L'estate del mio primo bacio

One Shot scritta in occasione del "Tequila Sunrise Contest".

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Esther sollevò il viso verso i tiepidi raggi di sole che filtravano attraverso le fronde della grande quercia sotto cui erano seduti e che le scaldavano le guance. Chiuse gli occhi e si beò di quella sensazione, sentendosi ancòra viva. Da molto tempo ormai la parte inferiore del suo corpo non rispondeva più ai comandi della sua mente, ma, per fortuna, poteva ancòra sentire il sole e il vento e l'acqua sul viso.

«Sei bellissima»

La voce dell'uomo seduto sulla panchina di fronte a lei catturò la sua attenzione, facendole riaprire gli occhi. Le guance si imporporarono per un motivo diverso dal calore di quella giornata di metà giugno, mentre lo sguardo si posava su quel volto segnato dal tempo, eppure ancora affascinante. Indossava un completo di lino chiaro, fresco, e la osservava con adorazione.

Lo aveva conosciuto solo quel pomeriggio, in quel giardino, mentre cercava un po' di refrigerio dalla calura. Lui l'aveva avvicinata e, dopo essersi presentato, si era offerto di spingere la sua carrozzina; aveva iniziato a conversare amabilmente, con voce pacata, come i giovani non erano più soliti fare. Le piaceva ascoltarlo.

Con mano tremante, si sistemò una ciocca di capelli bianchi che era sfuggita allo chignon improvvisato e sorrise. Trovava incredibile che un uomo tanto galante e piacevole perdesse tempo con lei. Lei che non poteva più camminare e nemmeno si ricordava il perché. Lei che non aveva storie interessanti da raccontare. Lei che aveva passato da sola tutta la sua vita.

«A che cosa pensi?» le domandò lui.

«Mi lusinga che tu sia qui con me. Io non sono molto interessante» rispose Esther con timidezza.

Il sorriso che l'uomo le rivolse la riempì di gioia.

«Credimi, non vorrei essere da nessun'altra parte»

Lo sapeva, era stupido e infantile gioire così tanto per parole del genere dette da un uomo che, fino a poche ore prima, era uno sconosciuto; tuttavia non poteva farne a meno. In tutta la sua vita, non ricordava di essere mai stata corteggiata in quel modo da nessuno. Lui era dolce, garbato, mai invadente. La faceva sentire ancòra una ragazzina, lei che, in realtà, era arrivata al tramonto della sua esistenza.

I suoi pensieri furono interrotti dalla mano dell'uomo, che si posò delicata sulla sua, stringendo leggermente. La donna lo fissò negli occhi, in un'attesa silenziosa. Anelava a qualcosa, anche se non sapeva dire con precisione a cosa.

Con lentezza, l'uomo si avvicinò, senza mai lasciare la sua mano, e arrivò a pochi centimetri dal suo viso. Esther trattenne il respiro, poi le labbra di lui si posarono sulle sue. Fu un bacio lieve, delicato come un soffione che disperde i suoi semi al vento e che, nonostante tutto, lascia una scia di speranza, felicità e desiderio.

Lui si staccò e cercò il suo sguardo; la donna non distolse gli occhi, sebbene l'imbarazzo si stesse impadronendo di lei.

«Ci vediamo domani? Sempre qui?»

Esther ebbe solo la forza di sorridere e annuire. Non si fidava della sua voce, avrebbe potuto tradire le sue emozioni.

Mentre guardava l'uomo allontanarsi lungo il sentiero acciottolato che si snodava nel verde verso la villa in stile coloniale sulla sommità della collina, portò le dita tremanti alla bocca. Non avrebbe mai immaginato di baciare un uomo appena conosciuto e di provare tanta felicità nel farlo; in tutta la sua vita non aveva mai baciato nessuno.

Quello era stato il suo primo bacio.


«Buon pomeriggio, William» lo salutò l'uomo, affacciandosi dal suo ufficio.

«Buon pomeriggio a lei. Posso rubarle un minuto del suo tempo?»

Incoraggiato dal cenno di assenso dell'altro, William continuò:

«Ci sono novità?»

Ogni settimana gli rivolgeva quella domanda, e ogni volta riceveva la stessa risposta. Ma questo non gli impediva di continuare a sperare.

«No, mi dispiace. Al momento, non è ancora stata trovata...»

«Una cura per l'Alzheimer» concluse William, abbassando lo sguardo sul pavimento di legno. «Lo so, dottore. Ma è così difficile rassegnarsi»

Il medico lo raggiunse e gli appoggiò una mano sulla spalla.

«Coraggio, amico mio» lo rincuorò, stringendo leggermente.

William annuì e si voltò, dirigendosi verso l'uscita. Aveva fatto solo pochi passi quando l'altro lo fermò, richiamando la sua attenzione.

«Che cosa le ha fatto rivivere oggi, William?» volle sapere, curioso, l'uomo dal camice bianco.

«Il giorno del nostro primo bacio»

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