44- Storia di un ricongiungimento (p.3)

«Lan Zhan, sposiamoci.»

Quella frase gli rotolò fuori dalle labbra quasi inconsapevolmente.
In ogni caso, non se ne pentì.

HanGuang-Jun si voltò repentinamente verso di lui, le sopracciglia aggrottate:«Noi ci sposeremo.» gli ricordò, perplesso.

Wei Wuxian sorrise, stringendo il nastro frontale che aveva in mano e inginocchiandosi sul letto:«Intendo, sposiamoci ora.» specificò.

Lan WangJi trattenne il fiato, avvicinandosi nuovamente a lui e prendendogli con delicatezza la mani:«Che stai dicendo?» gli chiese a bassa voce.
«Lan Zhan, sei fantastico. Sei l'uomo dei miei sogni. L'amore della mia vita. Sei perfetto sotto ogni punto di vista, come potrei non amarti? Ti voglio. Voglio te, e nessun altro. Non posso lasciarti. Non posso nemmeno più dormire una notte, senza di te. Sposiamoci. Facciamo il terzo inchino, pronunciamo le nostre preghiere, e partiamo, andiamocene agli angoli più remoti dell'universo. Il mondo non ha importanza, finché ci sei tu.»

Lan WangJi lo osservò dire quelle cose ad occhi sbarrati, commosso, le mani nelle sue, il nastro frontale tra le loro dita.

«Non tentarmi.» gli disse, stringendo la presa e facendo sorridere Wei Wuxian.
«Non vuoi sposarmi, Lan Zhan?»
«Più di qualsiasi altra cosa.»
«Fallo, allora. Sposami. Rendimi tuo marito.»
«Ti considero mio marito già da molto prima che ti chiedessi di sposarmi.» gli confidò, mentre un leggero sorriso gli aleggiava sulle labbra.

Quel sorriso così improvviso, così inaspettato, fece sentire Wei Wuxian sulla luna: quando HanGuang-Jun non riusciva a trattenere i sorrisi significava che era davvero felice. E renderlo felice era una delle conquiste a cui Wei Wuxian era più devoto.

«Non mi sposerai stanotte, quindi?» chiese, per conferma.
Lan WangJi si riprese il nastro frontale, legando i loro polsi e poi alzando il braccio per farglieli vedere:«Nel mio cuore siamo già sposati. Voglio una cerimonia come si deve.» gli confidò, le labbra curvate verso l'alto.
«Farò tutto ciò che il mio Lan Er-gege desidera, allora.» concedé Wei Wuxian, sorridendo anche lui.

«Tranne me. Lan Zhan, non posso farmi da solo, per quello devi pensarci tu.» aggiunse poi, ridacchiando quando notò Lan WangJi avvampare.
«Ridicolo.» commentò l'altro, stendendolo sul letto e piazzandosi accanto a lui, liberando i loro polsi dal nastro.
«Era una vita che non lo dicevi. E parli troppo, ultimamente: dove sono finiti i tuoi "mh" ?» lo prese in giro Wei Wuxian, accoccolandosi contro il suo petto.

«Lan Zhan, se non puoi sposarmi oggi, almeno puoi dire "mh"? Per me?» chiese.
«Mh.» gli concesse.
«Dillo di nuovo.» insistette, sentendosi improvvisamente assonnato.
«Mh.» ripeté Lan WangJi, cominciando ad accarezzare dolcemente i capelli del compagno.
«Ti ricordi quella volta nella grotta di quella Tartaruga Assassina? Hai cantato per me...» borbottò Wei Wuxian, crogiolandosi in quelle carezze.
«Mh.»
«Puoi farlo di nuovo? Canti per me, Lan Zhan?»

E Lan WangJi, che per Wei Ying avrebbe fatto qualunque cosa, cominciò a cantare la loro melodia, che trasportò Wei Wuxian nel mondo dei sogni.

~

Il Patriarca di Yiling si svegliò a causa di un gran trambusto.
Spalancò gli occhi, mettendosi seduto e stropicciandosi il viso, accecato dalla luce e dal candore della stanza:«Cosa...?» borbottò, disorientato.

«Wei qianbei!»
«Wei Wuxian»
«Wei gongzi, siete sveglio!»
«Fate silenzio!»
«Ma è già sveglio...»
«É tutta colpa del Gran Maestro Jin.»
«Tu! È la tua voce che gracchia come quella di una cornacchia!»
«Faccio parte dei Lan, ciò che dici è impossibile!»
«Jin Ling, JingYi.»

«Vi sembra il modo di svegliare una persona che fino a settantadue ore fa rischiava di morire?» si lamentò Wei Wuxian, mettendo finalmente a fuoco la stanza e i presenti.

Ad aver fatto irruzione nella sua camera erano i tre giovani - Jin Ling, SiZhui e JingYi-, che smisero di bisticciare per sorridergli, il Gran Maestro Nie, che si nascondeva dietro al ventaglio, il Gran Maestro Jiang, che aveva ancora l'espressione scocciata del giorno prima, e il Gran Maestro Lan, che invece sembrava moderatamente divertito.

In disparte, ad osservare malamente tutti quegli ospiti rumorosi, c'era Lan WangJi.

«Wei qianbei, siamo contenti che vi siate svegliato e che stiate bene.» replicò SiZhui, regalandogli un sorriso innocente.
«Non usare quel sorriso contro di me, criminale: te l'ho insegnato io. Vieni qui.» ribatté Wei Wuxian, facendogli posto sul letto affinché il giovane potesse raggiungerlo.

SiZhui eseguì, titubante, sedendosi accanto a lui e guardandolo con perplessità.
Ad ogni modo, Wei Wuxian non diede spiegazioni, ma scambiò solo un'occhiata con Lan WangJi, che inclinò il capo come se avesse capito.

«Wei gongzi, i superstiti di quel Clan sono rinchiusi sotto la biblioteca: possiamo fare...—
«JingYi.» lo interruppe HanGuang-Jun, che non voleva preoccupare ancora il compagno con faccende burocratiche.
«Lascialo parlare, Lan Zhan: sto abbastanza bene per andare a trovarli.» intervenne Wei Wuxian, che ignorò l'occhiataccia combinata di Lan WangJi e Jiang Cheng.

«Wei Wuxian, io...il banchetto era una mia responsabilità, era compito mio impedire che ci fossero imprevisti. Ho sbagliato.» ammise improvvisamente Jin Ling, il viso rosso, imbarazzato.
«Sciocco ragazzo, che ti scusi a fare? Sarei sparito comunque, il luogo è irrilevante.» commentò, sventolando la mano.

«Wei gongzi, sono venuto per vedere le vostre ferite, se così possiamo chiamarle. WangJi mi ha detto che durante la notte peggiorano.» si intromise Lan XiChen, scambiando un'occhiata col fratello.

«Mmmmh, va bene. Lasciatemi del tempo per prepararmi e diventerò il vostro paziente numero uno.» acconsentì Wei Wuxian, alzandosi in piedi e stiracchiandosi appena.

Uscirono tutti dalla stanza, tranne Lan WangJi, che lo raggiunse immediatamente:«Come ti senti?» gli chiese, scrutando il suo aspetto.
«Sto bene, Lan Zhan. Devo solo lavarmi.» gli rispose, dirigendosi verso una vasca colma d'acqua.

«Sapevo che il mio Lan Er-gege aveva già preparato tutto.» cantilenò, spogliandosi in fretta ed entrando nella vasca.
Gli sembrava una vita che non entrava in contatto con dell'acqua calda: quel giorno, la pioggia che si era abbattuta su di lui era stata fredda e violenta.

«Lan Er-gege, vuoi fare il bagno con me?» chiese, ad occhi socchiusi, senza nemmeno guardare il compagno.
Non ottenendo risposta, aprì gli occhi, trovando Lan WangJi a fissarlo.

Il suo corpo era percorso da quelle linee inquietanti, che ora si alternavano ai segni che HanGuang-Jun gli aveva lasciato sulla pelle, ben visibili: i morsi, le dita, i graffi.

Un sorriso malizioso curvò le labbra di Wei Wuxian:«Sei sicuro che vuoi farmi vedere da tuo fratello in queste condizioni? Che succede se poi ti rimprovera il fatto di mangiarmi?» lo provocò.

Ma HanGuang-Jun non stava guardando quei marchi, stava guardando quelle linee, pallido:«Sono di più.» commentò, la voce forzatamente calma.

Wei Wuxian diventò improvvisamente serio, alzò un braccio, contemplando la ramificazione che si diramava sotto la sua pelle:«É il prezzo che devo pagare, Lan Zhan. Nulla che non abbia messo in conto.» replicò, pacato, quasi freddo, facendo infine ricadere il braccio nella vasca.

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