Capitolo 11- La Triste Storia Di Violet

Dopo il fatto accaduto tra Faendal e Speranza, tutti si chiedevano il perché Fae non fosse più venuto a scuola e Fiducia, per aiutare S, sparse la voce che Fae era malato e che quindi doveva rimanere a casa per un pò di tempo. S, anche se non si era del tutto ristabilizzata dallo spavento preso, non lo dava a vedere e ultimamente era diventata ancora più riservata, molto silenziosa e aveva un'espressione molto arrabbiata anche se non si sapeva il motivo. Violet si era accorta, e forse era stata l'unica oltre F, di questo suo cambiamento e quando trovò il momento adatto, si sedette accanto a lei e cercò di consolarla:

V: "Ciao..."

S: "Ciao Violet, hai bisogno di qualcosa?"

V: "Come va? Ho notato che non sei più la stessa dalla gita al castello. Vuoi dirmi cosa è successo quel giorno?"

S: "No, non ho niente, perché, cosa sarebbe dovuto accadere? Io sono sempre la stessa, adesso sù andiamo in classe, ci staranno cercando perché non avevo detto a nessuno che ero qui fuori a prendere una boccata d'aria, a proposito, come sapevi tu che io ero qui?"

V: "Beh, ecco, io Me l'ho ha detto F"

S: "Ah ecco mi ero dimenticata di averlo detto a lui"

V: "Beh vedi, io mi volevo confidare con te, ovviamente se non ti dispiace"

S: "No, certo, dimmi tutto!"

V: "Mi sembra ovvio che io non ho mai mostrato a nessuno questa mia parte vulnerabile, quindi vorrei che alla fine della storia tu mi dicessi la verità su quello che è accaduto tra te e Fae"

S rimase un momento a pensare e poi parlò:

S: "Va bene, accetto!"

Violet le porse la mano e le chiese di prometterlo

V: "Promettimelo!!"

S: "Lo prometto lo giuro"

V: "Bene, allora devi sapere che non ho sempre avuto le braccia artificiali robotizzate ma ero una normale ragazza che viveva serenamente la sua vita ma che dovette presto abbandonare l'unico luogo in cui aveva i più bei ricordi della sua infanzia, che si tramutarono in cenere quando una tribù di uomini non civilizzati entrò in Air City, la mia città, ed incominciò a bruciare, saccheggiare ed uccidere moltissime persone, tra le quali i miei genitori li vidi morire davanti ai miei occhi mentre un indiano toglieva loro lo scalpo. Inoltre , dopo aver assistito a quell'orribile episodio, andai a cercare il ragazzo di cui ero follemente innamorata, ma purtroppo, mentre stavo andando a cercarlo, caddi per terra e proprio in quel momento passava di lì un altro gruppo di indiani, che non vedendomi o forse non curandosi di me, passarono con i loro cavalli sopra le mie braccia tranciandomele di netto. A causa del troppo dolore, svenni, ma poco prima di chiudere gli occhi, vidi quel ragazzo che lottava con gli indiani che lo accerchiarono uccidendolo. Da quel fatidico giorno, giurai a me stessa di non piangere più e di diventare una ragazza più forte, così da vendicare un giorno il amato John e i miei genitori."

Si voltò verso S e la vide in lacrime, con la testa tra le gambe, che piangeva come una bambina

V: "Non c'è bisogno che tu pianga per me"- le disse- "Ho imparato che piangere non serve a nulla, la vera forza è saper ammettere che il passato è passato e che per quello che è accaduto non si può fare più nulla"- non le diede neanche il tempo di finire la sua triste ma purtroppo vera frase, che la abbracciò.

S: "M_mi d_d_dispiace t_t_tanto Violet"- disse singhiozzando-" Ormai è tutto passato, hai una nuova vita qui ed un sacco di amici che ti vogliono bene tra i quali io"

V: "Su, adesso basta smancerie, è ora di tornare ad allenarci, qualcuno dei ragazzi si sarà già messo in discussione con qualcun altro"- disse sorridendo. Da quel giorno, Speranza e Violet divennero grandi amiche e V iniziò finalmente a riaprirsi al mondo, però si dimenticò di quello che le aveva promesso S.

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