Campionato WATTPADDIANO 1.

Ecco il racconto HORROR per il concorso di EmanueleGravinese8

Era da poco passato l'orario di chiusura e Sebastian, il nuovo giovane gestore, si accingeva a sistemare le palle da bowling lasciate in disordine dai clienti.

Era stata una giornata prolifica, il bowling era pieno di persone e nella sala si sentiva ancora l'eco delle loro risate.

Sebastian spense velocemente le luci e si affrettò verso raggiungere la porta, il bowling, una volta svuotato di tutte le persone, cominciava a perdere l'aria rassicurante e a sembrare un posto macabro e malmesso. Quel locale era la sua eredità, essendo il figlio primogenito del defunto proprietario anche se, quello di gestire il bowling di famiglia, non era mai stato il lavoro dei suoi sogni se l'era fatto piacere.

Chiuse a doppia mandata la porta a vetri dell'ingresso e raddrizzò la vecchia e sbiadita vetrofania raffigurante un pagliaccio.

Una forte folata di vento fece cigolare la vecchia e rugginosa insegna del locale. "SMITH'S BOWLING" diceva il clown scrostato sul pannello. Quella era una delle tante cose che Sebastian avrebbe voluto cambiare di quel piccolo bowling di periferia che si era ritrovato a gestire.

Rabbrividì nel suo pesante cappotto firmato.

–Stupida insegna e stupido vento!- si lasciò scappare in un sussurro.

Dal parcheggio deserto udì un fruscio, ma questa volta l'aria era immobile. Qualcosa si mosse nell'oscurità.

Sebastian aveva il cuore in gola e le orecchio tese, pronte a captare anche il più impercettibile dei sussurri. Tastò le chiavi della macchina nella tasca del cappotto e si preparò alla corsa che avrebbe fatto per raggiungere la sua vettura, ma non fece nemmeno in tempo a fare un passo che l'aria si riempì dell' acre odore ferroso del sangue e lui stramazzò al suolo.

La mattina seguente quando la donna delle pulizie di recò al bowling, come tutte le mattine da trent'anni a quella parte, trovò la porta d'ingresso socchiusa e la macchina del signor Smith nel parcheggio.

Aprì lentamente la porta e un tanfo di putrefazione la investì, facendole venire un conato. Premette l'interruttore della luce che si accese con leggero sfarfallio. Ciò che vide le fece cedere le ginocchia: con un lavoro quasi chirurgico erano stati estratti gli organi vitali dal corpo che giaceva nudo e senza testa sul bancone della reception, ogni organo era stato accuratamente posizionato al centro di ogni pista da bowling. Dal soffittò gocciolò qualcosa e la donna volse lo sguardo verso l'alto.

Due occhi vitrei la fissavano dal volto del Signor Smith tumefatto e appeso al lampadario. La donna non resistette a quella vista e, con un grido d' orrore soffocato in gola, svenne.

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