-L'estrazione-
Alcune torture sono di carattere fisico, altre di tipo psicologico. Una seduta dal dentista appartiene ad entrambi i tipi.
~citazione~
***
-Oh cavolo! O cavolo...! Oh mamma! Ahia!
-Signorina Jackson! Perché mi ha tolto il braccio?! L'ago poteva pure spezzarsi! Non si permetta mai più!
-Non ce la faccio! Basta!
-Non faccia la bambina! Forza, apra la bocca!
-Mi rifiuto! Mi tengo il mio dente cariato, va bene?!
-Dice così solo perché adesso non ha dolore! Vedrà che entro stasera le tornerà e allora le toccherà tenerselo fino al prossimo appuntamento! E questa volta non sarò così gentile con lei! La inserirò nel giorno che non ho altri pazienti... qualsiasi data sia! Anche dopo un mese ha capito?! Ma lo sa che per fare venire lei ho dovuto rinviare un'altra paziente che mi avrebbe anche fruttato più guadagno?! Ora si appoggi e apra quella maledetta bocca!
-No.
-Devo farle l'anestesia! Il molare ormai è andato...!
-Il molare andato me lo tengo così... Ehi, dottore... ma cos'è questo formicolio alla guancia...?
-Non si spaventi. È l'anestesia. Allora sono riuscito ad iniettargliela! Forse possiamo riuscire ad estrarre il dente anche con quel poco che ho immesso. Su, apra la bocca.
-No. Chi mi dice che non sentirò dolore?!
-Ok, facciamo in questo modo: appena sente male, mi fa un cenno con la mano ed io smetto immediatamente. Ci sta?
-Mh... e chi mi dice che si fermi davvero? E se invece continuasse a tirarlo anche se dovessi provare dolore?
-Le do la mia parola che smetto.
-Non mi basta la sua parola.
-Allora se non dovessi fermarmi, le assicuro che annullerò il debito che ha accumulato in questi anni. Quindi? Proviamo?
-Proviamo...
La signorina Jackson spalancò la bocca e con molta cautela il dentista avvicinò le pinze al molare da estrarre.
-Ahia...!
-Ma non ho ancora fatto nulla!
-Ah, sì? ...Ho sentito qualcosa...
-Si tranquillizzi signorina... e non urli! Mi mette solo ansia!
-Ok...! Non lo faccio più. Vada!
Nuovamente il dentista avvicinò le pinze, questa volta con fare più deciso. Non vedeva l'ora di levarsi dalle scatole quella ragazza seccante.
L'attrezzo del dentista sfiorò il dente. La ragazza restò immobile mentre stringeva gli occhi tanto da renderli invisibili.
Ancora con estrema cautela, l'uomo prese il molare tra le pinze, strinse forte, e iniziò a muoverle da una parte all'altra. Controllò che la ragazza fosse ancora con gli occhi chiusi e notò con sua sorpresa che si era rilassata perché non li stringeva più.
Questo tranquillizzò anche lui che fino a quel momento era teso come una corda di violino. L'ultima gocciolina di sudore gli colò dalla fronte a ricordare la fatica che stava sostenendo per una semplice estrazione.
Il dente era lì, si muoveva e mancava davvero poco e si sarebbe tolto. Un ultimo sforzo e...
-Fatto...! -esclamò euforico il dentista come se avesse vinto un premio ambito. Sollevò le pinze che trattenevano il molare, al cielo, quasi fosse il suo personale trofeo.
Mentre posizionava il tampone al posto del dente mancante, il dottore diede alla ragazza le ultime istruzioni.
-Lo tenga per mezz'ora, poi lo sostituisca con questo. Lo lasci lì per un'altra mezz'ora e poi lo tolga. Stasera mangi alimenti freschi...
E intanto che spiegava alla sua paziente cosa doveva fare, pensava che quella era la vittoria più grande ottenuta in tutta la sua carriera dentistica. Era estremamente orgoglioso di sè.
Nel frattempo arrivò il fidanzato della ragazza a prenderla. Era un tipo burbero nei modi, già si vedeva dall'atteggiamento e dallo sguardo. Squadrò infatti il dottore da capo a piedi poi si rivolse alla sua fidanzata con il suo accento siciliano.
-Mii...! Ti fece male?
La ragazza, non potendo aprire bocca, scosse solo la testa ad indicare che non aveva sentito dolore.
-Bene. Mi fa piacere. -guardò il dottore. -Mi fa piacere pe' ttia! Guarda cosa avevo portato!
Dalla tasca tirò fuori una pistola.
L'uomo sbarrò gli occhi incredulo. Aveva rischiato la morte per una semplice estrazione?!
Senza proferir parola, continuò a fissare l'arma che veniva sbattuta a destra e a manca, seguendo i movimenti del discorso che il giovane portava avanti.
-La mia rragazza, ah, non la tocca nessuno! E se qualcuno la tocca e le fa male... a schifiu finiu! -urlò minaccioso.
-Comunque tutto bene, no? -disse il dentista rivolgendosi alla ragazza e riprendendo a sudare. Lei annuì, per sua fortuna. Gli venne così un'idea per congedarli in fretta. -Anzi, sapete cosa vi dico, non vi faccio nemmeno pagare la mia prestazione... che ne dite?
La ragazza sorrise guardando il suo fidanzato. Il dottore non vedeva l'ora che i due andassero via. E così fu. Le ultime parole del ragazzo però erano una minaccia.
-Se la mia donna dovesse avere dei probblemi, tornerò qua con questa mia amica, e le farò vvedere i sorci gialli! Mi capisti?
-Sì. ...sì. ...Tutto chiaro! -balbettò l'uomo sull'orlo di un infarto.
-E spaventati quando sentirai queste parole: "Picciottino, il lavoro hai fatto male, domani ci sarà il tuo funerale!" ...capisti?!
Ancora con quella frase in mente, il pover'uomo restò solo, si mise quindi a sistemare i ferri. Pregava che la ragazza non avesse complicazioni, ma in fondo sapeva che lui era molto bravo nel suo lavoro e nessuno mai aveva trovato da ridire oppure era tornato da lui perché c'erano stati problemi.
Trovò ancora sul carrellino, dove riponeva i suoi attrezzi, il molare appena estratto. Lo prese e lo rotolò tra le dita, immaginando alla brutta fine che avrebbe fatto per quella piccola cosa.
Sprigionando tutta la tensione che aveva accumulato negli ultimi minuti, scoppiò in una risata isterica.
-Bel molare però! -continuò a ridere bagnato fradicio dal suo stesso sudore. -Mai visto uno così bello... così... così perfetto. PERFETTO...
Le pupille gli schizzarono fuori per l'orrore, o meglio, per ...l'errore!
-Il dente... il dente è sano! ...ma quale le ho tolto?!
Corse a riguardare le lastre e terrore si stampò sul suo viso tondo. Aveva sbagliato. Nella tensione che la ragazza gli aveva trasmesso, non si era accorto di aver tolto un molare sano anziché quello cariato.
Prese a camminare come un matto per tutto il suo studio medico. Il suo camice ormai era zuppo. Solo una cosa aveva in mente: fuggire dalla città.
Quella minaccia rimbombava nella sua testa, come un martello pneumatico.
"Il lavoro hai fatto male, domani ci sarà il tuo funerale..."
L'uomo tornò a casa, prese di corsa la valigia, vi ripose alla rinfusa quello che trovava nei cassetti e si diresse correndo verso la sua auto. All'uscita del cancello incontrò la portinaia.
-Ah ecco, proprio lei cercavo. C'è posta per lei. Deve ancora ritirarla.
-La metta nella mia cassetta! -tagliò corto lui mentre fremeva per la paura.
-Lo sa che è rotta, quindi l'ho messa da parte.
-Ok, ok, verrò a ritirarla domattina...! Mi apra il cancello per favore!
-Sono giorni che rimanda e si sta accumulando! Venga a prenderla!
-Mi apra il cancello brutta cretina che non è altro! -si lasciò sfuggire alzando di qualche tono la voce.
La portinaia zittì stringendo le labbra offesa. Mentre dal viso di lui traspariva rammarico, la donna aprì il cancello.
L'uomo sfrecciò via come un razzo e non si vide più.
Dopo circa un anno ricevette una telefonata.
-Finalmente sono riuscita a rintracciarla! -il dentista riconobbe la voce. Era la portinaia.
-Oh, carissima! Come sta?
-Bene. E lei?
-Non male. Mi scusi per quella sera, sa andavo così di fretta che...
-Non si preoccupi... Comunque volevo avvisarla che sono riuscita a reperire il suo nuovo indirizzo e le ho mandato la posta arretrata qualche giorno fa.
-Come ha fatto a trovarlo?
-Oh... non è stato difficile. C'era un ragazzo che la cercava disperatamente. Ho dato a lui il suo nome e cognome e grazie ad alcune conoscenze l'ha trovata.
-E chi è questo ragazzo? -iniziò a tremare lui.
-Veramente non lo conosco... alto, bruno, molto carino... ah, parla con uno strano accento... mi pare siciliano.
-Cosa...?!
Il quello stesso momento si sentì posare una mano sulla spalla. Il suo viso si riempì di mille goccioline, il respiro si affrettò.
Chiuse la chiamata poi si girò lentamente.
-Dottore, mi scusi se la disturbo... è arrivata la posta.
Il pover'uomo tirò un sospiro di sollievo. Forse aveva ancora tempo per scappare in un'altra città. Forse non tutto era perduto. Doveva lasciare tutto quello che si era rifatto in quel posto, il suo studio dentistico, le amicizie, i pazienti... ma nulla era più importante della sua vita.
Questa volta non preparò nemmeno le valigie e così com'era, in camice e ancora con la posta in mano, si diresse nel parcheggio sotterraneo dove sostava la sua auto.
Si fermò solo quando trovò una lunga fila, all'entrata del casello autostradale. Fu lì che per ingannare il tempo e l'ansia, aprì la posta. Fra le bollette, estratti conto e pubblicità, trovò una busta da corrispondenza. L'aprì, mentre la colonna d'auto procedeva a rilento.
Dentro, un foglietto con una scritta in rosso.
"Il lavoro..."
L'uomo smise immediatamente di leggere, gettando tutto all'aria. Accelerò, spostandosi sulla corsia di emergenza e tentando di uscire presto da quell'ingorgo.
Quando ormai si sentiva al sicuro abbassò la guardia esausto. Rallentò entrando in un'area di sosta e sperando che nei paraggi vi fosse un Motel, quando all'improvviso si sentì toccare la spalla da una mano che proveniva dal sedile posteriore.
L'urlo che lanciò, fu tale da svegliare una mummia.
-Ehi calmati! -disse quella voce con un calcato accento siciliano. -Ti stavo aspettando qui dietro e ho preso sonno.
Il dottore aprì lo sportello urlando "Non uccidermi! Non uccidermi...!" e correndo a perdi fiato chissà dove.
Il ragazzo lo fissò sorpreso poi scese anche lui, inseguendolo.
-La mia rragazza ha dolore ad un altro dente... ma ormai si fida solo di lei! -gli urlò dietro mentre l'uomo non capiva nulla. -Per favore venga a curale il dente... sono mesi che la cerco!
-Aiuto...! Vuole uccidermi! -gridava intanto lui terrorizzato e correndo come un pazzo.
Il ragazzo ad un certo punto dovette fermarsi e coprirsi gli occhi con le mani, perché accidentalmente il dentista si lanciò nel bel mezzo dell'autostrada e una macchina lo travolse in pieno.
-Mii! Quello pazzo è...!
Il foglio ancora lì sul sedile anteriore, riportava questa frase:
"Il lavoro bene hai fatto, ed io sono soddisfatto."
***
SPAZIO TRA "ME "E "VOI":
Con questa breve storia, spero di non aver offeso nessuno in particolar modo i siciliani che io adoro e di cui amo l'accento.
Anzi conosco diverse persone della Sicilia e ci sono anche stata in quell'isola meravigliosa e c'è gente adorabile ed estremamente ospitale!
Se qualcuno dovesse ritenere inappropriato qualcosa che ho scritto, me lo faccia sapere per favore e provvederò immediatamente a cancellare la storia.
Approfitto per salutare una mia carissima lettrice siciliana a cui sono molto affezionata ♥
E un abbraccio a tutti gli altri.
~Luna~
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