15- Storia di una rottura (p.1)

SiZhui era davanti la biblioteca da qualche minuto, ormai, eppure continuava ad esitare.

Sapeva che dietro la porta ci fosse HanGuang-Jun, ma non sapeva se quello che stava facendo fosse giusto o meno.

Gli avevano sempre insegnato a non intromettersi negli affari degli altri, a lasciare che le persone gestissero le cose da soli, però stavolta SiZhui voleva sapere, voleva delle spiegazioni.

Dire che ci fosse rimasto male alle parole di Wei Wuxian era un eufemismo: per qualche istante aveva davvero creduto che le due persone a lui più care - colui che gli aveva donato un'infanzia allegra, e colui che l'aveva plasmato per diventare chi era ora- si sarebbero vincolate in quel modo tanto ufficiale.

La cosa che non gli dava pace era lo sguardo di Wei Wuxian mentre parlava di quella non-proposta: rideva e si burlava di lui come al solito, ma quel sorriso non gli illuminava gli occhi, non era vero.

E non capiva nemmeno perché  HanGuang-Jun non si fosse proposto: aveva sempre pensato che sarebbe stata questione di tempo, che prima o poi - senza curarsi della reputazione o delle apparenze- si sarebbero sposati.

Non poteva credere che Lan WangJi preferisse soccombere sotto le aspettative degli altri, che lo vedevano come l'uomo immacolato che avrebbe portato avanti il clan, la seconda giada di Gusu, impeccabile e quasi divina.

SiZhui l'aveva visto piangere, SiZhui era stato accudito da quella statua di giada, e sapeva che era umano tanto quanto lui.
E allora perché?

L'ultimo motivo che poteva venirgli in mente era che forse non amava abbastanza Wei Wuxian, ma se le ipotesi precedenti erano state incorporee, quella era pura follia.

Per questo era tempo ormai che SiZhui passeggiava davanti all'ingresso della biblioteca, senza sapere se entrare o meno.

Infine, trattenendo il fiato, aprì la porta della biblioteca ed entrò senza pensarci più.

Lan WangJi era seduto, candido e composto come sempre, ed alzò lentamente lo sguardo quando sentì rumore.
Se fosse sorpreso dalla comparsa di SiZhui, non lo diede a vedere.

Il giovane si chinò rispettosamente, salutandolo:«Ha-HanGuang-Jun, mi chiedevo se potessi parlare con voi. Si tratta di una questione...privata.» affermò.

Lan WangJi posò il libro che aveva in mano, invitandolo a sedersi di fronte a lui.

L'ansia stava mangiando vivo SiZhui, che all'improvviso non seppe più come cominciare il discorso. Non poteva essere troppo esplicito, no? Sarebbe stato maleducato.

«Io m-mi chiedevo se aveste notato qualcosa di strano in Wei qianbei, ultimamente» disse, generico.
Lan WangJi aggrottò le sopracciglia.
«Ecco, ieri l'ho incontrato e non sembrava essere...sereno.»

Lan Zhan distolse lo sguardo da SiZhui, sospirando.
Solo notandolo attentamente si poteva vedere la stretta serrata attorno alle maniche:«É per caso successo qualcosa?» domandò infine il giovane.

Dimmelo.
Ditemi che andrà tutto bene, ditemi che sistemerete le cose, ditemi che non dovrò più vedere quel sorriso finto.

«Credo che...ci siano state delle incomprensioni, tra me e Wei Ying.» disse infine HanGuang-Jun.
Il giovane ingoiò il nodo in gola, mettendo su un sorriso:«Niente di grave, vero?»

Lo sguardo chiaro di Lan Zhan incroció il suo.
SiZhui stava per morire: quegli occhi erano pieni di incertezza.
Si tese in avanti e fece per posare la sua mano su quella di HanGuang-Jun, ma prima che potesse muoversi, un'altra persona irruppe nella biblioteca.

«HanGuang-Jun, cosa vuol dire che Wei Wuxian ha lasciato Gusu?!» sbraitò Jiang Cheng.

SiZhui scattò in piedi, allibito, frastornato:«Cosa?! Ma HanGuang-Jun, voi... voi siete qui! Perché avrebbe dovuto andarsene?» balbettò.
I tasselli perfetti del suo puzzle si stavano sfaldando uno ad uno.

Da quando Wei Wuxian era tornato in vita, non si era più separato da Lan WangJi.
Lan Zhan non lo avrebbe permesso.

«HanGuang-Jun, vi state davvero per sposare?» gridò qualche voce al di fuori della biblioteca.
«Spo-sposare?» SiZhui barcollò.

«Cosa avete fatto?» sibilò Jiang Cheng.
La stanza si stava facendo caotica, l'intera testa di SiZhui stava per esplodere.

Anche Jin Ling irruppe nella biblioteca, trafelato.
Si guardò attorno smarrito, prima di apostrofare anche lui Lan WangJi:«Rifiuterete, vero? HanGuang-Jun, non potete sposarla!» gli gridò.
Sposarla?

Lentamente, Lan WangJi si alzò in piedi.
Calò di nuovo il silenzio.
SiZhui stava osservando l'uomo che lo aveva cresciuto con uno sguardo smarrito, tutte le sue certezze crollate.

«Lan Er-gongzi, dov'è Wei qianbei?» sussurrò infine l'ultima fatale domanda.
Lan WangJi lo guardò, riducendo in frantumi anche l'ultima speranza rimastagli:«L'ho lasciato andare.»

Dopo quella frase, per SiZhui non aveva più senso rimanere.
Trattenne il fiato, gli occhi gli si riempirono di lacrime, ed uscì.

Jin Ling esitò un attimo prima di seguirlo, scambiando uno sguardo con lo zio, che invece sembrava deciso ad affrontare HanGuang-Jun.

Lan WangJi chiuse le porte della biblioteca, chiudendo fuori il rumore e rimanendo nella stanza con Jiang Cheng.

«Come è possibile?» sibilò il Gran Maestro di Yunmeng come prima cosa.
«Il Gran Maestro Lan ha stipulato un accordo con la famiglia Jin, per rafforzare il legame tra le due Scuole.» spiegò Lan WangJi, atono.
«E come è possibile che non vi siate opposto?» il rancore e la rabbia nella voce di Jiang Cheng erano tangibili.

Lan WangJi non rispose, si limitò a dargli le spalle.
«Come è possibile che non vi siate opposto? Lan QiRen vi ha venduto a quel ramo della famiglia Jin senza tener conto di nulla. Non ha rispettato la vostra vita, e soprattutto quella di mio...- quella di Wei Wuxian!» ringhiò ancora Jiang Cheng.
«H-ho un dovere verso la mia famiglia e la mia Scuola.» rispose l'altro, ma la sua voce stava tremando.

Jiang Cheng emise un verso di disprezzo, cominciando ad accarezzare Zidian col dito.
«Sappiamo bene entrambi quale fosse la famiglia e quale la Scuola, HanGuang-Jun.»

«Non è così facile come sembra.» replicò l'altro.
«Ah no? Avete sempre rischiato tutto per Wei Wuxian. Avete ferito trentatré dei vostri qianbei, siete stato al suo fianco quando nessuno voleva esserci, e ora lo state lasciando andare così? Non ha senso.»
«Non mi sono mai proposto. Non ho mai detto di volerlo sposare. E un uomo non impegnato è un uomo che può essere promesso a qualcun altro.» spiegò, sempre di spalle, Lan WangJi.

«Non è di un mercato che stiamo parlando, Lan Er-gongzi.» replicò Jiang Cheng, la voce che grondava sarcasmo, ad un passo dal perdere il controllo.

«A Wei Wuxian non è mai importato del titolo, non aveva mai pensato che voi poteste tradirlo: era il legame quello che per lui contava. Ma voi state trattando il matrimonio come una becera alleanza, e avete trattato il vostro rapporto come un effimero qualcosa che riempiva il vuoto delle giornate. È la felicità di mio fratello, oltre alla vostra, quella che avete sacrificato, HanGuang-Jun. E se per voi la vostra vita non vale granché, speravo che almeno di quella di Wei Wuxian vi importasse.»

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