10- Storia di un matrimonio (p.2)
Wei Wuxian era abituato ai banchetti sontuosi del Clan Jin, e anche il Clan Jiang si impegnava ad organizzare banchetti più sfarzosi possibili: erano occasioni per mostrare agli altri Clan la grandezza del proprio.
Fu perciò con un vago senso di orrore che comprese che il concetto di banchetto al Clan Lan di Gusu consisteva nel bere brodini tristi e cibi insipidi tutti insieme.
Non avrebbe retto quel pasto privo di alcun sapore, senza neanche un goccio di alcool a rendere il tutto un po' più sopportabile.
Si appese alla veste candida di Lan WangJi:«Lan Zhan, perché a Gusu vi nutrite come foste anziani senza denti? Dov'è il cibo vero?»
«Wei Ying.»
«Non farò storie e mangerò tutto, mi chiedo solo il perché!»
Lan WangJi non rispose.
Entrati nella sala del banchetto era udibile solo un leggero bisbiglio.
I Clan erano raccolti in piccoli gruppetti gli uni distanti dagli altri, poiché la situazione austera e solenne non era in grado di metterli abbastanza a proprio agio per comunicare.
«Lan Zhan, guarda che triste: nessuno vorrà più fare banchetti a Gusu, così! E anche gli affari a Caiyi, senza viaggiatori, andranno a rotoli! Guarda Lan XiChen, è disperato: dobbiamo fare qualcosa per aiutarlo e rendere tutto più interessante.» commentò Wei Wuxian all'orecchio del compagno.
«Mh.» rispose Lan WangJi, concordando ma al tempo stesso non sapendo come muoversi.
Al loro ingresso, i bisbigli erano aumentati, e anche gli occhi erano tutti puntati sulla nuova coppia, che salutò educatamente tutti i Grandi Maestri presenti, HanGuang-Jun con quell'espressione solenne, e Wei Wuxian sorridendo come sempre.
«Gran Maestro Jiang, sono passati secoli!» esclamò contento quando si ritrovò davanti a Jiang Cheng, con quella smorfia di perenne disgusto sul viso.
Dal suo sguardo, però, Wei Wuxian notò ugualmente che fosse felice quanto lui di rivederlo.
Sebbene Jiang Cheng non l'avesse perdonato del tutto e sebbene ancora fosse difficile per lui superare ciò che era stato, ci stava provando, e questo bastava.
«Wei Wuxian, sempre a fare chiasso! Jin Ling mi ha detto che sei stato quasi mangiato da una bestia malvagia.» replicò in risposta.
Wei Wuxian rise, mentre Lan WangJi si allontanava silenziosamente per raggiungere Lan XiChen.
«Sarei di certo stato un pasto eccellente!» commentò, annuendo.
«Quindi è vero che avete affrontato una bestia malvagia da solo, Wei gongzi?»
«Ho fatto quello che era necessario, ma se HanGuang-Jun non mi avesse recuperato sarei rimasto lì ad imputridire.»
«Com'era la bestia, Wei gongzi?»
«Credete che ne esistano di altre specie?»
«Dovremmo preoccuparci?»
«Come ne siete uscito?»
«Xiong-zhang.» mormorò intanto Lan WangJi, accostandosi al fratello.
Da lontano, sarebbero potuti sembrare gemelli.
«Wangji.» ricambiò il saluto con un sorriso Lan XiChen.
«I clan sembravano distanti: dovremmo trovare un modo per unirli?» chiese Lan WangJi, riportando le stesse perplessità espresse da Wei Wuxian.
Lan XiChen sorrise di nuovo, spostando lo sguardo su Wei Ying, e scuotendo lievemente la testa:«Non credo ce ne sia bisogno, WangJi.» rispose, costringendo l'altro a seguire la direzione dei suoi occhi.
Un nutrito capannello di persone si stava raccogliendo attorno a Wei Wuxian, che rideva e faceva battute, prestando loro attenzione e mettendoli a proprio agio.
La sua presenza bastava a rendere tutti un pelo più partecipi: avere quel giovane sfrontato e scanzonato che raccontava aneddoti e non finiva più di parlare rendeva perfino Gusu più vicino a loro.
Il cuore di Lan Zhan trabboccò di orgoglio nel vedere Wei Ying guidare le conversazioni, destreggiandosi tra commenti eleganti, battute divertenti e complimenti.
E se qualche sguardo o qualche tocco di troppo lo infastidivano, si astenne dal rimproverarlo, perché Wei Wuxian era anche questo: un turbine di sensualità e carisma in grado di trascinare chiunque nel proprio vortice.
Una volta allentata la tensione iniziale, il banchetto vero e proprio cominciò, e proprio come aveva predetto Wei Wuxian, i brodini tristi e il cibo insipido non furono graditi molto.
Ma la conversazione era piacevole, e tanto bastava.
«Wei gongzi, siete sicuro di non volervi sposare? Mia figlia è in età da marito e sarebbe un onore per me acconsentire al matrimonio!» chiedeva un capo clan in lontananza, generando le risate di Wei Wuxian, che prontamente afferrò la veste di Lan Zhan:«Perché dovrei sposarmi, quando ho HanGuang-Jun?» replicò, sbandierandolo in giro.
Lan WangJi si chiese come avesse fatto il Patriarca di Yiling a diventare il miglior partito sulla piazza.
Perché lo volevano tutti?
«Wei gongzi, se è un uomo che volete, io ho tre figli maschi!» gridò un altro.
Wei Wuxian rise, astenendosi dal rispondere, senza mollare la presa sulla veste di Lan Zhan.
Lo sguardo di Lan WangJi lo stava intimorendo, e aveva paura che potesse estrarre Bichen e decapitare tutti quei capi clan che gli stavano vendendo i figli come fossero bestiame.
Come incoraggiati dalla risata di Wei Wuxian, anche altri cominciarono a parlare di matrimonio e figli.
In quella stanza, non si sapeva se ad avere l'aria più disgustata fosse Jin Ling o Jiang Cheng.
Intavolato l'argomento "matrimoni" - che Wei Wuxian tentò in tutti i modi di cambiare, senza successo- Lan WangJi si faceva sempre più rigido e teso.
«Signori, basta parlare di questi argomenti frivoli. Perché invece non beviamo un bicchiere e brindiamo all'ospitalità del Clan Lan?» propose finalmente qualcuno, ottenendo il consenso degli altri.
«I membri del clan Lan non hanno bevuto, perché?» gracchiò una voce proveniente dalla Scuola Jin, e Wei Wuxian individuò Jin Chen, il malefico moccioso.
Stava osservando con occhietti maligni l'impassibilità di HanGuang-Jun.
Jin Ling si voltò per fulminarlo:«Il clan Lan ha delle regole riguardo l'alcool.» spiegò, anche se la sua voce assomigliava di più ad un ringhio.
«Ma noi abbiamo bevuto! Perché loro no? Si credono superiori, forse?» insistette Jin Chen.
A Wei Wuxian proprio non stava simpatico.
«Non preoccupatevi, giovane maestro Jin: berrò.» intervenne Lan XiChen, cercando di non generare una disputa.
Versò l'alcool nel suo bicchiere, che sollevò elegantemente e bevve.
La situazione parve rilassarsi di nuovo.
«E HangGuang-Jun?»
Wei Wuxian rettificò in un nanosecondo: odiava quel moccioso.
«Suvvia, Jin Chen, non ti basta che Lan XiChen abbia bevuto?» commentò Jiang Cheng.
«No! Se HanGuang-Jun non beve è perché non ci rispetta! Dimostrasse la sua fiducia in questo modo, invece di starsene zitto a sbavare accanto al Patriarca di Yiling.»
Wei Wuxian avvampò.
Lo avrebbe strangolato.
«Senti, moccioso...—
«Wei Ying.» intervenne pacato Lan WangJi, lanciandogli un'occhiata per tranquillizzarlo.
Aveva già un bicchiere colmo fino all'orlo in mano.
Prima che Wei Wuxian potesse toglierglielo, se l'era portato alla bocca, e l'aveva bevuto.
«Lan Zhan!» esclamò, precipitandosi accanto a lui.
Lan Zhan era capace di ubriacarsi con un solo bicchiere: inizialmente avrebbe dormito, per poi svegliarsi e cominciare a comportarsi da ubriaco.
Le sue palpebre già sfarfallavano.
Wei Wuxian si morse il labbro ed imprecò a mezza voce.
«Accompagno HanGuang-Jun nel jingshi. Signori, vogliate scusarmi.» decise subito dopo, aiutando il compagno - fortunatamente ancora sveglio - ad alzarsi, e uscendo dalla sala del banchetto.
Prima che potesse giungere al jingshi, però, Lan Zhan crollò, addormentato.
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