55- Storia di una rissa (p.1)
Wei Wuxian uscì fuori dal jingshi rabbrividendo e aggiustandosi il cappotto regalatogli da Lan WangJi: si diresse a passo spedito verso la sala del banchetto.
Quel giorno, i discepoli delle altre Scuole avrebbero lasciato Gusu, e per questo il Clan Lan aveva organizzato un banchetto invitando gli altri cultori per prendere commiato da loro.
Lan WangJi quel mattino era uscito prima del solito, ma Wei Wuxian non si era preoccupato, e anzi si era svegliato qualche ora dopo: in quel momento, però, respirando la fredda aria dei Meandri delle Nuvole, saltellò allegro, sorridendo al pensiero del compagno.
«Wei gongzi, congratulazioni?»
«Felicitazioni, gongzi!» cinguettava la gente che incrociava per strada, e ciò lo lasciava perplesso: aveva forse compiuto qualche strana impresa nel sonno?
Non ricordava di aver fatto nulla di così eclatante da essere elogiato.
Lungo la strada riuscì a raccogliere informazioni e ad assemblare, e quando infine giunse alla sala del banchetto era furioso.
Individuò subito Lan WangJi al fianco di Zewu-Jun: i due stavano confabulando qualcosa, qualcosa di cui probabilmente Wei Wuxian non era a conoscenza.
Proprio in quel momento gli ospiti stavano cominciando ad affollare la sala, e nonostante il suo fastidio, il Patriarca di Yiling non voleva fare una scenata.
Si avvicinò comunque a Lan WangJi, drighignando i denti ed infilzando le dita nella carne: non sapeva davvero come prendere le informazioni che aveva raccolto.
«HanGuang-Jun, posso scambiare due parole con te? In privato?» ringhiò quasi, nascondendo la sua frustrazione dietro ad un sorriso che gli altri coltivatori si bevvero senza pensarci due volte.
Tuttavia Lan WangJi conosceva il compagno, e poteva chiaramente vedere la rabbia che gli oscurava lo sguardo: lo seguì immediatamente, confuso.
I due si nascosero dietro una colonna, impedendo che gli altri li vedessero.
«HanGuang-Jun, c'è forse qualcosa che devi dirmi?» domandò prima Wei Wuxian, aspettando che l'altro parlasse.
Ma Lan WangJi davvero non sapeva che cosa avesse scatenato la rabbia del compagno, perciò rimase in silenzio.
Questo irritò Wei Ying ancora di più:«HanGuang-Jun, cos'è questa storia del matrimonio?» chiese allora.
Durante la sua passeggiata aveva appreso che il suo matrimonio sarebbe stato tra una settimana.
E lui non ne aveva idea.
Non che non volesse sposare Lan WangJi, ma avrebbe voluto che l'altro lo avvertisse, che lo includesse.
Invece HanGuang-Jun non gli aveva detto nulla.
Anche in quel momento, il compagno restava in silenzio: non aveva idea di cosa dire, non sapeva se doveva scusarsi, o rispondere alla sua domanda retorica.
«Wei Ying, io...» cominciò, incerto.
«Lan Zhan, è me che stai sposando, vero?» lo interruppe l'altro, con slancio.
«Mh.»
«E allora perché io non ne sapevo niente?»
«Non vuoi sposarmi?»
«Non è questo il punto, Lan Zhan! Hai deciso tutto tu! Senza nemmeno consultarmi!»
«Credevo andasse bene.»
«Dovevi parlarmene, prima!»
«Ridicolo.»
«Ah!, mi dispiace se il grande HanGuang-Jun deve consultare il suo futuro sposo prima di prendere decisioni sul loro matrimonio, che cosa ridicola, vero? Il perfetto HanGuang-Jun non può abbassarsi a tale livello!»
«Se è questo che pensi, possiamo anche non sposarci.» era fatta.
Wei Wuxian si ritrasse immediatamente, colpito da quelle parole, incredulo.
Spalancò gli occhi e schiuse le labbra, ferito.
Non sposarlo? Lan Zhan voleva davvero non sposarlo per quel litigio?
Lan WangJi si pentì subito di ciò che aveva detto, nel momento stesso in cui dava fiato a quell'irritazione: vide l'altro indietreggiare, gli occhi sgranati pieni di lacrime.
Wei Ying.
«Benissimo, allora. Facciamo come vuole il grande HanGuang-Jun.» ringhiò Wei Wuxian, trattenendo le lacrime e tentando di placare il battito del suo cuore.
Gli diede le spalle, scappando lontano da lui e da quelle parole dolorose, mascherando la sofferenza con un sorriso splendente e tuffandosi nella marea di persone che arrivava.
Lan WangJi rimase immobile, pietrificato: aveva davvero appena mandato a monte il matrimonio che aveva sempre sognato con la sua anima gemella? Per una sciocchezza del genere?
«WangJi, gli ospiti aspettano.» la voce del fratello, improvvisamente accanto a lui, lo riscosse da quel trance.
Uscirono da dietro la colonna, ma Lan WangJi non prestava attenzione alle persone attorno a sé, il suo sguardo era concentrati sulla schiena del compagno.
Wei Wuxian era circondato da discepoli, stava ridendo e accettando con un sorriso finto tutte le congratulazioni.
Aveva un braccio sulle spalle di SiZhui, e stava prendendo in giro JingYi. Nessuno avrebbe potuto notare l'ombra nel suo sguardo.
«Gran Maestro Jin!» esclamò ad un tratto, deliziato, vedendo entrare Jin Ling e raggiungendolo immediatamente, affiancato dai discepoli del Clan Lan.
Anche Jiang Cheng scivolò nella sala, non facendosi notare da Wei Wuxian e lanciandogli giusto un'occhiata per squadrarlo.
Si piazzò accanto a Zewu-Jun, salutando le due Giade di Gusu:«Cos'é successo a Wei Wuxian?» chiese subito dopo, lo sguardo su HanGuang-Jun.
L'orgoglio di Gusu rimase in silenzio, desiderando solo ritirare le parole che aveva detto, tentando disperatamente di pensare ad un modo per risolvere la situazione.
«Lan Er-gongzi.» lo richiamò Jiang Cheng, sospettoso.
Prima che HanGuang-Jun potesse rispondere, Lan QiRen richiamò l'attenzione dei suoi ospiti, invitandoli a sedersi e dando inizio al banchetto.
Nonostante tutto, Wei Wuxian si accomodò al fianco di Lan WangJi, senza rivolgergli nemmeno uno sguardo.
«Wei Ying.» bisbigliò HanGuang-Jun, ma l'altro lo ignorò.
Coloro che conoscevano Wei Wuxian stavano cominciando ad insospettirsi, e fissavano insistentemente la coppia con preoccupazione: perché non c'erano schiamazzi, tocchi delicati, moine o provocazioni? Cos'era tutta quella distanza?
Era chiaramente successo qualcosa, ma cosa?
«I discepoli dicono di essere soddisfatti dalle vostre lezioni.» commentavano i Gran Maestri delle varie Scuole, malcelando l'invidia.
«Sono sicuro che i marmocchi si siano divertiti.» replicava Wei Wuxian, adocchiando i giovani e ghignando, provocandoli con un occhiolino che li faceva arrossire.
«Divertiti?» rimarcarono i Gran Maestri, increduli che un concetto simile potesse esistere ai Meandri delle Nuvole.
Tuttavia non c'era realtà più vera di quella: apparentemente, la Scuola di Gusu sembrava la più rigida e noiosa, ma con la presenza del Patriarca di Yiling anche i brodini più insipidi erano diventati speziati, il bianco dei Meandri delle Nuvole era stato tinto di nero e rosso, e il suo silenzio era stato riempito dalle sue risate.
Si erano divertiti, sì.
Nessuno sapeva come fosse possibile, ma era così, e il merito di tutto ciò era di Wei Wuxian.
Nel temibile Patriarca di Yiling i discepoli avevano trovato una presenza carismatica, scherzosa ma competente e severa, pronta a correggere ogni loro errore e a condurli sulla retta via, incoraggiandoli e provocandoli per tirare fuori sempre il meglio, instillando loro principi sani e chiari, mai confusi o fraintendibili.
«Stento a credere che ci si possa divertire a Gusu.»
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