35- Storia di una trappola (p.5)

Jin Ling sembrava aver esaurito il fiato per urlare, le vene gli stavano per esplodere e il viso era paonazzo.

Wei Wuxian osservava la scena, impressionato dalle capacità del nipote di gridare: sospettava che fosse stato Jiang Cheng ad insegnargli la sfarzosa arte dello sbraitare.

Nonostante questo, i Gran Maestri sembravano invece non aver finito con le loro lamentele e le loro accuse, e continuavano a replicare, finché infine uno tra loro, volendo stabilire una sentenza definitiva, prese parola:«La presenza del Patriarca di Yiling basta a corrompere l'aria, e non mi pento affatto di ciò che ho fatto, anzi! Se ci fosse un po' più di razionalità lo condannerei personalmente: sono stato io ad ideare il piano, io ho avuto abbastanza coraggio per agire e se non ci sono riuscito stavolta, nulla mi impedirà di provarci una seconda e una terza, o perfino una quarta! Ogni respiro che fa è un abominio e una mancanza di rispetto nei nostri confronti, per questo Wei Wuxian merita di morire!»

Sembrarono tutti trattenere il fiato, colpiti dall'intensità di quelle parole.
Jin Ling fece per ribattere ancora una volta, ma prima che potesse aprire bocca, un guizzo bianco mise a tacere tutti i sussurri.

HanGuang-Jun era improvvisamente apparso, aveva superato Wei Wuxian e si era scaraventato contro il Gran Maestro, afferrandolo per le vesti, minaccioso, pronto a colpirlo.

«Lan Zhan?!» quello più sorpreso fu proprio Wei Ying: non era abituato ad essere quello che placava, non si sarebbe mai aspettato che il suo impassibile HanGuang-Jun potesse sbottare così.

Lo guardò socchiudendo le labbra, un brivido di eccitazione gli percorse la schiena mentre osservava la sua espressione, che era una maschera di implacabile furia.

«Lan Zhan!» esclamò, avanzando di un passo per raggiungerlo, ma vedendosi sbarrare la strada dagli altri cultori.
Jin Ling incroció le braccia, alzando gli occhi al cielo e sbuffando.

«Lasciatemi passare.» ordinò Wei Wuxian, dando una spallata e liberandosi di loro, piazzandosi accanto a Lan WangJi.

Gli afferrò la veste bianca, cercando di attirare la sua attenzione, che però era tutta puntata sul Gran Maestro, che ora assomigliava ad un coniglio spaurito.

«Lan Zhan, mollalo.» disse Wei Wuxian, tirandogli la veste.
Fu sorpreso nel sentirlo tremare, sotto la sua presa, ma non lo diede a vedere: si limitò ad avvicinarsi ancora di più a lui, posandogli una mano nell'incavo del braccio.

«Lan Zhan, non c'è bisogno di diventare aggressivi per questo, va bene? Sono anni che funziona così, non ne vale la pena.»
«Oggi finirà.» replicò l'altro, ringhiando.
«Cosa?» gracchiò il Gran Maestro.
«Sono anni che lo accusate e lo minacciate, ma tutto ciò finirà oggi. Non ho intenzione di sopportare nemmeno un altro insulto.» spiegò HanGuang-Jun, conciso, e le sue parole riechieggiarono nello spiazzo ridotto al silenzio.

«HanGuang-Jun, non c'è bisogno di essere così accorati per il Patriarca di Yiling...» provò ad arginare il problema uno dei cultori, finendo solo per essere fulminato dallo sguardo chiaro di Lan WangJi:«Wei Ying sarà a breve mio marito. Se uno solo di voi lo insulta, insulta me. Se l'unico che vi può impedire di avvicinarvi a lui sono io, allora io ve lo impedirò.»

Era la prima volta che HanGuang-Jun si mostrava così apertamente ostile verso di loro, e forse era anche la prima volta che parlava così a lungo davanti a quel nutrito gruppo di persone.

«Lan Zhan.» la voce di Wei Wuxian si abbassò, risultando udibile solo al compagno:«Lan Zhan, per favore, molla il Gran Maestro e torniamo a casa insieme, va bene?»

Quelle parole sembrarono far breccia nel muro di rabbia di Lan WangJi, che finalmente incrociò gli occhi di Wei Wuxian.
Quest'ultimo gli sorrise, tirandolo appena, riuscendo finalmente ad allontanarlo dal Gran Maestro, che sembrò tornare a respirare.

Gli diedero le spalle, e Wei Wuxian infilò timidamente la mano in quella del compagno, trascinandolo distante.

Prima che però potessero compiere più di pochi passi, un ululato ferito li costrinse ad immobillizarsi, ed entrambi si voltarono confusi.
Il Gran Maestro aveva estratto la spada, e si stava dirigendo contro di loro facendola mulinare, puntando a Wei Wuxian.

«Wei Ying!» esclamò Lan WangJi, afferrandolo e nascondendolo dietro di sé, in ritardo però per estrarre bichen.
Analizzata in fretta la situazione, Wei Wuxian tentò di tirare indietro Lan Zhan per evitargli il colpo, ma la spada del Gran Maestro era già calata.

Con un clangore metallico, fu spazzata via, finendo conficcata in un albero.
Davanti a loro, Lan SiZhui recuperò la sua posizione, la sua lama sfoderata che brillava sotto la luce.

«SiZhui?» alzò la voce Jin Ling, raggiungendolo.

Il giovane si ergeva di fronte a loro in tutta la sua eleganza e raffinatezza di portamento, l'espressione gentile sostituita da una di puro rancore, non cedendo di un passo e non abbassando nemmeno lo sguardo di fronte allo sbigottimento dei presenti.

«Lasciateli stare!» esclamò, rilassandosi appena quando percepì la spalla di Jin Ling, e in seguito di JingYi, cozzare con le sue, in un muto ma assoluto sostegno.

Nel vedere quei tre giovani parati di fronte a lui, Wei Wuxian curvò le labbra verso l'alto, intenerito.
Sospirò e uscì da dietro Lan WangJi, che ancora gli stava facendo scudo con il suo corpo.

Gli sfiorò appena la mano, prima di superare anche la barriera costituita dai tre giovani e piazzarsi di fronte a tutti.

«So che volete la mia vita, so che ancora non ho pagato per tutti i crimini commessi, so di non essere come volete che io sia. Ma non sono nemmeno il mostro che mi avete dipinto, non sono il corrotto che credete che io sia, né tantomeno il ragazzino che ero un tempo. Quindi, non avendovi arrecato nessun dolore in questa mia seconda vita, non meritando il vostro astio e le vostre minacce, vi pregherei di lasciarmi in pace e di allontanarvi da me, e soprattutto dalla mia famiglia. Potete usarmi come capro espiatorio per ogni vostra disgrazia, ma se doveste ferire le persone che più mi sono care, in qualsiasi modo, allora diventerò davvero lo spietato Patriarca di Yiling di cui avete tanta paura.» comunicò.

Dopo le sue parole, nessuno osò più nemmeno respirare.

Infine, tornò nuovamente al fianco di Lan WangJi, sorridendo ai giovani ed incamminandosi insieme a loro fuori dal campo da caccia.

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