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Quando la prof di Lettere entrò in classe, il solito borbottìo sommesso si interruppe, sentii il rumore delle sedie spostate velocemente, poi silenzio. Io continuai tranquillamente il mio disegno, i miei capelli viola mi coprivano il viso, però mi sentivo osservata, come al solito feci finta di niente. Il silenzio si prolungava più del solito, finché fu interrotto dalla prof: "Gemma, ti spiacerebbe alzarti in piedi?"
Alzai lo sguardo, tutti mi fissavano, lentamente mi alzai anche io, tenendo gli occhi fissi in quelli della mia insegnante con sguardo di sfida. Appena fui in piedi del tutto, lei disse: "Ora potete sedervi"
Tornai sulla mia sedia e ripresi a disegnare indisturbata.
Era quasi finita l'ora di Letteratura, lo sapevo perché continuavo a guardare il mio orologio da polso, e l'unica cosa che avevo sentito della spiegazione era l'argomento, cioè la bellezza. Il mio compagno di banco mi diede una gomitata nelle costole: "Scusa, hai capito l'ultima cosa che ha detto?" Io alzai la testa e lo fulminai con lo sguardo prima di concentrarmi di nuovo sulla mia opera d'arte, lui allora mi disse: "Ehm... si scusa, non volevo... ehmm... disturbarti"
Questa volta non lo guardai nemmeno. Si chiamava Luca, era il classico secchione leccaculo, alto, magro, i capelli biondi tagliati corti con il ciuffo spiaccicato sulla fronte, gli occhiali e gli occhi verdi; era il preferito di tutti gli insegnanti, se non capiva qualcosa (e già questo era molto raro) lo chiedeva subito e se lo faceva rispiegare daccapo, tutto il pomeriggio studiava e basta e se gli chiedevi i compiti, oppure di suggerirti, rifiutava dicendoti di studiare.
"Giusto Luca, bravissimo!" Alzzi gli occhi al cielo, probabilmente lui aveva chiesto alla prof di spiegargli quello che aveva appena chiesto a me e lei gli avrà fatto una domanda su quello che ha detto prima. Come se mi interessasse: è la seconda volta che faccio la terza media, l'anno scorso non sono nemmeno arrivata agli esami.
"Gemma, sapresti ripetermi quello che il tuo compagno ha appena finito di dire?"
Guardai in faccia la prof: "No"
"E perché no?"
"Non stavo ascoltando"
"Benissimo" anche se dalla sua faccia benissimo non sembrava proprio "allora ti ripeto la domanda: la bellezza può essere percepita solo con la vista?"
"Bo, credo di si"
"Si? Ne sei sicura?"
"Certo che sono sicura. Se non la vedi che bellezza è?"
"Non è vero, qualcosa che non si vede può essere bello"
"No. Se non lo vedo, non è bello."
"E questo chi l'ha detto?"
"Io"
Allora suonò la campanella, prima di farci fare l'intervallo, la prof mi disse: "Pensaci"
E non mi guardò nemmeno più.
Space me
Questa parte non dice molto di quella che dovrebbe essere la descrizione, lo so, solo che era necessaria per il resto. Se state leggendo anche questo oltre l'"introduzione" del capitolo prima siete taaaanto delle belle persone.
Eeeeeee niente, mettetemi una stellina, please, che non vi costa niente, e magari un commentino per una storia che stranamente non è affatto stupida (quanto amo la parola "affatto"😂😂😍)
Marta
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