Figlia della luna
Nota Autrice
Consiglio di ascoltare la canzone, ma solo per la prima parte della One Shot
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La donna era in piedi sull'orlo del precipizio, ad illuminarla erano presenti le stelle e la grande luna piena di fronte a lei.
Il viso scuro della donna era rigato da lacrime che sgorgano dai grandi occhi neri a mandorla, con le mani stringeva la lunga gonna composta da varie pezze colorate essa era contornata da una spessa cintura di cuoio che la teneva attaccata alla camicia a maniche lunghe bianco sporco.
" Ti prego Luna fa che lui torni da me! Fa' che torni ad amarmi!" La gitana pregò la luna alta nel cielo sperando in una risposta; la donna rimase ferma ad aspettare per mezz'ora.
Mordendosi il labbro inferiore la donna incominciò ad andarsene, ma proprio in quel momento la luna cominciò a splendere ed apparve una bellissima donna dalla carnagione bianca e lunghi capelli biondi.
La gitana sì girò guardando quella bellissima donna vestita d'argento che le era apparsa davanti agli occhi.
" Tu riavrai quell'uomo" proclamò con voce limpida la luna "Ma" continuò guardando la gitana con i limpidi occhi azzurri seriamente "In cambio tu mi dovrai dare il tuo primo figlio" finì non staccando gli occhi dalla figura della gitana davanti a lei.
La donna dalla pelle scura strinse ancora di più la gonna fino a stropicciarla prese un respiro profondo chiudendo gli occhi. Una volta riaperto gli occhi guardò seriamente la luna "Accetto" disse solamente alzando leggermente il mento.
"Molto bene" mormorò solamente la donna vestita d'argento scomparendo subito dopo. Sospirando la gitana sì girò tornando al suo villaggio sperando che quello promesso dalla luna si avverasse presto.
Come aveva predetto la luna la gitana riebbe l'amato con cui sì sposò, poco dopo la novella sposa scoprì d'essere incinta e felicemente diede la bella notizia all'amato. Ahimè la donna si era ormai dimenticata del patto stipulato con la luna e passò quei nove mesi tranquillamente.
Il giorno del parto arrivò e la gitana diede alla luce una bellissima bambina dalla pelle chiara e gli occhi di laguna. Una figlia di luna.
La donna appena posò gli occhi neri sulla figlia sì ricordò del patto, come poteva essere stata così stupida da barattare sua figlia.
Ma la disperazione della donna durò poco perché in quel momento il marito entrò nella stanza.
L'uomo aveva in viso un'espressione arrabbiata, guardò la moglie e poi la bambina che aveva in braccio.
" Quindi è vero. Mi hai tradito" disse con voce seria guardando la moglie.
" N-no caro! Non ti ho tradito! È veramente tua figlia!" Esclamò la gitana presa dal panico. L'uomo scosse la testa ridendo amaramente "Quella non è mia figlia" mormorò tirando fuori dalla cintola dei pantaloni un pugnale avvicinandosi alla moglie.
La gitana alla vista dal pugnale cominciò a scuotere la testa stringendo a sé la bambina "Ti prego ascoltami, è davvero tua figlia!" la donna cercò di ragionare con il marito ma egli scosse per l'ennesima volta la testa, ormai era a fianco alla moglie.
L'uomo sì chinò lasciando un triste bacio sulle labbra della moglie prima di pugnalarla e prendere la bambina allontanandosi di corsa.
La gitana allungò la mano come per fermare il marito, schiuse le labbra per poter parlare ma da esse non uscì nessun suono, la ferita sul fianco le bruciava e da essa continuava ad uscire sangue.
La donna morì pochi istanti dopo con gli occhi pieni di rimpianto per quello che aveva fatto.
Il gitano stava correndo con la bambina fra le braccia, arrivato nel bosco sì guardò attorno poi abbassò lo sguardo sulla neonata che stava piangendo incessantemente.
L'uomo guardò la figlia con rabbia e disgusto prima di lasciarla ai piedi di un albero abbandonandola a piangere.
La luna brillò alta nel cielo illuminando la bambina che ancora piangeva, come mesi prima apparve la donna vestita d'argento.
Essa sorrise dolcemente alla bambina prendendola in braccio, la neonata pian piano smise di piangere guardando con i suoi grandi occhi blu la donna.
La luna accarezzò la guancia paffuta della neonata sullandola.
"Sei al sicuro ora piccolina" sussurrò cominciando a scomparire pian pian insieme alla piccola.
La leggenda narra che quando la bambina è tranquilla la luna è piena, ma quando la piccola piange essa diviene culla cullando la bambina fino a farla addormentare.
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Rose finì di raccontare la storia sorridendo ai bambini, essi la guardarono con occhi sgranati.
" Bene, questa era la leggenda della figlia della luna bambini" disse la castana guardando i bambini "Avete delle domande?" Domandò portandosi le mani sul grembo.
Una bambina vestita con un abito azzurro chiaro alzò la mano " La bambina rimase piccola per sempre? O crebbe?" Domandò con occhi grandi e curiosi.
Gli occhi grigi di Rose brillarono mentre un sorriso si fece largo sul suo bel viso.
" Questa è un'altra storia bambini miei, la volete ascoltare?" Domandò guardando tutti i bambini seduti a semicerchio davanti a lei.
Un coro di assenso sì levò nell'aria facendo ridere Rose.
La donna allora cominciò a raccontare anche quella storia.
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Una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi e dalla pelle talmente chiara da risultare quasi bianca.
La giovane teneva la testa inclinata verso il basso e con sguardo curioso guardava quello che si trovava sotto di lei.
Sospirando la bionda continuò ad osservare quelle persone che dalla sua prospettiva erano talmente piccole che non riusciva a distinguerne i particolari o sentire cosa stavano dicendo.
Rimase lì ancora per qualche minuto affascinata dagli esseri che popolavano la Terra sotto di lei, sospirando un'ultima volta la giovane si alzò allontanandosi, oggi sperava fosse il giorno dove il suo sogno si sarebbe avverato.
La giovane era davanti ad un porta di legno chiaro chiusa, essa era alta e su di essa era intagliato il ciclo lunare.
La bionda espirò profondamente prima di aprire la porta. Davanti a lei si stagliava un ampia stanza dagli alti soffitti.
"Ecate, figlia mia, cosa ti porta qui oggi?" Una donna seduta su un trono domandò alla giovane guardandola con un leggero sorriso sulle labbra.
La donna davanti a Ecate era la più bella donna mai esistita. Certo Ecate era bella, ma non quanto la madre nessuno poteva eguagliare la bellezza della luna.
I capelli biondi e lunghi incorniciavano un viso tondo e dalla carnagione chiara e splendente, i grandi occhi azzurri guardavano con amore la figlia davanti a lei.
"Madre sono qui perché ho una richiesta" rispose Ecate, "Una richiesta?" Domandò la Luna curiosa incitando con lo sguardo la figlia a continuare.
"Ecco...vorrei andare sulla Terra" continuò la bionda con voce tremante "Andare sulla Terra?" Le fece eco la madre inclinando la testa " E perché mai figlia mia?" Domandò la donna corrugando le sottili sopracciglia.
"Da quando ho memoria sono affascinata dagli esseri viventi che la abitano, vorrei poterli conoscere!" Esclamò Ecate portandosi le mani al petto e facendo un passo avanti. La Luna sorrise dolcemente alla figlia "Potrai andare sulla Terra figlia adorata, ma ti devo avvertire: non potrai tornare qui fino alla tua morte. Sei ancora disposta ad andare?" Mormorò la donna guardando la figlia negli occhi.
Ecate rimase in silenzio per qualche secondo riflettendo sulle parole della madre. "Sì. Sì voglio ancora andare sulla Terra, con questo non voglio dire che non voglio vivere con voi madre" rispose risoluta la giovane " Voglio solo sapere qualcosa di più sulle mie origini e sugli abitanti della Terra." Sì fermò guardando la madre sugli occhi "Su colei che mi ha dato alla luce" l'ultima frase detta da Ecate rimase nell'aria e le due donne si guardarono in silenzio fino a quando la Luna sospirò sorridendo arrendevolmente "Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Va bene, hai tutto il mio sostegno figlia mia."
"Grazie" Ecate sorrise raggiante alla madre "Arrivederci, madre" mormorò la giovane inchinandosi davanti la luna in segno di rispetto per poi girarsi e uscire.
" Arrivederci figlia mia" sussurrò la Luna con un sorriso malinconico guardando la figlia andarsene.
Passarono un paio di giorni dove Ecate sì preparò ad andare sulla Terra. La giovane era felice ma anche nervosa; quel poco che sapeva sugli esseri viventi lo aveva imparato, se così si può dire, guardandoli.
Arrivato il giorno della partenza Ecate era piena di ripensamenti, stava lì in piedi a ripensare la sua decisione.
"Se vado sulla Terra potrò finalmente scoprire qualcosa in più sugli esseri viventi che la abitano, ma di contro non potrò vedere mia madre fino alla mia morte..." pensò mordendosi il labbro inferiore.
"Perché sei ancora qui figlia mia?" Domandò la Luna da dietro la giovane. Ecate sì girò sorridendo alla madre " Ecco...in realtà ho dei dubbi. Andare sulla Terra è sempre stato il mio sogno, ma questo significa non poterti vedere fino alla mia morte..." la giovane rispose guardando per terra. La Luna sorrise avvicinandosi alla figlia "Oh figlia mia, io non ti lascerò mai. Ogni volta che guarderai la luna alta nel cielo della Terra io sarò lì, sempre" proclamò la donna guardando la figlia amorevolmente.
Ecate sorrise alla madre abbracciandola "Ti voglio bene madre" mormorò poggiando la guancia sul petto della donna "Anch'io ti voglio bene figlia mia" sussurrò la Luna ricambiando l'abbraccio della figlia "Su, ora devi andare" mormorò la donna staccandosi dall'abbraccio accarezzando con il dorso della mano la guancia dell'amata figlia.
Ecate annuì allontanandosi dalla madre "Hai ragione...Arrivederci madre" mormorò la bionda " Arrivederci Ecate" mormorò di rimando la Luna sorridendo alla figlia mentre ella se ne andava via.
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"...una volta salutata la madre Ecate andò sulla Terra come aveva tanto desiderato, e rimase lì fino alla sua morte che avvenne molti anni dopo" Rose finì la storia sorridendo ai bambini, che come per la storia precedente la guardavano ammaliati dal racconto.
"Bè che succede? Il gatto vi ha mangiato la lingua? Solitamente mi fate sempre delle domande alla fine di ogni storia" domandò la castana guardando divertita i bambini seduti davanti a lei.
" Ecate non rivide più la madre fino al giorno della sua morte per davvero?" Domandò un bambino dai capelli biondi.
Rose annuì sorridendo dolcemente al piccolo dai capelli biondi "Esatto, Ecate non rivide più la madre fino alla sua morte" rispose annuendo, "E perché?" Domandò la bambina affianco al biondo " Perché Ecate per venire qui sulla Terra dovette rinunciare alla sua immortalità fino al giorno della sua morte. Una volta morta il suo spirito ritornò da dove era venuta mentre il corpo mortale rimase qui sulla Terra" rispose Rose accennando un altro sorriso.
"Ci racconti come sono nate le streghe?" Domandò una bambina dai lunghi capelli rossi acconciati in due trecce.
Rose scosse la testa alzandosi e pulendosi la gonna dai residui di erba e terra " No bambini, è tardi. La prossima volta vi prometto che vi racconterò come noi streghe e stregoni siamo nati, ma ora dovete tornare a casa" rispose gentilmente guardando i bambini che cominciarono a lamentarsi e protestare.
" Non fatemelo ripetere un'altra volta" disse con voce seria la castana mettendosi le mani sui fianchi " Volete che la vecchia Hildegard vi racconti una storia la prossima volta?" Domandò sorridendo freddamente.
I bambini al sentire il nome della vecchia strega Hildegard si alzarono velocemente mormorando delle proteste.
"No non vogliamo! La vecchia Hildegard racconta storie noiose!" Protestò la bambina con i capelli rossi gonfiando le guance paffute " Allora se non volete che sia Hildegard a raccontarvi una storia la prossima volta andate a casa. Subito" ribatté seriamente Rose guardando i bambini ubbidire silenziosamente.
Una volta che anche l'ultimo bambino tornò a casa Rose sospirò sorridendo "Sono davvero delle piccole pesti" mormorò scuotendo la testa divertita andandosene anche lei a casa.
Nota Autrice
Salve! Lo so, è passato più di un mese dall'ultima volta che ho aggiornato ma non riuscivo a scrivere questa storia breve
Ho molte idee per le prossime storie brevi che, spero, publicherò presto.
Spero davvero che questa storia breve vi sia piaciuta, alla prossima!
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