ... Sam! >> Continuavo a scrollarla, inginocchiata sopra il suo materasso. Quando mi accorsi che non rispondeva, voltai il capo verso la nera figura che incombeva dietro di me.


Penso che dovresti stupirti di più per la tua migliore amica che per la tua voce. Merdaccia. E magari invece di scrollarla potresti controllarle battito e respiro, pezzo di scema.

Torda descrive il vestiario dell'uomo, una tunica blu col colletto rosso, e sopra di essa una collana con appesa una sfera di cristallo. Il tizio le spiega di sapere che lei è la "Prescelta dalla Stella del Giudizio", le spiega che nel regno di Maind si è sentito parlare di lei fin da quando è nata, perché è stato da allora che la Stella l'ha designata come Salvatrice, "e come molto di più". Ricordatevi 'sta frase. Poi il tizio si appiccia una fiamma magica sulla mano. La fiamma assume la forma di due lettere.


<< Sai cos'è questo? >> Domandò, truce.

<< Sì. Il mio cognome. Lo leggo distintamente : O ... Z ... Oz. >> Risposi, seguendo ed indicando, da lontano, i contorni delle lettere di fuoco.

Un'espressione compiaciuta si dipinse sul suo volto.

<< Sì ... Oz ... ma anche ... INFINITO! >>

Come se vi stesse cospargendo una polvere magica, l'altra mano si mosse lentamente sopra la fiamma ed immediatamente questa si allungò, diventando un luminosissimo "simbolo dell'infinito".


Tra virgolette, perché ci piacciono le cose a cazzo.

Questa faccenda dell'infinito sarà significativa o utile in qualche modo? No.

Comunque cos'è, un plagio di Harry Potter? Tizio è un Tom Riddle wannabe? E un'altra domanda: se può creare fiamme dal nulla... perché usare una candela?


<< Peccato che non porterai a termine la missione ... >> passò nuovamente la mano sulla fiamma, << ... no, tu non restituirai l'Amore alla tua famiglia ... non permetterai loro di risorgere a nuova vita ... >>, la fiamma stava di nuovo cambiando forma, questa volta più lentamente, << ... perché c'è poco tempo ... >>, il simbolo dell'infinito assunse la forma di una clessidra, i cui granelli scendevano velocissimi, << ... tempo che scorre,inesorabile. >> Chiuse la mano con uno scatto e la fiamma morì dentro al suo pugno.


Grazie amico, lo sapevamo già tutto questo ma fa sempre comodo il milionesimo riassunto.

Torda replica "ce la farò".

Purtroppo so già che ce la farai, taccitua.


Ero impaurita ma nonostante ciò sentivo il fuoco ardermi dentro.

Un alone rosso circondò il suo ciondolo e l'uomo lo tastò con le dita ossute, socchiudendo gli occhi.

<< Che grinta, ragazzina ... quanta foga riesco a leggere nel tuo cuore ... sai ... credo proprio che, se tu fossi una Creatura delle Tenebre, anche i tuoi occhi si illuminerebbero dell'accecante bagliore di cui solo noi riusciamo a disporre. >>





Ok che hai un cliché da tener vivo, Tizio, ma le tue parole non hanno un cazzo di senso.


<< Sono veramente stupito, devo ammetterlo ... >>, iniziò a camminare per la stanza guardando a terra, mentre io lo seguivo con lo sguardo, << ... stupito di come siano andate le cose finora. Sconcertato per tutto ciò che hai scoperto.


1) Non è che abbiate fatto chissà quale sforzo per celarle la verità.

2) Lei non ha scoperto un cazzo di niente comunque, tutta la faccenda le è stata convenientemente infodumpata da nonna Clere e dalla Stella della Fuffa.


Tizio le chiede come abbia fatto a entrare nel regno di Maind, la notte prima del festival.


Alla sua domanda seguì il mio silenzio. Ero spaesata, e confusa. Non lo sapevo nemmeno io. Quell'incontro sarebbe per sempre rimasto impresso nella mia mente, e non riuscivo proprio a comprendere perché avessi incontrato Ariele nel Regno di Maind. Ed anche se mi teneva d'occhio dal giorno della mia nascita, le domande che Ariele mi aveva fatto quella notte dimostravano senza ombra di dubbio che nemmeno lui si aspettava di incontrarmi lì. Sapevo solo quanto la sua apparizione mi avesse sconvolta e che tutto mi era sembrato terribilmente reale. In effetti ... lo era.


Domande.

Quel primo incontro non è stato un sogno, e fin qui siamo tutti d'accordo. Ma allora perché c'erano degli angeli? E perché c'erano gli amici di Torda? Perché loro non rammentano nulla? Perché Deodorante ha chiesto a Torda "chi sei TU?" invece di un molto più sensato "perché sei qui?", sapendo bene chi lei fosse?

Domande che resteranno senza risposta.

Va bene che deve uscire un sequel, ma cazzo. In quattrocento pagine io delle spiegazioni le gradirei.


Dopo questa pippa interiore Torda si degna di rispondere "non lo so", e che credeva fosse stato un sogno. Arriva un corvo, che Tizio fa entrare dalla finestra, e per un momento io spero in un «Quoth the Raven "Nevermore"», ma poi mi ricordo che sto leggendo uno schifo.

Torda chiede al tizio come faccia a sapere di quell'incontro tra lei e Deodorante, Tizio spiega che lui può vedere tutti i luoghi della terra e di Maind – a parte i suoi recessi proibiti alle Creature delle Tenebre – grazie alla sfera di cristallo che reca al collo.


Sapete, sarebbe bello fare un drinking game con questo libro, uno shot per ogni cliché, ma a questo punto metà di voi sarebbe morta e l'altra metà sarebbe in coma.

Tizio dice "il mio intervento si è rivelato tempestivo per te", Torda replica "Ariele mi avrebbe salvato", Tizio ribatte in soldoni "Ariele è una pippa, sta nel giro soltanto da un secolo mentre Rebecca da millenni, quindi zitta e ringraziami e dammi qualcosa in cambio".


<< Insomma, chi sei? Che cosa vuoi? >>

<< Oh, hai ragione ... tutto questo parlare e non mi sono ancora presentato ... che maleducato! Mi chiamo Sarpa ... e sono il Signore del Regno di Maind. Il Signore OSCURO del Regno di Maind. >>


[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]




Fece un grande inchino. Il corvo, un po' infastidito dal movimento di spalle, iniziò a svolazzare per la stanza, per poi ritornare al punto da cui era partito.


Capito? Pure l'inchino. Ma poi che nome di merda è Sarpa? Boh, a me me viene da legge Scarpa, aiutateme.

Torda chiede di nuovo al Signore OSCURO cosa voglia.


<< Voglio QUESTO! >> Gridò improvvisamente aprendo le mani e, prima che me ne potessi rendere conto, una invisibile, immensa forza mi aveva scaraventata contro il muro, ed ora mi stava dilaniando il petto. La forza era generata dai palmi delle mani di Sarpa.

Gridai.

<< Avevi detto che non potete uccidermi! >>

<< Tiralo fuori! >> Urlò lui in risposta, il corvo che gracchiava sempre di più, svolazzando per la stanza,

<< Che cosa? >>


Il cazzo, Torda. Il cazzo.


<< Il Pendaglio di Fuoco! L'Albero della Vita! Tiralo FUORI, ho detto!>>

Era il dolore più forte che avessi mai provato, ancora peggiore di quello che mi aveva inflitto Rebecca. Non riuscivo a sfuggirgli. Non potevo muovermi.

<< Quale pendaglio ? >>

Urlai ancora.


Sei una rincoglionita.


<< Io l'ho visto! L'ho visto, poco prima di intervenire! Stava ardendo sul tuo petto! Stava prendendo forma! >> Gridò lui di rimando, accanendosi sempre più su di me. La sua voce, ora, sembrava demoniaca. Il dolore era sempre più fitto, e penetrava nella carne senza, tuttavia, distruggerla.

Pensai per un istante alle sue parole: " stava ardendo sul tuo petto ... stava prendendo forma ... "


L'ABBIAMO APPENA LETTO RAZZA D'UOVO MARCIO CHE NON SEI ALTRO.


Ma certo!


Eh, finalmente la svegliona c'è arrivata. Applausi e coccarde.


Si era acceso come un fuoco all'altezza del mio cuore, quella notte ... e Ariele mi era sembrato sconvolto, come se non potesse credere ai suoi occhi ... quel fuoco bruciava, ma non faceva male ... e quando l'avevo tastato, le mie dita avevano sentito ...

<< Un pendaglio! >> Esclamai.


Questo libro è una fyccina che non ha mai smesso di sognare.

Vanno avanti così per un po', lui la tortura perché a quanto pare 'sto pendaglio appare solo quando lei è in pericolo e trova la forza di reagire (mai viste queste sue reazioni, ma fingiamo che sia così), "grida pure tanto non ti sente nessuno, la zona è sotto il mio potere", lei sente di nuovo il calore al petto "e, di nuovo, tastai ciò che sembrava effettivamente essere ... un pendaglio!".

Cinque minuti di bestemmia libera per tutti.


Scarpa tutto felice smette di strapazzare Torda, che ricade a terra stremata. E non guarda cos'abbia al collo, no. Lei lo vede attraverso il riflesso della finestra. Figlia mia se sei anomala. Chiede pure "che cos'è?", come se 'sto poro stronzo de Scarpa non l'avesse detto dieci volte. Finalmente si degna di abbassare lo sguardo.


Lo studiai per un istante.

Rappresentava un cerchio, al cui interno c'era un albero ... una quercia, forse ... le cui profonde radici e rigogliose fronde si univano al cerchio in un'unione perfetta e completa, intrecciandosi in magnifici ornamenti ...

Guardai Sarpa.

<< Non so quale significato abbia né perché sia al mio collo ... ma non te lo consegnerò. >>


Scarpa le ride in faccia, ma si dimostra altrettanto scemo perché ripete tre volte umani = ingenui e poi minaccia di ipnotizzare gli amici di Torda, visto che non può fare direttamente del male a lei. Lo scopo dell'ipnosi mi è del tutto ignoto, anche se dalle sue parole sembra voglia farlo per allontanare gli amici di Torda da lei. Ok. Grande minaccia. Torda si rifiuta ancora di consegnarli il pendaglio, lui ride.


<< Perché continui a prenderti gioco di me? >> Domandai.

Sarpa smise improvvisamente di ridere, mi afferrò il collo e mi spinse contro il muro, stringendo la mano fredda come ghiaccio intorno al mio collo.


La frase fa schifo, ma un plauso per la sana violenza. Sto godendo.

Comunque niente di che, la sballotta un po', "a me fregacazzi del destino della tua famiglia, io voglio il Pendaglio di Fuoco, non importa cosa dovrò fare per ottenerlo, mi dispiace solo che i tuoi amici pagheranno le tue colpe", poi la smolla e sorridendo scompare in una nebbia rossa insieme al corvo. Sarpa è scemo.


Ma io dico, sarebbe tanto facile! Sei un potente mago, no? Punta il dito contro Sam e minaccia di farle saltare la testa se Torda non ti consegnerà il Pendaglio. Non funziona? Benissimo: tira su Sam per i capelli e prendile una mano. Dammi il Pendaglio. No? Crack, spezziamo ditino della tua amica. Dammi il Pendaglio. No? Crack, spezziamo braccino. Dammi il Pendaglio. Ancora no? Vuoi che le spezzi la colonna vertebrale, condannandola a una vita da tetraplegica? Posso farlo, sai il cazzo che me ne frega. Posso farlo a lei e a tutti i tuoi amici. Posso farlo alla tua famiglia. Posso distruggere il loro fisico e la loro mente, cavare i loro occhi e strappare le loro lingue. Posso condannarli a una vita peggiore della morte, e sarà soltanto colpa tua.

Dammi il Pendaglio.


Uff, sarei un villain coi cazzi.


Quando mi resi conto che non sarebbe riapparso, corsi verso Samantha.

Respirava.

ERA VIVA!


Brava cogliona, e te n'accorgi mo'.

La scrolla, Sam continua a fare la bella addormentata, Torda sopraffatta dal peso degli eventi si accascia a terra e piange. Sarebbe una scena realistica, ma è scritta da schifo.


Mi accasciai ai piedi del letto e scoppiai in un pianto disperato. Le lacrime, partendo dal cuore,


Ma anche no. Le lacrime partono dal sacco lacrimale ed escono mediante i dotti lacrimali. Se vogliamo parlare poi delle emozioni che qui causano le lacrime, nascono dal cervello.


raggiungevano gli occhi e scorrevano veloci sulle guance, testimoniando che il dolore può rivelarsi una fusione perfetta di amore, incertezza e disperata ricerca di coraggio.


Sto per vomitare.

Finalmente Sam si sveglia, con un mal di testa fotonico, seguono dialoghi inutili.


Improvvisamente, mi ricordai del Pendaglio di Fuoco. Lo cercai con la mano, ma invano: era sparito!

<< Julia, che ti succede? >> Sul volto di Samantha era dipinta un'espressione preoccupata.

<< Niente, è che ... devo aver perso la mia collana ... >> Il cuore iniziò a battere più forte. A giudicare dalle parole e dal comportamento del Signore Oscuro, il Pendaglio doveva essere davvero importante ... e ora non c'era più! Eppure ero sicura che Sarpa non fosse riuscito a prenderlo!


Una cretina perfetta.

Sarpa ti ha detto che il Pendaglio si attiva quando sei in pericolo. ORA NON SEI IN PERICOLO.

Ma a Torda per fare questo semplice ragionamento occorre un'altra pagina intera. Sam richiama l'attenzione dell'amica, giustamente affamata di gossip sulla serata, ma notando l'incertezza di Torda le chiede se Deodorante le abbia fatto del male.


A quelle parole l'occhio mi cadde sulla mano fasciata. Sì, Ariele mi aveva fatto del male.

Mi aveva ferita: nella carne, nella mente, nel cuore. Nello spirito, persino. Dopo gli ultimi avvenimenti, dopo quello che sapevo, potevo dire che fosse riuscito ad incendiare ogni fibra del mio essere. Mi ero stupidamente innamorata di lui prima di scoprire la sua vera identità ... ancora più stupidamente continuavo a sperare in lui; il ricordo del suo abbraccio mi sembrava incancellabile e forse si sarebbe consumato insieme a me.


...Torda, devi imparare a distinguere l'amore dalla voglia de cazzo.


A causa della "maledizione", avevo sempre vissuto l'amore in maniera dolorosa, ma quello per Ariele stava diventando sempre più forte, soprattutto perché nessuno mi aveva mai guardata e stretta a sé nel modo in cui aveva fatto lui. Nemmeno Michael.


Forse perché Michael non è uno stronzo assoluto e rispetta i tuoi spazi personali.

E poi quando mai avresti "vissuto l'amore in maniera dolorosa"? Una cotta non ricambiata è un tale dramma, Torda? Scendi dal piedistallo, per cortesia, ché rischi di cadere e ammazzare l'unico neurone che ti ritrovi.


Eppure, Rebecca mi aveva rivelato quanto Ariele mi odiasse ... e lui, nonostante mi avesse salvato due volte la vita, non l'aveva negato ... era, anzi, affamato di vendetta! La sua dualità, lucente eppure ombrosa, mi costringeva a sentirmi fortemente attratta da lui e, nello stesso tempo, a respingerlo con ogni fibra del mio essere. Se il suo cuore era la notte, forse era troppo profonda perché io potessi portarvi le stelle ...


Mavafangul.

Torda prova a spiegare a Sam che Deodorante è un... Principe Nero... sto ridendo troppo.

Ok, cerchiamo di dare un'apparenza di serietà a questa storia. Chiamiamo in soccorso Abel Korzeniowski, lascio playlist in commento a questa riga.








Ah, molto meglio...

Bene, dicevamo. Torda ci prova, ma Sam si scazza perché pensa che Torda stia inventando cazzate per non raccontarle la verità sull'appuntamento, Torda ci fa un riassuntino delle parole di Sarpa e poi fa retromarcia con Sam, fingendo di aver solo scherzato.


<< Ah, già. Beh, ad ogni modo non è stato carino farti andare fin là da sola. Almeno ... ti ha fatto capire se gli piaci? >>

Avevo accumulato molto stress e non sapevo più come rispondere alle sue domande assillanti.

<< Veramente ... sono un po' confusa ... >>, confessai, << ... e preferirei non parlarne ... per ora ... per scaramanzia ... almeno fino a quando non avrò capito le sue intenzioni. >>

La scintilla negli occhi di Samantha si spense.

<< Sei delusa, vero? >> Domandai, frustrata perché ero costretta a mentirle.

<< È che noi ci siamo sempre dette tutto ... >>

<< Lo so ... >>


Capito? Se lo fa Sam allora è una stronza traditrice e superficiale che pensa solo alla divisa da cheerleader. Se lo fa Torda va bene. Che cazzo, hai già detto la cazzata, falla bene e dilla tutta.

Stacco con simbolo del cazzo.


Le prime luci dell'alba segnarono l'inizio di un nuovo giorno. Gli uccellini iniziarono a cinguettare, felici per il sorgere del sole.


Banalità a corte.

Visto che alla signorina Lopa piace tanto sprecare parole, perché non spendersi anche qui in descrizioni più impegnate? D'altronde, anche non fosse il momento narrativo opportuno, non sarebbe una spiegazione: abbiamo già avuto dimostrazione che la somma Autrice se ne sbatte proprio il cazzo di cosa sia opportuno e cosa no.

Quindi un altro confronto, giusto per essere cattivelli: La morte a Venezia, Thomas Mann.  Ambrosia per l'animo.


Ormai, giorno per giorno, il dio dalle guance ardenti conduceva nudo la quadriga di fuoco attraverso gli spazi del cielo, e la sua chioma d'oro ondeggiava al vento di levante subitamente calmato. Una serica bianchezza posava sulle distese del Ponto torpido e ondoso. La sabbia bruciava.  Sotto l'etere azzurro dai barbagli d'argento erano tese davanti alle cabine tende di traliccio color ruggine, e sulla netta macchia d'ombra da esse proiettata si passavan le ore del pomeriggio. Ma non meno deliziosa era la sera, quando gli alberi del parco esalavano profumi balsamici, le stelle compivano lassù la loro danza, e il mormorio del mare notturno saliva dolcemente e parlava alle anime. Quelle sere portavano in sé la lieta promessa di una nuova giornata di sole, di facili e ordinati piaceri, abbellita da infinite occasioni di gradevoli casi.


Mann abbimi pure sulla tua scrivania.

Torda si alza presto, lascia un biglietto a Samantha ed esce dalla finestra per tornare al pick-up, ancora parcheggiato vicino al sentiero.


Quel luogo, ora, era così diverso dalla sera precedente ... è incredibile quanto la notte vesta di mistero e fascino posti che, al sorgere del sole, vediamo con occhi assolutamente diversi. Forse perché la notte cela, ma allo stesso tempo svela, realtà che possiamo intuire solo acuendo i sensi intorpiditi dalla luce del giorno.


Mi ammazzo. Manco nei peggiori blog di Caracas.

Torda fa per salire in auto, ma si ferma sentendo una voce "maschile e penetrante":


<< Sapevo che ti avrei trovata qui. >>


Capitolo venti, Noi.


<< Ariele, io ... >>

Indietreggiai, spaventata, mentre lui si avvicinava fissandomi negli occhi. Sembrava che non volesse proprio rispettare la distanza che interponevo fra noi.

<< Tu devi ascoltarmi ... >> mi interruppe, autorevole ma calmo, << ... noi due dobbiamo parlare, Julia. >>

Mi sentivo in trappola, e sapere di non potermi più fidare non faceva che aumentare la mia paura.


Parliamoci chiaro: io sguazzo felice come un gamberetto in tutto quello che è badwrong, dub/con e non/con, nell'ambito della finzione. Ma contestualizzato. Approfondito. E soprattutto non spacciato per romantico. Quindi queste righe mi danno i brividi, perché lei è chiaramente intimorita, e lui se ne sbatte il cazzo e la pressa e le dice che deve ascoltarlo. Sto avendo i war flashback di Fifty Shades, rendiamoci conto.

Comunque fantastico Deodorante che non le chiede un cazzo della nottata. "Ehi bella, ho visto che sei stata portata via da un uccello gigante, tutto bene? Che hai combinato?".

No, niente.

Torda prova a salire in auto, lui le richiude la portiera. Gli schiaffi che ti darei, Deodorante.


<< Julia ... >> esordì, dolce, << ... provo un dolore immenso nel vedere che hai paura di me. Io ... mi odio per aver cercato di impedirti di spezzare la maledizione. È vero, il desiderio di vendetta ha arso la mia anima da quando, dopo la mia morte, Rebecca mi ha fatto diventare una Creatura delle Tenebre ... ma, per quanto la mia esistenza da allora possa essere stata triste, o vile, qualcosa di buono, e di bello, me lo ha portato: conoscere TE. >>


Rebecca? Scusa? Pezzo di deficiente, sei tu che hai scelto di diventarlo. Non ti ha obbligato nessuno.

Deodorante non si prende una responsabilità che sia una e tanto Torda lo giustifica sempre. Rebecca è il capro espiatorio. Poi dicono che non devo incazzarmi.


Il mio cuore ebbe un fremito. Per un momento pensai di aver capito male.

<< Ti prego, non prendermi in giro. Non di nuovo! >>

Risposi, confusa e stordita dalle sue parole.

Si avvicinò ancora di più, puntando gli occhi di smeraldo nei miei. Per quanto lo temessi, ogni fibra del mio essere mi diceva che il posto in cui dovevo stare era lì, accanto a lui. Volevo andarmene, allontanarmi, ma allo stesso tempo non potevo farlo: mi sentivo schiava di un'attrazione prorompente che mi legava ad ogni fibra del suo essere.


Fuffa a parte, 'sta roba è agghiacciante. Non è romantico, è fottutamente inquietante.


Il suo volto si contrasse in una smorfia di dolore e disappunto; le mie parole dovevano averlo colpito.


E STI NOBILISSIMI GRANCAZZI.

Oh, poro stellino, qualcuno lo fa sentire una merda per una cosa effettivamente stronza che ha fatto? BENISSIMO. È IL MINIMO. IO TI CRACCHEREI DI BOTTE, DEODORANTE.


Lui le solleva il mento con due dita per costringerla a guardarlo, "ti seguo da sempre bla bla bla ero carico di desiderio di vendetta bla bla bla pensavo di doverlo a Tami e all'amore che non avevamo potuto vivere bla bla bla, ma ... ".


<< Ma ... ? >>

Puntò gli occhi nei miei, come se mi stesse lanciando un sortilegio da cui non potevo scappare.


Una frase uguale era stata usata per Rebecca, ricordate? All'International Balloon Fiesta. Ovviamente in accezione negativa. Però se lo fa Deodorante va bene.


Nulla era più piacevole che stargli accanto: il pericolo non sembra più tale, se ha il volto di chi ami.


ABUSIVE RELATIONSHIP AT ITS FINEST.


Mi prese il viso fra le mani. Erano fredde ... anzi, ghiacciate!


Fammi capire, te ne accorgi solo ora? Ti ha tenuto la mano al festival, ti ha abbracciata, quando eravate in biblioteca e Mike gli ha puntato il dito contro lui gli ha scansato la mano quindi il tuo amico avrebbe dovuto accorgersene, inoltre ti ha tenuto la mano prima nel bosco, ti ha toccato sotto il mento, come cazzo hai potuto non notarlo finora, deficiente?!


<< Ma, più ti seguivo nel corso della tua vita, più sentivo che qualcosa dentro me cambiava ... iniziava a vivere ... un sentimento che non provavo da tempo ... e che, forse, non sarei disposto a barattare con niente al mondo. >>


Ah beh, un centenario che passa diciassette anni a stalkerare una ragazzina, romanticissimo.


Un vortice d'emozioni s'impadronì di me.

Completamente inerme, lasciai che le sue parole mi guidassero alla scoperta del segreto che mi stava rivelando. Un segreto che da tempo ormai era celato nel profondo della sua anima e del suo cuore, imprigionati nelle casseforti dell'odio e del rimorso.


Non so se ridere e piangere. Nel dubbio, il gin tonic casalingo è un'ottima scelta...


<< Io non ... non capisco ... >>, farfugliai, e lui mi poggiò il dito sulla bocca.

<< Neanch'io so come sia potuto succedere. Più ti guardavo, più l'astio che mi ero ripromesso di provare per te si trasformava in qualcos'altro. Mi rendevo conto che dentro di me, ormai, c'erano due fuochi: uno si alimentava d'odio, e l'altro ... d'amore. >>


...ma anche una capatina allo Sbigozzatore sembra una valida alternativa.


Amore? Aveva davvero pronunciato quella parola?

Lui, un Principe Nero?

Lui, il crudele cavaliere di una perfida Lilim?

<< Per la prima volta dopo quasi un secolo, ho capito che dovevo e che POTEVO scegliere fra questi due fuochi, prepotenti ed opposti. >>


Pausa.

Supponendo che Deodorante abbia passato tutto 'sto secolo a cercare di impedire a ogni erede della famiglia di spezzare la maledizione, che sarebbe perfettamente sensato e logico visti i suoi propositi di vendetta... ma allora è colpa di Deodorante se la nonna di Torda non ha potuto vivere il suo grande ammòre? E allora quante altre persone ha reso infelici Deodorante, in cento anni?

...perché dovrei emozionarmi per uno che sta praticamente dicendo "guarda volevo rovinarti la vita come l'ho rovinata a tutta la tua famiglia per cent'anni, ma stalkerandoti per diciassette anni ho notato che me lo fai venire duro quindi ho cambiato idea. Amiamoci"?


Sono uno Scalogno basito.




<< Tu mi parli d'amore, Ariele ... >> sussurrai, in balia di emozioni nuove e sconosciute, << ... ma io non posso dimenticare quello che è successo ... non posso scordare chi sei, che cosa sei venuto a fare qui ... non posso non tenere conto di Rebecca ... e Sarpa, il Signore Oscuro! Mi ha minacciata! Ha minacciato i miei amici! >>


Una lezione per i vostri villain, cari fagiolini al sugo: mai farli minacciare. Prima li si fa agire, e poi li si fa minacciare di fare di peggio.


Nell'udire il nome del Signore Oscuro, Ariele s'incupì ed i muscoli del suo volto si contrassero. Cercai di comunicargli con gli occhi il mio amore per lui, accompagnato da una disperata richiesta d'aiuto che non riuscivo a formulare con la voce. Perché ero così riluttante a dimostrargli che mi fidavo ancora? A dichiarare i miei sentimenti come lui faceva con i suoi?


Ahb oh, chissà. Forse perché ha ammesso di averti ingannata per tutto il tempo?


Perché non potevo semplicemente abbracciarlo forte, e sussurrargli all'orecchio: "aiutami! Non permettere che Sarpa e Rebecca facciano del male a me e alle persone a cui voglio bene! Ti prego, non lasciarmi ... "


Perché sei una cogliona. Cazzo, prendi 'sto stronzo per un orecchio e tira fuori un po' di spina dorsale! "Dici di amarmi, allora dimostralo rimediando alla tua cazzata! Dimostra di amarmi aiutandomi a salvare la mia famiglia! Dimostra di amarmi proteggendo me e le persone a me vicine da quel bastardo di Sarpa!".

Invece no.

Invece lei sta muta come un gatto in autostrada e si lascia abbracciare.Mollusca.

Torda esprime un dubbio sulla sua sincerità, lui si risente, insiste, "Tami è stata il mio più grande dolore da vivo bla bla bla infine si è alleviato, come se avessi assunto una medicina miracolosa, solo quando ho conosciuto ... te".

Torda ovviamente abbocca e subito prende a fargli le fusa.


<< Ho tanta paura, Ariele. E, anche se fuggire da te sembra essere l'unica cosa che rimane da fare razionalmente, sento che ... che non è quella giusta. >> Sussurrai al suo orecchio, mentre il profumo dei suoi lunghi capelli, un misto di acredine e dolcezza, mi inondava le narici e raggiungeva il mio cuore.


Che schifo.

Altre frasette inutili, lui le accarezza i capelli, "sapevo che non sarei più riuscita a fare a meno di quella dolcezza".


<< Che ne è di Rebecca? >> Domandai.

<< È stata richiamata all'ordine a causa della sua condotta e ora è momentaneamente confinata nel Regno di Maind. Probabilmente dovrà scontare una pena. Le Creature delle Tenebre non possono uccidere i Prescelti dalla Stella del Giudizio, almeno fino a quando il tempo che questi hanno a disposizione per compiere la loro Missione non sia scaduto.>>





Poi Deodorante dice che devono parlare anche della missione.


Con un cenno del capo m'invitò a seguirlo, ed io mi lasciai condurre senza fare più domande, con l'unica certezza che il giorno, oltre alla luce, mi aveva portato la consapevolezza che avrei seguito il mio cuore.


Allora sei scema.

Stacco con simbolo del cazzo, si siedono sulla sponda del Rio Grande.


Le acque del fiume erano agitate.

<< Da quando tu e Rebecca siete arrivati ad Albuquerque il tempo è cambiato. >> Constatai.

<< La natura è buona. Si ribella a noi. Spesso denuncia la nostra presenza con cambiamenti climatici improvvisi. E poi, lo sai ... Rebecca ha un grande potere sul vento. È in grado di scatenare terribili tempeste. Ogni Lilim sa farlo. >>


Torda chiede a Deodorante quali siano i suoi di poteri.


<< Sono in grado di confondere la mente degli umani. Di materializzarmi ovunque io voglia. I miei sensi sono dieci volte più sviluppati rispetto ai vostri e quasi nulla può distruggermi. >>


...è preoccupante che tutte le pippe di Torda "vorrei starti lontano perché mi fai paura ma non ci riesco mi sento legata a te" possano essere spiegate dalla prima frase.

Lui le dice che siccome la ama se ne andrà, così lei potrà innamorarsi di qualcuno e spezzare la maledizione.


Indietreggiai, sconvolta e confusa. Mille emozioni si muovevano vorticosamente nel mio petto. No, non avrei mai potuto sopportare di perderlo. Non ora.

Non si accetta di smarrire l'Infinito, una volta sorvolati i suoi Cieli.

<< Ma, Ariele ... io ... vedi ... anch'io ti amo ... >>

Vidi i suoi occhi diventare gelo e tempesta, nella carezza della dolcezza. Come se il suo cuore fosse stato in balia di un mare agitato le cui onde tentavano di adagiarmi, sana e salva, sulle rive di una spiaggia invisibile.

<< Tu ... mi ami? >> Domandò.

<< Sì. >>

<< Ciò significa che se me ne andrò ... >>

<< Esatto, Ariele. Se te ne andrai, io perderò la persona che amo. E, di conseguenza ... l'incantesimo non si spezzerà. Mai più. >>

Ariele mi fissò, più serio che mai. Mi sorrise dolcemente, carezzandomi i capelli. Chiusi gli occhi, lasciandomi andare alla sua dolcezza. E mi sembrò di perdermi nei meandri di me stessa per risvegliarmi nella vastità di lui.


Le dichiarazioni d'amore quelle belle, quelle intense.

Oh, pls. Altro confronto, approdiamo di nuovo a La morte a Venezia.

Per i profani riporto la sinossi della mia edizione: il famoso scrittore tedesco Gustav Aschenbach, che ha basato la sua vita e l'intera opera sulla più ostinata fedeltà ai canoni classici dell'estetica e dell'etica, è spinto a Venezia da un misterioso impulso. Nell'attimo in cui balena sulla spiaggia del Lido la spietata bellezza del ragazzo polacco Tadzio, Aschenbach avverte il definitivo segno del destino: l'anelito allo sfacelo.

O, per dirla con le parole di Mann stesso in una lettera a un amico,"una novella seria e pura nei toni, che riguarda un caso di pederastia in un artista attempato.Dirai, Hum hum!, ma è abbastanza decorosa".

Ora, io sono di parte: adoro il libro, adoro il film (consiglio di vederlo, Dirk Bogarde è un Aschebach strepitoso, e l'attore che dà volto a Tadzio è la bellezza perfetta), adoro le atmosfere, il gioco di sguardi e adorazione, la contrapposizione di Eros e Tanathos, tutto.

Per dire, il mio prof di tedesco del liceo era omofobo eppure stravedeva per Der Tod in Venedig. Questo è l'effetto che fa.

Ma ditemi come devo sentirmi, quando dopo una dichiarazione d'amore così moscia io apro un volumetto di cento pagine e trovo questo:


Una vola però, era di sera, le cose andarono diversamente. I giovani polacchi e la governante non erano venuti a pranzo, con grave preoccupazione di Aschenbach. Dopo tavola, molto inquieto per la loro assenza, egli passeggiava in abito da sera e cappello di paglia davanti all'albergo, ai piedi della terrazza, quando vide all'improvviso comparire sotto il lume delle lampade ad arco le tre monacali sorelle con l'istitutrice e qualche passo più indietro il giovane Tadzio.

[...]

Non si aspettava la cara apparizione, essa giungeva improvvisa, senza ch'egli avesse avuto il tempo di atteggiare il viso a serena dignità. Gioia, sorpresa, ammirazione vi si dipinsero senza dubbio chiaramente quando il suo sguardo incontrò colui del quale aveva sentito l'assenza; ed ecco, in quell'istante Tadzio gli sorrise, d'un sorriso eloquente, confidenziale, carezzevole e schietto, schiudendo lelabbra a poco a poco. Era il sorriso di Narciso che si piega sullo specchio della fonte, quel sorriso profondo, incantevole, prolungato col quale egli tende le braccia al riflesso della propria bellezza – un sorriso un poco contratto dalla vanità dell'aspirazione a baciare le labbra soavi della propria ombra, pieno di civetteria, di curiosità, di lieve sofferenza, affascinato e affascinante.

L'uomo al quale era destinato quel sorriso se lo portò via come un dono fatale. Era così commosso che dovette fuggire la luce della terrazza e del giardino, e a passi rapidi cercò rifugio nell'ombra del parco. E stranamente eruppe in rimostranze tenere e indignate: «Non devi sorridere così! Hai capito? Non bisogna sorridere così a nessuno!»

Si gettò su una panca, fuori di sé, respirando il profumo notturno degli alberi. E riverso sulla spalliera, con le braccia penzoloni, abbattuto e scosso da brividi intermittenti, mormorò la formula eterna del desiderio... assurda in quel caso, inammissibile, infame, ridicola e tuttavia santa anche questa volta e degna di rispetto: – Ti amo!





Mi sento un maratoneta nel deserto, e i brani di confronti sono sorsi d'acqua fresca.

Deodorante si sente in colpa, Torda chiede "perché? Io ti amo tu mi ami, tutto risolto".


Ariele prese il mio volto fra le mani.

<< Non è così semplice, Julia. Io non sono più quello che ero cent'anni fa, lo capisci? Io ora sono un ... un ... >>

<< Principe Nero! >> dicemmo all'unisono, in quelle che mi sembrarono le più crudeli delle parole. Ci guardammo, esterrefatti per la facilità con cui riuscivamo a capirci.


Siete imbarazzanti.


<< L'Amore fra umani e Creature delle Tenebre non è consentito. Noi non potremo mai stare insieme. >>

Stavo per replicare, quando, improvvisamente, sentii una goccia d'acqua bagnarmi il volto. Guardai il cielo: si era improvvisamente rannuvolato, e le nubi sembravano foriere di pioggia.

Una seconda goccia, questa volta più densa e pesante, mi cadde accanto all'occhio.

<< Il Cielo era limpido fino a qualche minuto fa. >> Sussurrai.


Sto per darti un bel Ceffone.


<< Io non sono stupito. Come ti ho detto, spesso gli stati d'animo delle Creature delle Tenebre influenzano le vostre condizioni atmosferiche.>>

<< Quindi mi stai dicendo che ... >>

<< Esatto. La mia sofferenza ha generato queste nubi, caricandole di pioggia. >>

Le gocce si fecero più pesanti. Aumentavano sempre di più, ma non mi curavo di esse. Era come se fossero parte di Ariele, se il cielo rappresentasse la più viva estensione dei suoi occhi. E forse era proprio così.


Avrò gli incubi per settimane.

Il deficiente prende per mano la deficiente, e si mettono a correre verso le sponde del Rio Gra- 'spe, bona lì. Non ci eravamo già? Forse volevi dire "lungo", Torda?


Lui era la pioggia, lui era l'oscurità, ma dentro me era anche luce e brezza del vento.


"vento del vento", amazing. Questo libro è davvero magico.

Lui fa per guidarla a una zona particolarmente ombrosa della macchia, lei esita.


Ariele rise.

<< Non mi hai fatto tante domande quando ti ho chiesto d'incontrarci alla Statua del Drago. >>

<< Allora sentivo di non avere scelta. >>

<< E adesso ce l'hai? >>

Mi teneva in pugno. Mi teneva amabilmente in pugno.

Sospirai, cercando di non fargli capire che mi sentivo con le spalle al muro.


Macome? Tu lo ami, lui ti ama! Dovresti fidarti di lui, sentirti a tuo agio nell'esternargli i tuoi pensieri e sentimenti. Cos'è, è già finito tutto il vostro """romanticismo"""?


<< No. Ma dovresti spiegarmi. Me lo merito. >>

<< Ti meriti molto più di una semplice spiegazione. >>

<< Allora dimmi dove mi stai portando. Ti prego. >>

Sorrise, il sorriso lupesco.

<< Voi umani avete bisogno di spiegazioni continue. Di razionalizzare ogni cosa. >>

<< Ariele ... non fare tuoi i pensieri di Rebecca. >>

<< Allora dimostrami che si sbaglia. >>


IO L'AMMAZZO.

Anzitutto non sono i pensieri "di Rebecca", sono i pensieri di Deodorante che è uno stronzo fatto e finito. Il signorino non è affatto manipolato qui, pensa con la propria testolina.

Ma poi parliamone: un attimo prima "amorino mio meriti molto più bla bla", un attimo dopo "voi umani, TSK!".

Lei non ti deve dimostrare niente, schifoso che non sei altro! Anzi sei tu che dovresti dimostrarle un sacco di cose semmai, tipo che la ami, tipo che può fidarsi di te. Dovresti baciare la terra dove cammina solo perché è tanto cretina da darti una seconda possibilità. "dimostrami che si sbaglia", gne gne gne, ma sticazzi! Ma che siamo, in prima media?


Mi avvicinai a lui, a pochi millimetri dalla sua bocca, desiderosa delle sue labbra carnose e del suo corpo meravigliosamente scolpito in muscoli di roccia, di dolcezza e di forza.


Santissimo Galgano, ti prego, asciuga le mie lacrime.


<< Entrerò, Ariele. Ma non per dimostrarti qualcosa. Entrerò perché ho scelto di farlo. Perché mi fido di te. Perché ti amo. >>


Da un lato ti dico che sei una cretina. Dall'altro ti dico che sei stata una signora e che lui dovrebbe vergognarsi come lo schifo dopo questa frase.


Ariele mi guardò intensamente negli occhi. E mi ritrovai di nuovo nel bel mezzo di quella tempesta, quell'Oceano sconosciuto le cui onde sarebbero state pronte ad inghiottire, crudeli, il marinaio più esperto.

Avvicinò lentamente il suo volto al mio, senza staccare gli occhi dai miei, e iniziai a percepire il suo caldo respiro.


Parte il limone disgustoso?


E fu forse grazie a quel calore che la mia sensazione cambiò drasticamente.

Non sentivo più il freddo. Non m'importava più in alcun modo della pioggia che cadeva, sempre più violenta, su di noi. Eravamo fradici, ma a nessuno dei due sembrava importare molto. Non più.

Mi prese la mano, conducendomi all'interno di quella fitta vegetazione che, in pochi secondi, ci inghiottì.


Niente limone.

Da una parte è meglio così, lo Sbigozzatore ringrazia. Dall'altra avrebbe dato un po' di pepe a questo mortorio.

Il capitolo venti finisce qui a mezza pagina, e a fondo pagina abbiamo – guarda un po' – un bel ventidue! Il ventuno se l'è mangiato Maxence, deduco.

Quindi il nuovo capitolo inizia nella stessa pagina in cui finisce il precedente, con tanto di simbolo del cazzo. Il titolo è l'unica cosa rimasta a pagina dopo, cioè dove deve stare: Awanata. Salute.


Una vecchia indiana seduta su una roccia li saluta. Sente il battito del cuore di Torda, decretando che è proprio lei la prescelta, Torda "chi è lei?", vecchia "mia cara, la domanda giusta è: chi sei tu", Torda "non credo di esserne più sicura nemmeno io".

Ha chiamato Alice in Wonderland, ha sentito un vago tanfetto di plagio.


L'anziana mi accarezzò la guancia; l'estrema ruvidezza della sua mano mi stupì. Quanti anni poteva avere quella donna?


Ma che cazzo c'entra? Non sono due cose correlate, cretina! Ho un amico di vent'anni che lavora in azienda agricola e ha le mani ruvide. Un mio zio ha novant'anni e ha le mani lisce d'un neonato. L'età non c'entra un cazzo!

La vecchia li invita a seguirla, e intanto spiega di chiamarsi Awanata e di essere la più anziana discendente dei genitori di Ariele e del Pueblo Koots-cha.


Mi arrestai, sconvolta.

<< Tu ... sei parente di Ariele? >>

<< Sì. Ma ti prego, seguimi. Non permettere alla paura di fermare il tuo percorso verso la verità. Ti è stato assegnato un importante compito. >> Riprese a camminare con passo austero e regale nella fitta vegetazione, sicura che l'avrei seguita. Così feci.


Per l'Autrice è "austero e regale" il passo di una vecchia che mezza pagina prima deambula lenta, col bastone e gemendo per la fatica. Certo.

Arrivano a uno spiazzo dove stanno montate cinque tende, da cui esconoaltrettanti indiani.


<< Sei proprio tu ... Julia Oz. >> Così dicendo, una giovane dai lunghissimi capelli neri si avvicinò a me. Era una bellissima ragazza: labbra carnose e grandi occhi color nocciola la rendevano di assai gradevole aspetto.


Basta, invoco Strade di Boyfriend to Death. Che venga a usarmi per i suoi snuff movie, sarà comunque un destino più piacevole di quello da recensore.

La gnocca è Kimi, ovviamente. Non ricordate questo nome? Cazzi vostra.

Nah, dai, non sono così stronzo. È che mi dipingono così. Kimi è l'autrice del dipinto a casa della nonna di Torda.


Si avvicinano gli altri nativi americani, Kimi li presenta, Torda chiede perché siano accampati lì.


<< Ci piace far vivere le tradizioni. Soprattutto quando sono ricche d'Amore come le nostre. E poi da qui, di notte, si possono vedere molto bene le Stelle ... chiedere loro consiglio ... farsi svelare cosa potrebbe accadere. >>


Io bestemmio.

Awanata dice a Deodorante di prendere Torda per mano e starle vicino, e poi dice a Kimi di aiutarla. Cos'è, Torda deve partorire lì?


Lei annuì; Ariele mi strinse forte la mano. Lo fece come se fossi stata la sua ragazza, come se la dichiarazione d'Amore che ci eravamo scambiati poco prima avesse spezzato ogni barriera fra noi.

Ma in fondo, pensai, ce n'erano davvero mai state?


Il respiro mi respira, il respiro mi respira, il mondo fluisce in me...

Stacco con simbolo del cazzo, interno tenda.

A quanto pare "il bastone di Awanata affondava nel terreno bagnato", dunque possiamo dedurre che siano così sfigati da non aver steso delle stuoie a terra e da avere una tenda-colabrodo che lascia passare l'acqua. Perché altrimenti non mi spiego come faccia il terreno al riparo della tenda ad essere fracico dopo quanto, mezz'ora di pioggia? Anche perché lo sanno tutti che intorno alle tende va scavato un solco per far defluire l'acqua, proprio per mantenere il più asciutto possibile il terreno su cui si sta. Gli scout insegnano.


<< Julia ... devi assolutamente spezzare l'incantesimo. >>

<< Io ... lo so, ma ... >>

<< Sai quanto ti rimane? >> Mi interruppe.

<< No ... quanto? >>

<< Una. Sola. Notte. >> Scandì bene le parole.

<< QUESTA notte. >> Aggiunse Kimi, immobile dietro di lei.

Per un momento credetti d'aver capito male.

Il cuore mi si fermò, o almeno così pensai.

Gli istanti si erano fermati, inermi di fronte al peso della verità. Di fronte alla gravità della situazione, alla serietà di quegli sguardi vitrei memori di un'antica dolcezza abbandonata.


Torda giustamente chiede perché cazzo non l'abbiano avvisata prima, la risposta in soldoni è "il Cielo diceva che avevi un percorso da fare".


"Le stelle. Non si fa. Non oggi."


Comunque quella che li aspetta è una notte doppiamente special perché è l'anniversario della morte di Ariele. Spariamo un po' di coriandoli?


<< Lei si è innamorata di me. >> La voce di Ariele si insinuò dolcemente fra di noi.

Ebbi un fremito, accarezzata da quell'intima, sconcertante verità rivelata.


TACI.

Kimi si scazza un attimino perché è una relazione contro natura, ma Awanata abbozza.


<< A volte la Salvezza si veste d'abiti inaspettati. >> Rispose lei, il tono grave. E continuò:

<< Forse c'è una soluzione. Ma è molto pericolosa. >>

<< Awanata ... so a cosa stai pensando ... no, ti prego. >>

<< Kimi ... sarà rischioso anche per noi, ma faremo di tutto perché splenda di nuovo la Luce in quest'Oscurità. >>


...ma in tutto questo, la madre di Torda? Non si starà preoccupando?

Vabbe' sticazzi. Capitolo ventitré (in realtà ventidue), Dreamcatcher (l'Acchiappasogni).

In inglese perché fa figo.

Awanata chiede a Kimi di prendere 'sto benedetto acchiappasogni, lei si rifiuta, ed esce sconvolta dalla tenda.


Rimasi a guardarla allontanarsi, imbambolata dal suo passo leggero e dai suoi movimenti sinuosi.


E che so 'ste bisexual vibes? Torda Oz, stai per farmi una sorpresa?


Poi, guardai Ariele, chiedendomi se sapesse cosa stesse succedendo. Avevo l'impressione che si fidasse ciecamente di Awanata e degli indiani. Dopo tutto, erano la sua famiglia.


Woah, frena.

Nel capitolo diciassette Deodorante dice chiaramente di odiare entrambe le famiglie. E allora perché collabora con i Koots-cha? Perché conosce Awanata? Come fa a sapere che li aiuteranno? Allora il suo cambio d'idea è stata una cosa graduale? Ma da quel che ha detto a Torda negli ultimi capitoli sembra di no... boh, io non ci capisco più un cazzo.

L'anziano del gruppo prende l'acchiappasogni e lo tiene sospeso tra le facce di Deodorante e Torda.


<< Siete convinti di amarvi davvero? >>

La sua voce era profonda, particolare. Ricordava l'infinito.

<< Sì ... io lo amo. Ed è la prima volta che sono tanto sicura dei miei sentimenti. >> Le parole mi uscirono dalla bocca ancora prima che potessi rendermene conto.


Trashume d'alta qualità.

Comunque c'è un modo per far tornare Deodorante umano (e lui non lo sapeva, quindi mi chiedo perché cazzo abbia intrattenuto un rapporto di fiducia con Awanata finora), e qui entra in gioco la fenice. Uccello inutile. Awanata parte in quarta, "La Fenice vibra del fuoco che cela dentro di sé bla bla bla nel suo grembo splendono, contrapposti in equilibrio perfetto, la morte e la rinascita bla bla bla dopo aver mangiato il frutto proibito Eva era gelosa della purezza delle creature dell'Eden bla bla bla li convinse a mangiare la mela solo la Fenice rifiutò bla bla bla per questo Dio la premiò con la capacità di risorgere. La Fenice è il giorno ma è anche la notte quindi è l'unica che può decidere del vostro Amore".

Ovviamente la donna è sempre la stronza, in queste storielle.

Torda chiede come facciano a sapere tutto questo. Nessuno risponde, tutti sembrano turbati, Awanata glissa perché "questo non è importante, ora". Andiamo avanti, Awanata mette l'acchiappasogni al collo di Torda, cosa dovranno fare i due cretini? Raggiungere il regno di Maind nel sonno, andare dalla Fenice che risorgerà proprio quella notte (guarda te che culo, eh?), saltarle addosso e strappare una delle sue "Piume d'Oro". Così quando si sveglieranno la piuma si materializzerà nella loro dimensione, legandosi all'acchiappasogni e permettendo dunque a Deodorante di risvegliarsi come umano.

Deodorante fa una domanda intelligente: come posso accedere a quella zona del regno dove risorgerà la fenice, visto che è preclusa alle Creature delle Tenebre?

Risposta: "I portali del Regno si aprono solo nel momento giusto, con le persone giuste. E questa è la notte. Un Destino ancora da scrivere vi attende". Che caso fortunato.

Comunque Deodorante rischia la pelle perché c'è la possibilità che la fenice lo reputi indegno del miracolo, e dunque lo abbrustolisca di conseguenza. Però tranquilli, non dovrete affrontare la missione da soli: i vostri animali di potere vi accompagneranno.

Che cazzo significa? Mo' lo vediamo. Capitolo ventiquattro che in realtà sarebbe ventitré, L'ultima Notte.


Torda è in cameretta. A quanto pare la sua assenza di ore non è stata notata da nessuno. Passa Charlie a darle la buonanotte, poi resta di nuovo sola e ripensa a ciò che le ha detto Awanata: "quando vi addormenterete troverete ad attendervi i vostri animali di potere bla bla bla Maxence per Deodorante e Keros per te, non posso dirti che animale sia bla bla bla sono spiriti protettori e danno capacità e talenti alle persone loro affidate, per questo si chiamano animali di potere".

L'unica cosa un minimo interessante del romanzo, avrebbe dovuto essere approfondita molto di più. Comunque domanda, perché degli animali tanto potenti dovrebbero rendersi guardie del corpo di creature inferiori? Come funziona? Chi decide le cose? Dio?

Vabbe' sticazzi. Si materializza Ariele.


<< Eccoti ... >> Dissi.

Si avvicinò a me, baciandomi delicatamente le labbra. Pochi istanti di dolcezza, che parlarono silenziosamente al mio cuore con la sincera voce di chi ha scelto fiducioso l'alba di un nuovo giorno.


No, scusate... mi sono perso qualcosa o questo è il loro primo bacio? Ed è scritto così?! TUTTO QUI?








<< Grazie per avermi dato il coraggio... e il permesso... di amare... di amarti. >> Sussurrò, accarezzandomi i capelli.


Oh R'hllor, miracolo! L'Autrice ha azzeccato la spaziatura! Beh, almeno in parte. Bisogna gioire delle piccole cose.


<< Grazie a te di aver scelto di farlo. >>

Si morse il labbro.

<< Cosa c'è? >> Domandai.

<< No, nulla ... è che hai le labbra molto secche questa sera, sai? >>

Le accarezzai, arrossendo per l'osservazione.

<< La paura mi sta giocando dei brutti scherzi. >>

<< Te l'ho detto, non devi averne. >>

Appesi l'Acchiappasogni alla finestra.

Gli presi le mani e lo condussi verso il letto, dove ci abbracciammo e poi ci addormentammo.


Io non ci posso credere.

State per affrontare una cosa pericolosa, potreste non rivedervi più, Deodorante potrebbe crepare (non che io non ci speri, eh)! Voglio introspezione, voglio vedere sentimenti, voglio interazioni concrete! Che cazzo.


Ci ritrovammo sopra un prato meraviglioso.


I nostri vestiti erano cambiati: io indossavo un abito bianco e stivali del medesimo colore, e lui una tuta blu scuro e stivali neri.


Che abbinamenti del cazzo. Blu e nero? Tuta e stivali? Cos'è, uno spacciatore rumeno appassionato d'equitazione?

Davanti ai due scemi appare un albero cavo, ci entrano.


Per un momento fummo avvolti dall'oscurità totale e dal silenzio assoluto, rispetto al quale il nostro respiro spiccava, come un timido protagonista nel più misterioso dei teatri.


Guarda, a 'sto punto visto che siamo in pieno delirio oso sperare che arrivi il Fantasma dell'Opera a impiccarvi tutti e due.







Si ritrovano in un ambiente illuminato da una flebile luce, c'è un uomo anziano e barbuto che si trasforma in un grande unicorno bianco con una sella argentea. È Keros.

Da qua s'interrompe il corsivo, boh, a caso.


<< È il tuo animale di potere. Il più puro che esista. Ed è tempo, per te, di cavalcarlo. >> Disse Ariele.


Madonna, la marysuaggine sempre più evidente.

Arriva pure Maxence, saltano in groppa ai bestioni e si addentrano in una "lunga galleria". Non vi sono altre descrizioni.


E fu pochi minuti dopo, all'uscita di quel tunnel, che una fitta coltre d'oro ci inglobò.


L'ultima frase si trova all'inizio della pagina seguente, andando a finire dunque nel capitolo venticinque che in realtà sarebbe ventiquattro. Ok.

Ci siamo quasi. Penultimo capitolo, bitches: La Grande Fenice.


Era come se ci trovassimo nel bel mezzo di un caldo tramonto sul mare, accanto ad un sole i cui raggi avvolgevano noi ed ogni cosa oltre noi. Mi tornarono per un istante alla memoria i paesaggi che guardavo da bambina, in compagnia della mia famiglia; quando il sole tramontava, con la promessa che sarebbe risorto il giorno seguente, abbracciandoci in un rinovato tepore color oro e rosa antico.








Ma non dovevo più pensare ai miei ricordi. Non in quel momento. Dovevo vivere il presente, il qui e ora. Solo così io e Ariele ci saremmo riuniti, adempiendo alla nostra missione.

Ariele si accostò a Keros e scese da Maxence.

<< Che posto è questo? >> Domandò, e le sue parole, unendosi alla danza del vento, si dispersero nello spazio misterioso ed infinito.

<< Ariele, non è prudente che tu scenda da Maxence. >> Gli feci notare, ma lui sorrise.

<< Credimi, Julia, so bene quel che faccio. Pensavo l'avessi capito. >> I suoi occhi color smeraldo brillarono.

Non ribattei, consapevole che non sarei riuscita a fargli cambiare idea. Sembrava molto sicuro di sé.


Mh mh, certo. Due righe dopo:


Ariele procedeva lento, qualche passo avanti a me, visibilmente incerto sul da farsi.


Il cazzone si rende conto che i suoi sensi di ragno non servono a un cazzo in quel luogo e s'impanica, ma Torda "sente" che arriveranno in tempo.


Ariele mi fissò, silenzioso. La sua pelle diafana e la sua espressione misteriosa, circondata dalla nebbia iridescente, sembrava quella della notte più nera inglobata da una luminosa stella.





Keros accarezza Torda col muso, lei dice "grazie" perché "grata nel profondo del cuore per quel gesto d'affetto". Bestemmia libera.


Ci guardammo negli occhi, e nel suo sguardo lessi la consapevolezza che, in un modo o nell'altro, a breve saremmo approdati alla verità. Avremmo scoperto se eravamo ancora in tempo per salvare Ariele e il nostro amore o se, al contrario, il nostro viaggio era stato inutile.


Tagliatemi le vene.

Deodorante si sente male, è affaticato, ma dice a Torda di non temere perché significa che sono sulla strada giusta. A quanto pare "più un Principe Nero si avvicina alla Grande Fenice, più le forze vengono a mancargli e la salute peggiora". Ma vale solo per i Principi Neri o per tutte le Creature delle Tenebre? C'è un motivo a 'sta cosa o è totalmente a caso, per fare più drama?

La nebbia inizia a diradarsi, segno che la Fenice sta per ridestarsi, quindi rimontano in sella agitati, "mentre paura e speranza si appropriavano del mio cuore, unendosi in una danza impossibile da fermare. Le emozioni tentavano di rendermi di nuovo schiava, ma mi imposi di non smarrire lucidità". Torda vuole le botte.


I due pirla avanzano ancora e si trovano davanti "<< Il Rio. Grande. River. >>", citando Deodorante.

E ci sono le tre mongolfiere. Se non le ricordate cazzivostra. Mentre Torda ripete la descrizione usata nel capitolo tre, Deodorante smonta dalla bestia e riflette. Giungendo alla conclusione che "il destino" li abbia condotti di nuovo in quel luogo, perché è lì che risorgerà la fenice. Immagino che la fenice abbia pure messo lì le mongolfiere, altrimenti non me le so spiegare. Comunque il piano è "lasciamo gli animali, saliamo con una delle mongolfiere (scelta totalmente a caso) e quando la fenice appare le saltiamo addosso".Nulla da ridire.


Attraversammo il Rio Grande River, raggiungendo la cesta. L'acqua ci aveva infradiciato le gambe, ma non vi badammo, troppo concentrati sulla missione.


Il Rio Grande ha una profondità media di diciotto metri. Ok.

Salgono, attivano il bruciatore a propano e si alzano in volo, mentre da sotto Maxence e Keros li guardano.


Tutto intorno, una leggera foschia baciata dal rosa antico di una misteriosa alba perenne ci ricordava la natura onirica ed ultraterrena di quel luogo.


Che prosa.

Inizia a soffiare un vento caldo che li shakera per benino, e si sente un canto.


Sembravano le voci di una donna e di un bambino, unite in magica e perfetta sintonia. Nel momento in cui raggiunse le mie orecchie, un grande coraggio, mosso dall'impeto dell'Amore e della Giustizia, si impadronì di me.

" Me lo merito. Merito di essere felice. Lo meritiamo. Io e Ariele. "


Non meriti un cazzo di niente, sei una personcina misera.


Il canto si fece fortissimo, mescolandosi al vento e trascinandoci in un'invisibile danza di tirannica dolcezza; poi, improvvisamente, regnò il silenzio, e, come silenzioso suddito di quelle poetiche note, anche il vento si arrestò.


Un attimo dopo un albero si appiccia "e da esso si sprigionò la Grande Fenice, lanciando un verso acuto di liberazione e rinnovata gioia di vivere".

Segue descrizione della fenice riassumibile in "ha le piume gialle e rosse". Dimensioni, becco, occhi: nulla. Grazie.

Deodorante dice a Torda di saltare, lei esita – il "grande coraggio" già è svanito, a quanto pare – ma lui la rassicura e saltano, mano nella mano. Yay. Grandi emozioni. Vai così.

Riescono ad atterrare sulla fenice, Torda strappa la piuma, la fenice vira e loro cadono come pere, con la piuma che scivola via dalla mano di Torda. Godo.


Fu nei pochi secondi che precedettero l'impatto al suolo che udii il nitrito ed il ruggito.

Poi, più niente.


L'Autrice ha copiato la frase para para dal nono capitolo. Ci ha solo aggiunto "il nitrito ed". Dei, vorrei avere la stessa faccia tosta.


Ci siamo, miei passerottini ripieni.

L'ultimo capitolo.

Un bel respiro.








...che in realtà sarebbe venticinque. E la scritta è decentrata. It's a wonderful, wonderful world.


<< Apri gli occhi. >>

Alzai le palpebre, madida di sudore.

Stordita.

Mi sentivo come se un'onda di fuoco mi avesse attraversata completamente, e sollevata, trasportandomi al confine fra la vita e la morte.


Peccato che tu non abbia superato quel confine.


Avevo sentito quella voce pochissime volte, ma ne avevo riconosciuto subito la sinuosa, guerriera eleganza.

<< Kimi, che ci fai qui? >> Domandai, la vista ancora un po' offuscata.

Non rispose. Un lungo istante di silenzio, che mi fece rabbrividire.

Qualcosa in me si bloccò, come se fossi stata un orologio i cui ingranaggi, improvvisamente, si erano inceppati.

Ma in realtà non era stato un semplice ingranaggio ad arrestarsi.

Il tempo stesso si era fermato, e il mio cuore con lui.


Ti prego muori.

Torda ha un brutto presentimento, "la sensazione che fosse accaduto qualcosa di terribile si fece largo dentro di me, inglobando il miocuore nella più oscura delle notti".

Kimi la rassicura dicendo che non le è successo nulla, mentre lei cerca a tentoni Ariele.


"Ariele ... dove sei, amore mio?", pensai.

Poi, finalmente, eccolo. Gli tastati


Non posso crederci. Rileggere no, Autrice?


un braccio, arrivando fino alla mano.

La Piuma d'Oro.

Era lì, sul suo palmo, nella sua morbida e setosa consistenza.


Cazzo, ti pareva. La botta di culo sempre agli stronzi.

Kimi dice a Torda di calmarsi, ma lei non se la fila.


<< Splenderai Ariele, e io con te. Splenderemo insieme. Svegliati, Ariele. Svegliati amore mio, prima che diventi giorno, o resterai avvolto nell'Oscurità per sempre! >>








Sta per sorgere il sole, se il pirla resta incosciente il miracolo potrà solo sognarselo. Torda prova a scrollarlo, inutilmente. Kimi le dice che Deodorante non si sveglierà, Torda insiste, "che intendi dire?".


<< Intende dire che ti conviene arrenderti, Julia Oz. >>, disse una gelida voce maschile.

Una fiamma dal colore rosso sangue si accese nell'angolo più buio della stanza, illuminando la scheletrica mano sopra cui bruciava.

La mano di Sarpa.

Una mano pronta ad afferrare ogni cosa e a lasciarla bruciare fra le ceneri del male.


Sauron scansate, è arrivato Scarpa.


Il Pendaglio di Fuoco appeso al mio collo iniziò a splendere, palesandosi così alla vista di tutti.

Di nuovo.

Più forte che mai.

Gli occhi di Sarpa si illuminarono nel buio come quelli di un gatto.


Non è che gli occhi dei gatti brillino di luce propria, testina, la riflettono.


Uscì dall'Oscurità, suo abile nascondiglio.


No vabbe', mi scasso dal ridere. Aiutatemi, come si fa a vivere.

Sarpa si avvicina a mano protesa, come un ebete.


<< Splende come non ha mai fatto prima ... a quanto pare la tua paura è grande, Julia Oz ... >> Serpeggiò, sorridendo.


Serpeggiò.

SERPEGGIÒ.








Torda si butta su Deodorante cercando di proteggerlo e intima a Sarpa di stare lontano dal suo ammòre. Si appella a Kimi, ma lei piange e non risponde.


L'improvviso gracchiare di un corvo mi fece trasalire.

Era là.

Fuori dalla finestra.

Dove il Cielo lentamente si rischiarava, lasciando posto alla Luce.

E lì, in contrasto col Cielo ancora Stellato, l'agghiacciante scoperta.

L'Acchiappasogni.

Non c'era più.


Vado a capo.

Spesso.

Perché cerco di suscitare Ansia.

Emozione.

Pathos.

Perché sono un'Autrice Incapace erede di Grandi Letterati.

Tante maiuscole. Maiuscole a Caso.

Sono Laureata all'Università della Vita.

Ricordatevi che Offro servizi di Editing.


Andiamo avanti, l'acchiappasogni ce l'ha Kimi.


<< Mi dispiace, Julia. >> E lo strinse fra le mani, riducendolo in pezzi.

Crac.

Il mio cuore andò in frantumi, perdendosi fra i meandri del mio corpo.


Crac.

Ho letto momenti più drammatici e intensi in Topolino, e non sto scherzando.

Torda s'incazza e molla un pugno a Kimi. Ok, questo non me l'aspettavo, un punto a favore per le sane mazzate a mani nude che mi piacciono sempre. Saccagnatevi.

Non mi aspettavo neanche il tradimento di Kimi, altro punto a favore per l'elemento sorpresa. Qualcosa di buono ce l'ha allora questo libro.

Torda chiede spiegazioni e Kimi risponde, in soldoni, "Awanata è disposta ad aiutarvi ma io no, Ariele è un ibrido (qualcuno che porta il geme del male in sé poiché è o è stata una Creatura delle Tenebre), c'è già stata un'unione tra umana e Principe Nero secoli fa ed è stata disastrosa, se il germe del male si risveglia nell'ibrido sono cazzi amari quindi devo proteggere il mio clan".

Niente da dire, sono d'accordo.

Insomma, tra la sicurezza del clan e l'Ammmòre della famiglia Oz, anche io sceglierei la prima cosa.


La rivelazione mi bloccò per un attimo. Provai a parlare, ma le parole mi morirono in gola. Poi guardai Ariele, la cui stupenda e vitale forza era intrappolata in quel sonno ingiusto. Un incantesimo dentro all'incantesimo.

Dovevo proteggerlo, come lui aveva protetto me.


Oh Galgano, che emozione. Qualcuno mi faccia aria con un fazzolettino di lino egiziano, pls.


<< Julia ... Ariele sarà sempre, nel profondo, un Principe Nero. Devi accettarlo. >>

<< No! Parli così perché non lo conosci! >>


Nemmeno tu lo conosci, se è per questo. Di lui sai solo che ha avuto una sbandata per una tizia di cui rammenta solo la gnoccaggine, e che ha passato diciassette anni a stalkerarti. Che romantico.


<< Basta! Sei troppo innamorata di lui per capire. >>

<< Esatto, lo amo. E sì, non capisco. Non capisco perché tu stia facendo questo al sangue del tuo sangue. Ariele deve essere perdonato e reintegrato in famiglia! >>


Uhm, no? Perché mai dovrebbero perdonarlo per averli messi nei casini stellari?


<< La sua possibilità l'ha avuta, cent'anni fa. Ma ha scelto di buttarsi da quella torre, facendo precipitare il nostro diritto all'Amore nell'oblio. E, per quel che mi riguarda, con me non ha nulla da spartire. >>


Kimi, mi piaci. Ci facciamo un drink? Oh, no, non preoccuparti di Moglie Scalogna, lei sa che il mio cuore è soltanto suo. E di Glipses .


Un sorriso diabolico si dipinse sul volto di Sarpa. Egli si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:


È imbarazzante, ma a me i villain che sussurrano all'orecchio attizzano.


<< Grazie per averci consegnato Ariele, Julia Oz. Finalmente abbiamo per le mani il nostro traditore. >>

Ebbi appena il tempo di avvertire il putrido calore uscire dalla sua bocca e inondare il mio orecchio come un gas velenoso, che balzai in piedi, frapponendomi fra lui e il letto.

Avevo ripreso tutte le mie energie.

<< No! Non lo avrai! >>


Oh, che carina. Come i protagonisti degli anime che recuperano l'energia grazie alla Forza dell'Amicizia e dell'Amore.

Non che Torda avesse bisogno di recuperare niente, visto che non è stata pestata a sangue/torturata mentalmente/qualcosa. È solo una mollusca incapace.

Kimi invita Scarpa a prendersi Deodorante, lui per tutta risposta dice "non ho più bisogno di te" e le tira una palla di fuoco in pancia.


Ricadde su sé stessa come uno scialle di seta.

<< Kimi! >>

Non si mosse. Aveva perso i sensi.


Uno scialle.

San Galgano.


<< Ma che cosa vuoi, Sarpa? >>

<< Non l'hai ancora capito, Julia Oz? >>, si avvicinò a me, invadendo il mio spazio vitale, << ... il Pendaglio di Fuoco. L'Albero della Vita. Consegnamelo, e risparmierò ... il tuo vero Amore. >>

Ebbi un tuffo al cuore.

Il Pendaglio.

Ecco cosa voleva.

Era l'unica cosa a cui ambiva davvero.


Tu sei una rincoglionita rara.

Torda chiede a Scarpa cosa succederebbe se si rifiutasse di consegnargli il pendaglio. La risposta in breve è "lo porto nel regno, lo torturo, lo ammazzo". Scarpa, un consiglio: attacca Torda al muro e inizia a torturare Deodorante. Vedi che te lo cede subito il pendaglio.

E appena hai il pendaglio in mano stacchi la testa a Deodorante.


<< Il sole sta per sorgere, Julia Oz. Hai poco tempo per decidere se salvare la vita all'unico uomo che tu abbia mai amato ... o lasciarlo perire fra le ceneri del male. >>


Scarpa, pls. Questa c'ha diciassette anni. Tra un anno potrebbe già essersi rotta il cazzo di Deodorante.


Un'esplosione di rabbia e tristezza invase il mio petto.

Tremavo.

<< Era questo il tuo piano ... ti sei servito di Kimi ... per appropriarti di ciò che hai sempre voluto ... >>

Sarpa sorrise e mi tese la mano.

<< Il Pendaglio, Julia Oz. >>

Mi sentii gelare.

Scostai i capelli e mi tolsi la Collana.

Poi, gliela diedi.


Sei vergognosa, Torda. Parli di coraggio ed energie e fuoco e cazziemazzi ma alla fine sei solo una mollusca. Chihiro de La città incantata era una ragazzina fifona di dieci anni ma c'aveva molte più ovaie de te. Restando un personaggio credibilissimo e umano, peraltro.

Kimi che nel frattempo è rinvenuta si dispera, Scarpa decide di ucciderla. Sia lodato R'hllor.


Così dicendo, con una mano Sarpa prese Kimi per il collo e la costrinse adalzarsi, attaccandola al muro. La ragazza si dimenava, e più si divincolava più lui rideva.


Che noia, che barba. Sul serio vuoi strangolarla? Sei un mago, fai qualcosa di divertente! Rompi tutte le ossa nel suo corpo. Scambiale l'intestino con l'esofago. Aprile la faccia in due tirandola per la mandibola. Sfilale la spina dorsale tutta d'un colpo. Cavale gli occhi e faglieli mangiare. Scuoiala viva. Strappale la carne. Aprile la gabbia toracica. Fai qualcosa.


Improvvisamente sentii una voce dolce ma ferma sussurrarmi nelle orecchie:

"Julia... il sole ... sta per sorgere il sole! >>


Le virgolette non sono errore mio.


Guardai fuori dalla finestra: il cielo era sempre più chiaro, tuttavia le Stelle si vedevano ancora.

E soprattutto UNA Stella.

Ero sicura che prima non ci fosse.

Era la più splendente di tutte, e sembrava vicinissima.


...ho l'improvvisa necessità di rompere qualcosa.

La voce inizia a ripetere ossessivamente a Torda "l'Acchiappasogni", finché la polla non mette in moto il cervellino e capisce.


Mi lanciai sui frammenti dell'Acchiappasogni, che giacevano immobili sul pavimento, nel medesimo istante in cui il Signore Oscuro lanciava la sua sfera di fuoco contro Kimi.

L'urlo raggiunse il mio cuore nello stesso istante in cui gli schizzi rosso vivo del suo sangue si scagliarono sul mio viso.

Tentai di non guardare, persa nel dolore ma guidata dalla speranza.


No 'spe, fammi capire. Prima 'sta palla di fuoco non ha fatto esplodere nessuno, ora sì? Perché altrimenti non mi spiego l'associazione fuoco + schizzi di sangue.

Anzi, il fuoco dovrebbe giusto un pochino cuocere il sangue.

Comunque Torda è una gran merdaccia a non fare nulla per aiutare Kimi. Coraggiosa un par di cazzi.


Dovevo fare in fretta.

Io dovevo ... occuparmi dell'Acchiappasogni.

Tentai rapidamente di trovare un senso a quei frammenti.

Provai ad avvicinarne due che mi sembrava potessero corrispondere, ed essi si unirono in un "clac", in un incastro perfetto, come se fossero stati calamitati da una forza invisibile.

Continuai finché non fu del tutto ricomposto, in pochi secondi. Fra i pezzi riuniti si formò una striatura splendente, come se fosse un collante dorato.


E che minchia è, kintsugi automatico?

Scarpa s'accorge solo mo' che quell'altra sta combinando casini, ma non fa in temo a fermarla: Torda lega la piuma all'acchiappasogni, se lo mette al collo e va alla finestra.


Improvvisamente, provai un grande calore all'altezza del cuore.

La mia nuova collana splendeva.

Come il Pendaglio di Fuoco. L'Albero della Vita iniziò contemporaneamente a brillare di un accecante bagliore nella mano di Sarpa.

<< Aaah! >> Gridò, lasciando la presa. La collana l'aveva bruciato, tanto che sul palmo della sua mano era rimasta l'impronta dell'Albero della Vita.


Scarpa, sei imbarazzante pure tu. Prima di ammazzare Kimi avresti dovuto bloccare Torda e distruggere la piuma.


Lo fissai con gli occhi sbarrati, poi volsi lo sguardo al Pendaglio di Fuoco. Brillava sempre più e iniziò a flutturare nell'aria; la sua affascinante ascesa si arrestò all'altezza del mio cuore.

Improvvisamente, ad una velocità sorprendente, il Pendaglio di Fuoco raggiunse l'Acchiappasogni appeso al mio collo, ed insieme ad esso si unì, sprigionando un abbagliante fascio di luce.


Sento la marysuaggine scorrere potente in te, giovane Torda.


Mi sentii forte.

La serenità mi pervase completamente. Toccai il nuovo Pendaglio e la guardai con stupore:


Sì, anche io la guardo. La concordanza di genere che vola via.


così unite, le due collane avevano formato un simbolo nuovo ed affascinante.

Un simbolo che ... avevo già visto.





Che pacconata.


Ma DOVE?


A inizio capitolo. HAH, come sono simpa.


I miei capelli divennero istantaneamente lunghissimi, arrivando fino ai piedi.


Potere della Mary Sue, vieni a me!


La voce di Sarpa mi ridestò dai miei pensieri.

<< Ma allora tu sei ... una Starseed ...! >> Esclamò.

<< Una cosa? >>

Sarpa si avvicinò lentamente, guardandomi come se fosse la prima volta che mi vedeva.

<< Un Seme di Stella ... >>, disse. Sembrava sconvolto.


Allora dovrebbe essere Star Seed, staccato. Perché l'inglese, come la matematica, non è un'opinione. E poi che senso ha scriverlo prima in inglese e poi in italiano? Stanno parlando in inglese.

Il patto narrativo ha chiamato, ha detto che si trova molto bene nel bordello di Petyr Baelish e che non intende ritornare prima d'aver ingravidato tutte le piacenti signorine. Manda baci e cartoline.


<< Io ... io non ... >>

<< Come ho fatto a non capirlo prima? Già, avrei potuto intuirlo da molte, moltissime cose ... >>


Quali, non si sa.

E comunque non capisco la sorpresa di Scarpa.

Nel capitolo diciannove, ricorderete, dice "perché è stato quel dì che la Stella del Giudizio ti ha designata come Salvatrice della tua famiglia ... e come molto di più". Quindi sa già che Torda non è soltanto una prescelta.

Non so chi sia il più stupido tra chi ha il coraggio di scrivere 'sta roba e chi si stupisce di scoprirvi buchi e incoerenze, quindi me.


Riflessa nei suoi occhi grigi, mi stupii nel vedere i miei capelli così lunghi.


1) Ti sei già vista i capelli, e comunque sono la cosa meno importante al momento.

2 ) Che cazzo di occhi c'ha Scarpa, ché riesci a specchiartici così?


Sarpa si voltò, si allontanò velocemente da me e prese velocemente in braccio Kimi, ormai sanguinante e priva di sensi.


Sto per mandare velocemente affanculo qualcuno.

E poi che palle oh, ma che è, la morte qui è vietata? Il Signore Oscurissimo Cattivissimo non uccide nessuno perché altrimenti la gente si impressiona?


Stavo per correre verso di lui per impedirglielo, quando udii un mugolio provenire dal letto.

Ariele.

Si stava svegliando.

Corsi verso di lui, fuori di me dalla gioia.

<< Ariele! Oddio grazie, sei sveglio! >> Esclamai, con le lacrime agli occhi per la felicità.

Guardai Sarpa.

<< Vattene. >> Gli ordinai, e lui arretrò di qualche passo.


Di Kimi fregacazzi, insomma. Nel Cuore Puro e Coraggioso di Torda non c'è spazio per nessuno se non per lo stalker cazzomunito. Che bella persona, Torda Oz.

E comunque scemo Sarpa che non tira una palla di fuoco ad ammazzare Deodorante, io l'avrei fatto.


<< Come dire di no ad un Seme di Stella? Va bene, sua maestà ... >>, sorrise con sarcasmo, << ... ma non finirà qui. Avrò quella collana. Sarà mia. A prestissimo, Julia Oz. Riabbraccia il tuo vero Amore, finché puoi. >>

E, sempre ridendo, scomparve, in una nube di fumo, portandosi via Kimi.


Per quanto stereotipato, ammetto che mi mancherà Scarpa.

Torda torna da Deodorante, la cui pelle ora è "rosa e fresca come quella di un bambino". Questa cosa è abbastanza rivoltante.


Si sedette sul letto, mi guardò intensamente per qualche istante e mi abbracciò come non aveva mai fatto prima.

E fu allora che una luce soffusa baciò i nostri volti e i nostri cuori innamorati.


Prego, prego, vomitate con calma, miei zucchini gratinati.


La finestra si aprì. Io e Ariele ci lanciammo uno sguardo d'intesa e scendemmo dal letto per guardare il Cielo.

E là la vedemmo.

La Stella del Giudizio.


'Sta stronza.


<< È tutto finito ... siamo liberi. Liberi di amarci. L'incantesimo è sciolto. >> Sussurrò Ariele al mio orecchio.

Mi prese le mani.

<< Julia ... prima ho sentito tutto. Seppur relegato nel Regno di Maind, ero cosciente. Ma sappi che Sarpa non si fermerà, soprattutto ora che sa della tua natura ultraterrena: il Pendaglio di Fuoco, unendosi all'Acchiappasogni, ha formato lo stemma degli Starseed. A cui tu appartieni. >>

<< Non capisco ... >>, balbettai.


Manco io. Ma almeno io sono giustificato, visto che non ci viene mai data una risposta chiara in quattrocento pagine. Tu invece non capisci un cazzo proprio mai, Torda.


Ariele, con un cenno del capo, m'indicò il Cielo.

Quella Stella, che mi aveva suggerito di raccogliere i pezzi infranti dell'Acchiappasogni e di riunirli, ora era più grande e splendente che mai. Uno spettacolo affascinante, a cui i nostri occhi non potevano resistere. Un brillare eterno che racchiudeva in sé tutte le prove che avevamo superato e la decisione che ci aveva resi invincibili: quella di amarci. Infinitamente.





...

...questo è il finale? QUESTO?

IO MI SONO SCIROPPATO QUATTROCENTO PAGINE PER QUESTO?


Ebbene sì.

Miei sudditi, questo è il finale de La Stella del Giudizio.

Un viaggio che ci ha regalato emozioni, lacrime, e numerose pucciate di testa nello Sbigozzatore. Sono sinceramente commosso.


E stremato. La tentazione di mettere la parola fine e darvi in pasto la recensione così com'è è tanta, ma il mio dovere di Recensore Stronzo m'impedisce tale sfoggio di negligenza. Quindi vi beccate pure una chiusa chilometrica.


Anzitutto l'estetica del libro: cose già dette, ma è giusto ripeterle una seconda volta.

La copertina è uno schifo, qui lo dico e qui lo firmo. L'immagine in prima di copertina è del formato sbagliato, si vedono i pixel e questo è VERGOGNOSO.

Non c'è coerenza: vengono usati tre font diversi per la prima, la quarta e la costa. La grandezza del font in quarta è imbarazzante. E anche la sinossi lo è, sembra l'introduzione di una fanfiction brutta qualunque. L'interno è pure peggio: la marginatura è esagerata. Geronimo Stilton ruba meno pagine, per dire. Roba da libro per bambini, non da romanzo YA.

Un paio di commenti riguardo la sinossi: primo, "Ariele sembra non volersi staccare da lei" è una cazzata. Deodorante sta attaccato al culo di Torda solo una volta, al festival, poi lui la evita come la peste finché lei non scopre della Stella. Secondo, "pare conoscerla da molto" è un'altrettanto solida cazzata. È vero, la conosce, ma non fa mai nulla che possa farlo intuire a Torda.


Manca la numerazione, che ok non è obbligatoria, ma ometterla mi sembra veramente da culopesi. Manca l'indice. Sarebbe stata cosa buona e giusta anche una sitografia, visto che l'Autrice pesca da vari siti web.

Citando il mio professore di Letteratura Italiana, Fabio Forner (referente del corso di Lingue e Culture per l'Editoria di Verona): "la bibliografia (o sitografia, come in questo caso) è l'insieme delle fonti scritte che forniscono informazioni in merito a un determinato argomento, allo scopo di ricerca. È il cuore della ricerca scientifica in campo umanistico, e da essa parte l'obbligo morale di far riferimento a chiunque abbia scritto su un determinato argomento prima di noi. Non citare lede il patto morale tra colui che scrive e colui che legge".

Sono pesante? Forse. Ma sticazzi: l'Autrice ha usato determinati argomenti non solo come ispirazione per il suo romanzo ma anche come parte stessa di quest'ultimo, sarebbe stato il minimo rendere grazie per il lavoro altrui. Sarebbe stata una dimostrazione di professionalità.


Ma andiamo avanti: parliamo della penna autoriale... che è confusa. Molto confusa.

L'Autrice non sa cosa stia facendo, molto semplicemente. Vuole scrivere un libro dal punto di vista di una diciassettenne statunitense del ventunesimo secolo, figlia di una famiglia medio borghese... ma vuole scrivere anche in uno stile ampolloso che non c'entra nulla con la sua protagonista.

Sarebbe già stato più "coerente" – parola grossa, comunque – se fosse stato abbinato al punto di vista di Deodorante, che è nato e cresciuto nei primi del Novecento. Ma sarebbe troppo forzato lo stesso, considerando l'ambiente familiare di Deodorante.

Il risultato è che sembra di stare nella testa di una ragazzina che ha letto – senza capirci molto – Oscar Wilde e Jane Austen (con una spruzzatina di Jane Eyre, che non fa mai male), e che si sente dunque in vena di imitarli a intermittenza per darsi una parvenza di profondità. Perché lei non è come le altre, lei è speciale.

E in tutto questo la lettura diviene un atto di pesantezza unica: il lettore si annoia e non viene coinvolto nella storia ma anzi si ritrova tenuto ben lontano da essa, e tutto perché l'Autrice possa esibirsi in similitudini di dubbio gusto e ancor più incerta efficacia, per poi volgersi al lettore e ammiccante sussurrare: guarda come sono BRAVA.


E non parliamo dell'ortografia. L'Autrice non usa le virgolette, bensì i segni di maggiore e minore. Come se io scrivessi +Era una notte buia e tempestosa+. Stessa cosa. Devo comunque dare all'Autrice il merito di essere fantasiosa: talmente tanto che i segni d'interpunzione e la spaziatura sono inseriti secondo un ordine tutto personale, non avvicinandosi neanche per sbaglio a come regola voglia: spazi prima, spazi dopo, virgole a saliera, righe vuote a caso. I puntini di sospensione sono vittime di un abuso che non esito a definire criminale. Troppi punti finali, troppi incisi, confusione tra lineette e trattino (che NO, non sono intercambiabili).

In breve: quattrocento pagine su cui è stato svuotato lo Sbigozzatore.


Passiamo ai personaggi.


Julia Oz: è una mentecatta con tendenze da bacchettona bigotta, una di quelle "non sono sessista ma". Non ha personalità: lei non ha interessi, non ha passatempi, non ha preferenze, non ha linee di pensiero. Uno strappo di carta igienica monovelo. Bagnato. Arco narrativo, cos'è, si mangia?

Lei non si evolve: resta una stupida ragazzina dall'inizio alla fine; si crede tanto altruista e matura (ricordate come si autoincensa per il discorso fatto a Samantha riguardo Jason?) ma non spreca mezzo pensiero per i suoi amici, tranne quando le servono e allora urla all'oltraggio perché non sono pronti e scodinzolanti in ginocchio davanti a lei. Però senza dirle in faccia le cose, perché l'ipocrisia a quanto pare è un pregio nella sua testolina bionda.

Il percorso di Julia è: voglio il cazzo di Jason → voglio il cazzo di Ariele → Ariele Ariele Ariele la mia vita non ha senso se non con Ariele.

'Ste protagoniste rincoglionte che vivono per il Maschio Alpha di turno hanno rotto i coglioni dai tempi di Twilight, sia chiaro.


Ariele Breeze: dovrebbe morire. Dolorosamente e lentamente. Un vigliacco che non si prende una responsabilità manco a pagarlo: tutte le sue cazzate sono colpa della Meretrice di turno, anche se tale Meretrice ha solo assecondato i suoi desideri e non l'ha mai obbligato a far nulla.

Sarebbe stata necessaria una maggior analisi di Ariele, che così com'è non comunica nulla e resta caratterialmente illibato. È morto e ha avuto una seconda vita come spirito, questo deve averlo segnato in modo pesante! Quel che vive, quel che fa, ha bisogno di spiegazioni emotivazioni, ha bisogno di essere approfondito. Ha vissuto un amore tale da spingerlo alla morte, e non viene analizzato. Si ritrova ad amare di nuovo, dopo un secolo. E non viene analizzato.

Che poi fammi capire, lui si innamora stalkerando una ragazzina ignara per diciassette anni? Questo è amore?

E comunque visto che siamo negli USA il suo nome va pronunciato all'inglese. Ergo il nostro Deodorante qui si dice Ariel. Un sirenetto.


Facciamo un piccolo confronto con un personaggio de Il porto proibito, graphic novel firmata Teresa Radice e Stefano Turconi Purtroppo è SPOILER, quindi se non avete letto questo fumetto e desiderate farlo (e se non lo desiderate siete bestie e vi scomunico, correte a leggere questo capolavoro) vi consiglio di saltare. Come prima, segno inizio e fine dello spoiler con una riga.

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*SPOILER IL PORTO PROIBITO*


Rebecca Riordan, prostituta e tenutaria di bordello, è morta.

E si è risvegliata a una seconda vita che non sa spiegarsi. Non ancora.

Riporterò due momenti: nel primo, Rebecca pensa a Nathan, capitano di marina e suo amante ora lontano, e al loro primo incontro avvenuto sette anni prima, il giorno successivo al "risveglio" di Rebecca. Nel secondo, i pensieri di Rebecca proprio durante quel primo incontro, quando Nathan – appena sbarcato a Plymouth dopo un evento traumatico – si era presentato al bordello e lei l'aveva portato in camera.





Sto alla finestra e immagino di vederti svoltare l'angolo. Così, all'improvviso. Non sarebbe la prima volta che mi cogli di sorpresa, no? E invece... ecco altre facce, altri corpi, altre voci: porteranno sorrisi lascivi, carezze sudate, sussurri osceni che non ascolterò. Li lascerò passare.

Un tempo pensavo fosse questo il mio destino: accogliere senza festa, abbandonare senza rimpianto. Avere tutti, non essere di nessuno. O forse... essere di tutti, ma non avere nessuno. Un tempo... antecedente al primo giorno di novembre del 1802. Quello dopo la mia morte. L'esordio di una nuova, indefinibile esistenza.

Diluviava, su Plymouth. Desideravo che tutta quell'acqua lavasse via lo sgomento, la follia di quanto mi era successo. Avevo passato le ultime ventiquattro ore chiusa in camera, gravida di domande dolenti, orfana di risposte. Le ragazze avevano bussato: m'ero data malata. Solo protetta dal buio avevo osato lasciare la stanza. Mi chiedevo che aspetto avrei avuto agli occhi di chi mi avesse incrociata per primo: sarei apparsa diversa da quella ch'ero stata? O nessuno si sarebbe accorto di questa... neonata e sofferta lontananza, di quest'antica inquietudine che mi s'agitava dentro?

Fu allora che bussasti, Nats. Pensai fosse giunto il momento di capire. Non sapevo che, insieme a quella porta, avrei spalancato il mio flebile domani su una voragine di sensazioni sconosciute e forze travolgenti. E che, negli anni a venire, avrei rivissuto quell'attimo ogni giorno, con gratitudine e malinconia. Come sto facendo ora.


[...]


Approda a me come alla terraferma in seguito a una tempesta. Mi bacia come si bacia il suolo dopo aver rischiato la morte in mare. Con gratitudine... e devozione

Mi esplora come mondo nuovo, intonso, illibato. Per la prima volta, non sono io a condurre il gioco, ma qualcun altro a portarmi con sé. Per la prima volta... mi lascio fare. Sono creta morbida tra le dita del vasaio. Pasta madre massaggiata dal fornaio. Sono strumento che vibra al tocco del musicista. Ferro forgiato col fuoco dalla volontà del fabbro.

Chi è mai quest'uomo che viene a me dal nulla, bramoso non di prendere, ma di donare? Chi è mai questo naufrago della notte fradicia che si cura di me con rapace trasporto e ruvida tenerezza? Mi rendo conto di non riuscire a pensarlo come cliente. Prima, non mi era mai successo. Prima, non ero morta: sta qui la differenza? Ma è corpo morto, questo, che risponde con tanta intensità all'invito delle sue carezze? È corpo morto, quello che mai come ora mi fa tremare di vita?

Oh, Dio... che cosa hai fatto di me? Che cosa sono diventata? Che cosa stai cercando di dirmi con le labbra salate di questo amante portato dal vento?

Forse che diventi vivo ogni volta che osi morire. Ogni volta che davvero sei pronti a congedarti dalle cose, a prendere il largo, a lasciarti andare. Ero pronta a partire, Dio. Ero pronta, poco fa.

Ma ora no, ora ti prego: prolunga questo abbraccio, non privarmi di questo tepore! È così insolito, per me, sentirmi a casa sulla pelle di un uomo. Non strapparmi via adesso, permettimi di riempirmi di vita... prima di salpare.








*FINE SPOILER*


Per questo mi fa incazzare tanto questa storia della morte e della rinascita. Perché è un elemento su cui si potrebbe scrivere decine di pagine, un elemento su cui si potrebbe e si dovrebbe costruire un personaggio complesso e profondo.

E invece no. Parliamo di Stelle e Firmamenti e Cazziemazzi.


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Rebecca: una casinara e nulla più. Non ha carisma, non ha fascino, ma è abbastanza stupida e stereotipata da risultare divertente (almeno lei). Solo forza bruta e chiacchiere, non è certo "perfida" come la descrive Torda. Al massimo la definirei egoista e impulsiva.


Sarpa: esteticamente ha fascino, ma appena apre bocca mi muore la libido. Da uno che si autoproclama "Signore OSCURO" mi sarei aspettato molta più cattiveria e sadismo.


Samantha/Michael/Jason: esistono solo quando la trama ha bisogno delle loro insulse presenze. Potremmo ribattezzarli comodamente Cheerleader/Cagnolino/Baseball, visto che le loro personalità si riducono a quello.


Madre di Julia/Fratello di Julia: ...?





La trama: c'era un briciolo di potenziale, ma è stato sepolto da una tonnellata di banalità e stereotipi.  Non c'è stato un singolo momento che abbia saputo darmi emozione.

A parte quando Scarpa prende per il collo Torda, ma non credo che l'intenzione dell'Autrice fosse far ridere.

Le poche cose buone su cui l'Autrice avrebbe potuto lavorare per dare profondità ai suoi personaggi sono state bellamente ignorate: Julia scopre cose allucinanti ma non è mai davvero sconvolta, tutte le sue emozioni dipendono solo da quante possibilità ci siano di scoparsi Ariele. Scopre che il Paradiso esiste (e quindi Dio, per estensione di concetto) ed è come se le avessero detto che l'acqua è bagnata. Ok.

A proposito di Dio e religione: Ariele cristiano nonostante sia nativoamericano? Ok, probabilmente Rosalie e Laurent erano cristiani, ma questo non significa nulla. Considerando poi che Ariele mantiene un rapporto col suo pueblo d'origine mi sembra strano che non ci siano riferimenti al credo dei nativi americani. Manitù, anyone? Ma non solo, tutta la mitologia?

O secondo l'Autrice esiste un solo Dio, esiste un solo mito della creazione, and so on and so forth? Non mi sembra molto rispettoso.


Altre domande: perché Rebecca e Ariele si palesano? Perché addirittura si iscrivono al liceo di Julia? Con quali documenti, poi?!

Se alla fine la strategia è allontanare Mike – e a quello già pensa un'altra Lilim – perché non se ne restano nascosti? Perché Rebecca non dice nulla ad Ariele e anzi lo asseconda in questa cazzata madornale? E visto che stanno insieme da un secolo, e mi sembra che cento anni bastino e avanzino per imparare a conoscere a fondo qualcuno, come mai Rebecca non si accorge del cambio d'idea di Ariele durante i diciassette di vita di Torda?

Poi ok, non possono ucciderla, ma avrebbero potuto fare altro! Che so, rapire la neonata Torda e portarla nel regno di Maind? Oppure segregarla da qualche parte fino allo scadere del tempo concessole? E poi viene detto che non possono ucciderla, ma questo vale anche per l'omicidio indiretto? Se avessero rapito Torda e l'avessero toh lasciata a morire di freddo di notte in mezzo al bosco? O se l'avessero obbligata a suicidarsi? Avrebbe potuto funzionare?

E ancora: perché Clere non ha detto nulla di tutta la faccenda delle stelle alla madre di Torda? Mi sembra strano e stupido che non l'abbia fatto, visto e considerato quanto sia convinta della veridicità della questione.


E a proposito di stelle: se per ogni uomo sulla Terra c'è una stella, quando quell'uomo muore la stella muore con lui? Se sì, considerando le grandi tragedie che hanno visto grandi numeri di morti in poco tempo: le stelle allora sono morte tutte insieme? Se sì, come hanno fatto gli scienziati a non accorgersene? In che modo umano e stella sono legati? Esistono stelle e Stelle, o solo Stelle? E se esistono solo Stelle, come fanno gli scienziati a non accorgersene? Sono masse gassose comunque? O riescono a nascondersi agli umani? In che forma si presentano? Cosa sono le Stelle? All'inizio del libro si dice che "bruciano", ma in che modo? E quando muoiono sono "come una candela che si spegne", allora diventano nane nere? Nane bianche? Cosa resta? Sono spiriti e svaniscono?


Nessun essere umano è solo cattivo o solo buono. Basta una singola azione cattiva perché le la Stella inizi a morire, o un insieme di cattiverie? Con quale standard morale si misura e si decreta la cattiveria di un'azione? Se una persona esegue azioni crudeli per una vita e poi ha un cambio di testa e si dedica alle buone azioni, la Stella ritorna a bruciare o il processo è irreversibile? Che cosa cambia per l'umano? Se si alterna una vita di azioni buone e cattive, cosa succede alla stella? Resta in stallo? Si ripristina? Si affievolisce? E se si affievolisce che conseguenze ci sono? O non cambia nulla a meno che non si arrivi alla "morte" definitiva della Stella? Se un uomo è obbligato a compiere azioni cattive per ricatto o disperazione o cause di forza maggiore, che succede? Se la Stella muore, qual è la conseguenza per il suo umano? O se non ci sono cambiamenti, perché dovrebbe preoccuparsi delle proprie azioni e del benessere della propria Stella?

Il discorso del desiderio non è chiaro. Perché la "Regina" delle Stelle vorrebbe conoscere il desiderio più grande degli uomini affidati alle Stelle? Non è specificato se poi essa esaudisca o meno tale desiderio, dunque perché vuole conoscerlo? E se un uomo buono esprimesse un desiderio malvagio in un momento particolare della sua vita? O se con tale desiderio l'umano potesse indirettamente e inconsapevolmente causare danno collaterale ad altre persone? Che cosa succederebbe? E a prescindere, con quale criterio una Stella sceglie il più "grande" desiderio? Cosa lo rende più grande degli altri? La Stella esaudisce i desideri nati dalla necessità o anche quelli nati dalla mera brama? E se un uomo desiderasse qualcosa di impossibile a livello umano, per esempio che un suo caro defunto torni in vita? La Stella lo esaudirebbe, o ci sono delle regole? Diamo per scontato un esempio: il cancro. Un bambino malato di cancro. I genitori desiderano soltanto che guariscano, è ovvio che quello sia il loro più "grande" desiderio. Perché allora quel bambino, come tanti altri, muore? Perché le Stelle non esaudiscono il desiderio dei suoi genitori? O viviamo in un mondo in cui tutti guariscono da certe malattie, magari a qualcuno ricresce un arto mutilato, magari i morti tornano in vita, qualcuno sa volare, l'undici settembre si è annullato e le Torri si sono ricostruite per magia, nessuno è morto? Non mi sembra. Allora con quali criteri le Stelle scelgono i desideri? E se non esaudiscono un desiderio come quello di vedere un figlio guarire dalla malattia, sono considerabili crudeli o spietate o distaccate dal dolore umano? E se sono distaccate dal dolore umano, come Dio, perché dovremmo preoccuparci del loro giudizio?





Il finale è una schifezza assoluta. Va bene che è una saga, va bene che non tutte le risposte devono essere date nel primo volume, ma che cazzo. Quindici euri e quattrocento pagine per non avere neanche una singola risposta mi sembra esagerato. Anche perché il finale è molto classicotto, quindi non mi lascia neanche il desiderio di comprare il libro seguente. Insomma, sono felici e contenti, c'è solo la vaga minaccia di un villain senza palle, perché mai dovrei seguire questa saga?


In conclusione: La Stella del Giudizio è il libro più brutto che abbia mai letto.


Una frase che ripeterò sino alla morte: esistono persone che vogliono scrivere libri, e persone che vogliono aver scritto un libro.

L'Autrice appartiene alla seconda categoria, e può sembrare un controsenso ma è così: leggendo questo libro è evidente quanta mancanza di serietà ci sia, è un lavoro estremamente sciatto oltre che banale, l'Autrice non si è nemmeno preoccupata di scrivere i titoli dei capitoli nello stesso modo, rendiamoci conto. Ah, e nel capitolo ventiquattro-che-in-realtà-sarebbe-ventitré il pezzo in cui i due pirla tornano nel regno di Maind dovrebbe essere scritto tutto in Calibri corsivo, come nel capitolo del loro primo incontro (quello che Torda credeva fosse un sogno). Invece stavolta si passa totalmente a caso all'Arial corsivo, poi all'Arial normale, e poi nel capitolo seguente si ritorna come se niente fosse accaduto al Calibri.

Ma poi parliamone: la numerazione sbagliata dei capitoli? Imbarazzante. Io mi seppellirei vivo.

Sinceramente ho il sospetto terribile che il libro non sia stato progettato in dettaglio prima e scritto poi in più stesure, bensì che sia stato scritto come una fanfiction brutta: capitolo per capitolo, a compartimenti stagni. Della serie: "so che parto da A e voglio arrivare a B, per arrivarci... boh, vediamo come va lungo il percorso".

Non è così che si scrive un libro.

L'Autrice ha scodellato questa cosa non per vera passione, ma perché aveva uno sfizio da togliersi. E anche una gran faccia tosta, visto quanto lo fa pagare. Fosse una persona onesta lo darebbe gratis. Alle fiamme.


Non comprate questo libro, non comprate nulla che esca dalle mani di Marika Lopa: è un'autrice spocchiosa e arrogante, che si crede intoccabile solo perché ha un libro da vendere. Autopubblicato.


Ops, scusate, ho sbagliato termine: non volevo dire libro, volevo dire Schifezza.

(Visto che ci piacciono le maiuscole a cazzo.)








Madame, messeri: è stato un onore combattere per voi.

Qui vi saluto con un inchino, una pacca sul culo, e una delle mie citazioni preferite (er ripulirvi l'anima dopo tutta la spazzatura che avete ingoiato):





Tutte le cose piene di grazia e bellezza che ci portiamo nel cuore hanno un'origine comune nel dolore. Nascono dal cordoglio e dalle ceneri. Ecco, sussurrò al bambino addormentato. Io ho te.


[Cormac McCarthy, The Road]

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