-L'attenuante 3-
Terza parte
I giorni passavano veloci. Sembrava che tra me e Jess non fosse mai successo nulla. In realtà però qualcosa era successo. In qualche modo c'eravamo dichiarati.
Avevamo messo a nudo i nostri sentimenti.
Cosa poteva spingere quel ragazzo ad avere un comportamento così assurdo nei miei confronti? Perché alla fine non aveva voluto anche solo provare a stare con me?
Non ho mai sopportato quelle frasi fatte del tipo: "ti lascio andare perché non ti merito" oppure "non posso stare con te, ti farei solo soffrire".
Io so cavarmela benissimo. Sono abbastanza grande da assumermi la responsabilità delle mie scelte! Perciò caro Jess, lascia decidere a me se rischiare o meno!
Nervosa più che mai entrai nel fast food e mi diressi dritta in cucina. Era ancora vuota. Doveva essere sicuramente nello spogliatoio, così senza pensarci troppo e a grandi passi mi diressi lì prima che il coraggio di cui ero carica, si dissolvesse.
Lui si voltò di scatto sentendo la porta che sbatteva violentemente. Con il solito sguardo di sufficienza si rigirò continuando a fare quello che stava facendo.
《Ok! Devo parlarti! E devo farlo ora! Tu resta pure di spalle. Non guardarmi in faccia se non hai il coraggio! Io sono stanca di tormentarmi giorno e notte con questa angoscia che mi opprime lo stomaco! Tu non puoi continuare ad evitarmi o a respingermi! Capisci che per me non è per niente facile vederti ogni giorno qui al lavoro e fingere che tutto sia a posto?! Quando stavo con Paul ti sei fatto avanti... mi hai detto: "Non sono morto... sono qui...", ricordi? E adesso che la mia storia con lui è finita, ti tiri indietro?! Allora non sei il duro che volevi farmi credere! Non sei così forte come vuoi far pensare a tutti! Sei un debole! Se hai paura di me o di quello che potresti causarmi... sei solo un vigliacco!》
Mi bloccai per un secondo, delusa di non vedere nemmeno una microscopica reazione da parte sua che rimase di spalle, tra l'altro!
《Che fai mi ignori?! No, non puoi continuare ad ignorarmi. Sappi che ti tormenterò, ti starò incollata per tutto il tempo... non ti farò nemmeno respirare! Oh, sì...! Ma bravo! Usa sempre la tua tattica per tenere tutti lontano da te! Questa volta non funzionerà! No! Con me non funzionerà! 》
Il silenzio e il caldo che invadevano lo spogliatoio, mi fecero bruciare le guance. Possibile che non avessi nessun effetto su di lui?!
《Jess!》urlai battendo una mano sulla panca, quella su cui mi ero addormentata la volta precedente.
Si voltò come svegliato dal sonno.
Solo in quel momento mi accorsi che aveva le cuffie nelle orecchie.
Ed io avevo parlato tutto quel tempo da sola?! Ero furiosa e lui si accorse della mia faccia inviperita. Impassibile si tolse una cuffietta.
《Volevi qualcosa?》disse appena, come se mi stesse facendo un grosso favore.
《Ma come...?!》la carica che avevo accumulato, in quel momento vacillò.
《Allora?》fece Jess puntando i suoi verdi occhi su me. Mi sentii morire. In quel momento come non mai ero in soggezione.
Non riuscii a spiccicare una parola e così abbassai gli occhi rassegnata a concludere lì il mio sfogo perso nel vuoto. Aprii la porta sprofondando nella tristezza.
Sentii poi che lui mi aveva raggiunta e vidi la sua mano che spuntava alla mia destra e che con un colpo secco la richiudeva. Con il cuore sottosopra rimasi a fissare quelle cinque dita praticamente perfette che restavano lì, piantate contro la porta, impedendomi di uscire.
《Miriam...》sentii la sua voce alle mie spalle, tra i miei capelli. 《No.》 pronunciò solo quella sillaba.
Lo sapevo. Lo immaginavo. Avevo sprecato un mare di parole per sentire una negazione. Un'odiosa negazione.
《No cosa?!》volli insistere come se servisse a fargli cambiare idea.
《No... Mi hai chiesto se posso continuare ad ignorarti. No... non posso!》
《Allora...》
《Sì, ho sentito quello che mi hai detto. Tutto quello che mi hai detto.》
Delicatamente, questa volta, mi fece girare verso quei suoi splendidi occhi.
Attesi che mi dicesse qualcosa. Qualcosa che confermasse quello che pensavo di aver capito. Qualcosa che mi desse speranza...
《Ora esci!》disse invece.
《Ma Jess...!》
Lui sorrise allentando quell'espressione tesa che aveva sempre stampata sul viso.
《Sto giocando...》disse tra le labbra. 《Stasera vengo a prenderti e sarà tutto perfetto.》
《Che vuoi dire?》
《Lo scoprirai. Ora esci. Devo cambiarmi.》
《Jess... sarai sempre così...? Voglio dire... non saprò mai cosa aspettarmi da te...?》
《Certo che sì. Ti sei cacciata in un bel guaio ragazza!》
Uscii dallo spogliatoio ripetendo tra me quelle parole. Cosa intendeva dire? In che guaio mi ero cacciata?
Terminai di prepararmi alle 20:00. Sbirciando dalla finestra notai che Jess era già lì fuori ad attendermi, appoggiato alla sua macchina.
Possibile che sarei uscita con lui? Non ci credevo ancora... dopo tutto quel tempo io e lui avremmo passato una serata assieme!
《Sali?》mi chiese dondolando le chiavi che teneva con due dita.
《Dove mi porti?》
《È una sorpresa.》
Dieci minuti dopo arrivammo al molo. Era deserto. Solo un faretto che illuminava le barche attraccate che si lasciavano cullare dalle onde lente. La luna si era sdoppiata, disegnando una perfetta immagine di sé nel mare quasi piatto.
Jess si fermò di fronte ad una barca lì ormeggiata.
《Questa è la tua?》ruppi il silenzio.
《Sì.》disse allungando una mano per invitarmi a salire.
Quando vidi l'interno rimasi colpita. Tutto in ordine, tutto pulito... sapevo che Jess era un maniaco della precisione ma lo stesso ero a bocca aperta.
《Che ne pensi?》
《È bellissima!》
《Allora vieni con me.》
《In che in senso?》
《Il mio sogno è andare via da questo schifo di posto e viaggiare per mari.》
《Come? Pensavo che ti piacesse il nostro paese...》risposi perplessa. 《Io non immaginavo che... Ma davvero vorresti vivere su una barca?》
《E perché no?》
《Non so... non è una scelta di vita... proprio normale...! Certo, non c'è nulla di normale in te, ma...》lo guardai immediatamente per vedere se si fosse offeso. Il suo viso era tranquillo come non l'avevo mai visto. Sembrava davvero a suo agio in quell'ambiente.
《Mentre costruivo quest'imbarcazione non facevo altro che pensare alla mia nuova vita, qui a bordo della mia "EmmeJai"...》
《EmmeJai... Sono... le iniziali dei nostri nomi?》
《Sì. Scappa con me Miriam.》disse d'impulso.
《Ma da cosa vuoi scappare?》
《Dalla routine, dalla normalità... da una vita che ha solo saputo "prendere" da me... e non mi ha mai reso niente...》chiuse gli occhi spegnendosi.
《Jess... ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? Ho una casa, degli zii che mi adorano, un lavoro... come posso lasciare tutto così, di punto in bianco?》
《Devi solo capire cosa è più importante per te...》rimase a fissare i miei occhi. La luna si rifletteva in quel verde immenso che alla luce fioca era quasi trasparente.
《Tu sei importante... e lo sai. Forse lo sai anche meglio di me. Ricordi alla parata? Insistevi sul fatto che avessi una cotta per te. Io non volevo ammetterlo, né a te né a me stessa ma... avevi ragione. Però...》
《Capisci perché volevo tenerti
lontana?!》cambiò umore all'istante.
《Sì... me l'hai detto. Perché non volevi farmi soffrire...》
《E perché non volevo soffrire io. Come ora...》
《Jess...》
《Ti accompagno a casa.》
《Non vuoi parlare ancora...?》dissi dispiaciuta.
《A che serve...》
Chiusi la porta, ma non i miei pensieri. Quelli no, non riuscivo a farli tacere. Prima che scendessi dall'auto Jess mi aveva accarezzato la guancia dicendomi che l'indomani sarebbe partito.
Quello dunque, sarebbe stato l'ultimo saluto. Tutto era finito prima ancora di cominciare e quelle lacrime che leggere lasciavano il segno sul mio viso erano lì a testimoniare la mia sofferenza, quella che Jess aveva sempre voluto evitarmi.
Fine Terza parte
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