4.
Camminava su e giù per la stanza, indecisa sul da farsi. Volevo poterle dire che ero lì con lei per aiutarla, per consigliarla in quella scelta che avrebbe stravolto il suo futuro ma dovevo restare nascosta. Mi avrebbe di certo percepito se non fosse stata così assorta, ma era così tanto pensierosa da non accorgersi della mia presenza né tanto meno delle altre. Avrei dovuto mostrarmi, sapevo con certezza che non sarebbe durata a lungo questa sua agonia tra i pensieri e avrei dovuto avvisarla prima che diventasse spirito per sempre.
Ad un tratto la fiamma nel camino prese a crepitare e dal piccolo fuocherello esplosero grandi fiammate che gettarono una luce tetra nella stanza. Ambra fece appena in tempo a fermarsi, voltarsi di scatto verso il camino e tralasciare un respiro incerto che il fuoco si spense, simbolo che ormai non c'era più niente da decidere. Ambra in cuor suo sapeva che non c'era più scampo. Aveva già impiegato troppo tempo per decidere e non ne era più tollerato altro. Dalle scale si udirono cigolii e poi una folata di vento fece aprire lentamente i vetri socchiusi della finestra. La luce fioca della candela sulla mensola si spense anch'essa e Ambra rimase al buio. Dalla finestra entrò una folata di vento gelido. Ero solo un semplice spirito allora e non conoscevo ancora bene quel mondo. Dalle scale provenirono altri rumori sinistri e Ambra si strinse nelle spalle raggomitolandosi sulla poltrona. Da sotto la porta strisciarono tre ombre scure, che emettevano però un bagliore sinistro. Ambra nascose il volto con le braccia ma non servì a nulla. Non c'era assolutamente niente che ormai potesse fare. E con un semplice gesto la sua anima uscì dal corpo e lei divenne spirito, con un altro gesto della mano le tre ombre scomparvero insieme allo spirito di Ambra e, come scomparve lei scomparsi anch'io.
RACCONTO HORROR
PAROLE: 300
PROTAGONISTA: RAGAZZA
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