Il tè delle cinque #2 [Castaway on the Moon]



Madame, messeri. Salve.


Come sapete sto preparando un'altra recensione speciale, ma l'opera che cercavo è stata eliminata dal Tubo e non si trova più in streaming, quindi dovrò passare – sigh – per vie legali, e andare al videonoleggio. Inoltre lunedì mi arriverà l'Infame Libro (sapete tutti di cosa sto parlando), quindi sarò preso anche da quello, perciò nel frattempo infilo qui una cosina piccola, un'altra delle mie pillole.



Allora... che dire di questo film? Non sapevo nemmeno della sua esistenza. È stato il Bro a farmelo vedere e sa il cielo come l'abbia scovato lui. Appena mi ha detto il titolo ho pensato a uno scopiazzamento del ben più noto Cast Away, un film che non mi piace nemmeno. Ma poi il Bro mi ha riassunto la trama e ho pensato: originale, ma ha un immane potenziale di cazzata.



La trama è questa: Kim Seung-geun, mollato dalla fidanzata e indebitato fino al collo, tenta il suicidio buttandosi da un ponte, ma gli va male: finisce spiaggiato su un isolotto in mezzo al fiume, da cui non può scappare perché non sa nuotare.

Accanto alla sua vicenda di naufrago ci viene mostrata quella di Kim Jung-yeon, una ragazza che da tre anni vive rinchiusa nella propria stanza (in giapponese la si definirebbe hikikomori) e come hobby passa le serate a fare foto alla Luna.



Yup. Ripeto, immane potenziale di cazzata. Ma la mia stolta diffidenza si è sciolta come neve al sole davanti a quello che – senza esagerare– reputo il film perfetto. Sì, perfetto. Ho visto veramente tanti film, ma in ognuno bene o male ho sempre trovato un difettuccio: sottigliezze, sia chiaro, perché sono il cagaminchia per eccellenza, ma resta il fatto.

E invece Castaway on the Moon mi ha stupito, perché ho trovato davvero tutto perfetto: la colonna sonora, il casting, il doppiaggio, la fotografia, la trama.



Questo film è naturale. Tutto scorre con naturalezza: i giorni dei protagonisti, i problemi che affrontano, i loro pensieri, i loro comportamenti; è una storia assurda, ma raccontata con tale sapienza e cura che riesce a coinvolgere ed emozionare, a trascinare anche noi su un'isola personale. Non ha bisogno di discorsi filosofici, né di frasi a effetto: è una storia umana e realistica, così... intima.



Ogni momento, ogni fotogramma di questo film è studiato, ma senza essere artificioso: non si cerca di far restare lo spettatore a bocca aperta ma si crea una bellezza degna di un quadro, che ci viene donata come un soffio di vento, così da poterla accogliere e custodire senza far rumore, senza allontanarci dal cuore della storia. Eh, ho gli occhi lucidi anche ora che scrivo, ma questo è l'effetto che fa un tale film.



È una storia delicata, di una poesia unica e rara: riesce a essere anche divertente, ma senza ricorrere alla comicità a cui siamo abituati, soprattutto nell'ambito cinematografico italiano.



È una storia in cui chi naufraga, alla fine, nel suo mare riesce a ritrovare quel che ha perduto di sé. È ritrovare e imparare, corpo e anima.

Non ho altro da dire: guardatelo. Lo trovate su Internet a dieci euro e sono davvero pochi spiccioli, in cambio della Luna.








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