Capitolo 6

Le abili dita si muovevano con disinvoltura, tra quei giochi di colori. Sembravano fatte apposta per stare lì. Per spostare quelli che somigliavano a semplici pedoni. Con quale padronanza, poi. Gli occhi, non potevano che guardarle con fascino. Sarebbe stato molto più bello, se in quel qualcosa Ham fosse riuscito a capire. Ma niente, forse sarebbe rimasto con soli tanti punti di domanda in testa.

Ancora di quel gioco, a lui sconosciuto, non si sapeva più di tanto. Solo qualcosa di letto. Tra tutti i libri che aveva provato, non c’è ne fosse stato uno, che fosse stato in grado di spiegare. E di letti ne aveva. All’ultimo, spinto dalla disperazione, aveva deciso di lasciare stare. Aveva chiuso i libri e gli aveva lasciati in disordine ancora sulla scrivania. Quella stanza, di tutte le cose cercate, era diventata un casino. Tra poco, non ci si sarebbe nemmeno più potuto muovere. Forse, sarebbe stato meglio mettere  poi in ordine. O sennò l’uomo di ghiaccio, gli avrebbe data una bella tirata di orecchi e lui non aveva poi quelle mani leggere. Erano tanaglie.

E la mummia che continuava a spostare e spostare.  Da quando, gli aveva dato quella scacchiera, erano diventati una calamita. Per un solo secondo non ci aveva smesso di giocarci. Non che Ham, non ne fosse contento. Ma, per lui era tutto un incognita. Ci aveva provato, ma poi arreso era rimasto solo a guardare e guardare come se in quella partita ci stesse, invece, giocando. I suoi pensieri vennero rotti, quando una mano prese le sue di mani e le capovolse con il palmo in su. Forse Ham aveva già capito cosa l’altro intendesse fare. Lo lasciò semplicemente fare. E così dei pedoni freddi raggiunsero la sua pelle.

« Ho capito. Vuoi che ci giochi anche io, eh » disse con un po’ di esitazione nella voce.

Infatti, ecco che annuì. Peccato, che non sapeva nemmeno da dove partire. Voleva dire di no. Che era già un caso perso in partenza, ma, quegli occhi penetranti e imploranti, non gli diedero scampo. Come poteva quindi, dirgli di no ? Non quando lo guardava così. Con…
Non gli aveva mai visti così, da quando lo aveva riportato in vita. Ed erano belli ed emozionanti. Ricchi ancora di quante altre scoperte. Quasi li fece tenerezza. Era proprio come un bambino, bisognoso di attenzioni.

«E va bene. Hai vinto tu ! »

Passò circa un ora, prima che Ham decidesse  dove spostare il suo pedone, gli occhi azzurri fissi sulle sue mani. La mummia a sua volta spostò e aspettò la prossima mossa dell’avversario. Le mani ora sopra la pedina, ma dopo un secondo la lasciarono. Aveva in mente una tattica, ma, per via della sua insicurezza che non faceva altro che fargli fare un movimento di mani e lasciare perdere, questa lo metteva in difficoltà. E adesso come poteva muoversi?  Lui aveva cercato solo di muoversi come riusciva. Aveva improvvisato di testa sua, giocando normalmente. Cioè come se stesse facendo una partita a scacchi. Ma, sapeva che era sbagliato. Anche perché la mummia lo aveva battuto. Si sentiva uno stupido.

Le sue mani furono presto  coperte da una bendata e con delicatezza seguita dai movimenti altrui, questa spostò la pedina. Sorrise Ham, percependo uno sguardo su di sé e spostò lo sguardo sulla mummia, ma la sensazione di freddo lasciò il suo calore. Ciò non poté che causargli un po’ di dispiacere.

Quei giochi di sguardi durò per qualche altro secondo. Fu  Ham a romperlo per prima. Poi gli occhi su di sé si dissolsero.

Quel gioco andò avanti ancora per un po’ e grazie all’aiuto della mummia che lo guidava, come un direttore d’orchestra, Ham vinse finalmente la prima partita. Capì finalmente anche come quel gioco funzionasse. In pratica consisteva nel fatto che i giocatori dovessero lanciare dei piccoli bastoncini di legno, che Ham aveva creato e questi, praticamente, avevano la stessa funzionalità dei nostri dadi, poi da ciò che ne usciva fuori le pedine potevano essere mosse, ma cercando di evitare alcune caselle, cosa che aveva notato che faceva la mummia. In pratica vinceva chi riusciva a completare le 30 caselle con tutte le  pedine. Una cosa del tutto diversa da quella che aveva fatto lui.

«Waaa. Non ci posso credere. Ho vinto! Ho vinto ! » esclamò divertito e non riuscendo a contenere la gioia, avvolse la mummia tra le sue braccia. Sorrideva come un bambino.

La mummia impassibile lo guardò. Le braccia che lo stringevano in quella stretta, non accennarono a rallentare. Ham era troppo contento per non accorgersene, o forse sì? Ma, con certezza, sapeva che quel contatto li piacesse. Gli faceva  salire addosso un po’ di nostalgia e sensazione di casa.

Poi il sorriso svanì e la tristezza lo assalì
« Scusami. Ma potremmo stare così ancora per uno po’ » sussurrò con il mento sulla spalla dell’altro.

Anche se sapeva che l’altro non avrebbe ricambiato, era lo stesso. Gli andava bene. In quel momento aveva solo bisogno di un contatto. Di risentire la sensazione di un infanzia che mai c’era stata. O almeno, non per lui. Di un contatto affettuoso mai ricevuto. Le guance presto furono bagnate da lacrime. Il respirò si mozzò con un dolore al centro del petto.

I due stettero così sino a quando Ham non riuscì a calmarsi.

***

Le sue dita attente scorrevano in una carezza appena sfiorata su quei libri. Alla ricerca di qualcosa che facesse a caso suo. A toccare tutte quelle lettere eleganti che sotto ai suoi occhi passavano. Ma, tutte snobbate. Era difficile trovare qualcosa, che potesse fare rivivere l'antico Egitto alla mummia. Che lo facesse sentire come a casa. Le dita ne presero uno. Piú grande e spesso degli altri e un pochino impolverato. Il soffio di fiato lo ripulì.

“Rivivere l’Egitto " c’era scritto  sulla copertina di cuoio marrone, incisa a grandi caratteri.

Poi seguito da dei passi, Ham si spostò verso il primo banco libero che trovò e sedette, lasciando la prima sedia libera per la mummia, che non esitò a seguirlo.

Qualche minuto dopo un tonfo ruppe la quiete. Ham alzò la sguardo e vide un ragazzo a cui erano caduti dei libri. Si alzò, dicendo alla mummia di aspettare. Non era un tipo che stava a guardare. Lui aiutava. Gli piaceva esserci per il prossimo. Lo raggiunse e si inginocchiò. Non lo conosceva, questo ragazzo : dai capelli azzurri e dagli occhi marroni nascosti dietro a delle lenti. Intravisto forse sì. Ma giurò, che con quello sguardo con cui lo stesse guardando, fosse timoroso. Le mani di Ham, aiutarono a raccogliere tutti quei libri pesanti e li mise in pila.

« G-grazie ».
Mormorò il ragazzo sconosciuto.

« E di che » gli sorrise e gli porse una mano « Ham ».
Il ragazzo sembrò tentennare per un po’. Ma poi « Chars » ricambiò la stretta.

« Allora, spero di rincontrarti. Magari, la prossima volta potremmo scambiarci due parole. Adesso vado. Buon lavoro » lo salutò Ham, lasciando poi il ragazzo solo.

Due occhi azzurri, nel frattempo, avevano osservato tutto. Come a studiare e analizzare ogni piccola cosa che Ham facesse.

***

« Bene. Devo solo rimettere questo a posto » disse Ham, cercando di sbilanciarsi per mettere il libro nel suo scaffale in alto.

Un urto e i libri quasi li caddero addosso. Però, quella tanta attesa caduta non arrivò mai. Due braccia li fecero da scudo da sopra la testa. Gli occhi di Ham si aprirono e misero a fuoco la figura dell’esperimento. Non ci poteva assolutamente credere. Lo aveva protetto. La mummia aveva evitato che si facesse male.

« T-tu, mi hai appena aiutato ».
Sussurrò dolcemente, per poi unire le loro fronti « grazie » aggiunse, chiudendo per qualche secondo gli occhi.

Rimasero così.









Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top