morte di fine ottobre
eccola che scende dai colli, ecco che nascono la guerra e la morte cieca, nasce la morte e porta la guerra, e la guerra porta altra morte. morte cieca, circa, non vede, e muore in guerra e sepolta rimpiange i romani, il sangue vivo che scorre nelle loro vene. ecco che nasce la morte ed ecco i popoli rivendicati, le uccisioni e le bombe, le lance e la rabbia, i torti e ancora altre morti. gli innocenti e i bambini, le donne e gli anziani, gli uomini, tu, io, le morti, tutte. ci raggiungeranno danzando, belle e truccate, e allora cadremo anche noi e rimpiangeremo il sangue vivo che scorre nelle nostre vene, il sangue vittorioso e i soldi sporchi, e ci uniremo ai fratelli morti nella fanghiglia, con il cuore che sputa filo spinato di ruggine sporca e pelli di estranei, nemici e alleati. ed eccoci che cadiamo in guerra sotto i pioppi o nelle trincee, sotto il letto o per strada, una pallottola nel petto e un giuramento sulle labbra. nasce la morte e ha i tuoi stessi occhi, assassino. nasce la morte e danza e logora e s'adempie al suo destino mentre mi tradisce il fiato e il battito del cuore. ma muore pure la morte, quando si incastra tra le costole rotte e la pelle pallida, da lì non può più uscirne, non può scappare. la pallottola rimane nel petto.
e allora muoriamo tutti per la patria, per l'orgoglio, per quella bandiera issata ai balconi che balla al vento e cade con il maestrale, se soffia e se fischia, se stoni l'inno o se porti disonore.
arriverà la morte è sarà cruenta. eccola, sì arriva, la morte, la morte, arriva. arriva fredda gelida e notturna, e copre di nuvole il cielo cosparso d'oro. arriva, nessuno può farci niente, e oltre al freddo porta il silenzio dei corpi esangui e logorati, le lacrime delle donne, i negozi vuoti e la nostalgia della vita.
e se questo significa combattere, gettatemi nel fango e non esitate a lasciarmi morire sotto una massa di corpi schiacciati e soffocati. non esitate, nemmeno quando la morte mi accoglierà tra le sue braccia.
è nata la morte, c'è festa e le donne tessono, i bambini corrono, e gli uomini sepolti ascoltano i cori.
è festa, venga accolta la morte dai cancelli e dalle finestre e dalle porte, rimescolata con il pane fresco uscito dal camino.
è Festa, ottobre gioisce, e la morte sorride a questa vita riscaldata e ristretta, stretta, e cieca.
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