2.


Sono sola, nella mia stanza. Dalla finestra socchiusa entra un gelido vento invernale, mentre io sto raggomitolata in un angolo della camera: ginocchia al petto e viso chino. Le lacrime scendono copiose mentre la mente mi si affolla di pensieri e nella mia testa si susseguono le voci dei compagni, le risate di scherno, il suono degli schiaffi, le immagini di parole scritte su un display. Intanto il mio telefono continua a vibrare, sul pavimento, anche dopo averlo tirato a terra. "La situazione cambierà" era la frase che mi ripetevo da mesi e che da mesi mi ripetevano i miei genitori ma la situazione era rimasta la stessa, se non peggiorata. Sono arrivata ad un punto di rottura non posso più sopportare di essere presa in giro ovunque vada. Anche dopo essere diventata una ragazzina "normale" la mia etichetta non è mutata ed io sono ancora per tutti "la balenottera azzurra" "l'incapace" e tanti altri appellativi ancora... anche se ho dimostrato più volte che quei nomignoli fanno parte della vecchia me stessa e che non c'entrano niente con la persona che sono diventata. A che è servito cambiare? A che era servito tutto quello che ho fatto per migliorare me stessa se poi la situazione non è cambiata di una virgola? A cosa è servito? Se gli insulti non si sono fermati, se per i corridoi continuo ad essere derisa, se i compagni mi fanno sentire diversa. La gente è troppo concentrata sullo sfottere in generale da non notare che la persona che stanno insultando soffre, sta male, sono troppo occupati a vedere il lato negativo della gente per notare che sei cambiata. Dimenticano che hai un cuore, dimenticano che le parole fanno a volte più male delle mani. La parola ha un grande potere, non sottovalutatelo, MAI.

Racconto DRAMMATICO

Protagonista RAGAZZA

Parole 280

Ambientazione INVERNO

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