61- Storia di una cerimonia (p.3)
Se qualcuno avesse detto ad HanGuang-Jun che al proprio matrimonio non avrebbe visto né parlato che per brevi istanti con il suo sposo, avrebbe riconsiderato le sue decisioni.
Al momento, Lan WangJi si trovava seduto al tavolo che avrebbe dovuto condividere con suo marito, al centro della sala, circondato dai ciarlieri invitati, senza nemmeno l'ombra di Wei Wuxian.
«WangJi, non essere imbronciato.» lo apostrofò Lan XiChen, che quel giorno sembrava davvero euforico.
«Non ho nessun broncio.»
«Wei gongzi arriverà. Dagli solo qualche istante.»
Prima ancora che finisse di parlare, dall'entrata principale fece capolino JingYi, ghignando:«Signori, vi prego, prestate attenzione allo sposo!» chiamò.
Gli sguardi di tutti si puntarono sull'ingresso: SiZhui fu il primo a comparire, sorridendo, gentile.
Dietro di lui c'era Wei Wuxian.
Si era cambiato le vesti rosse: al momento, stava indossando il bianco.
Lan WangJi si alzò quasi automaticamente in piedi quando lo vide avvicinarsi: come sempre stava sorridendo, malizioso, divertito, carismatico.
Ma non fu solo quello ad attirare l'attenzione dei presenti: furono le vesti.
Il bianco, per definizione, apparteneva a Gusu, alle fredde vette delle sue montagne, al candido cielo dei suoi inverni.
E ora Wei Wuxian, il Patriarca di Yiling, quanto di più distante potesse esserci dalla serena rigidità di Gusu, stava avanzando verso suo marito con indosso delle vesti su misura del Clan Lan.
Le nuvole tipiche erano state sostituite da ricami di dragoni e fiori di loto, rendendo quel vestito unico, personalissimo, e indossabile solo da Wei Wuxian, eppure aveva la stessa linea, gli stessi tagli, di una veste comune di Gusu.
E per Lan WangJi, non era mai stato più bello.
Quando arrivò davanti a lui, gli sorrise, scanzonato, e HanGuang-Jun fu svelto ad afferrare la sua mano.
Wei Wuxian rise, stringendo la presa, e poi voltandosi verso gli invitati: tra i capelli aveva il fermaglio d'argento della sua Shijie, che scintillava sotto la luce.
«Perdonatemi per avervi fatto attendere, Gran Maestri. Vi ringrazio infinitamente per la vostra presenza quest'oggi. Senza indugiare oltre, possiamo dare inizio al banchetto.»
Brindarono -perchè ai matrimoni si brinda, e poi perché il Sorriso dell'Imperatore sembrava avere un sapore particolarmente gustoso quel giorno.
Mangiarono - perché il cibo era squisito, speziato, con un retrogusto piccante che ricordava i sapori di Yunmeng.
Parlarono, risero, suonarono - i giovani del Clan Lan avevano preparato un brano, che suonarono con eleganza davanti agli sposi.
Non appena le note di "WangXian" risuonarono per la sala, sul viso di Wei Wuxian sbocciò un sorriso sincero.
Si accoccoló contro il petto di Lan WangJi, che fino ad allora non lo aveva liberato dalla sua presa, il braccio avvolto attorno alla sua vita.
Quando cominciò a nevicare, Wei Wuxian fu il primo ad uscire fuori, ridendo, aggrappato al braccio di HanGuang-Jun, allungano le mani per raccogliere i fiocchi di neve, che intanto si impigliavano fra i suoi capelli.
«Lan Zhan! Dicono che porta fortuna, la neve ad un matrimonio!» commentava, tra una risata e l'altra.
Ma a Lan Zhan non serviva la fortuna, non serviva la neve, perché Lan Zhan era già perdutamente, profondamente innamorato dell'uomo che aveva al fianco, fiocco di neve nell'inverno, fiore d'inverno nella neve.
Prima che scendesse la notte, Wei Wuxian fu di nuovo rapito dai giovani, ma stavolta JingYi aveva un'aria un po' più brilla, e un po' più imbarazzata.
Wei Wuxian rise divertito, stringendo il braccio di Lan WangJi e spingendosi contro di lui:«Questa ti piacerà, Lan Zhan.» gli sussurrò, malizioso, battendo le ciglia, per poi volatizzarsi di nuovo insieme a SiZhui.
HanGuang-Jun sentì un brivido percorrergli la schiena, suo malgrado incuriosito.
«HanGuang-Jun.»
Lan WangJi distolse lo sguardo da suo marito, posandolo su Jiang Cheng, che lo aveva chiamato.
Il Gran Maestro Jiang si piazzò davanti a lui solennemente, le vesti viola scure nella luce calante della sera:«Congratulazioni. Sono contento...della piega presa dalla situazione.»
Lan WangJi improvvisamente ricordò tutto quel tempo passato a cercare Wei Ying, a combattere insieme a Jiang Cheng, quando il Clan Wen era ancora una minaccia, subito dopo la caduta di Yunmeng, subito dopo che Wei Wuxian era stato gettato nei Colli dei Sepolcri.
Non c'era mai stata vera e propria simpatia, tra Jiang Cheng e Lan WangJi, ma, almeno per un breve, solido periodo, erano stati alleati.
E ora, nonostante tutto, il rapporto che li legava assomigliava a quello tra cognati più di quanto entrambi volessero ammettere.
«Grazie.» disse quindi HanGuang-Jun, pacato, ottenendo un cenno da parte dell'altro.
Poi, gli occhi di Jiang Cheng si spalancarono, accogliendo sul suo viso la solita espressione di malcelata indignazione.
«I-io vado...buon proseguimento, HanGuang-Jun.» si congedò, prima di darsela a gambe.
A quel punto, sinceramente perplesso, Lan WangJi si voltò nella direzione che aveva tanto imbarazzato il Gran Maestro Jiang, e per poco non ebbe la stessa reazione.
Wei Wuxian stava tornando, i bisbigli si diffondevano alle sue spalle, stavolta veri e propri commenti, giudizi, pettegolezzi.
Ma al Patriarca di Yiling, che da anni riceveva ingiurie peggiori, non importava.
Il primo istinto di Lan WangJi, insolitamente, fu quello di gridare.
Di certo trasalì visibilmente.
Il secondo istinto, fu quello di gettarsi sul compagno, e portarlo via di lí.
Wei Ying stava indossando le vesti più scandalose che qualcuno avesse mai indossato.
Erano di nuovo rosse, ma erano velate: le maniche ampie sembravano impalpabili, e sotto di esse si potevano chiaramente distinguere la braccia.
Si intravedeva anche la ramificazione nera sulla sua pelle, ma per una volta non aveva un aspetto inquietante - anzi, era pericolosamente sensuale.
Era dolorosamente stretta in vita, da una fascia rossa spessa, in modo che la sua vita sottile fosse evidenziata.
Lan WangJi ringrazió l'esistenza dei pantaloni, che fortunatamente coprivano la parte inferiore del corpo del compagno, a differenza della parte superiore.
«È scandaloso...»
«Wow...»
«Sconvolgente...»
«Non si smentisce mai.»
«È praticamente nudo.»
«Ha la vita più sottile di quella di alcune fanciulle.»
«Che belle braccia...»
«Che bella pelle...»
«È uno scollo, quello sulla schiena?»
«Lan Er-gege, che ne pensi?» la voce di Wei Wuxian era suadente, mentre si rivolgeva al marito.
Lan WangJi voleva solo stringere quel corpo, marchiare quella pelle, toccarlo ovunque.
Invece, mentre una fastidiosa gelosia si impossessava dei suoi movimenti, si slacciò il cappotto bianco, e lo posò sulle spalle del compagno.
Quasi gli prese un attacco di cuore quando notò che, effettivamente, la schiena era nuda, a causa di un ampio scollo.
«Il mio Lan Er-gege è geloso?» lo provocò Wei Wuxian, stringendosi il tessuto pesante tra le dita.
«Mh.» rispose Lan WangJi, avvicinando a sé il marito, i lobi delle orecchie rossi.
«Allora portami via, Lan Zhan. Portami in camera e non farmi uscire. Tienimi solo per te.»
HanGuang-Jun esitò: si chiese se non fosse scortese andarsene così, all'improvviso.
«Non vuoi? Preferisci che anche gli altri mi vedano così, Lan Zhan?» il sorriso di Wei Wuxian era malizioso, i suoi occhi scintillavano come la sabbia nera sotto il sole d'estate.
La mano di Lan WangJi si strinse attorno al braccio dell'altro: il motivo per cui aveva sentito il bisogno di afferrarlo gli era ignoto.
Il tessuto del vestito era talmente sottile che HanGuang-Jun riusciva quasi a sentire la morbidezza della pelle -quasi.
Era una tortura.
«Lan Zhan...» Wei Ying abbassò la voce, e si avvicinò altro: ogni suo movimento attirava l'attenzione dell'altro come sotto un incantesimo.
«Mh.»
«Ho tanto freddo, qua fuori. Portami nel jingshi, e scaldami un po'. Non vuoi scaldare tuo marito?»
Lan WangJi soppesò per qualche istante le parole, poi l'espressione dell'altro.
Infine, facendo scendere una mano sul fianco del compagno, si incamminò con lui verso le sue stanze, le risate di Wei Wuxian che trillavano nel silenzio del paesaggio innevato.
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