13- Storia di un matrimonio (p.5)
Wei Wuxian scivolò nel jingshi, gocciolando, la pelle coperta di brividi.
Chiuse la porta dietro di sé e fece spaziare lo sguardo per la camera: Lan Zhan era sveglio, seduto dietro al qugin, e stava suonando fino ad un attimo prima.
Alzò lo sguardo su di lui e non disse nulla quando lo vide fradicio.
«Lan Zhan!» esclamò Wei Wuxian, deliziato, lanciandogli un bacio e dirigendosi verso la vasca, riempita di acqua calda.
«Certo che non cambi mai, HanGuang-Jun. Ti sei ubriacato con appena un bicchiere! Ricordi qualcosa di quello che hai fatto?» lo stuzzicò, casualmente.
«No.» rispose l'altro, mentre Wei Wuxian cominciava a spogliarsi.
«Dove sei stato?» gli chiese Lan WangJi, che lo osservava attentamente mentre cercava di liberarsi dai vestiti attaccati alla pelle, senza successo.
«Uh, un po' qui, un po' lì. Ho incontrato Jiang Cheng e ci siamo ruzzolati nel fiume. L'acqua era così fredda, Lan Zhan! Avrò bisogno di qualcuno che mi riscaldi. Che ne dici?» rispose, liberandosi dei pantaloni.
Lan WangJi si alzò e lo raggiunse, sollevando le mani e cominciando a levargli delicatamente le vesti.
Osservava con attenzione ogni segno che Wei Wuxian aveva sulla pelle: il marchio dei morsi, il segno della dita. Chiazze violacee gli decoravano le clavicole, come una collana.
Le sfiorò con la punta delle dita, aggrottando le sopracciglia:«Che ho fatto?» domandò.
Wei Wuxian sorrise, eppure nei suoi occhi c'era una strana ombra malcelata, che Lan WangJi individuò subito, iniziando a preoccuparsi.
«Mi hai divorato, Lan Er-gege. Non mi hai dato nemmeno un attimo di respiro.» rispose Wei Wuxian, entrando nella vasca e osservando HanGuang-Jun dal basso.
Solo in quel momento Lan WangJi notò che anche i polsi erano segnati, come se fossero stati legati per molto tempo.
Si inginocchiò accanto a Wei Wuxian e non disse nulla, pensieroso, tentando disperatamente di ricordare: nella sua mente però c'era solo il vuoto, e qualche vaga sensazione.
Gelosia, eccitazione, felicità.
Quest'ultima era particolarmente intensa, ma Lan WangJi non sapeva cosa l'avesse causata.
Allungò una mano e accarezzò la schiena del compagno, che stava a pancia in giù, le braccia incrociate sul bordo della vasca.
«Lan Zhan...» sussurrò Wei Wuxian, lascivo, osservandolo da sotto le ciglia.
Lan WangJi adorava il modo in cui Wei Ying pronunciava il suo nome: era forse l'unico a chiamarlo così, gli altri cultori preferivano il nome di cortesia o altre formule altisonanti.
Solo sua madre, prima di lui, aveva usato quel nome.
Si chinò quasi inconsapevolmente su di lui, assaporando il suo sorriso.
«Vieni qui, HanGuang-Jun.» gli mormorò Wei Wuxian sulle labbra, attirandolo a sé nella vasca.
Lan WangJi scavalcò, entrando con tutti i vestiti nell'acqua e facendo ridere Wei Wuxian.
«Lan Zhan, chi l'avrebbe mai detto che fossi un animale a letto. Non ci avrei mai creduto, sai?»
Gli stava togliendo i vestiti candidi, zuppi e pesanti.
Li tirò giù, scoprendogli le spalle dalla pelle chiara e sfiorando con le dita le cicatrici delle frustate sulla schiena.
La sua mano scese giù, giù, sempre più giù, mentre Lan WangJi lo baciava e lo mordeva ovunque, le labbra che scivolavano sull'acqua che gli bagnava la pelle.
«Lan Zhan, Lan Er-gege, perché sei così delicato oggi? Perché non mi sbatti come fai...—
Prima che potesse terminare la frase, però, Lan WangJi ruppe la vasca: l'acqua dilagò per la stanza, e Wei Wuxian cadde all'indietro, tagliandosi la mano con le schegge.
Non gli faceva male.
Provò a tirare HanGuang-Jun di nuovo sulla sua bocca, ma l'altro ormai si era allontanato e osservava preoccupato il sangue sulla sua mano.
Wei Wuxian sorrise, allungandosi verso di lui:«Non è niente, Lan Zhan, non è niente. Solo un graffietto.» lo rassicurò, mostrandogli il piccolo taglio.
Lan WangJi lo osservó mentre si portava la ferita alla bocca e la leccava, osservandolo malizioso da sotto le ciglia.
Era insostenibile.
Lo raccolse tra le braccia e lo portò sul letto, adagiandolo e salendo sopra di lui.
Wei Wuxian gli agganciò le caviglie dietro alla schiena tirandolo giù e ricominciando a baciarlo.
Lan WangJi lo spinse più a fondo, e Wei Wuxian ridacchiò:«Lan Zhan, credo che tu debba preoccuparti per la vasca. O il mio Er-gege è troppo concentrato su di me?» lo provocò.
«Fai silenzio.» replicò Lan WangJi mordendogli le labbra e spingendosi dentro di lui, facendolo trasalire, e poi in seguito ridere.
«Er-gege, non ti arrabbiare, non ti arrabbiare, abbi pietà ti prego.» lo pregò, come suo solito, mentre le mani di Lan Zhan si posavano sui suoi fianchi, stringendoli.
La ferita gli diede una fitta, ma non c'era dolore capace di sovrastare il piacere, in quel momento.
«Lan Zhan...tu...non sei affatto gentile con me...guarda come mi stai scopando! Ah, fa male!»
«Wei Ying.» sussurrò Lan WangJi, madido di sudore, guardandolo negli occhi.
Era bellissimo, illustre, perfetto.
Ed era suo.
Non aveva bisogno di un matrimonio.
Wei Wuxian sorrise:«Se mi baci non fa male...Lan Zhan, baciami, baciami, baciami!» gli disse allora.
E Lan Zhan si chinò su di lui e lo baciò, ancora e ancora e ancora, finché Wei Wuxian non si trovò senza respiro, e, in effetti, alla fine non fece tanto male.
Quando Lan WangJi si scostò da lui, Wei Wuxian gli rotolò sopra, posando il mento sul suo petto, sorridendo.
«Mi era mancato, sai?» sussurrò, gli occhi brillanti.
La mano di Lan Zhan scese ad accarezzargli la schiena:«Mh.» disse.
Wei Wuxian voltò il viso, e il suo orecchio sentì il battito impetuoso del cuore del compagno.
Sorrise di nuovo.
«Che cosa ho detto, quando ero ubriaco?» gli chiese all'improvviso HanGuang-Jun.
Wei Wuxian si irrigidì, ma dissimulò in fretta:«Nulla di sensato. Mi hai portato dai tuoi conigli.» rispose.
Tuttavia, Lan Zhan era conosciuto per la sua testardaggine.
Prese il mento di Wei Wuxian e lo costrinse a guardarlo negli occhi:«Wei Ying, cosa ho detto?» ripeté.
«Nulla, Lan Zhan, nulla! Eri ubriaco.»
«Ma tu eri triste.» gli fece notare l'altro.
Le ombre nello sguardo di Wei Wuxian stavano tornado, facendolo agitare: cosa aveva detto di così terribile?
«Non ero triste, HanGuang-Jun! Come potrebbe rattristirmi una parola del mio Er-gege?» replicò, cercando di distrarlo.
«Wei Ying.» la sua voce era ferma, bassa e pressante.
Wei Wuxian distolse lo sguardo, si allontanò e recuperò una veste, che indossò senza guardarlo.
«Wei Ying, cosa ho detto?» chiese di nuovo, tirandosi su e osservando la schiena del compagno.
«Mi hai chiesto di sposarti.» lo informò, atono.
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