43- Storia di un ricongiungimento (p.2)

Era notte fonda quando Wei Ying cominciò a muoversi nel letto.
Si contorceva, inarcando la schiena e ansimando, come se non riuscisse a respirare e stesse soffocando. Lacrime di sangue cominciarono a rigargli le guance, e urla di dolore gli si strozzavano in gola.

«Wei Ying.» le mani di Lan WangJi furono subito sul suo corpo, e cominciarono a scuoterlo, tendando di svegliarlo dai suoi incubi.

HanGuang-Jun era rimasto a vegliare su di lui per tutto il tempo, suonando il qugin dolcemente nella speranza di calmare il suo spirito.

Ma sembrava che il suono non avesse effetto su Wei Wuxian, che non dava cenni di risveglio: artigliò la sua veste, stringendola tra le dita fino quasi a strapparla, rantolando.
Al di sotto dei vestiti, Lan WangJi intravide il reticolo di linee nere ingrossarsi, come se stessero risucchiando il sangue del compagno.

«Wei Ying!» lo chiamò di nuovo, stavolta a voce più alta, asciugandogli il sangue con la manica, che da candida che era, si tinse immediatamente di rosso.
Gli conficcò le dita nella pelle, il cuore stretto in una morsa vedendolo soffrire, quasi in agonia.

Quella crisi durò qualche altro secondo, prima che il giovane scattasse seduto, respirando a fatica, pallidissimo e sudato, tremante, i vestiti strappati e il viso sporco di sangue.
«Lan Zhan...» furono le sue prima parole.

«Sono qui.» gli rispose subito l'altro, prendendogli la mano e attirandolo tra le sue braccia.
«Sembravano così reali...mi stavano cercando...» gli sussurrò all'orecchio, ancora in trance.
«Non ti lascerò andare via.» lo rassicurò il compagno, avvicinandolo ancora di più a sé, nascondendo la preoccupazione.

La mani tremanti di Wei Wuxian si posarono esitanti sulla sua schiena, e inspirò profondamente l'odore di sandalo, che riuscì a calmarlo.
Restarono abbracciati per tantissimo tempo, prima che Lan WangJi decidesse di osservare quel reticolo oscuro.

«Togliti i vestiti.» gli disse, separandosi e guardandolo negli occhi.
Quella frase risvegliò la malizia di Wei Wuxian, che trovava comunque spazio nel suo sguardo, nonostante la stanchezza e il dolore:«Puoi farlo tu, Lan Er-gege.» lo provocò, inclinando la testa.

Lan WangJi sostenne il suo sguardo.
Quel sorriso sfacciato gli faceva venire in mente pensieri non appropriati al momento.
Dato che Wei Wuxian sembrava non aver intenzione di spogliarsi, Lan WangJi allungò le braccia e slacciò con più distacco possibile il nodo che gli teneva legata la fusaccia.

Sotto le vesti, il reticolo sembrava essersi diffuso ancora di più, diramandosi dal cuore in ramificazioni che ora segnavano anche la clavicola e ricoprivano la spalla sinistra.
HanGuang-Jun fece scivolare lentamente la veste lungo la pelle liscia, studiando quella cosa - qualunque cosa fosse- con ansia e preoccupazione.
Allungò una mano e con dita fredde percorse quelle linee scure: nel buio della notte, la pelle chiara di Wei Wuxian sembrava quasi bianca. Assomigliava ad un cadavere più di quanto Lan WangJi avesse voluto ammettere.

Eppure un cadavere non avrebbe mai avuto quell'espressione maliziosa, né quella flessuosità, quando Wei Wuxian incrociò le braccia attorno al collo del compagno, lasciandosi ricadere sul materasso e trascinandolo sopra di sé.

«Wei Ying...» il tono di Lan WangJi era di avvertimento.
«Lan Er-gege, mi stai già spogliando. Da quando ti limiti a scoparmi con gli occhi?» gli sussurrò, la voce un dolce balsamo tentatore. Si avvicinò al suo orecchio:«Pensavo ti fossi mancato...» mormorò, mordendogli il lobo delicatamente e succhiandolo lentamente.

«Wei Ying.» ripeté Lan WangJi, stavolta con più fermezza.
Era vero: gli era mancato.
Gli erano mancati sì la sua risata, quella sua sfrontatezza, quella sua infantilità e sensualità, ma anche quel corpo che voleva stringere fino a quando non si fosse rotto, il suono dei suoi gemiti, la morbidezza delle sue labbra. Lo bramava con un ardore che quasi lo spaventava.
E Wei Ying si stava offrendo a lui su un piatto d'argento, mettendo alla prova il suo autocontrollo, che finiva sempre per perdere, in sua presenza.

Ma stavolta non si sarebbe mosso.
Stavolta non avrebbe ceduto.
Wei Wuxian era ancora stanco, ancora a pezzi, ancora col viso sporco di sangue: non stava bene.

«Lan Er-gege, ti voglio
Tutti i suoi buoni propositi sparirono.

HanGuang-Jun si fiondò sulle labbra del compagno, mordendogliele con forza, fino a sentire il sapore ferroso del sangue.
Wei Wuxian stava ridendo mentre gli slacciava il nastro frontale e se lo attorcigliava attorno alle dita. Allacciò le caviglie dietro la sua schiena, tirandolo a sé e facendo scivolare la mano giù, dentro le vesti del compagno.

Prima che però potesse raggiungere il punto che voleva, Lan WangJi gli afferrò i polsi, stringendoli e sollevandoglieli sopra la testa.
«Wei Ying.» ringhiò HanGuang-Jun, lottando contro sé stesso e contro i suoi stessi istinti, tenendolo immobilizzato sotto di sé, i capelli in disordine, il nastro rosso sul punto di sciogliersi, la veste aperta e stropicciata, le labbra rosse e seducenti, umide, gli occhi che scintillavano, tra le dita il suo nastro frontale.

Quella visione era talmente sensuale da essere insostenibile: voleva affondare in lui - le dita nella sua carne, i denti nella sua pelle, il suo corpo contro il proprio- più di quanto avesse mai voluto qualcosa.

Wei Wuxian non voleva fermarsi, non voleva ascoltare: nonostante il corpo gli dolesse come se fosse sul punto di rompersi, nonostante i fantasmi del suo incubo ancora gli infestassero la mente, sapeva che baciando Lan WangJi ogni dolore sarebbe passato.
In quel letto si stava consumando una battaglia, e Wei Wuxian voleva vincere.

Alzò un ginocchio e con un sorriso malizioso lo infilò tra le gambe di HanGuang-Jun, strofinandolo contro il suo corpo.
Lo vide digrignare i denti:«Wei Ying, smettila. Io...se fai così...non posso più...temo che...non voglio farti male.» esalò, rigido.
«Perché dovresti preoccuparti? Puoi fare ciò che vuoi con me.» replicò l'altro, senza fermarsi.
«Wei Ying.» disse di nuovo HanGuang-Jun, chinandosi su di lui per baciarlo con dolcezza, senza la foga di poco prima.

Si separò, appoggiando la fronte sulla sua, gli occhi socchiusi:«Non posso.» sospirò infine, lasciandogli i polsi e allontanandosi definitivamente, evitando di guardarlo.

Wei Wuxian si rimise seduto, sconfitto ma non offeso, osservando il compagno sotto il chiaro di luna, il suo nastro ancora stretto in mano.

Quel nastro era un monito per i discepoli del Clan Lan, che dovevano essere dignitosi e controllare loro stessi in ogni situazione.
Wei Wuxian aveva l'autocontrollo del suo compagno letteralmente in mano, lui era l'unico con cui Lan WangJi poteva lasciarsi andare. Quel pensiero gli scioglieva il cuore.

Nell'oscurità, la figura candida di HanGuang-Jun sembrava rischiarare la notte, il viso di giada immobile, lo sguardo fisso in lontananza, decoroso, impeccabile. Perfetto.
Eppure del tutto umano, o almeno, agli occhi di Wei Wuxian.

«Lan Zhan, sposiamoci.»

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top