19- Storia di una proposta (p.1)
Tornarono alla locanda, camminando silenziosamente fianco a fianco.
Ad aspettarli davanti all'ingresso c'erano i giovani e Wen Ning, che appena li videro sospirarono di sollievo.
Vedere nuovamente quelle due figure tanto amate l'una accanto all'altra ricomponeva le certezze che avevano sempre avuto, era come se il terreno che fino a quel momento aveva traballato si fosse nuovamente fermato.
«Ci chiedevamo se poteste lasciarci la vostra stanza: a quanto pare io e HanGuang-Jun dobbiamo parlare.» chiese Wei Wuxian, simulando una noncuranza che non provava minimamente.
Si fecero tutti da parte, lasciando che i due li sorpassassero e si dirigessero nella camera.
Wei Wuxian entrò per primo, e HanGuang-Jun si chiuse la porta alle spalle, voltandosi subito dopo.
Wei Wuxian non aveva né il coraggio, né tantomeno la voce per parlare: stava disperatamente cercando di ricordare ciò che era successo la notte prima, senza riuscirci.
Lan WangJi sembrò varie volte sul punto di dire qualcosa, ma non era mai stato un gran oratore, finché infine Wei Wuxian ingoiò il nodo in gola e portò le mani -tremanti-, dietro la schiena.
«HanGuang-Jun, perché mi hai portato qui? C'è qualcosa che devi dirmi?» chiese, riuscendo a non fare tremare la voce.
«Non la sposerò.» affermò l'altro pacatamente.
Quella frase lo colpì violentemente, facendolo impallidire.
La notte in cui Lan QiRen aveva freddamente comunicato la notizia del matrimonio era impressa a fuoco nella sua mente.
Quella notte era tornato nel jingshi pensando di trovare Lan Zhan addormentato: invece Lan WangJi era sveglio, e stava suonando il suo qugin.
Prima che però potessero affrontare la conversazione che li aveva allontanati quel mattino, Lan QiRen aveva fatto la sua comparsa e aveva annunciato che la Scuola di Gusu aveva contratto un'alleanza matrimoniale con il Clan Jin, e che quindi HanGuang-Jun si sarebbe dovuto sposare con la sorella maggiore di Jin Chen.
Wei Wuxian era rimasto, forse per la prima volta in vita sua, talmente sconvolto da quelle parole che non era riuscito a dire nulla.
Lan WangJi aveva provato a ribattere, ma Lan QiRen l'aveva ridotto al silenzio mettendo in mezzo i doveri che aveva verso il Clan, e sebbene nei suoi occhi ci fosse una qualche ombra di colpevolezza e rammarico, non era quella a guidare le sue decisioni.
Se n'era andato subito dopo, lasciando i due da soli nel jingshi.
Si erano limitati a guardarsi, quasi con disperazione.
Nessuno dei due sapeva che dire.
Wei Wuxian desiderava che HanGuang-Jun lo rassicurasse e gli dicesse che in qualche modo avrebbe risolto la situazione, ma al tempo stesso non voleva che si mettesse contro la sua stessa Scuola, di cui era l'orgoglio più grande.
«Me ne andrò.» aveva detto allora, la voce che era rimbombata nel silenzio, cruda e netta, quasi incolore.
E Lan WangJi, che aveva cercato in tutti i modi di tenerlo al suo fianco, che lo aveva protetto e accompagnato lungo il suo sentiero solitario, annuì una volta sola, abbassando lo sguardo.
«Mh.» aveva detto poi.
Wei Wuxian aveva sentito il proprio cuore frantumarsi, aveva visto crollarsi davanti tutte le speranze che aveva riposto nel futuro, ma non si era opposto.
Era uscito dal jingshi e si era addentrato nella notte, lasciando alle spalle i Meandri delle Nuvole e l'amore della sua vita.
E se si era voltato, se aveva esitato, era qualcosa che solo il buio che l'aveva inghiottito poteva sapere.
E ora, in quel momento, HanGuang-Jun era lì, di fronte a lui, e gli stava dicendo che non si sarebbe sposato, che avrebbe scelto lui, che c'era ancora una possibilità.
Ma Wei Wuxian sapeva che c'era un prezzo da pagare per la felicità.
«E il Clan? L'alleanza?» domandò, cercando con la voce di sovrastare il rumore del battito del suo cuore.
«Abbandonerò la Scuola.» rispose Lan WangJi.
«Lan Zhan! Non posso chiederti di farlo!» trasalì, sconcertato.
«Non mi stai chiedendo nulla.» gli fece notare l'altro.
«Lan Zhan, Lan WangJi, sii serio! Sei il grande HanGuang-Jun, l'orgoglio della Scuola, non puoi abbandonarla!»
Wei Wuxian non voleva assolutamente, in nessun modo, che Lan WangJi sacrificasse sé stesso, la propria posizione e i propri legami per lui.
«É la Scuola ad aver abbandonato me. E tra il clan e te, non riesco a lasciare te.»
Il "non di nuovo" impresso nello sguardo di Lan Zhan risuonava nella stanza quasi fosse stato pronunciato ad alta voce.
Senza davvero rendersi conto di ciò che stava facendo, Wei Wuxian si avvicinò a Lan WangJi, afferrandogli il polso.
«Non puoi farlo, HanGuang-Jun.» lo pregò.
«L'ho già fatto.» replicò l'altro.
Non c'era più nient'altro da dire: Lan WangJi aveva ormai preso la propria decisione, e Wei Wuxian sapeva quanto potesse essere determinato l'altro quando si intestardiva.
Quindi sospirò, allentando la presa sul suo polso e abbassando lo sguardo, mentre una strana sensazione si faceva largo tra la coltre di preoccupazioni: quella era felicità. Sollievo.
La consapevolezza che Lan Zhan avesse scelto lui lo stava rendendo assurdamente felice.
Si ritrovò a sorridere senza neanche accorgersene.
Per Lan WangJi non esisteva sorriso più bello: quel sorriso limpido, sincero, non più adombrato da timori o forzato.
Era ormai troppo tempo che non vedeva quel sorriso.
Alzò con delicatezza il mento del compagno, costringendolo a guardarlo negli occhi, per poi chinare il viso e baciarlo, baciare quelle labbra curvate verso l'alto.
Wei Wuxian gli gettò le braccia al collo, allungandosi sinuosamente, mentre Lan Zhan lo stringeva.
In quel momento, in quel modo, si sentirono entrambi a casa.
Le mani di Lan WangJi gli stavano tirando giù i vestiti, e ben presto Wei Ying si ritrovò con le spalle e il petto scoperto.
Gli saltò in braccio, incrociando le caviglie dietro la sua schiena e facendo passare le mani fra i capelli dell'altro, ridacchiando senza vergogna mentre Lan WangJi sosteneva tutto il suo peso.
Per reggerlo meglio, lo spinse con forza contro il muro, e Wei Wuxian si leccò le labbra, deliziato:«Oh, Lan Er-gege, ti sono mancato, vero? È per questo che mi sbatti con tanta forza contro le pareti? Oppure vuoi trovare nuove superfici su cui farlo?» gli sussurrò all'orecchio, lussurioso.
In risposta, i lobi di Lan WangJi si tinsero di rosso, e il giovane affondò i denti nella spalla del compagno, che si lasciò scappare un gemito.
Prima che potessero raggiungere il letto però, la porta della camera si aprì all'improvviso, e il rumore che avevano chiuso fuori si rovesciò all'interno della stanza.
Ancora inebriato dal sapore dei baci, Wei Wuxian si voltò confuso, sgranando gli occhi quando vide la folla ormai immobilizzata.
«I MIEI OCCHI!!!»
«H-hanGuang-Jun?!»
«Mai più, mai più, mai più!»
«Vi avevo detto di non entrare...»
«Sono traumatizzato. Basta. Voglio morire.»
«I-io non...»
Sull'uscio della camera c'erano i giovani del Clan Lan, paonazzi e sconvolti, sul punto di svenire.
SiZhui si guardava attorno, divertito e al tempo stesso imbarazzato, JingYi sembrava voler scomparire dalla faccia della terra, Jin Ling era sul punto di vomitare, mentre Wen Ning si era dileguato chissà dove.
Wei Wuxian scese da Lan WangJi, ancora a petto nudo e con i segni dei morsi sulla pelle.
Si nascose dietro di lui mentre cercava di darsi un contegno, sentendo distrattamente i giovani che si scusavano, estremamente a disagio.
Lan WangJi li ascoltava stoicamente, inespressivo, come se non fosse stato appena beccato nel bel mezzo di un'attività che a Gusu era tabù.
Wei Wuxian rise silenziosamente, allacciandosi la veste in modo approssimativo ed uscendo da dietro Lan Zhan, pronto a capire il motivo di quell'invasione.
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