30- Storia di una leggenda (p.5)

«Non mi pento di ciò che ho fatto, Gran Maestri, né tantomeno ne devo rendere conto a voi.» replicò gelidamente.
Alle sue spalle, sentiva la presa di HanGuang-Jun farsi sempre più stretta: poteva dire senza guardarlo quanto fosse furioso.

«Wei Wuxian, poni fine immediatamente a queste assurdità. Stai corrompendo anche HanGuang-Jun con queste stupidaggini, se vuoi fare parte di un Clan allora devi smettere di essere così sfrontato e arrogante.»

Wei Wuxian era venuto a patti già da tempo con le conseguenze della via da lui intrapresa: non sarebbe mai stato accettato.
Non per quello che era, non per come la società voleva che fosse.
Ma a lui non importava della società, di cosa pensavano gli altri: se c'era anche una minima possibilità di salvare qualcuno, non importava come, lui avrebbe rischiato tutto, in qualunque modo, a qualunque costo.

Non sarebbe cambiato per quel modo di pensare bigotto e ristretto, che condannava chiunque non coltivasse una via ufficiale.

«Coltivare un sentiero diverso dal vostro non significa necessariamente che sia inequivocabilmente sbagliato e condannabile, Gran Maestri. Oggi ho difeso i Giovani Maestri con quello che avevo: me stesso e la mia "via corrotta". Per quanto riguarda HanGuang-Jun, è libero di scegliere anche lui la sua strada.» a parole nessuno poteva batterlo.

Lanciò un'occhiata a Lan WangJi, e lo vide immobile e senza esitazione: non gli importava di ciò che pensava la società, non gli importava di percorrere la sua stradina stretta verso l'ignoto, perché Lan Zhan era comunque al suo fianco.
Non era solo.

«Wei Wuxian, tu...!» prima che però uno dei Gran Maestri potesse estrarre la spada, Lan WangJi si era già parato davanti a Wei Wuxian, e Jiang Cheng aveva srotolato zidian.

«Direi che la nostra conversazione finisce qui.» ringhiò Jian Cheng, costringendo tutti ad andarsene con sguardo minaccioso.

Dopo qualche reticenza, i Gran Maestri, sconfitti, abbandonarono il jingshi, scortati dai discepoli.
Nella stanza rimasero solo SiZhui, JingYi, Jin Ling e Jiang Cheng.

Wei Wuxian fece crollare la maschera di sicurezza che aveva indossato fino ad allora, vacillando, lo sguardo annebbiato.
Lan WangJi lo recuperò prima che cadesse a terra, e le sue vesti candide si ricoprirono subito di sangue: aggrottò le sopracciglia, preoccupato e furioso.

«Lan Zhan, credo...credo che mi si sia riaperta la ferita.» gli confidò Wei Wuxian, la voce debole.

«Irrompere così nel cuore della notte solo per minacciarti...che stronzata!» esclamò Jiang Cheng, ancora arrabbiato.
«Non è voi avreste fatto diversamente, tempo fa, Gran Maestro Jiang.» replicò svelto Lan WangJi, acido, posando con delicatezza Wei Wuxian sul letto.

Il sangue si stava piano piano allargando: ora macchiava anche le lenzuola candide.

«Lan Zhan, lascia in pace Jiang Cheng: non è colpa sua stavolta, e ciò di cui stai parlando risale a secoli fa.» lo rimproverò il compagno.
Le labbra di Lan WangJi si serrarono in una linea sottile, ma non replicò.

Da parte sua, il Gran Maestro Jiang, paonazzo, scelse saggiamente di non replicare, osservando con un velo di stupore HanGuang-Jun: la sua espressione era cupa, e mentre liberava Wei Wuxian delle vesti nere macchiate di sangue le sue mani stavano tremando.

Era chiaramente nervoso e sulle spine, e Jiang Cheng pensò che fosse la prima volta che lo vedeva un minimo più umano.

Liberò il costato del compagno dalla fasciatura -le bende erano ormai pregne di sangue- ed esaminò la ferita.
Sibilò fra i denti.

Wei Wuxian alzò una mano e la posò sul suo braccio, affannato ma ancora lucido:«Lan Zhan, non devi per forza farlo tu...» gli sussurrò, a corto di fiato.
«Wei Ying...»
«Va tutto...bene. Può pensarci qualcun'altro.» non aveva torto: le mani di Lan WangJi stavano tremando troppo, ed il suo corpo era troppo teso. Ad ogni modo, se non avessero ricucito presto la ferita, Wei Wuxian sarebbe .orto per dissanguamento.

«SiZhui, vai a chiamare XiongZhan.» decise infine HanGuang-Jun, prendendo la mano del compagno tra le sue.
SiZhui scattò fuori dal jingshi, alla ricerca di Lan XiChen, senza farseli ripetere due volte.

«HanGuang-Jun, c'è qualcosa che possiamo fare?» chiese incerto Jin Ling, affranto nel vedere la scena.
«Lan Er-gongzi, per quanto possa valere, sappiate che il Clan Jiang e il Clan Jin sono dalla vostra parte. Posso andare a frustare quei Gran Maestri uno per uno, se può essere d'aiuto.» commentò anche Jiang Cheng, sentendosi un pelo inadeguato ma desiderando mostrare comunque il suo appoggio.

Quello che aveva detto Lan WangJi era vero: in passato, sarebbe stato tra quelli a minacciare Wei Wuxian, ma era proprio perché in passato aveva sbagliato che ora non voleva commettere lo stesso errore.

Si pentiva ogni giorno di come erano andate le cose, e pensava sempre a come sarebbero potuti cambiare se soltanto avesse fatto scelte diverse: adesso non voleva sprecare nessun'occasione.

Lan WangJi non lo guardò, ma annuì lievemente:«Mh.» disse soltanto, ma quello bastò per alleviargli il peso sul cuore.

«WangJi, cosa è successo?» chiese intanto la voce di Lan XiChen, che lo raggiunse nel jingshi seguito da un trafelato SiZhui.

«Parleremo dopo, ora ti prego di curare le sue ferite.» rispose Lan WangJi, alzando lo sguardo sul fratello, che osservò sbalordito la gran quantità di sangue e Wei Wuxian ormai sull'orlo del collasso.

«Pensavo ci avessi pensato tu! Come si è ridotto in queste condizioni?» chiese stupito, precipitandosi al suo capezzale e cominciando ad armeggiare con gli strumenti per ricucire lo squarcio sul costato.

Lan WangJi non rispose, ma si allontanò appena dal copro del compagno per permettere al fratello di curarlo al meglio.

«Lasciamo loro un po' di privacy.» decise Jiang Cheng, allontanandosi dal letto e portando con sé i ragazzi.

«Quegli stronzi. Con quanta arroganza e quanta maleducazione!» imprecò Jin Ling appena uscito dal jinghsi, calciando un sasso.

Il Gran Maestro Jiang si appoggiò ad un albero incrociando le braccia, non essendo in disaccordo col nipote.

«SiZhui, stai bene?» chiese subito dopo il Gran Maestro Jin, lanciando un'occhiata ad uno SiZhui particolarmente pallido.

«Io sto bene. Spero solo che anche Wei qianbei riesca a guarire.» rispose, lasciandosi cadere a terra sul prato.
«Li strangolerei tutti. Ci ha salvato, stamattina, ed è così che viene ripagato?!» commentò JingYi, affiancando l'amico.
«Si è beccato quella zappata al posto nostro, ha usato il suo corpo per farci da scudo e tutta la sua energia per distruggere quei cosi schifosi, e lo accusano soltanto?» aggiunse Jin Ling, raggiungendo gli altri due a terra.

«É sempre stato così.» sospirò Jiang Cheng, alzando lo sguardo al cielo e fissando la luna:«Ha sempre dato tutto ciò che aveva senza curarsi delle conseguenze, e per questo è sempre stato giudicato e condannato. Non è una novità per lui: fermare i pregiudizi è impossibile, e ha scelto da solo e con coscienza la sua strada. L'unica cosa che possiamo fare è sostenerlo.» concluse, senza guardare i giovani e perdendosi in ricordi che avevano il sapore dolceamaro della nostalgia.

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