46- Storia di nuovi ospiti (p.1)

Wei Wuxian e HanGuang-Jun erano immobili davanti a Lan QiRen, intenti ad ascoltare le parole dell'anziano senza dar segni di disagio.

Ciò che l'uomo stava dicendo non era piacevole per nessuno dei due, ma avevano imparato ormai da tempo a rispettare le regole che potevano e ad agire di conseguenza anche quando non era ciò che desideravano.

Wei Wuxian appariva molto rilassato, anche più di Lan WangJi, che invece era un fascio di nervi e aveva un'espressione più seria del solito.

«Questo è tutto. WangJi, mi aspetto che tu faccia ciò che devi.» terminò di parlare Lan QiRen, guardando severamente il nipote.

Wei Wuxian, per confortarlo, allungò una mano per accarezzargli il braccio, di nascosto, sorridendo all'anziano con educazione.

«Ovviamente HanGuang-Jun adempirà al suo incarico.» rispose al posto del compagno, inchinandosi rispettosamente prima di uscire insieme a lui.

Fuori dalla stanza, i due rimasero in silenzio, un silenzio pesante che non era facile da spezzare.
In ogni caso, fu Wei Wuxian il primo ad interromperlo, con la sua solita parlantina euforica:«Lan Zhan, non c'è bisogno di mettere su il muso per una sciocchezza del genere.»
«Non voglio andare.» replicò immediatamente l'altro, conciso, mantenendosi a distanza dal compagno.

Lan QiRen aveva infatti ordinato che HanGuang-Jun, in veste di seconda Giada del Clan Lan, andasse a recuperare i discepoli delle altre Scuole che avrebbero partecipato ad un mese di educazione nei Meandri delle Nuvole.
Era imperativo che andasse da solo e che fosse rapido ed efficiente, e perciò era impossibile per Wei Wuxian accompagnarlo: ciò significava che Lan WangJi avrebbe dovuto lasciarlo a Gusu.

«Devi andare, Lan Zhan! Non ho forse detto a tuo zio che non ti avrei allontanano dalla tua Scuola e dai tuoi doveri?» insistette Wei Wuxian, incrociando le braccia al petto, guardando l'altro con severità.

Non accadeva spesso che fosse il Patriarca di Yiling a rimproverare il divino HanGuang-Jun, ma quando succedeva riusciva sempre a sconfiggere la testardaggine del compagno. Era forse l'unico al mondo che riusciva a farlo.

«Non voglio lasciarti solo.» rimarcò Lan WangJi, tentando di resistere.
Tempo addietro, non si sarebbe mai sognato di trovarsi in una conversazione del genere: stava discutendo con Wei Wuxian, la persona meno incline al dovere che conoscesse, perché voleva disobbedire agli ordini del suo shifu.
Era folle anche solo pensarlo.

«Lan Zhan, resterò nei Meandri delle Nuvole, e tu sarai via solo per qualche settimana: non mi accadrà nulla.» lo rassicurò l'altro.
Il pensiero inespresso tra i due, però, teneva a ricordare come ogni cosa fosse accaduta a Wei Wuxian quando Lan WangJi non gli era accanto.

«Non voglio andare.» ripeté HanGuang-Jun, afferrando istintivamente il polso del compagno.
«Devi.» replicò Wei Wuxian, avvicinandosi a lui.
Lan WangJi sapeva di doverlo fare.

Prima che potesse ribattere ancora, Wei Wuxian si allungò, avvolgendo le braccia attorno al collo del compagno e abbracciandolo:«Lan Zhan, non mi accadrà nulla, te lo prometto. Resterò buono buono ai Meandri delle Nuvole ad aspettarti.» lo pregò a bassa voce.
Le braccia di Lan WangJi si chiusero quasi automaticamente attorno a lui, ricambiando la stretta:«Mi aspetterai?» chiese, esitando.
«Sempre. Proprio come tu hai aspettato me.» gli rispose Wei Wuxian, deciso.
«Mh.» si arrese infine Lan WangJi.

Per questo, qualche giorno dopo, Wei Wuxian si ritrovò all'ingresso dei Meandri delle Nuvole a sventolare animatamente la mano, salutandolo, e sorridendo nonostante non ne avesse voglia, mentre HanGuang-Jun gli dava le spalle e si allontanava.

Quando fu abbastanza distante, Wei Wuxian fece ricadere il braccio, sospirando.
Calció lontano un sassolino, mogio.
«Wei gongzi, va tutto bene?» gli chiese il giovane che sostava all'ingresso per evitare che estranei o ospiti non invitati entrassero.
«Splendidamente.» mentì, incamminandosi poi verso il campo di allenamento, al momento libero, dato che i giovani erano a lezione.

Fischiettando, osservò con occhio critico le spade riposte con cura e ordine per coloro che non ne possedevano una: le sfiorò con nostalgia, ricordando i tempi con Suibian, quando l'arma era solo un'estensione del suo braccio e non un peso.

Il suo sguardo si posò poi sulla collezione di archi, splendidi e candidi: un ghigno gli curvò le labbra, e prima che potesse pensarci troppo ne afferrò uno, insieme ad una faretra, correndo davanti ai bersagli.

Anche se non poteva più brandire una spada, anche se non aveva più un nucleo d'oro, era comunque un bravissimo arciere.
E dato che non aveva nulla da fare, perché no?

Lanciò circa dieci frecce prima di cominciare ad annoiarsi: in effetti, a lungo andare non era una bel passatempo.
Sbuffò, abbandonandosi contro un albero, lambiccandosi il cervello in cerca di cose da fare.

«Wei qianbei? Che ci fate qui?»
La voce curiosa di SiZhui fu come un balsamo per le orecchie di Wei Wuxian.
Saltò in piedi, voltandosi verso il giovane con un sorriso brillante, che si ampliò ancora di più quando notò la moltitudine dietro di lui.
Splendido!

«Stavo solo passando il tempo. Avete bisogno del campo?» chiese, ottenendo cenni di assenso.
«Wei gongzi, Wen Ning ha detto che siete un bravissimo arciere, potete insegnarci?» chiese sfacciatamente JingYi, notando l'arco.

Wei Wuxian era talmente felice che avrebbe potuto saltargli al collo, invece si limitò ad appoggiargli un braccio sulle spalle, portandolo con sé davanti al bersaglio.
Finalmente un po' di divertimento! pensó tra sé.

«Prendete tutto ciò che vi occorre, poi ne riparleremo. Ma di certo, da bravi discepoli della Scuola Lan, non avrete nulla da imparare.»

Uscì fuori che invece molti, tra i giovani, avevano qualcosa da imparare.

«La tua posizione è sbagliata.»
«La presa è debole.»
«Potrebbe andare meglio.»
«Alza un po' di più il braccio.»
«Attento alla mira! Rischi di fare ferire qualcuno.»
I discepoli si resero immediatamente conto che Wei Wuxian era un insegnante severo tanto quanto Lan WangJi, anche se aveva un approccio diverso, più informale e scherzoso.

Passarono il pomeriggio così, lanciando frecce fino a che le articolazioni non cominciarono a far male.
«Possiamo finirla qui. Purtroppo la vostra cena sarà triste e brodosa, se foste a Yunmeng avreste un pasto abbondante e saporito, e invece no. Ad ognuno il suo!» li congedó infine Wei Wuxian, quando notò che il sole cominciava a tramontare.

JingYi, sollevato e stremato, fu il primo a rompere le fila per andare a riprendere le frecce dal bersaglio, quando ancora non tutti avevano smesso di tirare.

Un discepolo distratto incoccó e tirò prima di valutare la situazione, e la freccia fendette l'aria diretta proprio verso JingYi.

«Attento!»
«LAN JINGYI!»
«AAAAH!»

Wei Wuxian, da responsabile supervisore, aveva agito prima dell'inevitabile, gettandosi sul ragazzo e buttandolo a terra.
Rotolarono insieme, e quando terminarono la loro caduta, Wei Wuxian scattò seduto con espressione preoccupata per valutare le condizioni del giovane:«Stai bene?» gli chiese subito, afferrandolo per le vesti ed ispezionandolo, serissimo.
JingYi annuí, scosso.

«Wei qianbei!»
«Wei gongzi!» le grida ricominciarono non appena i ragazzi accorsero dai due.
SiZhui fu il primo ad inginocchiarsi al fianco di Wei Wuxian:«Siete ferito.» constatò, con un'aria di rimprovero.

«A-Yuan, non guardarmi come fa HanGuang-Jun, ti rovinerà la gioventù.» replicò Wei Wuxian, alzando i pantaloni per ispezionare la freccia che si era conficcata nel suo polpaccio.

«Wei gongzi, mi dispiace!»
«Andiamo a chiamare HanGuang-Jun?»
«Non c'è. È partito.» comunicò Wei Wuxian con voce piatta, mentre strappava la freccia dalla sua carne.

Alzò lo sguardo sui giovani raccolti attorno a lui, che dopo quella notizia sembravano sul punto di svenire: quindi avevano ferito Wei  senza che HanGuang-Jun fosse presente?
Chi li avrebbe puniti, ora?

«Questa cosa deve rimanere fra noi.» decise però Wei Wuxian, strappandosi l'orlo della veste per poi legarla attorno alla ferita sanguinante.

«Ma Lan Er-gongzi...» provarono a protestare.
«HanGuang-Jun non deve sapere assolutamente nulla di tutto ciò.» rimarcò, e i giovani, sconfitti, abbassarono il capo e acconsentirono.

SPAZIO AUTRICE

Devo confidarvi che questo è forse il mio favourite arc ~
Spero vi piaccia.

Tanti cuori ❤️
~ B.B

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