7- Storia di una vita passata (p.6)
Il suono del qugin echeggiava nella stanza, e una leggera luce gli fece storcere il naso.
Decise di aprire gli occhi, sentendosi stremato ma al tempo stesso desiderando raggiungere quella melodia.
La loro melodia.
La luce gli ferì lo sguardo, e il dolore tornò a farsi vivo e pungente, svegliandolo definitivamente.
Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando era svenuto, né gli importava: ciò che voleva era vedere Lan Zhan, per parlargli e risolvere le cose.
Era da tempo che non si avvicinava così tanto alla morte, non poteva permettersi di lasciare cose non dette tra lui e Lan WangJi.
«Lan Zhan...» lo chiamò fiocamente, tentando poi di tirarsi su e di alzare la voce.
Prima che potesse anche solo provarci, però, Lan Zhan si palesò al suo fianco, le sopracciglia aggrottate, il vestiti candidi e un'espressione preoccupatissima.
«Lan Zhan!» sospirò di sollievo Wei Wuxian, con un sorriso che si trasformò in una smorfia quando la ferita gli diede una nuova fitta.
Lan WangJi posò una mano sulla sua spalla, impedendogli di alzarsi, e scostò le coperte per controllare le fasciature che avvolgevano il corpo del suo compagno.
«Non ti muovere.» ordinò, ma stranamente anche la sua voce era bassa e più simile ad un sussurro.
Si chinò accanto al letto, sfiorandogli delicatamente il fianco fasciato.
«Lan Zhan, stanno tutti bene? I ragazzi stanno bene? E tu?» si affrettò a chiedergli Wei Wuxian, sentendo una strana sonnolenza impossessarsi di lui: doveva risposare per guarire, lo sapeva, ma era troppo preoccupato.
«L'unico che non sta bene sei tu.» replicò l'altro, posandogli una mano sulla fronte e sentendola calda sotto la sua pelle.
Si morse il labbro: aveva paura che la ferita fosse stata infettata.
«Ma che dici, Lan Zhan, io sto benissimo...giusto un po' rosicchiato.» scherzò Wei Wuxian, con le palpebre che sfarfallavano.
«Dormi.» lo ignorò Lan WangJi.
Prima di tornare nel mondo dei sogni, Wei Wuxian gli afferrò la mano, gli occhi chiusi, ormai in una fase di dormiveglia:«Mi dispiace...» bisbigliò, prima di addormentarsi di nuovo.
Da allora passarono tre giorni: Wei Wuxian fu in preda alla febbre, che gli procurava incubi. Urlava e si dimenava, sudando e facendo riaprire la ferita, invocando molteplici nomi e piangendo.
Il cuore di Lan WangJi sprofondava sempre di più: come ho fatto a non rendermene conto?
Pensava che Wei Wuxian in passato fosse stato ucciso, e non l'aveva trovato nemmeno strano, ma vederlo in quello stato gli fece pensare a cosa aveva fatto in realtà, a quanto dolore nascondeva dietro al suo sorriso scanzonato.
Gli stringeva la mano e lo vedeva soffrire, ripensando a tutti quegli anni in cui lo aveva cercato tra i sussurri degli spiriti: non c'era stata nessuna traccia della sua anima, semplicemente perché non voleva tornare in un mondo in cui era stato disprezzato e che lui stesso aveva deciso di lasciare.
Il terzo giorno, se non del tutto, almeno in po' guarito, Wei Ying si svegliò nuovamente: stavolta sembrava più lucido, e stava decisamente meglio.
La prima cosa che fece fu cercare il viso di Lan Zhan, che trovò al suo fianco.
«Lan Zhan!» esclamò, la voce roca ma contenta.
Lan WangJi gli diede subito un bicchiere d'acqua, che Wei Wuxian bevve avidamente, l'acqua che scivolava agli angoli della sua bocca.
Lan WangJi si sporse per asciugargli le labbra, lasciandolo di stucco e facendolo arrossire:«Lan Zhan, davvero, non c'è bisogno di...—
«Sei quasi morto.» lo troncò di netto l'altro, scostandosi e fissandolo negli occhi.
«Sai cosa significa?» gli chiese.
Wei Wuxian distolse lo sguardo, passandosi una mano fra i capelli, sporchi e aggrovigliati:«Lo so, lo so...devo stare più attento, e...—
«No: sai cosa significa per me?» specificò Lan Zhan.
Lo sguardo di Wei Wuxian saettò su di lui, e poté chiaramente vedere la paura che aveva segnato il viso del compagno.
All'improvviso ebbe una gran voglia di piangere.
Detestava farlo preoccupare, detestava vedere quell'espressione sul suo viso di giada, detestava creare sempre casini, ma a quanto pareva non poteva evitarlo.
«Mi dispia...—
«Hai detto che volevi andare a caccia notturna con me.» lo interruppe Lan Zhan, alzandosi e ricordandogli quelle parole che gli aveva detto tempo addietro, quando si era dichiarato.
Wei Wuxian restò un attimo perplesso: Lan Zhan lo stava rimproverando non perché si era quasi fatto ammazzare, ma perché non si era fatto ammazzare davanti a lui?
Non gli restò che battere le palpebre, confuso.
«É vero, l'ho detto.»
«Ma io non c'ero.»
«Pensavo volessi... volessi rimanere da solo.»
«E quindi hai pensato di andare senza di me?»
«Lan Zhan, non capisco: qual è il problema?» chiese infine.
Domanda molto stupida, in realtà, perché solo un cieco non avrebbe visto il problema, e solo un pazzo avrebbe osato domandarlo.
«Tu...!» Lan WangJi era furioso, e stavolta era facilmente intuibile.
Wei Wuxian si chiese se l'avesse mai visto così arrabbiato.
«Sei andato a caccia senza di me. Saresti potuto morire, e io non ero lì. Di nuovo, io non ero lì. Di nuovo, sono arrivato tardi.» la voce gli si spezzò a fine frase, e voltò il viso per non far vedere gli occhi lucidi.
Wei Wuxian si pietrificò.
Ogni suo nervo parve cristallizzarsi e spezzarsi.
«Lan Zhan, i-io...» ma stavolta non sapeva che dire.
«Mi hai detto che volevi andare a caccia notturna con me, ma poi sei andato da solo. Non sei solo. Sulla tua strada stretta verso l'ignoto siamo in due, ora. Non lasciarmi indietro.» erano poche parole, eppure Wei Wuxian le sentì ricomporgli il cuore.
«Lan Zhan, ti amo così tanto.» sospirò, la vista appannata dalle lacrime.
Finalmente, Lan WangJi si voltò e recuperò il posto accanto al suo letto.
Con attenzione, Wei Wuxian gli gettò le braccia al collo, attirandolo a sé.
Con estrema dolcezza Lan WangJi gli sfiorò la ferita fasciata e la schiena nuda: usava la stessa delicatezza e la stessa cura che metteva nel suonare le corde del qugin.
«Stenditi accanto a me, Er-gege» gli sussurrò nell'orecchio Wei Wuxian, facendogli posto nel letto e lasciando che l'altro gli si sdraiasse vicino.
Appoggiò il viso sul letto di Lan Zhan, ispirando l'odore di sandalo:«Mi dispiace se te l'ho tenuto nascosto, Lan Zhan. Non volevo che sapessi come erano andate le cose, perché poi ti saresti preoccupato a morte. Rivivere quei momenti è doloroso per entrambi, e non volevo che questa nuova opportunità fosse oscurata da quello che è successo nella mia vita precedente.» spiegò, a bassa voce, stringendo appena la veste bianca del compagno tra le sue mani.
Lan Zhan non rispose, ma Wei Wuxian sapeva che lo stava ascoltando.
«Prometto che non ti lascerò più indietro.» continuò, sentendo il tocco delicato di Lan WangJi accarezzargli la schiena.
«Mh.» replicò l'altro.
«E non mi metterò più nei guai senza dirtelo.»
«Mh.»
«Non arriverai mai più tardi. Sarai sempre con me.»
«Mh.»
«E poi...» Wei Wuxian ritrovò il suo sorriso malizioso, che regalò a Lan Zhan:«...sarai per sempre mio.» concluse.
«Tuo.» ripeté Lan WangJi, senza trovare niente da obiettare.
«E ovviamente, io sarò per sempre tuo.» aggiunse.
«Mio.» concordò Lan Zhan, le labbra curvate in quel raro sorriso che era in grado di fargli frullare il cuore.
Poco dopo, Wei Wuxian si addormentò tra le braccia di Lan Zhan, e per la prima volta non ebbe incubi.
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