22- Storia di una proposta (p.4)

Prima che Wei Wuxian potesse rispondere in qualche modo, Lan Zhan si era già parato davanti a lui, mettendo mano a Bichen, il viso una maschera di pura rabbia.
Wei Wuxian spalancò gli occhi, allungando un braccio e portando Lan WangJi dietro di sé.

«Manteniamo la calma, Gran Maestro Lan. Lan Zhan, molla Bichen: sono sicuro che non vuoi davvero scagliarti contro tuo zio.» intervenne, ricacciando in fondo allo stomaco la tensione.

Lan WangJi, riluttante, lasciò la presa sulla spada, continuando a fulminare Lan QiRen, che dal canto suo pareva essere sull'orlo di un collasso: dopotutto, aveva una certa età, e quella giornata sembrava decisa a farlo morire di crepacuore.

I suoi occhi si posarono su Wei Wuxian, che non stava rispondendo alle sue accuse, ma anzi placava gli animi.
Vide in quel nuovo viso il riflesso del giovane Wei Ying: rumoroso, fastidioso, decisamente incline all'eroismo e al sacrificio.

«Gran Maestro Lan...» lo chiamò ora il giovane, pacifico, tranquillo, elegante nonostante la sua indole non fosse mutata.
Era cresciuto, e lo vedeva.
Era cambiato, il dolore lo aveva forgiato, e poteva vedere anche questo.

Ma al tempo stesso vedeva lo sguardo di Lan WangJi, e ricordava la sofferenza che lo aveva quasi portato  alla follia, ricordava il sangue sulle proprie mani quando aveva brandito la frusta della disciplina, e ricordava il silenzio assordante di suo nipote, che non aveva emesso nessun lamento mentre trentatré frustate si abbattevano sulla sua schiena.
Ricordava le lacrime, e il suono del qugin che riecheggiava per tutto Gusu, sempre alla ricerca di una sola persona, di una sola risposta.
Una risposta che non c'era mai stata.

E negli occhi di Lan WangJi vedeva il riflesso di quelli di suo fratello, che si era consumato per amore e per rimorso, che aveva cercato in tutti i modi di tenersi vicino l'unica donna che voleva lontana.
Ricordava il dissidio e l'immobilità, la terribile sensazione di non poter fare nulla, perché non si può né combattere né tantomeno vincere contro un cuore spezzato.

«Gran Maestro Lan, non ho mai avuto intenzione di allontanare Lan Zhan dalla Scuola, avrei preferito allontanarmi io, perché so che HanGuang-Jun è il vostro orgoglio e colui che guiderebbe il clan con la massima dedizione...—
«Wei Ying.» sibilò Lan WangJi, afferrando il gomito del compagno, provando a farlo smettere di parlare - inutilmente.

«Non vi stiamo chiedendo di approvare il matrimonio, Gran Maestro Lan: ve lo stiamo comunicando. Ma ciò che io vi chiedo, dal profondo del cuore, è di non cacciare HanGuang-Jun dalla Scuola per causa mia, né tantomeno di costringerlo a fare una cosa che va contro i suoi desideri, indipendentemente dalla mia presenza.» concluse Wei Wuxian, pacato.

Lan XiChen socchiuse le labbra, sorpreso, con gli occhi che brillavano.
Lan WangJi stava guardando il suo compagno con uno sguardo pieno di devozione e amore.

Lan QiRen era basito: nessuno si era mai rivolto a lui con così tanta irriverenza e sfrontatezza, e al tempo stesso con tanta eleganza e pacatezza. Era cresciuto davvero.

Si portò una mano al petto, aggrottando le sopracciglia, chiudendo gli occhi e massaggiandosi il cuore.
Non voleva che Wei Wuxian spezzasse il cuore di suo nipote, ma al tempo stesso sapeva che separarli avrebbe in ogni caso distrutto entrambi.

«Fate come volete.» borbottò infine, lasciandosi cadere di nuovo per terra, arrendendosi.

Wei Wuxian sorrise a Lan XiChen, poi fece l'occhiolino ad HanGuang-Jun, ed infine i tre uscirono, lasciando Lan QiRen da solo con la sua sconfitta.

Improvvisamente Gusu sembrava brillare intensamente.
Appena furono all'aria aperta, Wei Wuxian saltò al collo di Lan Zhan, che lo accolse a braccia aperte, tenendolo stretto e beandosi del suono della sua risata, senza curarsi di ZeWu-Jun.

«Lan Zhan, non sei felice? Non dovrai lasciare la Scuola!»
«Mh.»
«Hai preso due piccioni con una fava, HanGuang-Jun, sei davvero fortunato!»
«É merito tuo.»
«Non è vero, Lan Zhan, non è vero. Ora, su, andiamo dai tuoi conigli, sicuramente gli sarai mancato.» e tra una risata e una tirata, lasciarono Lan XiChen da solo, ad osservare la schiena dritta del fratello allontanarsi.

Sospirò, contento, appagato: quando lo zio aveva combinato quel matrimonio aveva pensato che sarebbe stato costretto a vedere Lan WangJi appassire e dimenticarsi ogni felicità.
Si era opposto, aveva cercato di convincere lo zio, ma quest'ultimo era sembrato inamovibile.

Ora, vedendo i due giovani scherzare, il rumoroso Patriarca di Yiling e il silenzioso HanGuang-Jun, fu davvero felice di come le cose fossero cambiate.

«Gran Maestro Lan.»
La voce di Lan SiZhui lo distolse sai suoi pensieri, e abbassò lo sguardo sul ragazzo, sorridendo.

«Gran Maestro Lan, HanGuang-Jun e Wei qianbei resteranno a Gusu?» chiese, ansioso.
Il sorriso di ZeWu-Jun diventò ancora più ampio:«Sì, Lan SiZhui. Ma ora devo chiederti un favore, e metti al corrente anche Lan JingYi.» rispose, chinandosi verso il giovane con un tono cospiratorio.

Anche SiZhui si guardò attorno circospetto, avvicinandosi.
«Ho bisogno del tuo aiuto per organizzare l'evento.» bisbigliò Lan XiChen.
«Che evento?» ribatté il giovane, perplesso.
«Il matrimonio, ovviamente! Non si vedeva un matrimonio da secoli, a Gusu, e se lasciamo tutto nelle mani di WangJi uscirà fuori qualcosa di povero, perché si focalizzerà solo su Wei gongzi e dimenticherà di occuparsi del resto, quindi dobbiamo pensarci noi!»

SiZhui batté le palpebre, sorpreso: non aveva mai pensato che Lan XiChen potesse trasformarsi in questo.
Qualsiasi cosa questo fosse.

«V-va bene, ZeWu-Jun. Informerò anche JingYi.» acconsentì infine, trovandolo divertente ed entusiasmante.
«Splendido. Ora andrò a contattare anche il Gran Maestro Jiang , il Gran Maestro Jin e il Gran Maestro Nie.» concitatamente, Lan XiChen si allontanò, lasciando di stucco SiZhui.

Il giovane scosse la testa, divertito, prima di incamminarsi anche lui alla ricerca di JingYi.

Intanto, tra una moltitudine infinita di conigli, Wei Wuxian stava ridendo, mostrando a Lan WangJi un animaletto particolarmente paffuto:«Dai, Lan Zhan, lo vizi talmente tanto che è diventato una palla di pelo. Potrebbe pesare più di me!»

«Non è vero.»
«Sì che è vero! HanGuang-Jun, prendi il coniglio.» replicò immediatamente l'altro, mettendogli in braccio la soffice bestiola.

Vedere Lan WangJi che accarezzava un coniglio era la cosa più dolce che Wei Wuxian avesse visto, e si beò di quella visuale ridacchiando intenerito.

Poi, malizioso, si avvicinò al compagno, allungandosi sinuosamente verso di lui:«Lan Er-gege, perché con i conigli sei dolce, mentre con me così aggressivo?» chiese, godendo delle orecchie arrossate dell'altro.

HanGuang-Jun non rispose, e questo costrinse Wei Wuxian ad avvicinarsi al suo orecchio, sospirando:«Non che mi dispiaccia la tua brutalità, Lan Er-gege...» bisbigliò lascivo prima di addentare delicatamente il lobo dell'altro.

All'improvviso il mondo si capovolse.

Wei Wuxian si ritrovò a terra, a guardare dal basso il viso bellissimo di Lan WangJi e il fuoco nei suoi occhi.
Ridacchiò, accarezzandogli le braccia ed incrociando le mani dietro alla sua nuca:«Lan Er-gege, ti prego, Lan Zhan, abbi pietà, stavo scherzando...» lo pregó, mentre Lan WangJi si chinava su di lui per baciarlo.

Quando si scostò gli sorrise, facendogli sciogliere il cuore e liquefare le ginocchia.

«Io no.» replicò, lasciandolo di stucco, e facendolo poi scoppiare a ridere.

Si tese verso Lan WangJi, che intanto aveva preso a scostargli i vestiti:«HanGuang-Jun, traumatizzeremo i tuoi conigli, così!» gli fece notare Wei Wuxian, senza sottrarsi al tocco dell'altro.

«Non mi importa.» mugugnó in risposta.
Wei Wuxian sospirò, baciandolo di nuovo fino a non avere più fiato.

I loro occhi brillavano mentre si guardavano:«Lan Zhan, ti amo alla follia, lo sai?»
«Mh.»
«E anche tu mi ami, vero?»
«Tantissimo.»
«E nonostante ciò, mediti ancora di sbattermi senza la minima pietà?»
«Mh.» il sorriso di Lan WangJi era fin troppo solare.
«Sei senza cuore, HanGuang-Jun.»
«Mh.» disse, senza curarsi minimamente delle preghiere di Wei Wuxian, mentre entrambi sprofondavano nel branco di conigli.

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