-Moltopiccante-
Ho già una certa età... Non mi sono mai sposato e quindi essendo figlio unico, credo che il nome di mio padre finirà di esistere con me. Solo ad una cosa tengo... alla mia fabbrica.
La fabbrica è tutta la mia vita. Ormai ho 59 anni ma non mi sento, e non mi sentirò mai pronto per andare in pensione.
Eppure c'è qualcuno che è quasi riuscito a farmi ritirare...
Mi chiamo Agostino Molccante, sono nato in Italia. Per decenni la fabbrica denominata appunto, Molccante, dedita alla produzione di carne in scatola, è stata leader nel mondo intero, di questo alimento naturale e nutriente. Da generazioni è andata avanti e solo avanti, fino a che non c'è stata una battuta d'arresto.
Oh, sì! Quella donna insulsa e spietata, quella Francesca Contratti! È stata quella famelica iena, dall'aspetto innocente e candido a farmi chiudere... La spietata direttrice della fabbrica di carne in scatola Contratti... mia concorrente da circa 7 anni e nemica giurata, sì, è lei la causa del mio quasi fallimento.
Ha pensato bene, questa cara donna di un anno in meno di me, di giocare sporco!
Non potendo battermi onestamente, ha avuto il coraggio di farmi fuori, denunciando al dipartimento di igiene, l'inagibilità della mia fabbrica. Perché? Per la presenza di topi!
Io so benissimo che è stata lei a portare quelle bestie disgustose nel mio amato laboratorio di produzione! Sì. Ne sono sicuro al punto che ci metterei la mano sul fuoco!
L'ho capito quando gli ispettori sanitari sono piombati nella mia fabbrica e hanno scoperto che in alcune scatolette sigillate, aperte da questi uomini, era presente assieme ai cubetti di bovino rosato, un tipo di carne dal colore strano e dall'odore nauseabondo. Svuotandone il contenuto, i pezzi di carne sospetta erano ricoperti di disgustosi peli ed analizzandoli, si è capito che nella mia amata carne di bovino era stato aggiunto un topo! Sì uno sporco, vomitevole topo! Forse un topo di fogna!
Non credevo ai miei occhi e nemmeno al mio naso! Ma quel topo lì, c'era stato messo apposta!
Dicevo che ne sono sicuro perché qualche giorno prima avevo ricevuto un'insolita visita.
《Piacere. Francesca Contratti, dirigente della Società Contr...》
《So chi è lei!》l'avevo interrotta bruscamente. Per quanto fosse una donna molto affascinante con i suoi rossi capelli lucidi e con quello sgargiante rossetto che si intonava alla sua chioma, conoscevo bene il tipo. Era assurdamente bella e assurdamente malvagia. Non potevo, non dovevo, farmi abbindolare da lei! 《Vada dritta al punto, mia signora. Niente giri di parole con me. 》
《Bene, vedo che ha già capito tutto. Allora ascolti attentamente, lo dirò una sola volta. La mia fabbrica non raggiungerà mai il guadagno della sua. Quindi le faccio una proposta. Lei mi da il 50 per cento netto dell"incasso mensile ed io le faccio tenere aperta la fabbrica.》
《Quale razza di proposta è questa?! Qui siamo di fronte ad un ricatto bello e buono!》
《Capisco se vuole chiamarlo così. Non ha via di fuga però... Agostino...》sibilò come il dolce suono di un rettile che sta per iniettare veleno nella sua vittima. Il mio nome pronunciato da quella crudele viperetta, non era mai stato più soave alle mie orecchie. Eppure non potevo scendere a patti con quella donna anche se era difficile non cederle visto il suo fascino.
《Non vorrei dover chiamare la polizia!》 tentai di spaventarla. Lei contrattaccò.
《Non vorrei dover chiamare l'Ispettore Sanitario...!》
《E a quale pro?! Rispetto tutte le norme di igiene... tutto è in conformità con le leggi vigenti... non può far nulla contro di me!》
《Ah no? Mi metta alla prova, signor Molccante.》 si sporse tirandomi per la cravatta. Girò i tacchi e si dileguò con passo felino. Ma non prima di lasciarmi l'amaro in bocca con le sue ultime parole. 《Non sono una serpe... come tu pensi mio caro...》 disse in tono confidenziale arrivando a darmi del tu.《Sono una "topina" e mi infilo dappertutto. Anche nelle tue scatolette di carne scelta.》
Al momento non capii cosa volesse dirmi, ma quando vidi quel ratto compresso nelle mie scatole... tutto fu chiaro.
Qualche giorno dopo la fabbrica era infestata da una colonia di topi! Non capivo come c'era riuscita... ma la responsabile era lei! Ne ero più che certo!
La fabbrica fu chiusa ma io ero deciso più che mai a restituire a quella cara signora il favore appena ricevuto. Volli incontrarla, io e lei soli. Mi diede appuntamento nella sua fabbrica.
《Hai cambiato idea?》mi disse sbattendo le ciglia lunghissime, forse finte ma che ammiccavano in modo stupendo.
《Sì. Sono qui per chiederti aiuto.》
《Spara tesoro.》
《Era proprio quello che volevo fare...》 dissi tirando fuori l'arma.
Cioè... ecco... quello avrei voluto... ma non ero un farabutto e nemmeno un violento e perciò mi limitai a sottomettermi a lei.《Accetto la tua proposta. Voglio però che mi aiuti a riaprire la mia fabbrica. Voglio un contratto scritto... e voglio tornare a vendere il mio prodotto.》
《Voglio voglio voglio...! Troppi voglio. Adesso i termini del nostro patto sono cambiati. Adesso io voglio l'ottanta e non più il cinquanta. Voglio diventare direttrice della fabbrica e voglio prendere io tutte le decisioni inerenti ad essa.》
《Sei la crudeltà in persona!》
《No. Sono solo brava negli affari.》
《Ok... ok! Tutto pur di riavere la mia amata fabbrica!》
《Tutto tutto?》 sorrise con un ghigno di vittoria.
《Tutto.》 l'accontentai. Era bellissima, troppo, e non potevo sprecare gli ultimi giorni della mia vita sapendo che la fabbrica che avevano fondato i miei antenati avrebbe fatto quella fine per degli stupidi topi.
Francesca ci sapeva fare. Aveva sistemato ogni cosa che riguardava le norme igieniche e in pochissimo tempo la "Molccante" era nuovamente in funzione. La colonia di topi fu debellata e tutto tornò proprio come un tempo.
《Sei sempre stato un uomo affascinante...》 mi aveva detto la mia nuova direttrice.
《Ma davvero... non credevo di piacerti...》 ero confuso come non mai.
《Ho fatto tutto questo per farmi notare da te.》
《E ci sei riuscita ma... non bastava invitarmi ad uscire?》
《No. Io sono una fuori dagli schemi. Assaggia questo...》
Eravamo in fabbrica e Francesca che ormai aveva preso il comando, si occupava di ogni cosa, anche di nuove ricette che aveva già messo a punto nella sua fabbrica.
《Mmmmmh... è molto piccante! 》avevo detto quasi ustionandomi la lingua. 《Però è buono. Ma non capisco che carne è. 》
《È quaglia. Avresti mai detto che nella tua fabbrica un giorno ci sarebbe stato questo sconvolgimento?》
《Un piacevole sconvolgimento...! Come la chiamerai questa nuova ricetta?》
《Mi hai appena dato un'idea... Che ne dici di "Molto piccante"?》
《Bello, sì, ma... dev'essere aggiunto proprio così tanto peperoncino?》
《Oh, credimi. È meglio di sì.》
《Mi fido allora.》
《E non solo, caro Agostino. Da oggi produrremo questo e solamente questo tipo di carne... e la fabbrica non si chiamerà più "Molccante" ma... "Moltopiccante". Ti piace?》
《Posso rifiutare?》 dissi conoscendo la risposta.
《No.》
《Allora sì, mi piace.》
Che altro potevo chiedere nella vita? Ricevevo solo il venti per cento degli introiti ma... alla fine ci avevo guadagnato. Non avevo più la grossa responsabilità di dirigere una grande fabbrica. Avevo una donna finalmente e tutto era tornato a funzionare a norma di legge e sicurezza igienica. E vi assicuro che il venti per cento non è poco con tutta la carne che vendiamo!
A proposito, la nuova carne chiamata "Moltopiccante" va a ruba. Mi chiedo come si possano trovare così tante quaglie... ma Francesca dice che non è affar mio. Ed io la lascio fare. Il più delle volte me ne sto in ufficio a sbrigare faccende burocratiche, la mia amata non vuole che mi stanchi. Solo qualche volta entro nel laboratorio di produzione, ma subito vengo cacciato via.
A volte faccio incubi ad occhi aperti. Devo essere rimasto talmente scioccato dai topi che mi sembra di vederli mentre saltellando scappano tra gli ingranaggi delle macchine.
Alla mia età può succedere, no? Anche se devo dire che mi è passata per la testa l'assurda idea che al posto delle quaglie, venga usata carne di topo.
Ma non credo... no, non può essere...
《Tesoro...》la chiamo entrando in casa. Sì viviamo insieme ora, ci siamo sposati un mese fa. Quello che vedo mi fa accapponare la pelle. Tra le mani, Francesca, ha un topo... uno di quegli odiosi roditori che io tanto odio.
《Perdonami amore... non ho resistito...》 mi dice rammaricandosi. 《L'ho trovato al mercato... mi guardava con questi dolci occhi che... ti spiace se lo teniamo? Non ti darà fastidio...! Ti prego...!》
Come posso dirle di no? Ma... siamo sicuri che l'abbia trovato al mercato? Siamo sicuri che non faccia parte magari di una colonia che sta utilizzando per le scatolette della carne "Moltopiccante"?
La notte non riesco a dormire. Mi alzo e prendo nella dispensa una confezione di Moltopiccante. La scruto bene casomai possa darmi una risposta ...e questa non tarda ad arrivare...
Leggo il nome.
MOLTOPICCANTE.
Faccio un'assurda scoperta. La vedete anche voi? Sì... è proprio lì al centro della parola.
MolTOPIccante... Per assurdo, se tolgo quelle quattro lettere... resta il mio cognome...
MOLtopiCCANTE...
MOL.......CCANTE...
Tutto questo è sconvolgente! Possibile che la mia donna mi abbia preso in giro fino ad ora solo per guadagnare?!
Non ci posso credere, no! Mia moglie... la mia bellissima moglie... Francesca Contratti, ha nascosto nel mio nome il vero prodotto! Ma... anche il suo... anche nel suo nome si nasconde quella parola...!
Contratti! Cont...ratti! O mio Dio! ...l'animale che viene usato non è la quaglia ma... Ecco perché tutto quel peperoncino! Ora si spiega! Per coprire il gusto schifoso di quelle bestie...! Ed io la mangio! L'ho mangiata!
No! Mi sbaglio! Devo sbagliarmi! Però lei non mangia queste scatolette... forse perché sa di cosa sono fatte?!
Ora basta! Me la pagherà.
Qualche giorno dopo però mentre sono in fabbrica e sto confezionando io stesso alcune scatolette, arriva Paolo, un nostro operaio.
《Signor Mollcante... ho trovato questa... era su un macchinario...》
《Cos'è? 》la apro e pare proprio una lettera di addio. È fredda, gelida... non è nemmeno scritta a mano. Ma battuta a macchina... 《Cos'è?!》 ripeto perdendo la pazienza.
《È una lettera...》 risponde Paolo abbassando lo sguardo. 《È della signora Francesca...》
Con uno strano sentore gli chiedo di leggermela perché non ho con me gli occhiali.
"Caro Agostino, mi spiace averti solo usato in tutto questo tempo. Non sei proprio malaccio... ma io preferisco uno più giovane di te... Sono partita e ho con me tutti i soldi guadagnati in questi anni, più i tuoi! Grazie di tutto! Te l'avevo detto: Sono una topina... e mi infilo nelle tue scatolette. Così mi sono intrufolata nella tua vita ma ora, dopo aver ottenuto quello che volevo, proprio come una topina sgattaiolo via! ...addio fesso!"
Paolo resta zitto a fissarmi mentre le mie lacrime salate mi finiscono in bocca.
Mi da una pacca sulla spalla, come se servisse a tirarmi su poi mi sussurra alcune parole.
《Vuole che riponga io queste scatolette a posto?》chiede per aiutarmi a completare il lavoro che avevo iniziato.
《No... no... grazie lo stesso...》dico ponendole in un cartone visto che me le porterò a casa.
Un'ultima pacca e decide di lasciarmi solo. Ed è proprio quando sono sicuro che si sia allontanato che mi asciugo le lacrime e scoppio a ridere. Rido di gusto!
Ora la fabbrica è di nuovo nelle mie mani. Le darò il nome che aveva in precedenza, controllerò la carne usata, la farò analizzare per confermare la mia teoria e continuerò a guadagnare.
Qualche settimana dopo, in una splendida domenica di sole rifletto sulla mia situazione. Sono dispiaciuto che Francesca sia sparita... sono tornato "single", sono solo... però non sono triste. Mi siedo sulla mia comoda poltrona e accarezzo un mucchietto di scatole che ho messo proprio di fianco a me, sull'altra poltrona, la preferita di Francesca.
《Sono una topina... e mi infilo nelle tue scatolette... sono una topina... e mi infilo nelle tue scatolette...》 canticchio quella frase sotto forma di burla.
《Ed io ti ho accontentato...!》 sorrido soddisfatto della vendetta che mi sono preso mentre continuo a far passare la mia mano sulle scatolette.
Esco in giardino e fisso quel punto dove ho bruciato la macchina da scrivere e i guanti usati. Pianterò qualcosa al più presto lì così non ci sarà prova che a scrivere quella lettera sono stato io...
Vedo poi che c'è posta per me nella cassetta. Sono le risposte degli esami fatti sulla "carne di quaglia" o meglio carne di "topo"!
Le leggo e resto basito. No! È impossibile! Ho sbagliato tutto...! Rientro in casa urlando per il dolore. Il foglio finisce sull'erba che viene innaffiata... bagnandosi completamente.
"Esito analisi:
Scatole di carne denominata Moltopiccante
Carne usata- quaglia
Ingredienti: Carne di quaglia 78 %, brodo di carne di quaglia, fibra di frumento, sale, addensante, peperoncino di caienna."
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(Seconda prova del concorso "Coppa Wattpad 2015. Tema: finale con colpo di scena.)
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