16- Storia di una rottura (p.2)
SiZhui sostava davanti a quel bordello con un'espressione determinata.
Al suo fianco, JingYi era teso, Jin Ling sprezzante, e Wen Ning preoccupato.
«Davvero è andato lì?» chiese per l'ennesima volta JingYi, additando il bordello dalle tende colorate, con le finestre aperte da cui si affacciavano bellissime fanciulle ammiccanti.
Nessuno dei quattro aveva davvero voglia di entrare là dentro, ma dalle informazioni ricavate sembrava che Wei Wuxian si fosse accampato all'interno, quindi non avevano altra scelta.
SiZhui strinse la presa sulla sua spada.
Era furioso: furioso con il clan Jin e Lan QiRen, che avevano combinato quel matrimonio; furioso con HanGuang-Jun che non si era opposto e aveva lasciato andare via Wei Ying; furioso con Wei Wuxian che forse aveva cercato conforto tra le braccia di qualche altra persona.
«Andiamo.» decise infine, avanzando per primo, costringendo gli altri a seguirlo.
Ovviamente, da bravi membri della Scuola Lan, né SiZhui né JingYi erano mai entrati in un bordello.
Non che Jin Ling e Wen Ning ci andassero abitualmente.
La prima cosa che sentirono furono i profumi dolci dell'ambiente: era tutto -dagli interni alle persone- molto colorato e velato, scoperto e strategicamente nascosto.
Quando videro entrare quelli che sembravano quattro giovani Maestri, le fanciulle presenti si diressero speditamente verso di loro.
JingYi stava per svenire: aveva le unghie infilzate nel braccio di Wen Ning.
«Scusatemi, signorina, stiamo cercando un cultore. Di solito si veste di nero, ha i capelli legati da un nastro rosso e un flauto. L'avete visto?» domandò gentilmente SiZhui a una delle ragazze.
Lei lo squadrò dall'alto in basso, ridacchiando:«In effetti c'è una persona che corrisponde alla vostra descrizione. Alloggia in una delle camere, non ha mai voluto incontrare nessuna di noi, però si è fatto portate giare e giare di alcool. Non esce da ieri, ma nessuna è andata a controllare perché avevamo paura fosse morto: se volete posso portarvici.» gli propose sbattendo le ciglia.
SiZhui acconsentì immediatamente, lasciandosi guidare dalla fanciulla lungo scale e corridoi stretti e fiocamente illuminati, finché la ragazza non si fermò davanti ad una stanza dalla porta chiusa.
«Se avete bisogno di me, chiamatemi.» disse, allontanandosi dopo aver fatto l'occhiolino a JingYi.
SiZhui esitò un attimo solo, prima di aprire la porta.
La stanza che gli si presentò davanti era grande e ricoperta di veli colorati: rosso, arancione, rosa.
L'odore di alcool lì dentro era quasi nauseante.
Wei Wuxian giaceva scomposto su un letto, parecchie giare di vino erano sparse sul pavimento, e la pelle del giovane aveva lo stesso odore.
SiZhui gli si avvicinò: aveva i vestiti stropicciati e i capelli in disordine, e mentre dormiva si muoveva, agitato.
«Aiutatemi a tirarlo su.» ordinò il giovane, notando solo in quel momento i cocci di alcune giare per terra, e il sangue sulle vesti di Wei Wuxian.
SiZhui non aveva voglia di sapere cosa fosse successo in quella stanza.
Wen Ning si avvicinò e sollevò il corpo, mettendoselo sulle spalle.
«Lan Zhan...» borbottò Wei Ying nel sonno, scuotendo la testa e poi spalancando gli occhi.
Erano velati, gonfi e rossi.
Sì posarono sul gruppetto di giovani, ma sembrarono non vederli:«Lan Zhan?» chiese invece, la voce impastata.
SiZhui non l'aveva mai visto tanto ubriaco.
Imprecò tra i denti, forse per la prima volta in vita sua.
«SiZhui, dove andremo dopo? Tornare a Gusu è impossibile, e se andiamo a Lanling ho paura che peggiorerà la situazione.» chiese Jin Ling, avvicinandosi all'amico.
«Non lo so. Intanto sbrighiamoci a farlo uscire di qui.» rispose, esausto, l'altro.
Wen Ning avanzò lungo i corridoi, ripercorrendo la strada precedente fino trovare l'uscita.
Finalmente fuori, i quattro, più Wei Wuxian, respirarono con sollievo l'aria pura, priva di quei profumi artificiali o dell'odore dell'alcool.
Si guardarono l'un l'altro, soddisfatti per la riuscita della loro impresa, ma al tempo stesso profondamente amareggiati: Wei Wuxian era in pessime condizioni, e non avevano un posto in cui andare.
«Potremo andare a Yunmeng.» propose Jin Ling.
«É troppo lontano...» gli fece notare SiZhui, afflitto.
«Se avete dei soldi, potremo pernottare una camera e partire domattina.» intervenne allora JingYi, tirando fuori il proprio borsello.
Gli occhi degli altri due si illuminarono.
Consegnarono tutto ciò che avevano a JingYi, che si mise a contare mentre Wen Ning posava a terra Wei Wuxian.
Lo osservava attentamente, con un cipiglio preoccupato.
Quando notò che anche SiZhui lo stava guardando, tentò di sorridergli:«Starà bene, non ti preoccupare. Wei gongzi è un gran bevitore.»
«Non è della sua salute che mi preoccupo.» borbottò il giovane.
«Lan Zhan...» sussurrò nuovamente nel sonno il diretto interessato, voltando la testa.
SiZhui sospirò.
«Ah! Han-HanGuang-Jun, che ci fate qui?» urlò all'improvviso JingYi.
Lo sguardo dei presenti fu attirato dall'algida figura di HanGuang-Jun, che si stagliava nel cielo notturno candido e perfetto come sempre.
Lan WangJi lanciò un'occhiata al bordello dal quale erano appena usciti, spostandolo poi su di loro e squadrandoli uno per uno.
SiZhui si impegnò al massimo per non abbassare lo sguardo, riuscendoci.
Infine, Lan WangJi vide anche Wei Ying, e andò da lui senza esitazione, chinandosi al suo fianco.
Come se l'altro avesse sentito la sua presenza, allungò una mano e si aggrappò alla veste candida.
«Lan Zhan.» mormorò ancora.
Lan WangJi lo avvolse con le braccia, abbassandosi verso il suo orecchio, non curandosi del forte odore di alcool che emanava.
«Sono qui.» replicò, a bassa voce.
E come sei Wei Wuxian avesse sentito, improvvisamente si calmò, accoccolandosi contro HanGuang-Jun.
SiZhui, osservando la scena, aveva una gran voglia di gridare: come era possibile strappare quel legame? Come era possibile pensare di reciderlo?
«Dove avevate intenzione di andare?» domandò poi Lan WangJi a voce bassa al gruppo di giovani.
JingYi arrossì:«Noi pensavamo di restare in una locanda...» balbettò.
HanGuang-Jun estrasse il proprio borsello, che aveva qualche decorazione floreale cucita sulla stoffa, e lo lanciò a JingYi.
Prese poi Wei Wuxian in braccio, con molta cura e delicatezza.
«Fatemi strada.» disse ai giovani, che, sbigottiti, cominciarono a camminare per le vie della città, seguiti da Lan WangJi e da Wen Ning.
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