2.Con le unghie e con i denti
La sera era calata ma la tempesta all'apice della sua forza,infuriava su tutta la zona dove il lupetto dal pelo grigio avanzava a fatica con la neve a sferzargli ferocemente il muso intento a cercare di tenersi saldo con le zampine a terra per non essere trascinato via dal vento. Un lampo illuminò la notte prima di lasciar spazio al tuono che risuonò fragorosamente ovunque facendo tremare la terra spaventando il cucciolo che con la coda tra le gambe accelerò il passo rifugiandosi in una tana di coniglio abbandonata incollandosi alla parete osservando tremante ciò che accadeva fuori, in quell' istante il suo pancino brontolò distraendolo per un attimo dalla paura poiché erano passate molte ore senza mangiare e sapeva che non avrebbe potuto resistere ancora a lungo in quelle condizioni, così a malincuore mangiò l'unica cosa che vi era in quella tana che affioravano dalla parete:le radici.
Il loro sapore era terribilmente pessimo che per poco non rimetteva tutto, dopo aver consumato il misero pasto si accoccolò in un angolo della tana e chiuse gli occhi cadendo in un sonno profondo, l'indomani la tempesta era passata ed era rimasta molta neve che aveva coperto l'entrata della tana,fortunatamente il lupetto riuscì ad uscirne fuori scrollandosi il pelo e puntando dritto verso il folto della foresta dove giunse alla riva di un fiume dissetandosi quando il suo olfatto fu attratto dall'odore di una preda morta e fiutando l' aria giunse davanti alla carcassa di un alce che da come appariva doveva essere morto per mano della tempesta perché aveva un pezzo di ramo rotto affilato conficcato nel suo addome da cui era uscito molto sangue, felice di avere davanti al suo musetto tutto quel cibo si preparò ad affondarvi le sue zanne
ad un tratto una zampa grossa e munita di affilati artigli sbucò dall' altra parte del cadavere mancandogli di un soffio la testa procurandogli però un lieve taglio, il cucciolo indietreggiò mentre un orso nero con il muso sporco di sangue e carne scavalcò la carcassa ruggendo forte verso di lui facendogli rizzare il pelo e ricacciare la coda tra le gambe prima di darsela a zampe levate inseguito da esso che distruggeva ogni cosa sul suo cammino cercando di raggiungere il lupetto impaurito che continuò a correre senza sosta finché non finì davanti a una parete di roccia,alle sue spalle giunse l' orso che si lanciò per morderlo alla gola, il piccolo lupo schivò per miracolo e avendolo così vicino allungò la sua zampina con gli artigli sfregiandogli uno degli occhi lesionandoglielo seriamente.
La bestia dette un verso di dolore e indietreggiò un pò prima di tornare a caricare più inferocito che mai il lupetto colpendolo con una zampata scagliandolo violentemente contro una pietra strappandogli un guaito, lentamente si rialzò per evitare in tempo gli artigli dell'orso che fecero scintille sulla pietra dando vita ad un incendio che velocemente crebbe a dismisura divorando le piante e gli alberi nonostante vi fosse la neve,l'orso tornò a colpire il lupetto e ci si buttò sopra immobilizzandolo con la sua zampa facendo forte pressione sulla gabbia toracica nel tentativo di schiacciarla ma il canide gli morse rabbiosamente la zampa facendola sanguinare tenendosi saldo nonostante l'orso provò a scrollarselo, al momento opportuno lasciò la presa e morse forte il muso del suo avversario che si mise sulle due zampe urlando così forte che provocò una valanga.
L' enorme massa di neve scese a folle velocità spianando ogni cosa oltre a spegnere l'incendio ma sfortunatamente raggiunse il punto in cui si trovavano, il lupetto tolse le sue zanne dal muso dell'orso che però con un ringhio di rabbia lo afferrò per una delle zampe posteriori e fece per morderlo al collo ma la massa bianca di neve, rocce e alberi sradicati li investì in pieno trascinandoli per diversi chilometri prima di fermarsi poco più avanti,per tutto il giorno e il pomeriggio che ne seguí non vi fu nessun movimento o segno di vita, un silenzio irreale regnava dove c'era solo neve e desolazione finché verso sera, il lupetto,contuso e stanco per il combattimento uscì fuori dalla neve abbandonandosi sfinito sul suolo innevato mentre la temperatura scendeva sotto lo zero e la neve tornava a cadere,vedendosi in quelle condizioni prese a guaire debolmente mentre i suoi occhi si fecero più pesanti e l' ultima cosa che vide prima di chiuderli fu una figura alta e nera sbucata dal nulla che si avvicina a grandi passi verso di lui.
(Cascata ghiacciata,San Moritz Svizzera. Fotografia di Poetartista Francesco Terracciano)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top