W.G. DRAGONFLY CHRISTMAS SPECIAL

Nota per il lettore: il ritmo del libro è volutamente lento.
Altra nota: morirete tutti. Naaa, scherzo xD però tengo a precisare che sarà un horror! Non lasciatevi imbrogliare dal primo capitolo!
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CP. 1
Per tutti i bambini, non c'è festa più bella del natale.
Il natale è magia.
Calore.
Amore.
Il natale è unione e gioia. Una festa magica, in cui davvero tutto sembra poter accadere. Cade in un mese freddo, Dicembre, i cui giorni sono cupi e corti. La gelida neve inghiotte le città, il vento percorre con un brivido la pelle, l'aria fredda pizzica il naso, e la notte è lunga e buia; ma il natale, con la sua immensa ed incantevole magia, rende tutto questo un periodo meraviglioso da attendere con impazienza.
Le famiglie si riuniscono in casa, davanti al camino acceso, ed osservano dai vetri la neve che cade dal cielo e ricopre le strada con la sua mantella bianca e soffice. Sono protetti e cullati dal calore delle loro case, e dall'affetto delle persone a cui vogliono bene. Le lunghe tavole imbandite e le scintillanti decorazioni, trasformano l'ambiente casalingo in un piccolo paese dei balocchi.
Ovunque vengono appese decorazioni rosse e verdi. I ramoscelli pieni di palline sopra alle finestre, i pupazzi appesi sul camino, l'albero troppo altro che tocca il soffitto con la punta, e ricoperto di luci intermittenti.
E la cosa più bella di questa festa, è di certo la gioia visibile negli occhi dei bambini. I loro volti esplodono di felicità quando osservano con impazienza i pacchi regalo, disposti ordinatamente sotto l'albero; ed ancora più quando, al termine dell'attesa, li aprono.
Sono loro, i bambini, che danno vita ed anima a questa festa. Perché il natale, prima di tutto, è dei bambini.
È questa festa che rende la loro infanzia davvero speciale; tanto che attendono tutto l'anno l'arrivo del gelido dicembre. Quel mese che molti di loro odirebbero a causa del freddo e delle lunghe notti, diventa il più speciale dell'anno.
Babbo Natale, per tutti i bambini, è molto più di un uomo panciuto che porta regali. Babbo Natale è la rappresentazione della loro gioia e della speranza. Quell'omone dalla folta barba bianca, stretto dentro al suo vestito rosso e dalle gote sempre arrossire dal freddo invernale, vive nei loro sogni e da loro forza per il futuro che dovranno affrontare da grandi. Babbo Natale è un uomo buono e generoso, che porta regali a tutti i bambini del mondo nella notte della vigilia; è un vecchio barbuto dal cuore d'oro, che guida una slitta volante trainata da una lunga serie di renne. E mai una tempesta, o la neve, o il freddo, gli impediranno di consegnare ad ogni bambino il dono da lui tanto sperato e richiesto. Se mancasse di consegnare un pacco tradirebbe la fiducia di quei piccoletti!
Si dice che Babbo Natale costruisca personalmente i regali che consegna, e che se i bambini lasciano un biglietto appeso all'albero, lui lo leggerà; ed è così che i piccoli dicono al loro eroe panzuto quale è il loro grande desiderio da realizzare, cosicché Babbo Natale lo realizzi la notte della vigilia. Il prezzo da pagare è una tazza di latte e biscotti, lasciata sul tavolo della cucina. L'omone barbuto ne è ghiotto.
Grazie a tutto questo, il natale è essenzialmente la festa della speranza, la speranza dei bambini. Babbo Natale, che è un buon uomo, esaudisce i loro desideri regalando una vita migliore anche a tutti i bambini poveri e sfortunati. È solito non farsi vedere, motivo per il quale di solito entra nelle case passando per i comignoli; qualche volta vi rimane anche incastrato col pancione. Che buffo!
É un tipo sbadato, e per questo non é poi tanto difficile coglierlo in flagrante; molti bambini infatti lo attendono davanti al camino la sera della vigilia, ed alcuni di loro lo hanno incontrato. Oltre all'aspetto fisico descritto, Babbo Natale si fa distinguere dalla sua classica risata profonda, che da sempre porta gioia immensa.
-Ho ho ho!-.
Atterra nel camino con una nuvola di polvere grigia, e si alza in piedi stringendosi il panciotto. Che buffo è!
Tutti i bambini che hanno avuto il piacere e la fortuna di incontrarlo lo hanno descritto come un omone davvero sbadato, ed il modo in cui è vestito la dice lunga!
Il cappello rosso copre solo in parte i capello bianchissimi, e cade sulla schiena terminando con una pallina bianca; il cappottone rosso e bianco si allaccia a malapena sul pancione, e sembra stargli più stretto ogni anno; gli stivali, sempre pieni di neve, sono bucati in più punti. Ma ciò che rende davvero speciale Babbo Natale, è il suo animo gentile. La sua gioia è da sempre la gioia dei bambini. Dove c'è un bambino triste, non può esserci Babbo Natale.
Perché lui è l'omone barbuto che porta gioia nel freddo mese di dicembre. Lui è la speranza dei bambini, il padrone della festa più bella dell'anno. È lui che riunisce le famiglie, che cessa i litigi tra i coniugi e rende speciale ogni momento passato insieme a festeggiare.
Si può sentire chiaramente la sua presenza tra lo scintillio delle decorazioni; tra le luci intermittenti dell'albero, ed i rami verdi decorati di palline. Ma soprattutto, la sua presenza è percettibile nel sorriso dei bambini.
A natale le città rifioriscono, e tutto sembra più bello e coperto da un velo spesso di magia. Le luci ed i colori regnano sovrani, trasformando anche il più insignificante vicolo in un luogo brulicante di speranza ed incredibile meraviglia. Tutti i negozi, le case, i centri commerciali, le piazze e le scuole assumono una indicibile somiglianza a dei meravigliosi quadri colorati, dipinti dal più bravo pittore che esista. Quadri capaci di racchiudere in sé la pura essenza del natale.
Colore.
Allegria.
E speranza.

**
Caro Babbo Natale,
Mi chiamo Enrico, ed o otto anni. Sono un bambino bravo e mi sono impegato tutto l'anno per dimostrarlo; o sempre fatto i compiti, sono stato gentile con tutti i miei compagni e non o quasi mai fatto arrabbiare mamma e papa. Spero tanto che questo basta, perché o un grande desiderio da esprimere.
Babbo Natale, vorrei tanto che papa non picchi più mamma, e che non litigano mai più. Così saremo una famiglia felice.
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La lettera innocente del piccolo Enrico, mal scritta e piena di cancellature, fu appesa all'albero di natale. Un abete vero, tagliato da suo padre e portato in salotto dove poi era stato decorato con cura dalla moglie. Sotto all'albero, un piccolo presepe con le casine di legno costruite con bastoncini, con tanto di stalla e pecore distribuite sul praticello fatto di muschio verde.
La lettera appesa non era che un foglio di quaderno strappato in modo irregolare, appeso proprio sotto ad una pallina rossa; e come avrebbe mai potuto, quel pezzetto di carta, giungere davvero nelle mani di Babbo Natale?
La magia del natale è forte, ma gli adulti sanno bene che le lettere non vengono lette da pancione barbuto, bensì dai genitori stessi che esaudiscono, come possono, i desideri dei loro figli. Ovvio che questa cosa non è da dirsi, per non spezzare la magia; ma è un fatto risaputo da tutti gli adulti.
Tuttavia quella sera del 23 Dicembre, contro ogni logica, la lettera sparì davvero dal ramo a cui era appesa. E dove andò a finire? Beh, proprio nelle mani del nostro caro Babbo Natale!
Viaggiò a lungo, chissà come, fino ad arrivare ovunque si trovasse la dimora del caro vecchio omone dal vestito rosso. Entrò da una finestra rotta, svolazzano e compiendo più giri su sé stessa spinta dal vento freddo, e si adagiò sul pavimento, proprio davanti al camino acceso. Babbo Natale la osservò, si alzò dalla poltrona e si chinò goffamente per afferrarla. La lesse tutta d'un fiato, ridacchiando ogni volta che riscontrava un errore d'ortografia o uno scarabocchio. E ciò che accadde dopo, quando il pancione terminò la lettura, lo potete immaginare: intraprese il suo viaggio, chissà se breve o lungo, fino alla modesta casa in cui il piccolo Enrico viveva.
E quale miglior dono avrebbe potuto ricevere, quel piccoletto, se non una visita da Babbo Natale in persona? Avrebbe avuto l'opportunità di esprimere il suo grande desiderio a lui stesso, e chissà, magari di vederlo realizzato.
E fu così che in quella gelida sera del 23 Dicembre, Babbo Natale raggiunse la casa del piccolo Enrico, e si fermò davanti alla finestra della sua stanza. Il pancione stretto nella giacca rossa, gli stivali bucati pieni di neve, la lunga barba riccia e bianchissima ed il sacco di iuta pieno di giocattoli d'ogni genere che pendeva dalla schiena. Il suo arrivo fu segnato anche dalla sua classica risata profonda.
-Ho ho ho!-.
Ed Enrico, con il viso nascosto sotto alle coperte calde e gli occhi aperti, la udì. Si alzò di scatto, preso da un entusiasmo euforico, e iniziò a correre per la stanza come un matto. -Babbo Natale! Dove sei? Dove sei?-.
La gioia immensa che sprigionavano quegli occhi, era quasi accecante. Si potrebbe dire che forse, in quel momento, Enrico era il bambino più felice del mondo. Il suo eroe panciuto era venuto solo per lui, ed avrebbe espresso il suo più grande desiderio. Fu come se già quel sogno si fosse realizzato.
Babbo Natale era arrivato! Era arrivato davvero!
Se solo il piccolo Enrico avesse saputo...

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