57- Storia di una rissa (p.3)

Il Gran Maestro non finì nemmeno di parlare.
Prima che potesse chiudere bocca, Wei Wuxian si era scagliato su di lui, e lo aveva colpito con un pugno feroce dritto in faccia.

Erano due vite che non faceva a pugni, e aveva quasi dimenticato quanto facesse male: gioì di quel dolore così come del lamento sofferente del suo sfidante.
Il Gran Maestro, sorpreso, si asciugò il sangue che gli colava dal naso e ricambiò il pugno, colpendolo allo stomaco.
Wei Wuxian si piegò su sé stesso: aveva colpito proprio le sue vecchie ferite.
Nessun dolore, tuttavia, era più forte della rabbia.

Il suo era un corpo piccolo e fragile ,privo di alcun nucleo d'oro e anzi debole a causa della coltivazione demoniaca, ma non si tirò indietro.

«Wei Ying!»
«Wei gongzi!»
«Wei qianbei!»
«Wei Wuxian!»

Furono un paio di mani callose a tirarlo via da quell'azzuffata.
Lo acciuffarono per la vita e lo trascinarono indietro, imprigionandolo in quella presa familiare.

«Quindi questa è la vera natura del Patriarca di Yiling!» strillò il Gran Maestro, tendendosi verso di lui cercando di divincolarsi dalla presa di Jiang Cheng e ZeWu-Jun, che lo stavano trattenendo.

«Questa è la vera natura di Wei Ying, Patriarca di Yiling un cazzo, stronzo!» ringhiava in risposta Wei Wuxian.

SiZhui osservava la situazione ad occhi spalancati.
Jin Ling sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
I discepoli stavano tutti nascondendo un sorriso divertito, tifando silenziosamente per "Wei Ying, Patriarca di Yiling un cazzo".
La situazione era degenerata in fretta.

«Wei Ying.» la voce calma di Lan WangJi si insinuò nella sua mente annebbiata dall'ira.

Solo in quell'istante si rese davvero conto della scenata che aveva fatto: scagliarsi in modo così fisico e diretto contro un Gran Maestro non era di certo la cosa più rispettosa da fare.
Aveva rovinato tutto.
Si era impegnato tanto per mantenere un comportamento adeguato e corretto, in linea con i Meandri delle Nuvole, ma aveva mandato tutto all'aria.
Non sapeva nemmeno quante delle quattromila regole aveva infranto: duemila sicuramente.

Si irrigidì nella presa del compagno, smettendo di dimenarsi.
I suoi occhi erano colmi di paura: Lan QiRen lo avrebbe spedito fuori da Gusu a calci, ne era certo.
E sicuramente ancora non era intervenuto perché gli era venuto un infarto.
L'infarto stava per prendere anche a lui.

Sollevò lo sguardo sul compagno, incrocia di quegli occhi calmi e sereni, quasi luccicanti:«Lan Zhan...» balbettò, troppo dispiaciuto per ricordarsi che era ancora arrabbiato con lui.

«Gran Maestro, vi pregherei di ritrovare la calma!» esclamò Zewu-Jun, duramente.
L'altro si dimenava ancora, ma dopo quelle parole riassunse un briciolo di contegno e sputò sangue ai piedi di Wei Wuxian.

Calò nuovamente un silenzio carico di tensione, gli occhi di tutti erano rapiti dalle due figure sanguinanti al centro della stanza, che si osservavano con sfida.

«Che azioni vergognose.» il Gran Maestro fu il primo a parlare.
«Nessuno insulta la mia famiglia.» replicò Wei Wuxian, lapidario.
«Cosa?!»
«Possono minacciarmi, insultarmi, massacrarmi, ma devono passare sul mio cadavere per toccare la mia famiglia. Non permetterò a nessuno di maltrattarla. Ritenetevi fortunato ad avere solo il naso rotto.» specificò.

Quella figura in nero al centro della sala cominciava ad attirare gli sguardi di tutti: non c'era bisogno che il Patriarca di Yiling suonasse per mostrare il suo carisma.
La sua postura fiera, il suo sguardo brillante e cupo al tempo stesso: quell'uomo rappresentava il fascino, la bellezza del male, e non si riusciva mai a smettere di guardarlo.

Il Gran Maestro fremette d'invidia, lo sguardo del suo rivale gli stava facendo tremare la spina dorsale: quella era la vera forza del Patriarca di Yiling, quello era il potere, l'orgoglio, la dignità che voleva.
E che non riusciva a distruggere.

«Wei Wuxian, sei solo un arrogante con un bel faccino, tutto quel potere l'hai preso spalancando le gambe, vero?» sputò, con un ultimo disperato tentativo.
Nessuno si aspettava che tirasse fuori un argomento così basso al discorso dell'altro.

La mano di Jiang Cheng si serrò sulla spalla del Gran Maestro, come se fosse pronto a romperla.
Pregustava un'altra azzuffata.

«Fuori.»

La voce di Lan WangJi riecheggiò nella sala, decisa e chiara come una frusta.

«HanGuang-Jun!» esclamò sorpreso il Gran Maestro: fino ad ora la Seconda Giada di Gusu non aveva mostrato la minima espressione, né il minimo accenno ad intervenire.
Ma ne aveva avuto abbastanza.

Era rimasto in silenzio mentre quell'uomo insultava il suo compagno, lui stesso e suo figlio, trattenendosi per paura che un intervento guastasse ancora di più i rapporti con Wei Wuxian, ma ne aveva avuto abbastanza.

Quel mistero personaggio non era degno nemmeno di guardare da lontano il Patriarca di Yiling, e ciò che aveva detto era talmente volgare da diventare ridicolo ed insopportabile.

«Fuori.» ripeté di nuovo, sentendo la mano di Wei Wuxian serrarsi attorno alla sua manica.
«HanGuang-Jun, s-sono comunque un Gran Maestro! Non potete cacciarmi!»
«Lo sta già facendo.» prese parola Jiang Cheng, spingendolo lievemente nella direzione dell'uscita.

«ZeWu-Jun!» si appellò allora alla prima Giada di Gusu.
«Vi avrei esortato anche io ad prendere commiato, se mio fratello non mi avesse preceduto.» replicò Lan XiChen, sorridendo lievemente, un sorriso freddo.

Lan SiZhui si avvicinò di soppiatto ai suoi genitori, piazzandosi accanto a Wei Wuxian, come a proteggerlo dalle parole d'odio.
HanGuang-Jun gli posò la mano sulla spalla, il braccio ancora avvolto attorno alla vita del compagno.
Wei Wuxian si sentì arrossire.

Davanti a quel muro di pura decisione, il Gran Maestro infine di arrese, incassando la sconfitta e allontanandosi da Gusu.

«Bhé, è stato...intenso.» con sorpresa di tutti, a commentare fu Lan QiRen.
Si voltarono tutti nella sua direzione: l'anziano stava ridacchiando, seduto al suo posto, per nulla turbato.

«Shifu...» borbottò Lan WangJi, ma Lan QiRen scosse la mano, fissando Wei Wuxian:«Ragazzo, ho apprezzato il tuo impegno. Ma alla fine, sei sempre un indomito casinista, vero?» gli disse, ridacchiando bonariamente.

Ha bevuto? Per caso è questo l'effetto che ha l'alcool su Lan QiRen? Wei Wuxian era incredulo.

«WangJi, porta pure il tuo compagno nel jingshi, e tratta le sue ferite.» ordinò, facendo un cenno del capo al nipote, che annuí solennemente, afferrando il polso di Wei Wuxian e trascinandolo via dalla sala.

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