-Puzzle di frasi-

(Dedicato ai lettori che hanno partecipato e non.)

ECCOMI simpaticoni! Grazie per il vostro prezioso aiuto, senza il quale non avrei potuto fare questa storia.

Prima di leggerla, guardatevi tutte le frasi che mi sono state mandate...! Non è stato mica facile armonizzarle tutte e creare una storia.
Ma voi direte: "Te la sei cercata"!
Comunque, fatta.

BUONA LETTURA.

(La frase suggerita dal lettore sarà evidenziata nel testo in neretto-corsivo... così la potrete facilmente visualizzare. Alla fine, nei commenti fatemi sapere qual è la frase che vi è piaciuta di più... la più originale.)

Ecco le frasi:

Mi piace la Nutella.

Ho appena letto che quei salsicciotti che vendono sotto vuoto non sono altro che un mix tritato delle parti scartate del maiale... anche se lo so, non riesco a non finire il mio Hot Dog!

Come ogni mattina amo svegliarmi col profumo di una fumante sfogliatella a darmi il buongiorno, mi ricorda quando da piccola mio padre me ne comprava sempre quando ero triste. Mi fa iniziare la giornata con il buonumore.

Ho 18 anni e faccio ancora colazione con i Plasmon!

Che foto orribile! -Pensai. Peccato che avrei dovuto portarla per i prossimi dieci anni sulla carta d'identità.

Il muschio nasce sempre a nord.

Ciao. È qui la festa?

Oh Maria Salvador... te quiero mi amor...

Io odio il formaggio...

Frankenstein, non ci crederete, per me è bono.

Hei! Stai attenta... guarda che disastro! La mia chitarra adesso è rovinata!

Che ne sai tu di un campo di grano...

Sai qual è il mio più grande difetto? Dare l'anima alle persone a me importanti, sapendo della paura che proverò dieci minuti dopo averli resi felici.

La mia paura più grande? Essere pugnalata alle spalle e abbandonata dalle persone più importanti per me.

Da piccola ero innamorata di un ragazzo così bello che era difficile persino guardarlo negli occhi. Anche se non ci siamo mai detti direttamente qualcosa, lui c'era sempre. Poi mi sono accorta che le relazioni a distanza con gli attori della TV non funzionano mai...

Mi sento come se fossi parcheggiata diagonalmente in un Universo parallelo...

Mi rifugio nella biblioteca, in mezzo al sapore della carta ingiallita dei vecchi libri. Ed è magico assaporarli lentamente, sgranocchiare persino le copertine più dure...

Non ho mai capito bene cosa sia la melassa. Non credo di averla mai vista... eppure la sento sempre nominare per i paragoni di colori.

Ma come ti permetti?! Non si bacia una ragazza senza il suo permesso!

Non sai mai come va a finire ma di certo la parola "ciao" è sempre un buon inizio per un completo disastro.

Era lì... Bellissimo... pelle bianca, adagiato sul pavimento. Mi avvicino lo accarezzo... non resisto. Mi distendo sopra e mi addormento. Ho... finalmente un divano nuovo.

Puoi anche alzarti molto presto ma il tuo destino si è alzato un'ora prima...

-Puzzle di frasi-

Ciao, mi chiamo Margareth e oggi vi racconto la mia storia, così tanto per distrarmi dal dolore insopportabile che ho ad un dente...

...Era un sabato sera, un normalissimo sabato sera. No, non proprio! Lo sarebbe stato se la mia amica Brigitte, non mi avesse costretta a partecipare ad una festa. Io le odiavo. A me piaceva la tranquillità, ero una vera e propria pantofolaia. Avrei preferito mille volte passare la serata con l'amore della mia vita. Lui infatti era lì sul pavimento che mi guardava e pareva triste di restarsene solo per tutta la serata.

Pensai che sarebbe stato meglio mangiare qualcosa prima di uscire altrimenti non avrei resistito con il buco allo stomaco che mi ritrovavo!

Mi piace la Nutella ma non avevo fatto la spesa e in frigo c'era solo un pacco di würstel, o, come li chiamavo io, "salsicciotti".

Mi preparai veloce veloce un Hot-Dog, sbirciando nel frattempo la mia rivista preferita.

Non l'avessi mai fatto!

Squillò il telefono. Era Brigitte che mi metteva fretta, perché era consapevole dei miei perenni ritardi.

《O mamma! 》 le dissi prima che iniziasse il suo monologo. 《Ho appena letto che quei salsicciotti che vendono sotto vuoto non sono altro che un mix tritato delle parti scartate del maiale... anche se lo so, non riesco a non finire il mio Hot Dog!》le urlai quasi in preda al panico.

《Io lo sapevo già. Infatti non ne mangio.》

《Sì ma a me i würstel piacciono! Mi danno carica! 》

《A me basta una buona colazione a darmi carica! Come ogni mattina amo svegliarmi col profumo di una fumante sfogliatella a darmi il buongiorno, mi ricorda quando da piccola mio padre me ne comprava sempre quando ero triste. Mi fa iniziare la giornata con il buonumore!

《Sfogliatelle? Bleah! Non mi piacciono... Ho 18 anni e faccio ancora colazione con i Plasmon! E me ne vanto! Comunque sono ancora sconvolta per il würstel... e continuo a mangiare! L'ho quasi finito!》

《Ok, senti, l'importante è che ti muovi! Non fare tardi. Chiaro?!》

Chiusi il telefono. Trangugiai l'ultimo pezzo di quel maledetto panino e corsi sotto la doccia.

Di malavoglia preparai i vestiti, le scarpe e qualche accessorio. Controllai che nel portafoglio vi fossero patente e carta di identità. Le portavo sempre con me casomai venissi fermata dai vigili. Questo mi metteva ansia. Non perché qualcosa non fosse in regola. Ma perché non ero uscita particolarmente bene in foto. Il fotografo me ne aveva scattate molte, eppure nessuna di quelle che mi aveva proposto era di mio gradimento. Alla fine mi ero accontentata di una delle sette che mi aveva fatto. E ora quella foto indecente dove sfoderavo due belle occhiaie nere era lì, a testimoniare la mia "bellezza".

《Che foto orribile! 》 Pensai. Peccato che avrei dovuto portarla per i prossimi dieci anni sulla carta d'identità.

Tentai di non rimuginare oltre. Ormai era fatta! Quindi riposi tutto nella mia borsa preferita e fissandomi allo specchio mi aggiustai l'ultima ciocca castana che mi copriva la fronte.

Quella volta, avevo deciso di accontentare Brigitte. Speravo di non dovermene pentire.

E così mi apprestai a salutare il mio bel divano che invece mi invitava a stare lì con lui. Proprio come un bel cagnolino bianco era adagiato su un tappeto di ciniglia e mi chiamava... sì. Voleva attrarmi a sé con tutte le sue forze. Dovetti resistere e lui... avrebbe dovuto attendere il mio ritorno! L'avevo preso da poco, perciò brillava di luce propria ed emanava quell'odore tipico di ciò che è nuovo.

Avrei dovuto raggiungere Brigitte in un posto situato appena fuori città. Il festino si sarebbe tenuto in un capannone a nord del paese, così mi aveva detto la mia amica strampalata dai lisci capelli viola. Solo che all'ultimo minuto la macchina mi aveva abbandonata. Non partiva! Come se non se non bastasse, il cellulare di Brigitte pareva morto e così, anche se ero molto tentata a darle buca, optai invece per una "bella passeggiata" a piedi.

Attraversai il boschetto e mi diressi verso il capannone.

Mi persi però. Sentivo strani rumori mentre nel buio quasi totale, camminavo sulle foglie secche. Iniziai ad aver paura. Pensai di usare la torcia del cellulare ma dopo più di mezz'ora non avevo ancora trovato la via d'uscita. In quel momento fui illuminata dalle parole che mi diceva sempre mio nonno: "Il muschio nasce sempre a nord". Non avevo mai capito cosa significasse, eppure quella frase riecheggiava come una guida per me. Forse perché Brigitte mi aveva spiegato che la festa era situata a nord della città.

Con la torcia illuminai un albero. Notai che solo da un lato era coperto da uno strato di muschio. Quello doveva essere il nord quindi. Proseguii in quel verso e, strano ma vero, mio nonno aveva ragione!

Arrivata alla festa Brigitte mi venne incontro.

Io che per una volta nella vita, volevo fare quella "ganza", mi atteggiai a rapper e con un movimento delle mani esclamai:

Ciao. È qui la festa?

Brigitte mi prese e mi trascinò dentro, rimproverandomi per il ritardo, come se non bastassero già le disavventure che mi erano capitate!

Tutti ballavano e si dimenavano come matti. Un tipo appoggiato al bancone del bar mi fece un cenno. Era piuttosto carino e mi sembrava di conoscerlo.

Mi avvicinai abbandonando Brigitte nella folla. Lui canticchiava la canzone che mi rimbombava nelle orecchie, nel petto e nello stomaco per quanto fosse alta.

"Oh Maria Salvador... te quiero mi amor..." e mi fissava. Sembrava davvero stesse dedicando a me quelle parole. La festa stava diventando interessante!

《Ciao...》 gli dissi avvicinandomi.

"Come inizio non c'è male... ci sono così tante storie d'amore che cominciano con un ciao", pensai vedendo che mi sorrideva. Da quel giorno quella sarebbe stata la mia filosofia di vita!

Lo squadrai dalla testa ai piedi. Capelli neri, scompigliati, come piacevano a me.

Occhi neri, come adoravo.

Una barbetta incolta, perfetto...

Un sorriso splendido... denti bianchiss... denti bianc... denti...

Dov'erano i denti?!

《Ciao!》ripetei. Questa volta cambiando direzione.

《Afpetta...!》mi tirò lui per un braccio mentre si mangiava qualche lettera.

《Vieni. Ti offro qualcofa...》

Guardai disgustata quello che aveva nel piatto.

《No, grazie... Io odio il formaggio...

《Allora orfdiniamo qualcof'altro!》

《No... davvero... non ho fame!》

《Comunque io mi chiamo Ofvaldo.》

《Piacere Osvaldo... io sono Margareth.》dissi sedendomi rassegnata.

《Margaref?! Che bel nome!》

《Certo. Detto da te poi...》

《Cofa?》

《Niente... Ehi! Ma quella è tua?》esclamai indicandogli la chitarra di fianco a lui.

《Fì fì, io fono il chitarriffta della band!》

《Meno male! Immagina se fossi il cantante!》esplosi in una risata. Lui non comprese perché ero così divertita. Mi guardava con le sopracciglia alzate.

Strinsi i denti (io ce li avevo!) per la gaffe appena fatta poi qualcuno gli fece cenno che era ora si esibirsi. Frettolosamente mi salutò e scappò via con la chitarra. Forse si era reso conto che lo prendevo in giro perché mi disse solamente:

《Tocca a noi fuonare!》

Ofvaldo, ehm... Osvaldo salì sul palco, e Brigitte e qualche altro amico, mi raggiunsero.

《Ti piace il chitarriffta, vero?》dissero imitandolo.

《Sapete una cosa? Frankenstein, non ci crederete, per me è bono in confronto a lui!

E così dicendo iniziammo a ridere e saltare a ritmo di musica. Strano ma vero Osvaldo, scatenato oltre ogni dire, mi invitò a salire sul palco. Era piuttosto bravo e accettai. Mi sentivo bene lassù e mi misi a saltellare peggio di un grillo.

Purtroppo inciampai su un groviglio di fili elettrici e il danno fu irreparabile. Quando aprii gli occhi ero sopra la chitarra di Osvaldo. La musica era cessata e tutte le persone giù dal palco fissavano me... proprio me!

Arrossii come un peperone. Ancor di più quando Osvaldo mi urlò contro alcune parole:

Hei! Ftai attenta... guarda che difaftro! La mia chitarra adeffo è rovinata!

Mi coprii il viso. Non sapevo proprio come uscire da quella situazione, così strappai il microfono dalle mani del cantante e iniziai a cantare la canzone che mia madre usava la sera come ninna nanna.

Che ne sai tu di un campo di grano...》mi fermai dopo la prima strofa.

Tutti erano ancora immobili a fissarmi. Non ero poi così stonata eppure mi guardavano con gli occhi sgranati.

《Poesia di un amore profano...》

Niente. Immobili come statue... così col volto in fiamme mi apprestai a scendere dal palco prima che mi prendessero a pomodori in faccia.

La festa era stata un vero fiasco. Decisi che non mi sarei più fatta convincere da nessuno a partecipare ad un'altra.

Fuori, dopo essermi subita gli scherni degli altri, vidi Osvaldo che mi si avvicinava. Ero dispiaciuta per avergli rotto il suo strumento musicale.

《Scusami... non volevo...》

《Come non potrei fcufare una ragaffa carina come fei tu...? Forfe poffo farla aggiuftare...》

《Se è così, pago io le spese.》proposi per farmi perdonare.

《Io ho un'idea più fimpatica...》

La sera dopo ero a cena con lui. Mi sarei disimpegnata e non l'avrei rivisto più. Quello era il mio piano.

《Fai, ho capito che l'hai fatto folo perché ti faccio pena...》 esordì lui finito di mangiare.

《... E... perché pensi questo?》dissi imbarazzata.

《Perché fanno tutte cofì...》

《Ma no, dai...》

《Fo bene qual è il mio handicap... ormai ci fono abituato...》

《Mi spiace... io comunque ti trovo molto carino. 》azzardai pentendomene immediatamente. Volevo alzare un po' la sua autostima ma non incoraggiarlo al punto di sentirsi spinto a corteggiarmi!

《Grazie. Ma fo che dici cofì perché ti faccio pena... e nonftante quefto, fai qual è il mio più grande difetto? Dare l'anima alle perfone a me importanti, fapendo della paura che proverò dieci minuti dopo averli refi felici.

Quelle parole mi toccarono profondamente. Era un ragazzo con un cuore grande e di certo, quel difetto fisico, gli aveva procurato molta sofferenza.

《Qual è invece la tua paura più grande?》mi domandò.

《Tornare a casa e scoprire che il mio divano nuovo è stato rubato! 》scherzai ridendo. 《A parte gli scherzi... la mia paura più grande? Essere pugnalata alle spalle e abbandonata dalle persone più importanti per me. Assomiglia molto alla tua... quindi posso capirti, sai?》

《È già qualcofa... Poffo farti una domanda perfonale?》

《Va bene.》

《Ti fei mai innamorata?》

《Che bella domanda...》 sospirai. 《Non lo so... Vedi, è difficile dirlo... Da piccola ero innamorata di un ragazzo così bello che era difficile persino guardarlo negli occhi. Anche se non ci siamo mai detti direttamente qualcosa, lui c'era sempre. Poi mi sono accorta che le relazioni a distanza con gli attori della TV non funzionano mai...

《Ah, era un attore? E chi, sentiamo...》

《Non so se ti ricordi di lui... si chiamava Ybircs... ha fatto una brutta fine.》

《Cofa gli è succeffo?》

《Non si sa di preciso... pare che prendesse sempre in giro le scrittrici famose e queste un giorno si sono coalizzate, l'hanno rapito e... da allora... puff! Sparito.》

《Ho capito. Mai prendere in giro le fcrittrici!》

《Esatto!》ridemmo tutti e due. Lui poi mi guardò serio.

《È ftata proprio una bella ferata fai? Terrò quefto ricordo fempre dentro di me... Tanto fo che non ti rivedrò mai più... vero?》

Non risposi alla domanda. Il suo sguardo mi rattristava. E lui in fondo non era male... ma ero bloccata. Qualcosa di lui mi attraeva, e qualcosa (i suoi denti, anzi le sue gengive sdentate!) mi allontanava. Ero in tilt totale.

《Come ti fenti?》mi chiese comprendendo il mio stato confusionale.

Mi sento come se fossi parcheggiata diagonalmente in un Universo parallelo...》dissi in balia dei miei contrastanti pensieri.

《Ok. Ti accompagno a cafa...》volle togliermi dall'imbarazzo.

Mentre mi accompagnava, nessuno dei due aveva più parlato. Provavo pena per lui ma, d'altra parte non sarei potuta uscire e frequentare un ragazzo sdentato.

《Fpeffo mi chiedo come fi ftia con i denti. Io li ho perfi tutti.》

《Ma non puoi impiantarne altri?》

《No... fono allergico alla anneftefia...》

《E una dentiera no?》

《Ce l'ho... Non riefco a tenerla... mi irrita le gengive...》guardò i miei denti con l'espressione triste. 《Chiffà quante cose puoi farci...》 sospirò.

《In effetti... mi rifugio nella biblioteca, in mezzo al sapore della carta ingiallita dei vecchi libri. Ed è magico assaporarli lentamente, sgranocchiare persino le copertine più dure...

Osvaldo mi fissò perplesso. Scoppiammo tutti e due a ridere. Era ovvio che scherzassi. Però in fondo era dolce quel ragazzo.

《Sei dolce...》 mi sfuggì un altro complimento senza che gli dessi il permesso di uscire da me!

《Fai in quante me lo dicono? Io rifpondo: Sì, come la melaffa!》

《Bhe... non ho mai capito bene cosa sia la melassa. Non credo di averla mai vista... eppure la sento sempre nominare per i paragoni di colori.

《Io fo folo che efifte bianca e nera. Più che altro viene ufata per dire che qualcofa è molto, molto dolce...》

《Bhe... tu lo sei...》

Mi salutò, con un piccolo tenero bacio sulla fronte.

Ma come ti permetti?! Non si bacia una ragazza senza il suo permesso!》 scherzai.
Gli sorrisi e lui si avvicinò pensando di avere una chance con me.

《Mi spiace... ma dentro ho già qualcuno che mi aspetta.》

《Davvero? Ma fei fpofata?》

《Diciamo che... sono legata per la vita.》

Lui si rassegnò e andò via. Rimasi fuori a contemplare le stelle. Qual era la mia nuova filosofia di vita? Un ciao è sempre un buon inizio per una storia d'amore?

No, no. Mi ero ricreduta.

Perché non sai mai come va a finire ma di certo la parola "ciao" è sempre un buon inizio per un completo disastro.

Volevo solo lasciarmi tutta quella storia alle spalle. Scordarmi di Osvaldo anche se mi dispiaceva molto per lui e niente più feste, promisi a me stessa. Soprattutto niente più feste!

Entrai in casa e lui era lì... Bellissimo... pelle bianca, adagiato sul pavimento. Mi avvicino lo accarezzo... non resisto. Mi distendo sopra e mi addormento. Ho... finalmente un divano nuovo.

Niente più ragazzi, niente più feste. Solo io e l'amore della mia vita...


Ma che?!

Non è andata per niente così! Il giorno dopo l'ho chiamato. Che mi importa dei denti! Lui a me piace. Questo mi basta! Inoltre è bravo, gentile e benestante... ha una piantagione di caffè dietro casa sua... Pensate un po' che ci tiene così tanto a me che domani mi porta dal dentista per farmi estrarre il dente cariato che mi sta facendo impazzire da giorni! Non è premuroso?

Era destino che lo conoscessi e che mi innamorassi di lui? E che ne so!

Tanto... puoi anche alzarti molto presto ma il tuo destino si è alzato un'ora prima...

Che vuol dire? Non lo so. È un'altra delle frasi di mio nonno. Scriverò un libro con i suoi aforismi.

Scusatemi devo andare... il dentista mi aspetta!

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