54- Storia di un po' di gelosia (p.4)
«La tua posizione è scorretta, di nuovo. Il braccio deve essere disteso, così rischi di sbagliare mira e colpire qualcun altro.» stava dicendo Wei Wuxian ad un discepolo particolarmente persistente nello sbagliare.
Erano al campo con i bersagli, e i giovani si stavano divertendo nel lanciare frecce: sotto la guida di Wei Wuxian erano migliorati, dato che il giovane li seguiva diligentemente, prestando attenzione ad ognuno di loro e correggendo personalmente i loro errori e le loro imprecisioni.
«Gongzi, non capisco come posizionarmi!» replicò il giovane rimproverato, esasperato.
I discepoli del Clan Lan alzarono le sopracciglia, irrigidendosi: il modo in cui si era rivolto non era affatto educato, e se Wei Wuxian fosse stato qualcun altro, l'avrebbe punito.
JingYi fece per dire qualcosa, ma in quel momento l'arrivo di HanGuang-Jun gli bloccò le parole in gola.
Si stava avvicinando a loro in silenzio, e ancora nessuno l'aveva notato.
Intanto, Wei Wuxian ridacchiò, non curandosi del modo brusco con cui il ragazzo si era lamentato.
Si avvicinò a lui, circondandolo con le braccia e aiutandolo a prendere bene l'arco, distendendogli bene il braccio e facendogli divaricare di più le gambe: il discepolo aveva il viso paonazzo, e non osava respirare per paura di avvicinarsi ancora di più all'altro.
«Non c'è bisogno di gridare, sai? Anche tu puoi migliorare, se mantieni la calma e non ti lasci condizionare dai tuoi sbagli.» gli disse Wei Wuxian, così vicino a lui che non c'era quasi bisogno di parlare ad alta voce affinché lo sentisse.
JingYi stava per svenire: faceva passare lo sguardo da HanGuang-Jun - che si era immobilizzato quando aveva visto il compagno addossarsi al giovane- e Wei Wuxian, che invece sembrava completamente a suo agio.
Quando finì il suo lavoro, Wei Wuxian si separò immediatamente dal giovane, un sorriso divertito in faccia alla vista delle guance rosse del ragazzo, che ora era rigido e teso.
«Se resti così, ti verrà una paralisi: tira!» lo esortò, ridendo, e il giovane istintivamente lasciò andare la freccia incoccata.
Questa si infilzò in uno dei cerchi intermedi del bersaglio, il ché era un netto miglioramento:«Bravo!» lo elogiò l'insegnante, fiero, mentre il giovane, in preda all'euforia, mollava l'arco per corrergli incontro.
JingYi sapeva che non sarebbe sopravvissuto.
JingYi voleva sparire, sotterrarsi, dimettersi dalla vita: non riusciva a sostenere tutto ciò.
Mentre il giovane correva incontro a Wei Wuxian, il sorriso quest'ultimo si trasformò in un'espressione sorpresa e confusa, e fece per distanziarsi prima che le braccia del giovane lo imprigionassero: in ogni caso, sarebbe stato troppo tardi.
Proprio in quel momento, HanGuang-Jun, che aveva sorvegliato il tutto con le sopracciglia aggrottate, decise di intervenire.
Prima che fosse troppo tardi, si fiondò su Wei Ying, agguantandolo per il braccio e tirandolo lontano dal giovane, che si ritrovò a stringere l'aria.
JingYi seppellì la faccia tra le mani, sospirando.
«Han-HanGuang-Jun!» balbettò il giovane, rendendosi conto della gravità della situazione.
Lo sguardo di Lan WangJi lo stava incenerendo.
«Lan Zhan!» esclamò invece Wei Wuxian, contentissimo che il compagno fosse improvvisamente apparso dal nulla.
Si aggrappò al suo braccio, ignaro della sua rabbia, e cominciò a parlare:«Lan Zhan, credo che questi giovani abbiamo bisogno di più pratica! Sono scarsi. Molto scarsi. Guarda quante frecce ci sono per terra: è perché solo pochi riescono a centrare il bersaglio. Quando incontreranno spiriti maligni dovranno combatterli, mica possono stordirli con chiacchere teoriche, sai? Dovrei parlare con tuo zio? O con tuo fratello?»
HanGuang-Jun era troppo impegnato a fulminare tutti i giovani per rispondere:«Lan Zhan, non mi stai ascoltando...?» la felicità di Wei Wuxian diminuì drasticamente.
Sapeva che era rumoroso e che parlava tanto, ma sapeva anche che qualsiasi cosa avrebbe detto, HanGuang-Jun l'avrebbe ascoltato: invece ora non gli stava prestando la minima attenzione.
«Va tutto bene?» si preoccupò, notando la cupezza del suo sguardo.
«Mh.» borbottò l'altro, senza lasciarlo andare.
«Lan Er-gongzi, n-non è come credete...i-io non stavo...» balbettò il discepolo, tentando di salvarsi.
Solo in quel momento Wei Wuxian capì il comportamento del compagno, e scoppiò a ridere.
Gli posò la mano sul braccio, un leggero tocco delicato ma confortante, allungandosi poi in punta di piedi per sussurrargli all'orecchio:«Il mio Lan Er-gege è geloso? Non sa che sono completamente suo? Se il mio Lan Er-gege non è soddisfatto, posso insegnare anche a lui molte cose...» bisbigliò, allusivamente.
«Wei Ying.» lo rimproverò l'altro, allontanandolo da sé con le orecchie rosse.
«Sei uno spasso, Lan Zhan!» esclamò Wei Wuxian, ridendo.
«Gongzi, noi...ci chiedevamo se potevate mostrarci le vostre abilità nel tiro: dicono tutti che Wei Wuxian fosse un grande arciere.» balbettò un giovane, attirando l'attenzione del diretto interessato.
Sorrise, annuendo:«Lo era eccome!» cantilenò, afferrando l'arco più vicino dalle mani di un discepolo e scoccando la prima freccia, che centrò il bersaglio tra le esclamazioni.
«Gongzi, siete formidabile!»
«Wow!»
«Cavoli, è davvero bravo...»
«É vero che lo sapete fare bendato?»
«Posso fare molte cose da bendato...» replicò Wei Wuxian, con un occhiolino allusivo che fece venire un mancamento a molta gente.
Si voltò verso Lan WangJi, sorridendogli:«Lan Zhan, questa situazione non ti ricorda qualcosa?» lo prese in giro.
«Mh.» replicò l'altro, che stava pensando come lui agli eventi accaduti al Monte della Fenice.
«HanGuang-Jun, posso prendere il tuo nastro frontale?» lo provocò ancora Wei Wuxian, allungando una mano per toccarlo.
Con somma sorpresa di Wei Wuxian e dei discepoli, fu HanGuang-Jun stesso a togliersi il nastro, legandolo poi davanti agli occhi di Wei Wuxian, bendandolo.
Lan WangJi si stava impegnando davvero tanto per distogliere la sua mente da pensieri poco appropriati.
Wei Wuxian ghignò, posizionando l'arco e incoccando la freccia.
Restò per qualche istante immobile, saggiando l'aria e visualizzando mentalmente il mondo che lo circondava, prima di scoccare.
La freccia fendette il vento e si conficcò precisamente al centro del bersaglio, perforandolo di qualche centimetro.
I discepoli cominciarono a gridare, estasiati, raggruppandosi attorno a lui e cominciando a tessere lodi, gli occhi colmi di ammirazione.
Wei Wuxian si slacciò il nastro frontale del compagno, rendendoglielo con un sorriso fiero, per poi dirigersi ai bersagli per recuperare le frecce.
Proprio in quel momento qualche discepolo emozionato, senza rendersi conto della situazione, aveva lasciato partire una freccia indirizzata al bersaglio accanto a lui.
«Wei qianbei!»
«Wei Ying!»
«Gongzi!» gridarono tutti, e HanGuang-Jun fu il primo a correre da lui.
Ad ogni modo, Wei Wuxian non era uno sprovveduto: lanciò tempestivamente un talismano, che sviò la freccia, riuscendo a procurarsi una ferita superficiale sul palmo, ma nulla di serio.
«Ah, diamine, perché volete farmi diventare un puntaspilli?!» si lamentò poi, il sangue che gocciolava dal suo taglio.
«Wei Ying.» lo raggiunse Lan WangJi, afferrandogli il polso per osservare la ferita.
«Lan Zhan, va tutto bene. È solo un taglio.» lo rassicurò, sorridendogli.
Lo sguardo chiaro di Lan WangJi si scontrò col suo: Wei Wuxian poteva leggere la rabbia e la preoccupazione di quegli occhi, nonostante l'altro provasse a nasconderlo.
«Non è la prima volta, vero?» chiese a bruciapelo, posandogli con delicatezza una mano sul braccio.
Wei Wuxian si irrigidì, ricordando la cicatrice irregolare sul suo polpaccio. Arrossì, senza rispondere, la verità scritta chiaramente sul suo viso.
HanGuang-Jun sospirò pesantemente, rassegnato, alzando la mano per prendergli il viso:«Ti ferisci ogni volta...» si lamentò, la voce ridotta ad un sussurro.
Wei Wuxian si sciolse nella dolcezza di quel tocco:«Sto bene. Davvero, Lan Zhan.» ripeté nuovamente, sorridendo:«Se vuoi possiamo andare a prendere delle bende per fasciare il taglio. Il mio Lan Er-gege per caso può prendersi cura di questo mio fragile corpo ferito?» lo prese in giro subito dopo, malizioso.
Nessuno si aspettava che dopo quelle parole il divino HanGuang-Jun si chinasse per prendere in braccio il compagno:«Mh.» rispose, nascondendo un sorriso nel vedere Wei Ying diventare paonazzo.
«L-Lan Zhan! Che fai? Non sto per morire!» furono le ultime parole che sentirono i discepoli, prima che i due si allontanassero da loro.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top