La casa abbandonata
Avete mai fatto o detto qualcosa per poi pentirvene subito dopo? Questo era il caso di Violette, uno dei suoi stupidi amici l'aveva sfidata ad entrare nella casa abbandonata situata sopra la collina e tornare con un oggetto preso da essa.
E lei, come la ragazzina stupida che è, ha accettato.
Ma non finisce qui, ovviamente il tutto doveva essere fatto di notte, perché che senso ha entrare in una casa abbandonata in pieno giorno?
Ora la quindicenne stava camminando per il boschetto che portava alla vecchia casa, la sua unica fonte di luce era la torcia che si era portata con sé insieme al suo inseparabile zainetto rovinato e scolorito viola.
Uno stormo di corvi sì alzò in volo mentre la ragazza passava un grande albero contorto. Il loro gracchiare fece sobbalzare di paura Violette, la ragazza scosse la testa 'Sono solo dei corvi' pensò continuando a camminare. Ormai mancava poco e sarebbe arrivata alla sua destinazione, sarebbe entrata e avrebbe preso la prima cosa che poteva entrare nel suo zaino e sarebbe corsa via.
Un rumore improvvisò fece girare la ragazza che punto la luce della torcia verso dei cespugli alla sua destra.
La castana rimase ferma trattenendo il fiato, cercando di fare il meno rumore possibile di avvicinò lentamente ai cespugli. Da essi spuntò fuori una volpe dal pelo rosso "Oh è solo una volpe…che ci fai qui pequeña?" domandò la giovane avvicinandosi lentamente all'animale, il quale la guardò incuriosito inclinando la piccola testa pelosa.
Violette sì inginocchiò tenendo davanti a sé la mano sinistra, la volte lentamente sì avvicinò alla ragazza annusandole la mano e leccandola con la piccola lingua.
La castana rise leggermente "Vamos basta, mi fai il solletico così" mormorò tra le leggere risa.
"Sei sola pequeña?" Domandò Violette alzandosi in piedi "Ti va di accompagnarmi?" Continuò guardando il piccolo animale.
La volpe inclinò la testa per la seconda volta, la ragazza rise leggermente al gesto ricominciando a camminare.
La piccola volpe cominciò a seguirla qualche secondo dopo.
Dopo cinque minuti, nei quali Violette si fermava ad ogni minimo rumore, la ragazza arrivò a destinazione. Anche da lì si poteva notare lo stato in cui versava la casa: Alcuni assi mancavano dal tetto, e anche se non poteva esserne sicura da così lontano, Violette pensava che molte delle travi di legno scuro fossero marce e piene di muffa.
La volpe sì fermò all'improvviso ai margini del boschetto. "Che succede pequeña?" Domandò la castana girandosi a guardare l'animale, il quale guardava intensamente la vecchia. Sembrava quasi che ne fosse spaventata.
Violette si morse il labbro inferiore passando lo sguardo dalla casa alla volpe poco distante da lei " I-io devo andare lì dentro…ma se vuoi puoi aspettarmi qui" mormorò la giovane cominciando ad incamminarsi.
La casta a sì fermò improvvisamente, sentendo qualcuno che le tirava i lacci delle scarpe da ginnastica " Ah che succede pequeña?" Domandò una volta giratasi abbassando lo sguardo per guardare la piccola volpe.
Il piccolo animale stava disperatamente tirando i lacci bianchi delle scarpe della giovane, sembrava quasi volesse fermare la ragazza dall'avvicinarsi alla casa.
" Pequeña io devo andare…ti prometto che ci metterò poco va bene?" Mormorò inginocchiandosi e accarezzando la piccola volpe delicatamente.
Violette sì rialzò ignorando l'animale che cercava invano di fermarla.
"Ce la puoi fare Violette. Entri, prendi la prima cosa che trovi ed esci" mormorò tra sé e sé respirando profondamente mentre si avvicinava alla casa.
Arrivando davanti la vecchia porta di legno la castana sì guardò intorno assicurandosi che non ci fosse nessuno.
"Ok Violette puedes hacerla…" sussurrò per incoraggiarsi aprendo con fatica la vecchia porta ammuffita.
Una volta che la ragazza riuscì ad aprire la porta entrò lentamente dentro la vecchia struttura.
La prima cosa che Violette notò fu l'odore: era come se qualcosa stesse marcendo all'interno della casa. Come se qualcuno avesse lasciato della carne fuori dal congelatore, al sole aggiungerei dire.
Arricciando il naso per via del Forte odore e facendosi luce con la torcia, la ragazza cominciò a cercare qualcosa da poter portare ai suoi amici come prova d'essere entrata nella casa.
Non era neanche a metà del corridoio che la grande porta di legno si chiuse d'improvviso producendo un rumore che venne amplificato dalle vecchie mura.
Girandosi di scatto Violette puntò la torcia verso la porta d'ingresso ora chiusa.
"Sarà stato un colpo d'aria…uno bello potente…" mormorò tra sé e sé.
La castana si strinse nelle spalle girandosi per poter continuare la sua ricerca.
Ma non poté fare neanche un passo avanti che la torcia si spense d'improvviso.
"¡¿Cosa?!" Esclamò la ragazza cominciando a colpire la torcia nel vano tentativo di riaccenderla " Sono sicura di aver messo delle pile nuove prima di uscire di casa!" urlò disperata smettendo di battere la mano sulla torcia.
Violette sì guardò intorno, grazie alla fioca luce della luna poteva ancora riconoscere i contorni dei mobili, a fatica è vero, ma almeno sapeva che non avrebbe sbattuto da nessuna parte.
" Ok, puedes hacerla…" mormorò ricominciando a camminare facendo attenzione a dove metteva i piedi.
La ragazza entrò in quello che presumeva fosse il salone della casa, sì guardò intorno cercando di trovare qualcosa.
Gli occhi marroni si posarono su una figura che scintillava grazie alla fioca luce lunare.
Avvicinandosi Violette notò che l'oggetto era un vecchio posacenere di bronzo.
La ragazza lo prese delicatamente tra le mani studiando l'oggetto attentamente "Sì, questo può andar bene" mormorò annuendo infilando l'oggetto dentro lo zainetto viola sbiadito.
Felice di essere riuscita a trovare un oggetto Violette cominciò a incamminarsi verso la porta d'ingresso, ma dopo essere uscita da poco dal salone si congelò terrorizzata.
Era sicura di aver sentito qualcuno respirare dietro di lei…anzi la ragazza sentiva ancora dell'aria calda nel collo.
Lentamente la giovane sì girò sgranando gli occhi una volta faccia a faccia con cosa aveva dietro.
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Era una giornata come le altre alla stazione di polizia, o almeno se per voi una giornata come le altre comincia con un uomo e una donna disperati.
I due adulti erano entrati di gran fretta dentro la stazione di polizia, l'uomo aveva urlato a gran voce che la figlia di quindici anni era scomparsa. Mentre la donna piangeva disperata accartocciando tra le mani un fazzoletto di carta.
Ora i due genitori erano seduti davanti ad uno dei poliziotti cercando di spiegare cos'era successo "Ok, ricapitoliamo: Violette, vostra figlia, è andata a letto alle otto di sera come sempre" mormorò il giovane poliziotto alzando lo sguardo dai fogli su cui aveva scritto tutto quello che i genitori della ragazzina gli avevano detto.
Il signor Howard annuì, la moglie era stretta disperatamente al marito. Non aveva proferito una parola continuando a piangere.
"Mhhh…uno di voi è andato a controllare se vostra figlia era veramente a letto?" Domandò il poliziotto.
"Sì, sono andata io a controllare Violette. Le posso assicurare che stava durmiendo…anche se ora non sono più sicura che fosse ancora in casa" questa volta a rispondere fu la signora Howard con voce tremante trattenendo a stento le lacrime.
Il poliziotto annuì scrivendo le parole della donna " Ok…signori Howard purtroppo noi non possiamo fare molto…non possiamo dare per dispersa vostra figlia, non sono ancora passate quarantotto ore…" mormorò il poliziotto alzandosi.
I signori Howard si alzarono a loro volta " Cosa dobbiamo fare allora?" Domandò il signor Howard alzando leggermente la voce mentre la moglie ricominciava silenziosamente a piangere.
Il poliziotto sospirò, era dispiaciuto per quei due genitori, ma non poteva veramente fare niente "Tornare a casa, parlate con i vicini e con gli amici. Se domani vostra figlia non è tornata a casa tornate immediatamente qui" rispose guardando i due adulti in volto.
I signori Howard uscirono dalla caserma di polizia più disperati di prima. Come il poliziotto aveva detto, tornarono a casa e chiesero a vicini e amici se uno di loro avesse visto la figlia.
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Come c'era da immaginare i signori Howard tornarono il giorno dopo. Immediatamente iniziarono le ricerche della ragazzina, ora scomparsa.
Furono stampati vari volantini che vennero affissi su tutta la cittadina.
La polizia interrogò gli amici di Violette, ma tutti dissero che non sapevano niente.
Ma un giorno, dopo due settimane dalla scomparsa di Violette, una delle sue amiche confessò. La ragazza disse che uno dei loro amici aveva sfidato Violette ad andare nella casa abbandonata sulla collina e prendere un oggetto come prova d'essere entrata.
Disperata la ragazzina confessò anche che vedendo che Violette non tornava tutti loro se n'erano andati via pensando che la castana avesse rinunciato alla sfida.
I poliziotti si precipitarono nella casa abbandonata. Una volta arrivati lì aprirono la porta.
Un odore di carne marcia gli investi in pieno, ma non si fermarono. Dovevano scoprire cos'era successo a Violette.
Arrivati vicino all'ingresso del salone trovarono uno zainetto.
Lo zainetto era rovinato e il colore che un tempo era di un viola scuro era sbiadito. Ma la cosa che fece fermare i poliziotti non era tanto la zainetto, ma il fatto che esso era ricoperto di sangue.
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Angolo autrice
Ok, questa dovrebbe essere una One Shot per Halloween. Non credo però sia spaventosa 😅
Spero comunque vi sia piaciuta, se avete domande non abbiate paura di pormele.
Sperò il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!
~🌻Little Sunflower🌻~
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