62- Storia di una cerimonia (p.4)
⚠️ PENULTIMO CAPITOLO
Wei Wuxian entrò nel jingshi con il braccio ancora stretto da Lan WangJi.
Non gli lasciò nemmeno il tempo di dare un'occhiata alla stanza - che in occasione della prima notte nuziale era stata arredata strategicamente con veli rossi e decorazioni dorate, immagini di dragoni, fiori di loto tra cieli di nuvole, polveri, profumi, un incensiere che diffondeva un piacevole odore di sandalo.
Si allungò verso l'altro, circondandogli il collo con le braccia, la veste che ondeggiava attorno a lui:«Lan Zhan...» sussurrò sulle labbra dell'altro, con un sorriso, prima di baciarlo con dolcezza.
Si tirò indietro per primo, e quando Lan WangJi fece per sporgersi in avanti, gli posò con delicatezza un dito sulle labbra, distanziandolo:«Devo farti vedere una cosa, prima.» lo fermò, liberandosi dalla sua presa.
Si diresse verso il lato della stanza che ospitava la vasca, spostando con un telo rosso: dietro di esso, la vasca era stata sostituita da una più grande, l'acqua al suo interno riluceva cristallina, alcuni petali che galleggiavano sulla superficie, e le candele attorno che davano un'atmosfera seducente all'ambiente.
«Sarai stanco dopo oggi, Lan Zhan. Non hai voglia di un bagno caldo?»
Lan WangJi, in realtà, non aveva voglia di nessun bagno caldo: aveva voglia di spogliare Wei Ying, levargli di dosso ogni strato sottile che lo separava dal suo corpo, e poi toccarlo, marchiarlo, stringerlo, vederlo sciogliersi tra le sue mani.
Ma Wei Wuxian sembrava aver preso in mano le redini della serata, e lui voleva vedere dove l'avrebbe condotto.
Perciò si avvicinò al compagno, in silenzio, portandosi la mani alla cintura della fusaccia, per togliersela.
Prima di poterlo fare, però, Wei Ying gli afferrò il polso, e ,con le dita sottili, accarezzò l'indumento:«Lascia che sia io a farlo per te, Lan Er-gege. Lascia che ti spogli.» gli mormorò.
Lan WangJi trattenne il fiato, mentre le mani dell'altro lavoravano sui suoi vestiti: lo stava provocando, era chiaro.
Il modo in cui accarezzava con cura ogni lembo di pelle che scopriva, il modo in cui faceva scivolare via con estrema lentezza ogni strato, il modo in cui lo guardava, da sotto le ciglia, con quegli occhi pieni di malizia, il modo in cui, nella luce soffusa delle candele, sembrava una sorta di miraggio inconsistente, perfino il modo in cui respirava, vicino alla sua pelle, facendola ricoprire di brividi: tutto, tutto, era studiato nei minimi dettagli per provocarlo.
E ci stava riuscendo.
HanGuang-Jun non ricordava bene come, ma ad un certo punto anche il suo nastro frontale era sparito, nascosto chissà dove.
Wei Wuxian lo fece stendere nella vasca, e poi cominciò a lavarlo, l'acqua che gli schizzava addosso, assolutamente da togliere il fiato nella penombra.
Era oscuro, era bellissimo, ed era suo.
Suo marito.
«Wei Ying.» lo chiamò con gravità, quando le mani dell'altro scesero nell'acqua, percorrendo il suo corpo.
«Shhh, Lan Zhan. Non puoi permetterti di rompere anche questa vasca, sai? È un regalo di nozze.» ridacchiò Wei Wuxian, sentendo l'altro irrigidirsi.
«Entra dentro anche tu.»
«Oh? Ma è il tuo turno per il bagno, Lan Er-gege.»
«Wei Ying.»
«Non possiamo rischiare che la nostra nuova vasca vada in frantumi...— Lan Zhan!»
Lan WangJi era un tipo testardo, era risaputo: non c'era da stupirsi, quindi, che avesse afferrato Wei Wuxian per i fianchi e l'avesse attirato a sé, gettandolo nella vasca.
L'acqua si riversó fuori, schizzando ovunque, ma a nessuno dei due novelli sposi sembrò importare.
I vestiti rossi di Wei Wuxian gli si erano appiccicati alla pelle, ed era come se non esistessero: ogni indumento rifiniva con perfetta precisione ed eleganza ogni curva, ogni linea del suo corpo.
«L-Lan Zhan! Non sei affatto un tipo paziente.» si lamentó, fradicio, mentre l'altro torreggiava su di lui.
La sua schiena cozzó contro il bordo della vasca, e sarebbe scivolato verso il basso se Lan WangJi non lo avesse afferrato per le gambe, insinuandosi tra esse.
Wei Wuxian trasalì, annaspando, allungando le braccia dietro al collo di HanGuang-Jun e allacciando le caviglie dietro la sua schiena.
Lan WangJi rimase immobile per qualche istante, l'acqua che gocciolava dalle sue ciglia e dai suoi capelli, il petto nudo e il marchio del Clan Wen sul pettorale, a fissare con sguardo chiaro, limpido, la persona sotto di lui.
«Ti amo.» gli disse, in semplicità, diretto.
E Wei Wuxian sorrise, solare:«Anch'io, Lan Zhan. Ti amo alla follia. Grazie per avermi sposato.»
«Tra me e te, non c'è bisogno di "grazie" o "scusa".»
Il sorriso del Patriarca di Yiling si trasformò rapidamente in un ghigno malizioso, quando spinse il proprio bacino contro quello di HanGuang-Jun.
«Lan Er-gege, per quanto adori sentirti parlare, vorrei meno chiacchere, stanotte.»
«E cosa vorresti?» lo provocò HanGuang-Jun, mentre l'altro si strusciava contro di lui.
«Vorrei che mi scopassi come sa fare solo il divino HanGuang-Jun. Vorrei che mi sbattessi per bene, Lan Zhan. O dovrei andare a cercare qualcun'altro per farlo?»
Il ringhio di Lan WangJi fu una risposta abbastanza esplicita, ma Wei Wuxian adorava portarlo al limite.
«Dovrei uscire così, Lan Zhan. Mi adorerebbero.»
«Non osare.»
«Vuoi essere l'unico a vedermi così? Ad avermi così?»
«Saró l'unico.»
«Cosa ti fa pensare che sia così, Lan Er-gege.»
«Sono tuo marito.»
Wei Wuxian rimase a bocca aperta, sorpreso, e preso in contropiede.
Dopodiché, gettò la testa all'indietro, lasciandosi andare in una fragorosa risata.
«Hai ragione, hai ragione, Lan Zhan! Sei mio marito! Sei stato, sei e sarai l'unico ad avermi così» esclamò, come rendendosi davvero conto della realtà dei fatti.
E Lan WangJi non sopportava di vederlo ridere così, in quel modo che gli sciglieva il cuore e gli scombussolava gli organi.
«Troppe chiacchere.» stabilì, prima di chinarsi a baciarlo.
Wei Wuxian replicò con trasporto, e non smise di baciarlo nemmeno quando HanGuang-Jun si alzò, grondante, dalla vasca, per dirigersi verso a letto e posarvisi sopra, in tutta la sua gloriosa nudità, l'acqua che bagnava le lenzuola.
E ben presto, i vestiti velati di Wei Wuxian cominciarono ad essere tolti, sostituiti da una marea di segni, che sbocciavano sotto le labbra di Lan WangJi e fiorivano sulla pelle candida dell'altro.
«E questo cos'è?» HanGuang-Jun si interruppe soltanto quando, tolti i pantaloni, notò il suo nastro frontale allacciato sulla coscia di Wei Wuxian.
«Il tuo nastro frontale, Lan Zhan. Non ho trovato posto migliore per nasconderlo.» lo prese in giro il marito, sollevandosi sui gomiti ed inclinando il capo, i capelli che ondeggiavano nella coda sfatta tenuta in piedi, ancora per poco, dal nastro rosso.
Wei Wuxian aveva pensato che sarebbe stata un'idea diverte, e scandalosa.
Pensava che Lan WangJi avrebbe storto il naso, o avrebbe commentato con uno dei suoi "ridicolo."
Non si aspettava che il divino, ligio, decorso HanGuang-Jun si chinasse, respirando contro la sua carne, e facendogli sfuggire un rumoroso gemito quando gli morse l'interno coscia, per poi prendere il nastro frontale della Scuola Lan, il sigillo dell'autocontrollo, tra i denti.
Solo la vista di Lan Zhan, tra le sue gambe, con la mano posata sul suo petto per tenerlo giù, lo stava facendo impazzire, avvampare, ansimare.
«Cavolo, Lan Er-gege, mi farai venire anche senza scoparmi, così.» commentò.
Fu allora che Lan WangJi -dopo aver sfilato via il nastro dalla sua gamba, dopo averlo fatto in maniera spasmodicamente lenta, facendogli sentire ogni respiro, la durezza dei denti e la morbidezza della lingua- risalì verso di lui, baciandolo con foga e imprigionandogli i polsi sopra la testa, legandoli con lo stesso nastro, e poi sorridendo in quella maniera così bella che Wei Wuxian tanto adorava.
«Te lo farò fare in tanti modi diversi.» lo avvisò.
E Wei Ying ricambiò il sorriso, le mani dell'altro che scendevano lungo la sua spina dorsale, costringendolo ad inarcare la schiena, senza fiato, ma con tante parole da dire:«Abbiamo tempo, Lan Zhan.» gli ricordò, malizioso.
«Ogni giorno. Per sempre.» confermò HanGuang-Jun.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top