Ricordi

Titolo: Ricordi

Coppia: Albus Silente/Minerva McGranitt

Parole: 1011

Prova: 2

Osservi una fenice volare malinconica fuori dalla finestra.
Lontana, sempre più lontana.
Vaga nel cielo mentre ripete la sua triste melodia.
E vorresti poterti chiudere in una stanza per piangere, sola, senza che gli altri si aspettino sempre qualcosa da te.
E lui era l'unica persona con cui potevi essere te stessa.
Con cui potevi sorridere senza aver paura di mostrarti debole.
Ma ora lui non c'è più.
E i tuoi ricordi su quell'uomo che ti ha insegnato tanto vorrebbero prendere il volo.
Ma tu ti aggrappi a quei frammenti della sua essenza.
E ti permetti un momento di debolezza sognando ad occhi aperti di poter ancora respirare il suo profumo.
Di sentire le narici invase dall'odore pungente della liquirizia e da quello indescrivibile di una pergamena su cui l'inchiostro non si è ancora asciugato.
Rievochi nella tua mente tutti gli attimi felici che hai passato con lui.
Tutti i momenti in cui ti sei persa a guardarlo con la coda dell'occhio, come incantata.
Ma in particolar modo ripeschi, dai meandri della tua memoria, i pomeriggi d'estate che trascorrevi ad Hogwarts, nel suo ufficio.
Ricordi con precisione le tue dita che scorrono le coste dei giganteschi volumi di trasfigurazione, spesso oggetto delle vostre discussioni.
Le lunghe passeggiate serali in riva al lago, sono uno dei ricordi più belli che hai.
La luna che si riflette pallida sulla superficie appena increspata dal vento del lago.
Le sue parole, lente, misurate, bellissime.
E tu che mentre le ascolti scruti il cielo in attesa di vedere spuntare la prima stella.
La foresta proibita che si muove impercettibilmente sotto il tocco leggero di un alito di vento.
E lui.
Lui che qualunque cosa racconti ti catturerà.
Lui che ti faceva tornare la bambina di undici anni, con le trecce, che si aggirava leggermente intimorita in quegli stessi luoghi.
Perché davanti a così tanta saggezza non si può far altro che ascoltare ammirati.
Assorbire ognuna di quelle perle si sapere come un uomo che non beve da giorni trangugia l'acqua che gli viene porta.
E se ne vuole ancora e ancora e ancora.
Allora mente ti lasciavi trasportare dai suoi lunghissimi monologhi, una parte del tuo cervello iniziava ad immaginare la stessa persona che ti camminava in quel momento affianco, percorrere i corridoi di Hogwarts carico di libri.
Cerchi di intravedere in una realtà ormai lontana un ragazzino dai capelli rossi, con la testa piegata su un libro.
E allora saprai che è lui.
Quando con un gesto repentino si aggiusterà gli occhiali sul naso, non potrai far altro che sorridere.
Perché questa è la persona che conosci tu, e non trovi possibile che lui sia cambiato col passare degli anni.
Che prima di conoscerti fosse un altra persona.
Perché lui è il tuo punto fisso, la tua ancora, la mano alla quale aggrapparsi quanto si sta per cadere nel vuoto.
E lui non poteva essere diverso.
Trovi inammissibile quello che lui stesso afferma, che da giovane era una persona diversa.
Eppure ti chiedevi come tanta intelligenza potesse essere rivolta verso la conquista del potere.
Ma questi tuoi pensieri venivano sempre interrotti quando proprio lui, ti toccava con una mano, gentilmente, una spalla e ti iniziava ad indicare le costellazioni che iniziavano a prendere forma nel cielo scuro.
Non che non le conoscessi.
Ma era un piacere, uno dei momenti più attesi della giornata, quello.
Quando lui sceglieva una costellazione oppure semplicemente una stella e ti iniziava ad illustrare tutti i miti e le leggende associate ad essa.
E senza accorgertene ti ritrovavi ferma immobile, magari appoggiata al tronco di un albero, con un sorriso da ebete sul viso, chiedendo già una nuova storia, senza accorgerti che quella precedente fosse finita da ormai qualche minuto.
E lui sorrideva.
Il suo volto era inondato da uno di quei sorrisi che solo a te dedicava.
Sorrisi pieni di affetto e apprensione, vicinanza ed ironia. Se provi a ripercorrere le estati passate al castello, lontano da case che avrebbero arrecato dolore ad entrambi, le trovi piene di qui sorrisi.
Ti è facile ricordare gli afosi pomeriggi in cui sfidavate il caldo ed uscivate in giardino per una passeggiata digestiva.
Camminavate a lungo, con le fronti imperlate di sudore, ma con le parole che fungevano da acqua.
Era in quei momenti che lui ti raccontava di sé.
Che ti svelava verità sul suo conto che nessuno sapeva.
E ti sentivi onorata a conoscere qualcosa che, pur lui essendo così famoso, nessuno sapeva.
Ma alla fine il caldo aveva la meglio e i suoi racconti si interrompevano con la promessa di riprendere dal punto in cui erano giunti, il giorno successivo. Allora trovavate sollievo nei freschi corridoi del castello e nel suo studio dalle tapparelle abbassate, bevendo qualche bevanda ghiacciata proprio come fanno i giovani in spiaggia.
E in quei momenti parlavate della prima cosa che vi rendeva tanto simili.
Della materia che entrambi avevate amato a tal punto da eleggerla, al di sopra delle altre, quella che avreste insegnato.
La trasfigurazione diventava oggetto di lunghissime discussioni.
Vi divertivate come bambini a trasformare oggetti banali, come può essere un piccolo calamaio da portarsi dietro, in oggetti unici al mondo.
Talvolta toccava ad una matita essere trasfigurata in un clarion che ripeteva all'infinito una squallida canzone irlandese, simile a quelle che si possono ascoltare facilmente in un pub.
Altre volte era l'involucro di una caramella a diventare un cuscino di piume di cigno.
In qualunque caso, quei pomeriggi anche troppo corti, passati a bere the gelido e a nutrirsi di trasfigurazione, finivano, lasciano spazio alla sera, sicuramente molto più affrontabile dal punto di vista della temperatura.
E dopo una breve cena la vostra passeggiata in riva al lago aveva inizio.
Oppure altre volte toccava alla torre di astronomia essere colonizzata dai vostri discorsi.
Ma comunque non importava dove eravate e di cosa stavate parlando.
Le sue parole ti penetravano sotto la pelle, destinate ad essere rivocate una ad una quando lui non ci sarebbe più stato.
Quando di Albus Silente sarebbero rimasti solo ricordi chiusi per l'eternità nella mente di Minerva McGranitt.

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