CAPITOLO 7

Una goccia di sangue cade dal gomito e si posa sul pavimento sporco. Jeff la osserva, mentre passa uno straccio sul braccio che ha riempito di tagli lunghi e profondi, per ripulirlo dal sangue che però continua a fuoriuscire.
Rimette le maniche della felpa al loro posto, facendole scendere fino ai polsi, ed esce dal bagno a testa bassa.
Com'è successo?
Aveva chiuso con questa roba. Credeva di essere riuscito a smettere, e invece...
Torna nell'altra stanza a passo lento. Toy è ancora sdraiato sul divano, ed alza la testa. Nei suoi occhi non si legge alcun rancore per quello che è appena accaduto, come se lo avesse già dimenticato. Come può non odiarlo? Non aver perso la fiducia in lui dopo quello schiaffo immotivato?
Jeff si siede sul divano, poggiando i gomiti sulle ginocchia. Le ferite bruciano a contatto con la stoffa delle felpa, ma è una sensazione fin troppo famigliare per lui.
Si stende accanto al cane, senza dire nulla, incrociando le braccia sul petto. Toy si avvicina e lo annusa, piantando il naso nelle sue mani. Sente l'odore del sangue, e sà che è quello di Jeff. Sembra preoccuparsi per lui.
Le maniche si sono macchiate di rosso in più punti, a contatto con le ferite aperte.
-Stà buono, Toy- gli dice il ragazzo accarezzandolo sulla testa. Ma la bestia solleva il muso e lo lecca sulla bocca. Jeff lo spinge via e scoppia a ridere.
E così...è questa la felicità?
È un sentimento così semplice?
L'aveva dimenticato.

....

Il ragazzo finisce per addormentarsi, con il cane raggomitolato al suo fianco e le braccia intrecciate dietro alla nuca.
Si sveglia circa due ore dopo, quando il cane mugola.
Solleva la schiena ancora un pò confuso e lo guarda, cercando di capire che cosa vuole. Toy scuote il muso e gira la testa, sfiorando con il naso la ferita sul suo fianco. Jeff la osserva da vicino: non si è infettata, e sembra essere in via di guarigione; tuttavia, è probabile che gli faccia male.
-Dovrei avere qualcosa per te- dice il ragazzo alzandosi dal divano. Ricorda di avere una scatola di antidolorifici nel mobiletto rotto del bagno. Giunto sul posto apre l'anta ed osserva all'interno; deve frugare per un pò tra le cianfrusaglie ammuffite, prima di individuare la scatola. La afferra e la apre, facendo cadere una pasticca sul palmo della sua mano.
Torna dal cane e si siede accanto a lui.
-Sarebbe per gli uomini- esclama osservando il medicinale -Ma spero vada bene lo stesso-.
Afferra con delicatezza il muso di Toy è gli apre la bocca, tenendolo fermo. Il cane si agita, ma Jeff riesce a fargli ingoiare subito la pasticca e lo libera dalla sua presa.
-Vedrai che tra pochi minuti starai meglio- gli dice accarezzandolo sulla testa. Osserva i peli bianchi che Toy ha sparsi un pò ovunque nel corpo, e punta lo sguardo nei suoi occhi scuri. Guardandolo adesso gli sembra di avere chiaro il motivo per cui ha deciso di risparmiargli la vita: a differenza di ogni altra sua vittima, che prima di morire lo implora di non fargli del male, quel cane non aveva battuto ciglio. Sarebbe stato pronto a dargli la sua vita senza neanche provare a salvarsi, come volesse aiutarlo a stare meglio, come avesse capito che infondo lo stesso Jeff odiava ciò che faceva. E proprio per questo, non aveva meritato di morire.
Jeff accarezza la testa di Toy sorridendo lievemente. Quel sorriso è vero, sincero. Non c'è bisogno di alcuna cicatrice incisa sulle guance, per esprimerlo...

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