Love Story[Seconda Parte]

Iniziava proprio a pensarla così. Erano passati da tre negozi diversi, e pure da un ferramenta, per cercare quel dannato fil di ferro, ma niente. Così Diamonds aveva preso la scusa che oramai erano fuori dal casinò e lei poteva andare a comprarsi qualcosa. Non che potesse permettersi più di tanto: non era povera, tutt'altro, ma doveva sempre tenere indosso il proprio costume...guai se Fool l'avesse vista senza!
Così lui era lì, pieno di borse, a seguirla come un cagnolino ed il suo padrone che tiene il mano l'osso, per le strade di quella città. Iniziava a dolergli la schiena, anche se era solo bigiotteria tipo trucchi o gioielli non è che pesassero così poco!
Vide, scostando un po' le borse dalla visuale utilizzando i punti di equilibrio ed un baricentro leggermente inclinato, un tavolino con due sedie libero fra quelli di un bar abbastanza affollato. Ne approfittò per posarsi sopra le borse, sedersi e prendere fiato. Prese un ciondolino di quelli che penzolavano dal suo "collare" e lo schiacciò lievemente ai lati, facendolo aprire. Iniziò a ringraziare Spades e Clubs, ed il fatto che, da vivi, fossero stati due ragazzi prodigio: la loro mentalità non era andata persa, dopotutto... . Erano riusciti a inserire vari oggetti nei ciondolini dei collari di ognuno: coltelli simili a quelli svizzeri, mini-cellulari, trasmittenti, puntatori luminosi e molto di più, ma soprattutto una cosa essenziale: l'orologio. Dedicò uno sguardo distratto allo schermo, che indicava le 18:43...quindi erano quasi 5 ore e 43 minuti che erano usciti dal casinò. Tanto il clima non poteva cambiare di tanto: lì era sempre notte...vide Diamonds avvicinarsi, e sedersi di fronte a lui.
Cavolo, non l'aveva mai avuta così vicina! "È molto più bella di quanto pensassi...aspetta, mi piace Diamonds?! Ma stiamo scherzando! Non potrebbe mai piacermi una persona così...così....uh...bella, ecco!", si disse nella mente. E si accorse di essersi pure contraddetto. "Mannaggia a me!".
Arrivò un cameriere: pensava volessero ordinare, e non semplicemente riposarsi. Loro si scambiarono uno sguardo stranito. Si scusarono velocemente e defilarono via. Corsero fino ad un parco e si sedettero su una panchina, senza fiato. Si guardarono, ridendo: erano tutti sudati, i capelli appiccicati alle estremità della faccia, semplicemente buffi. E risero più forte, diventando rossi per la foga e per l'imbarazzo. Si alzarono dopo aver smesso le risate, e Jack seguì Diamonds in riva al laghetto. Si stava facendo buio. Controllò il mini orologio: le 19. Ancora 2 ore libere. Distolse lo sguardo dall'orologio e la mente dai suoi pensieri, in tempo per accorgersi, con la coda dell'occhio, che Diamonds lo stava guardando. Si girò verso di lei, arrossendo e, con gli occhi chiusi, si gratto il retro della nuca. Le avrebbe volentieri chiesto il motivo della sua gioia, prima di essere interrotto da Diamonds, e da qualcosa di morbido sulle sue labbra. Lo stava baciando! Lui era del tutto spaesato: non aveva mai baciato nessuno in vita sua, ma il suo primo bacio se lo immaginava diverso. Voleva un bacio tenero, dalla persona che amava. Ebbene, a lui piaceva Diamonds, e quel bacio era zuccheroso: allora perché non si sentiva felice? Piuttosto, si sentiva fuori posto...
Non avrebbe mai pensato che una persona che lo amava davvero lo stesse vedendo, anzi, guardando da lontano, e stava piangendo un sacco di lacrime, le quali atterravano nel laghetto: come piccole briciole di diamanti, illuminati dalla luce della Luna.

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Dopo averlo visto, anzi, averlI visti, si mise a piangere. Lei non aveva mai pianto in vita sua: era una ragazza forte, una roccia. Per l'appunto: "era", prima di vedere la scena davanti ai suoi occhi. E poi lei era cuori: non era amata da nessuno(se non in forma di amicizia) e Fool le aveva dato il costume di cuori! E se le piaceva qualcuno quel qualcuno era innamorato di un'altra!
Insomma, lei ERA cuori: vestito di cuori, orecchino di cuori...persino il suo nome significava cuori!
Hearts non si era mai sentita così triste, e fece la cosa che le sembrò più intelligente: si girò e fece rotta verso il casinò, correndo. Eppure, lei non sapeva di essere stata vista, e quel qualcuno si stava pure pentendo di ciò che era successo.

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Iniziò a piovere, ma non era una pioggia vera e propria: era una pioggerellina fine, quella che lasciava le tracce del proprio passaggio sui petali dei fiori, senza rovinarli. Erano all'incirca le 6 del mattino. La festa era stata un successo: il casinò non era mai stato così pieno. Da quando c'era Jack tutti erano curiosi di vederlo e, come bambini con le caramelle, entravano a cercarlo anche quando non si poteva. Ma lei era triste. Si rannicchiò meglio, strinfendosi le gambe al petto: non voleva bagnarsi i piedi. La pioggerellina era diventata pioggia autentica. La sua scia umida, accompagnata dal vento, le colpì leggermente la faccia: meglio un soffio di una sferzata. Sentì dei passi.
"Sarà Spades, lui viene sempre qui quando piove...", pensò Hearts, così provò a mostrarsi la solita Hearts di sempre: pacifica e neutrale. Ma la figura in avvicinamento non era Spades...
-Hearts...-,
A quella voce si sconvolse.
-Jack...-,
Rispose, fredda.
-Mi dispiace-,
Proferì a capo chino.
Lei si girò, sorpresa: ora era tutto come una gara di sguardi. Pian piano, gli si avvicinò. Gli lasciò un bacio sulla guancia. "È tenero...", pensò Jack.
Ma il bacio seguente lasciò sognare Hearts. Non era un chissà quale contatto, proprio no. Era un semplice, umile e caldo bacio. Non era quello di cui aveva bisogno Jack, no...quello era molto di più. Restarono per tutta la mattinata a guardare la pioggia scendere, immobili, impassibili, abbracciati. Tante piccole briciole di diamanti, tante piccole frasi di amore...

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