8- Storia di una vita passata (p.7)
I giorni a Gusu passarono lentamente, perché Wei Wuxian era costretto a letto e non aveva nulla con cui svagarsi.
Lan Zhan aveva tentato di rimanere con lui più tempo possibile, ma Lan QiRen lo chiamava spesso per faccende che riguardavano il clan, e quindi trascorreva gran parte del giorno lontano dal jingshi.
Quando tornava, trovava Wei Wuxian addormentato, ancora in fase di guarigione.
Quando finalmente fu deciso che Wei Wuxian avrebbe potuto alzarsi e fare una passeggiata per i Meandri delle Nuvole, il diretto interessato non se lo fece ripetere due volte.
Si vestì sotto lo sguardo apprensivo di Lan Zhan, e uscì fuori dal jingshi con un sorrisone e una gran voglia di divertirsi.
L'aria fresca e pura sembrò rigenerarlo: camminava lentamente e con attenzione, eppure già sentiva una nuova energia scorrergli nelle vene.
Pochi passi dopo, una folla di giovani coltivatori lo sommerse.
«Wei gongzi, state bene?»
«É vero che avete sconfitto da solo un bestione enorme?»
«Wei gongzi, Wei gongzi! É vero che vi sposerete con HanGuang-Jun?»
«É vero che una bestia vi ha quasi mangiato?»
«È vero che avete salvato Jin Ling?»
«Wei gongzi, quanto era grande la bestia?»
Wei Wuxian ridacchiò, contento dell'accoglienza e pronto a rispondere a tutte le loro domande, che si affollavano l'una sull'altra non permettendogli di captarne nemmeno mezza.
«Wei qianbei, siediti prima. HanGuang-Jun ci ha fatto promettere che ci saremmo presi cura di te.» disse SiZhui, indicando un masso poco distante.
Il giovane aveva il viso illuminato da un sorriso e uno sguardo pieno di sollievo, chiaramente contento che Wei Wuxian stesse bene.
Wei Wuxian si sedette sul masso e osservò con orgoglio quella marmaglia di ragazzi adoranti.
Sorrise di nuovo.
Stava per aprire bocca, quando in lontananza un rumore crescente attirò la sua attenzione.
JingYi storse il naso:«Oh no.» sospirò, esasperato.
«Cosa sta succedendo? Non é vietato fare rumore ai Meandri delle Nuvole?» chiese Wei Wuxian, curioso.
«Sì, lo è, ma oggi abbiamo ospiti del clan Jin. Jin Ling ha detto che ci avrebbe raggiunto presto, ma quelli devono essere i suoi parenti» rispose pacatamente SiZhui.
«Parenti, non parenti. Se Jin Ling è una principessina, loro sono dei vermi, primo tra tutti Jin Chen. Sempre a guardare gli altri dall'alto in basso, ma non ha mai usato per davvero una spada e non ha nemmeno le capacità per farlo.» commentò JingYi, dimenticando come sempre che una delle regole del clan Lan stabiliva che fosse vietato parlare alle spalle.
La numerosa e lussuosa folla di giovani del clan Jin li incrociò lungo la loro avanzata.
A guidare il gruppo era Jin Chen, presumibilmente, poiché era l'unico che per Wei Wuxian aveva un'aria conosciuta.
Quello che aveva detto JingYi era vero: stava osservando tutti dall'alto in basso, le sfarzose vesti dorate facevano sembrare il suo viso rotondo leggermente paonazzo.
I membri del clan Lan mantennero la loro espressione impassibile: HanGuang-Jun sarebbe stato fiero di loro.
A quel pensiero, Wei Wuxian sorrise un po'.
«Che hai da ridere, cane dei Wen?» abbaiò Jin Chen nella sua direzione.
L'espressione impassibile del clan Lan durò davvero poco.
Forse, HanGuang-Jun non sarebbe stato poi così fiero.
Wei Wuxian non rispose a quell'insulto, che per lui non aveva alcun valore, e ciò parve infastidire enormemente Jin Chen.
«Ora non ridi più? Hai capito che il minimo che una mezza manica può fare è starsene zitto?»
«Jin Chen!» lo chiamò la voce rabbiosa di Jin Ling, che raggiunse i membri del suo clan, e quelli del clan Lan.
La situazione cominciava ad essere fastidiosamente bollente.
Wei Wuxian si sarebbe goduto una bella scazzottata, se soltanto non fosse stato mortalmente ferito una settimana prima.
Lanciò un'occhiata a SiZhui, e con uno sguardo entrambi convennero che fosse necessario evitare uno scontro a tutti i costi.
«Gran Maestro Jin, vi hanno per caso cacciato? Non dovreste parlare di importanti questioni burocratiche? Perché siete qui ad occuparvi di noi, non vi ritengono in grado di fare altro?» insinuò Jin Chen.
A Wei Wuxian proprio non stava simpatico quel ragazzino.
«Suvvia, suvvia, non c'è bisogno di scaldarsi tanto! Ero proprio sul punto di raccontare la mia mirabolante avventura tra le fauci di una...—
«Non avevamo già stabilito che una mezza manica del cazzo non ha diritto di parola?»
Wei Wuxian rimase scioccato: ma ai giovani del clan Jin non avevano insegnato l'educazione?
«Perché invece non stai zitto tu?» replicò svelto JingYi, prima che SiZhui potesse fermarlo.
Jin Chen, che non aspettava altro, lo agguantò per il colletto, avvicinandolo bruscamente a sé:«Cosa hai detto?» chiese, minaccioso.
«Lan JingYi non voleva...— provò ad intervenire SiZhui.
«Ho chiesto perché invece non stai zitto tu. Ma a quanto pare anche il tuo udito ha qualche problema, oltre alle tue maniere.» ripeté a voce alta e chiara JingYi.
Jin Chen non avrebbe sopportato l'affronto.
Wei Wuxian si aspettava un'azzuffata goliardica, non che Jin Chen tirasse fuori la spada e la puntasse contro JingYi.
«Jin Chen, metti giù la spada, cosa cazzo fai?» inveì Jin Ling, mentre tutti i discepoli del clan Lan mettevano mano alle loro armi.
«L'hai sentito! Come possiamo aspettarci che rispettino il nostro clan se ci impediscono anche solo di parlare? La Scuola Lan è piena di arroganti e mezze maniche, non tollero che mi si parli così.»
Sibili pericolosi intecorrevano tra i discepoli di entrambe le Scuole.
Jin Ling sembrava sul punto di strangolare il membro del suo stesso clan, SiZhui era teso ma impassibile, JingYi, a portata di spada, era immobile ma non mostrava segni di inquietudine.
L'avventura nella bocca della bestia doveva averlo temprato.
«Giovani Maestri, posate le spade: non è necessario. Jin Chen, ti assicuro che il tuo clan è molto stimato e rispettato dalla Scuola Lan, quindi non c'è alcun bisogno di uccidere qualcuno solo per qualche parola di troppo.» intervenne Wei Wuxian, la voce persuasiva, mentre avanzava lentamente e con circospezione verso Jin Chen e JingYi.
Dopo le sue parole, Jin Chen rinfoderò la spada e mollò con uno spintone JingYi, che barcollò cadendo tra le braccia di SiZhui.
Avendo evitato la catastrofe, Wei Wuxian tirò un sospiro di sollievo e regalò un sorriso solare al Clan Lan, accompagnandolo con un occhiolino scherzoso a Jin Ling.
Proprio quando stava per rilassarsi, Jin Chen pensò che non avesse palesato abbastanza la propria idiozia, e lo spinse con violenza.
Wei Wuxian colpì malamente la roccia sopra la quale prima era seduto, ma a causa del movimento brusco e del colpo, la ferita si riaprì immediatamente.
Il sangue ricominciò a scorrere, macchiandogli le vesti.
I membri del clan Lan inorridirono, e si voltarono col rancore negli occhi verso Jin Chen, che intanto si era dileguato.
Jin Ling si precipitò al fianco di Wei Wuxian, che si teneva il fianco, le dita sporche di sangue, il labbro tra i denti per il dolore:«Cazzo, quel moccioso...» sibilò, sperando che ad essere saltati non fossero tutte le cuciture che tenevano chiuse la ferita, ma solo alcune.
«Vado a chiamare HanGuang-Jun!» squittì uno dei giovani, schizzando via.
«Oh merda...quando HanGuang-Jun lo scoprirà vorrà a testa di Jin Chen.» rifletté Jin Ling.
«Dagli me e vedrai che sarà altrettanto felice, se non di più.» scherzò Wei Wuxian, ansimando subito dopo e beccandosi un'occhiataccia di Jin Ling.
«Wei Ying!»
«Lan Zhan, ma che bello, sei qui! È proprio vero che il grande HanGuang-Jun va sempre dove è il caos!» esclamò Wei Wuxian, provando a sedersi dritto quando lo vide arrivare.
Jin Ling gli serrò le dita sulla spalla e lo tenne fermo, preoccupato che le sue condizioni potessero peggiorare.
Lan WangJi si inginocchiò accanto al compagno, posando la mano sul suo polso e guardandolo con gli occhi chiari, aspettando che Wei Wuxian scoprisse il fianco, per poter valutare la gravità della ferita.
Ma Wei Wuxian non dava cenni di voler rimuovere il braccio.
«Wei Ying.» mormorò allora Lan WangJi, senza dire nient'altro che quello.
I membri della Scuola Lan arrossirono per l'intimità di quel tono, mentre Jin Ling sembrò improvvisamente desiderare di sparire dalla faccia della terra.
Improvvisamente, Wei Wuxian circondò la nuca di Lan WangJi, costringendolo ad abbassarsi su di lui:«Lan Zhan, non voglio preoccuparli più di quanto già siano. Portami nel jingshi e mi farò medicare, promesso.» sussurrò al suo orecchio, assicurandosi che nessun altro li sentisse.
Lan Zhan, in risposta, si allontanò.
Wei Wuxian notò divertito le espressioni scandalizzate dei discepoli, prima che Lan WangJi lo prendesse da sotto le ginocchia, sorreggendogli la schiena, e lo sollevasse.
I giovani erano allibiti, ma Lan Zhan non se ne curò.
Wei Wuxian, invece, scacciò in un angolino lontano il dolore, e fece un sorriso malizioso ai presenti, lasciandosi portare in braccio verso il jinghsi.
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